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~ LA REDAZIONE DI RC
Interpretare il monologo del dottor Dyson Ido in Alita: Battle Angel richiede all’attore di addentrarsi nella psiche di un uomo consumato dal dolore e dal senso di colpa. Ido è un personaggio complesso, segnato dalla perdita della figlia e dall’oscuro impatto delle sue stesse creazioni.
MINUTAGGIO: 33:35-35:12
RUOLO: Dr. Dyson Ido
ATTORE: Christoph Waltz
DOVE: Netflix
INGLESE
Her name was Alita. She was really looking forward to waking up with legs that could run. She never got to use them. She was murdered. A patient of mine came to the clinic one night, looking for drugs. I was a tuner for the Motorball games... and I had made a machine body for him of obscene strength. He was my demon, coming back to me. Hey! What are you doing there? Alita couldn't get out of the way fast enough. Her mother, Chiren, couldn't deal with Alita's death. Maybe she just couldn't deal with me. So I went hunting. I needed to kill him. Maybe I was just hoping that he would k*ll me. It brought no peace. There were other demons like him out there... and I felt, somehow, I was responsible for all of them. So I registered as a Hunter-Warrior. There's nothing noble about it.
ITALIANO
Si chiamava Alita. Non vedeva l'ora di risvegliarsi con delle gambe per poter correre. Non ha potuto usarle, purtroppo. E' stata uccisa. Un mio paziente è venuto in ambulatorio, una notte, per rubare dei farmaci. Ero un tecnico per le partite di Motorball, e avevo fatto un corpo meccanico per lui di una forza mostruosa. Era il mio demone, che mi perseguitava. Alita non è riuscita a togliersi di mezzo in tempo. La madre, Chiren, non ha sopportato la morte di Alita. Forse in realtà non sopportava me. Così sono andato a caccia. Lo dovevo uccidere. Forse in realtà speravo che lui uccidesse me. Non mi ha dato pace. C'erano altri demoni come lui, in giro. E sentivo che ero responsabile di tutti, in qualche modo. Così, mi sono registrato come Braccatore... non c'è nulla di nobile in questo.
"Alita: Battle Angel" è un film del 2019 diretto da Robert Rodriguez e prodotto da James Cameron, basato sul manga "Gunnm" di Yukito Kishiro. Il film mescola fantascienza e cyberpunk, con una grande attenzione per la costruzione visiva di un mondo post-apocalittico. Siamo in un futuro distopico, dove la terra è stata devastata da una guerra conosciuta come "La Caduta" e solo una città fluttuante, Zalem, rimane intoccabile e misteriosa, inaccessibile ai normali abitanti della Terra.
La storia segue Alita, un cyborg con l'aspetto di una giovane ragazza, che viene trovata in un deposito di rottami dal dottor Dyson Ido, un esperto di cibernetica. Ido recupera il corpo danneggiato di Alita e le dà un nuovo corpo, ma lei non ricorda nulla della sua vita passata. Man mano che Alita scopre di possedere capacità di combattimento straordinarie, inizia a cercare risposte su chi fosse e quale sia la sua vera identità.
Alita si avvicina a Hugo, un giovane che sogna di raggiungere la città sospesa di Zalem, e attraverso questa relazione esplora un aspetto più umano e vulnerabile di sé, bilanciando la sua natura guerriera con emozioni più genuine. Il loro legame evolve mentre Alita si addentra nel mondo degli "Hunter-Warriors," una sorta di cacciatori di taglie al servizio della legge, e si scontra con forze oscure che non solo minacciano la sua vita, ma anche quelle di chi le sta accanto.
Nel corso della trama, Alita scopre di avere abilità e conoscenze di arti marziali risalenti a una tecnologia avanzata del passato. Viene rivelato che lei era un soldato d'élite di una fazione ribelle chiamata URM (United Republic of Mars), mandata sulla Terra come combattente. Questa rivelazione porta Alita a confrontarsi con il potente Nova, l'enigmatico leader che controlla Zalem e che orchestra vari eventi sulla Terra, influenzando anche il destino dei suoi abitanti.
