Cillian Murphy tra Oppenheimer, Barbenheimer, Margot Robbie e... Miranda

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La verità, è che non c'è nessuno che sappia fare il mio lavoro.


~MIRANDA

QUALCUNO E' VENUTO A LAVORARE OGGI!


Cari lettori, oggi ho qualcosa di particolarmente succulento per voi. Sì, sì, so che siete abituati solo al meglio da me, e non vi deluderò. Ho appena finito di leggere un'intervista con Margot Robbie e... Cillian Murphy, riguardante il suo ruolo in "Oppenheimer" e la sua carriera in generale. E, naturalmente, ho alcune osservazioni da condividere. Preparatevi, perché non sarà una semplice chiacchierata da caffè.


L'ESTRATTO DELL'INTERVISTA DOPPIA TRA MARGOT ROBBIE E CILLIAN MURPHY


Ecco un riassunto dell'intervista doppia di Variety tra Cillian Murphy e Margot Robbie


Murphy esprime sorpresa e umiltà per il successo di "Oppenheimer", un film che, secondo lui, non sembrava inizialmente destinato a diventare un grande successo commerciale. Questa umiltà riflette la sua comprensione della natura imprevedibile del cinema e la sua capacità di apprezzare il successo senza darlo per scontato. La sua menzione della superstizione di Christopher Nolan riguardo la data di uscita attorno al 21 luglio dimostra un'attenzione particolare ai dettagli e alle tradizioni nel mondo cinematografico. Murphy approfondisce la sua collaborazione con Nolan, una relazione professionale di lunga data che abbraccia circa 20 anni e sei film. Descrive Nolan come un regista incredibilmente concentrato e rigoroso, con una dedizione quasi esclusiva al lavoro e alla realizzazione dei film.


ESTRATTO INTERVISTA DI VARIETY


INGLESE


MURPHY: It seems to work. This is the first time playing a proper lead role for him. There’d always been supporting parts over the years — it’s 20 years we’re working together. Emma Thomas, his wife, the producer, she called me because Chris doesn’t have a phone. So she put me on to Chris, and he said in his very understated British way, “I’m making this movie of Oppenheimer — I’d like you to play the part.” I had just finished something; I wasn’t doing anything. I did realize then that it was different than the other jobs I’d done with him, because it was the story of Oppenheimer’s life. And then when he eventually gave me the script, it was written in the first person, which I’d never read before, and so I —


ITALIANO


MURPHY: Sembra funzionare. Questa è la prima volta che interpreto un ruolo da protagonista per lui. C'erano sempre state parti di supporto nel corso degli anni — sono 20 anni che lavoriamo insieme. Emma Thomas, sua moglie, la produttrice, mi ha chiamato perché Chris non ha un telefono. Quindi mi ha messo in contatto con Chris, e lui mi ha detto in modo molto sobrio in inglese, "Sto facendo questo film su Oppenheimer — vorrei che tu interpretassi la parte." Avevo appena finito qualcosa; non stavo facendo niente. Mi sono reso conto allora che era diverso dagli altri lavori che avevo fatto con lui, perché era la storia della vita di Oppenheimer. E poi quando mi ha finalmente dato la sceneggiatura, era scritta in prima persona, che non avevo mai letto prima, e quindi io —


Nel discutere la sua preparazione per il ruolo di J. Robert Oppenheimer, Murphy rivela come si è immerso nel personaggio. Parla della sfida unica presentata dalla sceneggiatura scritta in prima persona e di come questo abbia richiesto un approccio diverso alla recitazione. L'attenzione di Murphy ai dettagli, come l'adozione delle caratteristiche fisiche di Oppenheimer e il riferimento a David Bowie suggerito da Nolan, evidenzia il suo impegno a trasformarsi completamente nel personaggio.


ESTRATTO INTERVISTA VARIETY


INGLESE


MURPHY: Physically, there was loads of pictures of him, and he always stood with his hand on his hip. He was such a slight man, but he always stood with this very kind of jaunty angle. So I nicked that pretty early as a physical thing. And then Chris Nolan kept sending me pictures of David Bowie, like in the Thin White Duke era, with the big voluminous trousers. And how about you? Such a difficult character. It’s this kind of 20th-century icon, but not a real person. How did you figure it out?


ITALIANO


MURPHY: Fisicamente, c'erano un sacco di foto di lui, e stava sempre con una mano sul fianco. Era un uomo così esile, ma stava sempre con questo angolo molto spavaldo. Quindi ho rubato abbastanza presto questo aspetto fisico. E poi Chris Nolan continuava a mandarmi foto di David Bowie, come nell'era del Thin White Duke, con i pantaloni grandi e voluminosi. E tu? Un personaggio così difficile. È questo tipo di icona del XX secolo, ma non una persona reale. Come hai fatto a capirlo?


