Margot Robbie tra Barbie, Barbenheimer, Cillian Murphy e Miranda Priestly

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La verità, è che non c'è nessuno che sappia fare il mio lavoro.


~MIRANDA

QUALCUNO E' VENUTO A LAVORARE OGGI!


Cari lettori, oggi vi presento qualcosa di squisitamente intrigante. Una conversazione tra Cillian Murphy e... Margot Robbie, un'attrice che ha osato affrontare un ruolo che molti avrebbero potuto considerare... banale. Ma, come sapete, sotto la mia lente, niente è mai banale. Parliamo di "Barbie", un film che ha sollevato sopracciglia e aspettative. E chi meglio di me, per dissezionare questa intervista doppia? Andiamo oltre le apparenze, esploriamo il cuore di questo progetto. Siete pronti? Dovreste esserlo.


BERBENHEIMER E VARIETY: LA VERSIONE DI MARGOT ROBBIE


Ecco un riassunto dell'intervista di Variety tra Cillian Murphy e Margot Robbie.



Nell'intervista, Margot Robbie discute il suo coinvolgimento in "Barbie", toccando vari aspetti che vanno dalla genesi del progetto fino alla sua ricezione da parte del pubblico e l'impatto culturale che ha avuto. Margot Robbie inizia parlando dell'importanza cruciale di Greta Gerwig nella realizzazione di "Barbie". Sottolinea come la sua fiducia nel progetto fosse alta, ma anche come ci fosse un timore che senza la Gerwig alla regia, il film avrebbe potuto essere un disastro. Margot Robbie era consapevole delle sfide nell'adattare un'icona culturale come Barbie in un film che avesse una risonanza significativa con il pubblico contemporaneo. La discussione poi si sposta sull'acquisizione dei diritti del film, un processo che mostra l'impegno di Robbie come produttrice. Rivela come, sei anni fa, abbia ottenuto i diritti da Sony e successivamente li abbia trasferiti alla Warner Bros., ottenendo anche il supporto di Mattel. Robbie si esprime poi sul fenomeno culturale che "Barbie" è diventato, un aspetto che l'ha sorpresa. Condivide il suo stupore per la viralità delle foto di lei e Ryan Gosling a Venice Beach, evidenziando come il film abbia superato anche le sue aspettative più ottimistiche.



ESTRATTO INTERVISTA DOPPIA VARIETY


INGLESE


ROBBIE: One of your producers, Chuck Roven, called me, because we worked together on some other projects. And he was like, “I think you guys should move your date.” And I was like, “We’re not moving our date. If you’re scared to be up against us, then you move your date.” And he’s like, “We’re not moving our date. I just think it’d be better for you to move.” And I was like, “We’re not moving!” I think this is a really great pairing, actually. It’s a perfect double billing, “Oppenheimer” and “Barbie.”


MURPHY: That was a good instinct.


ITALIANO


ROBBIE: Uno dei tuoi produttori, Chuck Roven, mi ha chiamato, perché abbiamo lavorato insieme su altri progetti. E lui era tipo, "Penso che dovreste spostare la vostra data." E io ero tipo, "Non stiamo spostando la nostra data. Se hai paura di essere contro di noi, allora sposta la tua data." E lui era tipo, "Non stiamo spostando la nostra data. Penso solo che sarebbe meglio per voi spostarvi." E io ero tipo, "Non ci stiamo spostando!" Penso che sia un abbinamento davvero fantastico, in realtà. È una doppia proiezione perfetta, "Oppenheimer" e "Barbie."


MURPHY: È stato un buon istinto.


Interessante è anche il suo racconto sulla scelta della data di uscita e la competizione con "Oppenheimer" di Christopher Nolan. La sua determinazione nel mantenere la data di uscita, nonostante i suggerimenti di spostarla, evidenzia un forte senso di fiducia nel suo film. Inoltre, la sua percezione di "Barbie" e "Oppenheimer" come un abbinamento perfetto dimostra una comprensione unica del paesaggio cinematografico e del pubblico. Robbie parla poi della preparazione per il ruolo di Barbie. Descrive come ha dovuto adottare un approccio completamente diverso per questo personaggio, concentrato sull'ingenuità e sull'assenza di introspezione, piuttosto che sui metodi tradizionali di preparazione del personaggio.


ESTRATTO INTERVISTA DOPPIA VARIETY


INGLESE


ROBBIE: It was so weird prepping Barbie as a character. All my usual tools didn’t apply for this character. I work with an acting coach, and I work with a dialect coach, and I work with a movement coach, and I read everything, and I watch all the things. I rely on animal work a lot. I was maybe 45 minutes into pretending to be a flamingo or whatever, and I was suddenly like, “It’s not working.” I went to Greta, like, “Help me. I don’t know where to start with this character.” And she’s like, “OK, what are you scared of?” And I was like, “I don’t want her to seem dumb and ditzy, but she’s also not meant to know anything. She’s meant to be completely naive and ignorant.” And Greta found this episode on “This American Life,” where it was a woman who can’t introspect, who doesn’t have the voice in her head that’s constantly narrating life the way we all do. This woman’s got a Ph.D. and is extremely smart, but just doesn’t have that internal monologue.