Il film esplora il tema dell’identità e della ricerca di sé, con Alita che rappresenta un’anima persa in cerca di uno scopo. La sua innocenza iniziale contrasta con la sua abilità distruttiva, un dualismo che solleva domande su cosa definisca l'identità di una persona e come il passato influenzi il nostro presente.
Questo monologo del dottor Dyson Ido in Alita: Battle Angel svela molto del suo passato tormentato e offre un affascinante spaccato sulla complessa moralità e le motivazioni del personaggio.
Ido introduce il monologo con un’immagine dolce e tenera: Alita, desiderava "risvegliarsi con delle gambe per poter correre". Questa immagine crea un forte contrasto con ciò che segue: la tragica morte della bambina. La scena costruisce un legame empatico tra il pubblico e Ido, e suggerisce anche la perdita di un’innocenza che sembra avere riverberi sulla visione del mondo dello stesso Ido, trasformandosi da padre amorevole in un uomo ossessionato dai suoi demoni interiori.
Quando Ido racconta di aver costruito un corpo meccanico “di una forza mostruosa” per un paziente, si percepisce una sorta di colpa e responsabilità. Questo corpo, progettato per dare vantaggi nelle partite di Motorball, diventa un’arma letale che porta alla morte di Alita. Qui emerge la metafora dei “demoni” di Ido: il suo lavoro, dettato dalla brama di creare e perfezionare macchine, si è ribellato contro di lui, strappandogli via la figlia. Questo passaggio suggerisce come la tecnologia e l’ambizione umana possano assumere risvolti oscuri, portando alla sofferenza e alla tragedia.
Ido ammette di essere andato “a caccia” del paziente responsabile della morte della bambina. Interessante è la sua confessione: non sa se volesse ucciderlo o sperava, in realtà, di essere ucciso lui stesso. Questo elemento svela un profondo senso di colpa che trascende il desiderio di vendetta. Ido è tormentato non solo dalla perdita di Alita, ma anche dalla convinzione di essere, in qualche modo, l'artefice della sua scomparsa.
Ido parla infine della decisione di diventare un “braccatore” (un Hunter-Warrior), una scelta che lui stesso ammette non avere nulla di “nobile”. Lontano dall’idea romantica dell’eroe che cerca vendetta, Ido vede la sua nuova occupazione come un modo per confrontarsi con i suoi demoni personali. Non è motivato da un ideale di giustizia, ma piuttosto da una sorta di autopunizione per i suoi fallimenti. Diventare un cacciatore è una condanna autoimposta, una lotta contro un passato che lo tormenta e da cui non può sfuggire.
Per un attore che affronta il monologo del dottor Dyson Ido in Alita: Battle Angel, è fondamentale immergersi nei diversi strati emotivi e nelle motivazioni che rendono il personaggio complesso e umanamente contraddittorio.
1. Comprendere il contesto emotivo
Ido è un uomo distrutto dal senso di colpa. Prima di interpretare il monologo, un attore dovrebbe analizzare la relazione di Ido con la figlia perduta e il suo legame con Alita (la protagonista), che porta lo stesso nome della figlia scomparsa. Questa connessione rappresenta per lui una seconda possibilità, un’opportunità di redenzione, anche se non può cancellare il dolore che lo consuma. È essenziale che l’attore si chieda: Come si sente Ido ogni volta che vede Alita? Che emozioni riaffiorano in lui?
2. Equilibrio tra vulnerabilità e durezza
Ido inizia il monologo con una dolcezza quasi nostalgica, ricordando il desiderio della figlia di poter correre. Questo tono morbido e intimo si trasforma rapidamente in rabbia e autocondanna, mentre rivela il senso di colpa per aver contribuito, indirettamente, alla morte della figlia. In questa transizione, è importante non esagerare con i picchi emotivi. Al contrario, l’attore dovrebbe mirare a trasmettere un dolore profondo e sommesso, quasi rassegnato, come se ogni parola pesasse per lui.
