Interviste RC - Silviya Stanoeva

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Intervista a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Durante uno dei nostri ultimi eventi, un "Act Out Loud", eventi targati RC, abbiamo messo in palio la possibilità di fare delle interviste per il nostro Blog, dai membri della community. L'intervista di oggi è per...

Silviya Stanoeva

Raccontaci di te! Qual è stato il tuo percorso formativo? Come si è sviluppata la tua carriera professionale? Quali sono le tue passioni e i tuoi interessi? Condividi tutto ciò che ritieni importante! Inoltre, svelaci quali sono i tuoi 3 film e i tuoi 3 attori preferiti (se ne hai più di tre, sentiti libero di indicarne altri, anche distinguendoli per genere).


Mi chiamo Silviya, vengo dalla Bulgaria e sono un’attrice professionista. La recitazione è il mio mestiere e la mia passione. Ho sempre desiderato fare l'attrice: da bambina giocavo spesso da sola, inventando serie tv o studiando le lezioni per la scuola, immaginando una classe di studenti invisibili. Perciò non è stato difficile decidere cosa fare nella vita. All'età di 15 anni ho iniziato a frequentare la scuola di teatro a Varna, la città dove sono nata, ed è proprio in quel teatro che ho interpretato il mio primo ruolo professionale. Successivamente, sono stata accettata all'Accademia di Teatro e Cinema di Sofia, dove ho studiato recitazione. Ho anche conseguito un master in canto Pop e Jazz. Dopo l’accademia, ho avuto la fortuna di ottenere il mio primo ruolo importante: quello di Claire nello spettacolo "Claire, Madame, Solange"(basato su “Le serve” di Jean Genet). Questa interpretazione mi ha permesso di vincere il più prestigioso premio teatrale in Bulgaria, l’“IKAR”. Ho partecipato a numerosi spettacoli indipendenti e a diversi progetti cinematografici e televisivi, grazie ai quali sono diventata nota al pubblico del mio Paese.


Durante la pandemia, ho scritto e messo in scena il mio primo monologo, intitolato "33". Il teatro e il cinema sono la mia più grande passione, e ciò che mi dà più gioia. Per questo motivo ho deciso di trasferirmi in Italia, alla ricerca di un livello superiore, di una crescita personale e di nuovi orizzonti. Credo sia naturale per gli artisti voler esplorare il mondo. A Roma ho realizzato il mio secondo monologo, "Diario di Guerra", che ho presentato al Teatro Argot Studio e al Teatro Testaccio. Racconta la storia di una donna che partecipò alla Resistenza in Francia. Non è un caso, dato che sono una grande amante della malinconia e della cultura francese; i miei attori preferiti sono francesi, come Marion Cotillard, Louis Garrel e Gaspard Ulliel, che è stato un'ispirazione diretta per la creazione di "Diario di guerra". Purtroppo, Ulliel è morto in un incidente sugli sci. Apprezzo sempre di più anche Joaquin Phoenix, che sta crescendo meravigliosamente come attore. È completamente immerso nei suoi personaggi e può fare qualsiasi cosa, un segno di grande talento e libertà interpretativa. Il mio film preferito è "Ultimo tango a Parigi".

Parlaci di un progetto a cui tieni particolarmente. Raccontaci di un progetto recente o in fase di sviluppo, che sia un cortometraggio, un corso o qualsiasi altro lavoro su cui stai lavorando e che desideri promuovere.


Il mio secondo monologo, che è anche il mio ultimo progetto, "Diario di guerra“, è un'opera estremamente importante per me, perché l’idea "mi è arrivata"
spontaneamente; l'ho sentita con il “cuore puro”, come mi piace dire, e durante la sua creazione ci sono state troppe coincidenze e segni lungo il cammino. Lo spettacolo racconta la storia di un personaggio da me inventato, Elena Mosier, che ha partecipato alla Resistenza in Francia durante la Seconda Guerra Mondiale. Inizialmente, lei trasforma la pasticceria di famiglia in una scorta di provviste e commercia al mercato nero, ma dopo un incontro fatidico nel parco con l’ingegnere militare Gaspard, se ne innamora e pian piano entra a far parte della Resistenza. Alla fine, combatte con le armi in mano sui tetti di Parigi, sotto un cielo rosa che brilla sopra di lei, quasi fosse una luce guida o forse un segnale di Gaspard… Ho iniziato a scrivere questo testo nel 2021, in un momento di ispirazione. Avevo già preparato nove pagine, pensando sempre all'attore francese Gaspard Ulliel come prototipo del mio personaggio principale, quando nel gennaio 2022 è arrivata la terribile notizia della morte dell’attore in un incidente sugli sci. Per me è stato un segno, e così ho continuato a scrivere. Poco dopo è scoppiato il conflitto in Ucraina. In quel periodo, affrontavo anche il mio tema personale dell'abbandono e della difficoltà di affermarmi nel mondo, un sentimento alimentato da un inizio difficile per me a Roma. Ho intrecciato tutto questo in una performance che credo sia diventata qualcosa di memorabile, un'opera in cui sento ci sia stato l’intervento divino. Sono superstiziosa, ma anche molto orgogliosa. Sono riuscita a mettere in scena due spettacoli interamente in italiano, e devo dire che ho visto molte facce commosse e lacrime tra il pubblico. Il messaggio più importante dell’opera è che tutto ciò che abbiamo oggi lo dobbiamo agli sforzi di chi ci ha preceduti. E una volta che troviamo fiducia nell'altro, abbiamo già vinto. È bello poter sostenere e rispettare la vita.


Hai un monologo o un self-tape da condividere?

Questo è il monologo di Nana dal film di Godard “Vivre sa vie”, registrato qualche anno fa in Bulgaria. Al tempo non parlavo ancora bene l'italiano, ma mi piaceva giocare liberamente con il testo e renderlo bianco e nero come un tempo, una cosa per cui mi ha aiutato un mio amico montatore e produttore Nevelin Vulchev. Il monologo fa parte di un mio progetto "Monologues in the Room" che può essere visto sul mio canale YouTube


Qual è la tua opinione su Recitazione Cinematografica? Ci farebbe piacere conoscere il tuo punto di vista sulla nostra realtà.


Mi piace quando gli attori si sostengono a vicenda, perché spesso non lo facciamo. Non proteggiamo i nostri interessi come gruppo: se ci viene offerta un'opportunità, anche per un piccolo ruolo e per pochi soldi, la accettiamo senza negoziare. È così difficile esercitare la nostra professione che siamo pronti a scendere a compromessi, ma non dovrebbe essere così. Dobbiamo sostenerci a vicenda, perché alla fine sono gli spettatori a guardarci, e il nostro è un mestiere psico-fisico impegnativo. La community "Recitazione Cinematografica" è riuscita in breve tempo a riunire molti artisti e a coinvolgerli in diverse attività con un unico obiettivo: lo sviluppo artistico. È un concetto democratico e molto generoso, e questo mi piace molto. Complimenti!


Grazie Silviya e in bocca al lupo!

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