Unisciti alla nostra Community Famiglia! Compila il "FORM" in basso, inserendo il tuo nome e la tua mail, ed entra nell'universo di Recitazione Cinematografica. Ti aspettiamo!
A volte, il venerdì sera, Amélie va al cinema.
~NARRATORE
QUINDICI!
Cari amici attori e attrici, oggi, nel nostro viaggio attraverso i monologhi cinematografici più intensi, mi trovo a condividere con voi un pezzo curioso. Sono Amélie, e oggi vi presento un monologo tratto da "L'amore", un adattamento del teatrale "La voce umana" di Jean Cocteau. Un monologo che parla di amore, separazione e la struggente realtà delle parole non dette. Questo monologo, miei cari, è un'espressione cruda e sincera dei sentimenti di una donna che affronta la fine di una relazione. È una conversazione telefonica, un addio, dove ogni parola è carica di emozione e significato.
IL MONOLOGO DI ANNA MAGNANI
MINUTAGGIO: 28:30 - 33:20
RUOLO: La donna
ATTRICE: Anna Magnani
DOVE: Youtube
ITALIANO
Perché farsi delle illusioni?... sì... sì... no! In passato ci si vedeva: si poteva perdere la testa, dimenticare le promesse, rischiare l'impossibile, convincere quelli che adoravamo con i baci, aggrappandoci a loro. Un'occhiata poteva capovolgere tutto. Ma con questo apparecchio, quel che è finito è finito... sta' tranquillo; non ci si suicida due volte... forse, per cercare di dormire... non sono il tipo che compra una rivoltella; non mi vedi a comperare una rivoltella! Dove troverei la forza d'inventare una menzogna, mio povero tesoro?... nessuna... avrei dovuto avere la forza; ci sono circostanze in cui la menzogna è utile. Tu, se tu mi mentissi per rendermi meno penosa la separazione... non dico che tu menta. Dico: se tu mentissi e io lo sapessi. Se, per esempio, tu non fossi a casa e mi dicessi... no, no, tesoro! Senti!... ti credo... non ho voluto dire che non ti credevo... Perché ti arrabbi?... Sì, fai una voce cattiva. Dicevo soltanto che se tu m'ingannassi per bontà d'animo e io me ne accorgessi, avrei per te una tenerezza ancora più grand... Pronto! Pronto!... Pronto! (Riattacca dicendo piano e rapidamente) Mio Dio, fate che richiami mio Dio, fate che richiami Mio Dio, fate che richiami Mio Dio, fate (Chiamano: la donna stacca) Avevano interrotto. Stavo dicendoti che se tu mi mentissi per bontà e io me ne accorgessi, avrei per te una tenerezza ancora più grande... ma certo... sei pazzo!... Amore mio... mio adorato... (Si avvolge il filo intorno al collo) Lo so che è necessario, ma è atroce... non avrò mai quel coraggio... sì, si ha l'illusione di essere uno contro l'altro, e di colpo ti mettono in mezzo cantine, fogne, un'intera città... ti ricordi di Yvonne che si domandava come mai_ la voce potesse passare attraverso il filo attorcigliato. Ho il filo intorno al collo. Ho la tua voce intorno al mio collo... l'ufficio dovrebbe interromperci per caso... oh! Tesoro! Come puoi credere che io pensi una così brutta cosa? Lo so che questa "operazione" è ancora più crudele a farsi dalla tua parte che dalla mia... no... no, no... a Marsiglia? Senti, caro, visto che sarete a Marsiglia dopodomani sera, vorrei... insomma, vorrei... vorrei che tu non andassi all'albergo dove andavamo di solito. Non ti dispiace...? Perché le cose che non immagino, non esistono, oppure, esistono in un qualche luogo molto vago e che fa meno male... capisci?... grazie... grazie. Sei buono. Ti amo. (Si alza e si dirige al letto con l'apparecchio in mano) Allora, ecco... ecco... stavo per dire meccanicamente: a fra poco... ne dubito... non si sa mai... oh!... è meglio, molto meglio... (Si sdraia sul letto e stringe l'apparecchio fra le braccia) Amore mio... amore mio bello... sono coraggiosa. Sbrigati! Forza. Taglia! Taglia svelto! Taglia! Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo...