3. L’ambivalenza del senso di giustizia
Ido rivela che “forse sperava che [il paziente] uccidesse lui”. Questo è uno degli elementi chiave del monologo e rappresenta il conflitto tra la vendetta e il desiderio di autopunizione. L’attore dovrebbe porre enfasi su questo passaggio, riflettendo la natura autolesionista e quasi disperata della ricerca di Ido. È come se fosse imprigionato in una spirale in cui giustizia e autopunizione si confondono.
Un buon esercizio sarebbe chiedersi: Come posso far capire al pubblico che Ido non cerca soltanto di punire il colpevole, ma anche di punire se stesso? L’attore può usare i piccoli gesti, come sfiorarsi il viso o abbassare lo sguardo, per rivelare questa ambivalenza.
4. La consapevolezza della propria corruzione
Quando Ido dice: “non c’è nulla di nobile in questo,” riconosce l’assenza di eroismo nella sua scelta di diventare un cacciatore. Non è una decisione morale o altruistica; è una condanna che lui stesso si è imposto. Qui, è importante che l’attore non interpreti Ido come un cavaliere oscuro, ma come un uomo ordinario logorato dalla propria coscienza.
L’attore potrebbe immaginare che Ido, mentre pronuncia queste parole, sia quasi disgustato da se stesso. Un suggerimento potrebbe essere di sussurrare “non c’è nulla di nobile in questo” con un tono di rassegnazione, come se le parole fossero rivolte a sé e non a un interlocutore.
5. Rivelare i “demoni” interiori
Ido menziona i “demoni” che sente di aver creato e di cui si sente responsabile. Questo è uno degli aspetti più simbolici e densi di significato. Non si tratta solo di creature meccaniche o cyborg letali; questi demoni sono il riflesso del lato oscuro del suo genio, delle sue ambizioni, delle sue decisioni moralmente ambigue. L’attore dovrebbe sentire il peso di queste responsabilità e renderlo visibile nel corpo, nelle mani che si stringono o nel viso che riflette un conflitto mai risolto.
Un modo per entrare in questa mentalità è concentrarsi su un respiro pesante e trattenuto, quasi come se ogni parola fosse uno sforzo doloroso, perché rievoca cicatrici profonde che non si sono mai davvero rimarginate.
6. Lavorare sulla fisicità e sul linguaggio del corpo
Per un attore, questo monologo richiede una forte presenza fisica. Ido è un personaggio abituato alla forza, ma qui la sua postura dovrebbe sembrare oppressa dal peso del passato. Potrebbe muoversi lentamente, come se un peso invisibile schiacciasse le sue spalle. Scegliere una posizione seduta, con lo sguardo a terra, può amplificare l’introspezione del personaggio e creare un contrasto tra il suo aspetto fisico robusto e la sua fragilità emotiva.
7. Accenti e variazioni nel tono di voce
Un altro elemento importante per l’attore è il modo in cui utilizza la voce. Inizia il monologo con un tono quasi dolce, che ricorda il suo amore per la figlia; ma con l’avanzare delle parole, la voce può diventare sempre più bassa e quasi roca, riflettendo il crescente tormento interiore. Per esempio, l’attore può abbassare il tono in frasi come “forse speravo che lui uccidesse me,” enfatizzando la vulnerabilità di Ido in quel momento.
Il monologo del dottor Ido è un viaggio nelle contraddizioni di un uomo che ha perso la speranza di redenzione ma che, allo stesso tempo, si condanna a espiare il suo passato. Per un attore, la chiave di un’interpretazione efficace sta nel trasmettere la quieta disperazione di Ido e nel dosare le emozioni in un crescendo che lascia il pubblico con un senso di inquietudine e profonda empatia.
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