ITALIANO


ROBBIE: È stato strano preparare Barbie come personaggio. Tutti i miei soliti strumenti non si applicavano a questo personaggio. Lavoro con un coach di recitazione, e un coach di dialetto, e un coach di movimento, e leggo tutto, e guardo tutte le cose. Mi affido molto al lavoro sugli animali. Ero forse 45 minuti nel fingere di essere un fenicottero o qualcosa del genere, e all'improvviso mi sono detta: "Non funziona." Sono andata da Greta, tipo: "Aiutami. Non so da dove cominciare con questo personaggio." E lei è tipo: "OK, di cosa hai paura?" E io: "Non voglio che sembri stupida e svampita, ma non è nemmeno previsto che sappia nulla. Deve essere completamente ingenua e ignorante." E Greta ha trovato questo episodio su "This American Life", dove c'era una donna che non può introspezione, che non ha la voce nella sua testa che narra costantemente la vita come facciamo tutti noi. Questa donna ha un dottorato ed è estremamente intelligente, ma semplicemente non ha quel monologo interno.


Questo approccio riflette la sua flessibilità come attrice e la sua capacità di adattarsi a ruoli diversi. La discussione si sposta poi sui costumi e sul coinvolgimento del cast nel tema del colore rosa, un dettaglio che sottolinea l'attenzione di Robbie per i dettagli e il suo desiderio di creare un'esperienza coinvolgente e autentica sul set. Robbie parla poi della sua ammirazione per Cillian Murphy e del suo lavoro in "Peaky Blinders", mostrando il suo interesse e apprezzamento per altri talenti nel settore cinematografico, e discute la consapevolezza dei meme e del fenomeno "Barbenheimer", che ha unito i fan di "Barbie" e "Oppenheimer", dimostrando la sua consapevolezza delle dinamiche della cultura pop e dei social media.


L'intervista mostra Robbie come attrice di talento e come produttrice perspicace e capace di navigare con successo nel complicato mondo dell'industria cinematografica, creando un film che non solo ha avuto un grande successo commerciale, ma è diventato anche un fenomeno culturale.



NON E' TUTTO AZZURRO CERULEO


Dove iniziamo? Margot Robbie, un nome che risuona con un'eco di eleganza e audacia. La sua incursione nel mondo di è stato un salto nel vuoto. E chi non apprezza un salto nel vuoto, specialmente quando si atterra su un terreno così sorprendentemente fertile? Parliamo di Greta Gerwig, una regista che non si accontenta di mediocrità. La scelta di Margot di affidarsi a lei per "Barbie" è stata geniale, niente meno. Senza Gerwig, il film avrebbe potuto essere un disastro, un abito di haute couture indossato al contrario. Ma con lei, si è trasformato in un capolavoro, un equilibrio perfetto tra stile e sostanza. Ora, riflettiamo sul processo di acquisizione dei diritti. Sei anni fa, Margot ha preso i diritti da Sony, poi li ha trasferiti alla Warner Bros., con il supporto di Mattel. Questa è una dichiarazione. Una dichiarazione che dice: "Io sono qui per creare, per trasformare, per rivoluzionare". E così ha fatto.


Il fenomeno culturale che è seguito è stato strabiliante. Non solo un film, ma un fenomeno, un movimento. Margot ha catturato l'immaginazione del pubblico in un modo che pochi possono. La sua decisione di mantenere la data di uscita, in competizione con "Oppenheimer" di Christopher Nolan, è stata una mossa di coraggio e fiducia. Un abbinamento perfetto, come un tè pomeridiano al Ritz: sofisticato, elegante, inaspettato. La preparazione per il ruolo di Barbie, poi, è stata un'opera d'arte in sé. Margot ha adottato un approccio diverso, concentrato sull'ingenuità e sull'assenza di introspezione. Un metodo che molti attori non avrebbero osato, ma lei l'ha fatto, e con grazia. I costumi, il tema del colore rosa, ogni dettaglio è stato curato con precisione. Margot non si è limitata a recitare; ha vissuto il ruolo, ha respirato il mondo di Barbie. E questo si vede, si sente in ogni fotogramma del film. La sua consapevolezza dei meme, del fenomeno "Barbenheimer" la dice lunga. Margot è un'icona che comprende e abbraccia la cultura pop e i social media. Un talento raro, una visione unica. Io lo so.



E' TUTTO!


Cari lettori, quello che Margot Robbie ha fatto con "Barbie" è un esempio di come si può prendere un concetto semplice e trasformarlo in qualcosa di straordinario. Un progetto che molti avrebbero scartato è diventato un fenomeno culturale, un successo commerciale. Questo è il potere della visione, del rischio e, naturalmente, del talento. E chi meglio di me, Miranda, per riconoscere un vero talento quando lo vedo? Fino alla prossima volta, cari lettori, rimanete affascinanti e, soprattutto, eleganti.


Con affetto e un pizzico di severità,

Miranda.


C'è qualche intervista che vorresti analizzassi? Scrivici!

MIRANDA

Miranda Priestly, un tempo temuta direttrice di una prestigiosa rivista di moda, ha reinventato la sua carriera diventando una influente redattrice in un blog di recitazione cinematografica. Con la sua acuta percezione e un occhio critico per il dettaglio, Miranda si dedica ora a curare interviste approfondite con attori e registi, portando alla luce aspetti unici del mondo del cinema. La sua esperienza nel mondo della moda le conferisce una prospettiva unica, permettendole di esplorare l'intersezione tra moda e film in modo innovativo. La sua reputazione di leader esigente e di visionaria rimane intatta, influenzando profondamente il modo in cui il pubblico percepisce e apprezza l'arte cinematografica.

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