LA RAGAZZA COL BICCHIERE D'ACQUA...
Cari amici, immaginatevi in una piccola stanza parigina, con una luce soffusa che filtra attraverso le tende. Sono qui a riflettere su questo monologo, che è come un delicato pezzo di porcellana, pieno di crepe ma ancora bellissimo.
"Perché farsi delle illusioni?" inizia lei, la voce di una donna che ha amato con tutto il cuore. È come se stesse camminando lungo i binari di un treno, sapendo che il viaggio è finito, ma incapace di allontanarsi. In passato, quando due amanti si incontravano, gli sguardi e i baci potevano cambiare il corso delle cose. Ma ora, con questo apparecchio - il telefono - quel che è finito è finito. È una realtà che taglia come il vetro.
Poi, la nostra protagonista parla di menzogne, di come avrebbe potuto usarle come un velo per nascondere la verità. Ma non è nel suo carattere. È troppo sincera, troppo vera. Ecco la bellezza della sua anima: anche di fronte alla fine, sceglie la verità.
La voce di questa donna è come un fiume che scorre, ora calmo, ora turbolento. Parla di Yvonne, che si domandava come mai la voce potesse passare attraverso il filo attorcigliato. E qui, miei cari, c'è una metafora così potente: ha il filo intorno al collo, la voce dell'amato come un laccio che la stringe, ma anche come un abbraccio che non vuole lasciare.
E poi, la richiesta finale, quella di non andare all'albergo dove andavano di solito. È un addio, ma anche un atto di protezione verso se stessa. "Le cose che non immagino, non esistono" dice lei. È un modo per tenere a bada il dolore, per non lasciare che la realtà la travolga.
In questo monologo, c'è l'essenza stessa dell'amore e della perdita, qualcosa che Jean Cocteau ha saputo catturare così bene nel suo "La voce umana", e che Rossellini e Anna Magnani hanno trasformato in pura magia in "L'amore". È un pezzo di vita, un frammento di cuore che continua a battere anche quando tutto sembra perduto.
Ci troviamo qui, con le parole di questa donna che risuonano nelle nostre orecchie. È un monologo che parla di amore, di perdita, ma soprattutto di coraggio - il coraggio di affrontare la verità, anche quando fa male. E in questo, c'è una bellezza senza tempo, proprio come nei vicoli di Montmartre o nei giardini di Luxembourg.
FORSE E' SOLO DIVERSA DAGLI ALTRI.
Questo monologo ci mostra come le parole possano essere un ponte e un abisso tra gli amanti. È un viaggio emotivo che ci insegna il valore e il peso delle parole in amore. Grazie per aver condiviso con me questo momento. Spero che questo monologo vi ispiri nelle vostre performance e nella vostra vita. Alla prossima, con amore,
Vostra,
Amélie
Amélie Poulain, voce e anima di "Monologhi con Amélie", vi invita a esplorare il quotidiano attraverso il suo sguardo incantato. Residente nel cuore pulsante di Montmartre, ogni suo pensiero è un viaggio che trasfigura il comune in un caleidoscopio di meraviglie. Con delicatezza e una malinconica allegria, Amélie tesse racconti che celebrano la poesia nascosta nelle piccole cose, spingendo i lettori a riscoprire l'incanto spesso dimenticato della vita di ogni giorno. Accompagnatela in questo percorso di scoperta, dove ogni monologo è una finestra aperta sull'eccezionale che risiede nell'ordinario.
Le Migliori Classifiche
di Recitazione Cinematografica
Entra nella nostra Community Famiglia!
Recitazione Cinematografica: Scrivi la Tua Storia, Vivi il Tuo Sogno
Scopri 'Recitazione Cinematografica', il tuo rifugio nel mondo del cinema. Una Community gratuita su WhatsApp di Attori e Maestranze del mondo cinematografico. Un blog di Recitazione Cinematografica, dove attori emergenti e affermati si incontrano, si ispirano e crescono insieme.
Monologhi Cinematografici, Dialoghi, Classifiche, Interviste ad Attori, Registi e Professionisti del mondo del Cinema. I Diari Emotivi degli Attori. I Vostri Self Tape.