Murphy ammette anche che la sua conoscenza di Oppenheimer prima del film era limitata, indicando un processo di apprendimento e di preparazione intensivo per interpretare in modo accurato e rispettoso una figura storica così complessa. Questa sincerità sottolinea la sua umiltà e il desiderio di crescere come attore attraverso i suoi ruoli. La discussione si sposta poi sulla serie "Peaky Blinders", con Robbie che esprime ammirazione per il lavoro di Murphy e chiede di un possibile spinoff. La risposta di Murphy, aperta e interessata, riflette la sua apertura a continuare a esplorare storie e personaggi che lo appassionano, pur rimanendo fedele al principio che ogni progetto dovrebbe avere una narrazione valida e significativa. Murphy tocca l'argomento dei meme e del fenomeno culturale "Barbenheimer", che ha unito i fan di "Barbie" e "Oppenheimer". La sua consapevolezza crescente dei meme, grazie ai suoi figli, mostra un lato più personale e terreno dell'attore, uno che si connette con la cultura popolare e le tendenze attuali, pur rimanendo fedele alla sua arte e al suo mestiere.


Lintervista rivela un Cillian Murphy profondamente riflessivo, dedicato al suo mestiere e aperto a nuove esperienze e sfide. Mostra il suo rispetto per i collaboratori, il suo impegno nel portare autenticità ai suoi ruoli e la sua capacità di connettersi con il pubblico in modi significativi.



NON E' TUTTO AZZURRO CERULEO


Murphy, con quella sua tipica umiltà che rasenta quasi l'insolito in questo mondo di egocentrici, si dice sorpreso del successo di "Oppenheimer". Sorpreso? Per favore, siamo nel mondo del cinema, dove l'imprevedibile è l'unico vero protagonista. Ma andiamo oltre le banalità. La sua collaborazione con Christopher Nolan, ad esempio. Vent'anni insieme, sei film... una vera e propria simbiosi artistica. Nolan, descritto come un regista di ferrea concentrazione, un vero artigiano dell'immagine.


E Murphy? Un attore che si immerge nel personaggio con un'attenzione maniacale ai dettagli. Parliamo di un uomo che ha adottato le caratteristiche fisiche di Oppenheimer e ha persino accettato il suggerimento di Nolan di rifarsi a David Bowie. Un camaleonte, insomma. Ma non fermiamoci qui. La sua conoscenza di Oppenheimer prima del film era limitata, ammette. Ecco un uomo che si impegna in un processo di apprendimento e preparazione intensivo per interpretare in modo accurato e rispettoso una figura storica così complessa. Questa sincerità sottolinea la sua umiltà e il desiderio di crescere come attore attraverso i suoi ruoli. E poi, "Peaky BlinderS", la serie che ha reso Murphy un'icona. La sua apertura a un possibile spinoff mostra la sua dedizione a storie e personaggi che lo appassionano, ma sempre con un occhio critico sulla qualità narrativa.


"Barbenheimer", un fenomeno che unisce i fan di "Barbie" e "Oppenheimer". Murphy, che scopre i meme attraverso i suoi figli, dimostra un'inaspettata connessione con la cultura popolare, pur mantenendo la sua integrità artistica. È un esempio di come un attore possa rimanere radicato nella realtà, pur vivendo in un mondo di finzione. Ecco, cari lettori, un uomo che non solo interpreta ruoli, ma li vive, li respira, diventando un tutt'uno con il personaggio. Un vero artista, in grado di navigare tra la profondità del suo mestiere e la leggerezza della cultura popolare.



E' TUTTO!


Cari lettori, quello che emerge da questa intervista è l'immagine di un Cillian Murphy profondamente riflessivo, un artista vero, dedicato al suo mestiere e aperto a nuove sfide. Un uomo che rispetta i suoi collaboratori e si impegna per portare autenticità ai suoi ruoli. E ora, se mi scusate, ho una sfilata da organizzare. Non è che posso passare tutto il giorno a parlare di cinema, per quanto affascinante possa essere. Alla prossima, cari."


Con affetto e un pizzico di severità,

Miranda.


C'è qualche intervista che vorresti analizzassi? Scrivici!


MIRANDA

Miranda Priestly, un tempo temuta direttrice di una prestigiosa rivista di moda, ha reinventato la sua carriera diventando una influente redattrice in un blog di recitazione cinematografica. Con la sua acuta percezione e un occhio critico per il dettaglio, Miranda si dedica ora a curare interviste approfondite con attori e registi, portando alla luce aspetti unici del mondo del cinema. La sua esperienza nel mondo della moda le conferisce una prospettiva unica, permettendole di esplorare l'intersezione tra moda e film in modo innovativo. La sua reputazione di leader esigente e di visionaria rimane intatta, influenzando profondamente il modo in cui il pubblico percepisce e apprezza l'arte cinematografica.

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