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~ LA REDAZIONE DI RC
"Un Mondo a Parte" di Riccardo Milani è un'opera che intreccia le sfide personali e professionali affrontate dai suoi protagonisti con le questioni più ampie della società e dell'educazione. All'inizio di questo intreccio narrativo si trova un monologo potente e ricco di significato, pronunciato dal personaggio Michele, magistralmente interpretato da Antonio Albanese. Attraverso queste parole, il film apre una finestra sulla lotta interiore di Michele, delineando i temi universali del desiderio di cambiamento e della realizzazione di sé.
MINUTAGGIO: 2:28 - 4:05
RUOLO: Michele
ATTORE: Antonio Albanese
DOVE: Al cinema :)
ITALIANO
Ma, Preside, io vivo a Roma da 35 anni. Mi sono giocato due matrimoni per la scuola. Ho passato tutta la vita a tentare di salvare gente che non solo non ha nessuna intenzione di essere salvata, ma te mena pure. L'altro giorno mi hanno inseguito in cinque: due genitori, la nonnetta e due zii, perché me volevano menà. Ma io con chi parlo di natura, ambiente, sostenibilità, che qui non c'è più niente da sostenere. Ho buttato nel cesso 35 anni, quando a soli 150 kilometri da Roma avevo la felicità. Io questa felicità me la vado a prendere.
Il lungometraggio "Un Mondo a Parte" di Riccardo Milani, ci immerge nella vita di Michele Cortese, interpretato da Antonio Albanese, un devoto insegnante di scuola elementare che si avventura verso un capitolo rinnovato della sua vita. Michele, dopo aver dedicato quattro decenni all'insegnamento nei complessi istituti di Roma, ottiene il trasferimento presso l'Istituto Cesidio Gentile, noto come Jurico, incastonato nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo. Qui, si trova al comando di una classe eterogenea di studenti, che variano dai 7 ai 10 anni. Con l'assistenza di Agnese, la vice-preside interpretata da Virginia Raffaele, e il sostegno degli alunni, Michele riesce a fatica a fondersi con questa realtà. Quando sembra che le cose prendano il giusto corso, una triste notizia minaccia la sopravvivenza della scuola: l'imminente chiusura a causa di un numero insufficiente di iscrizioni. Questo annuncio scatena una frenetica battaglia contro il tempo per salvare questa preziosa istituzione educativa.
Questa produzione, nata dalla collaborazione tra Wildside e Medusa Film, porta la firma di Milani e Michele Astori nella sceneggiatura, segnando un nuovo capitolo della loro collaborazione dopo il progetto "Grazie ragazzi" del 2023.
Il monologo pronunciato dal personaggio di Michele rivela i temi più ampi del film stesso. Questa riflessione esprime il senso di sfida, di lotta e di ricerca di significato che permea l'esperienza umana, soprattutto in contesti professionali e personali difficili.
Prima di tutto, il riferimento ai 35 anni vissuti a Roma e ai due matrimoni sacrificati per la passione e dedizione alla professione insegnante rivelano la profondità dell'impegno di Michele verso il suo lavoro. Il fatto di aver "passato tutta la vita a tentare di salvare gente" sottolinea una vocazione quasi salvifica che si scontra con l'indifferenza o l'ostilità della comunità che cerca di aiutare. Questa dinamica riflette un'ampia gamma di esperienze professionali in cui l'investimento emotivo e personale spesso si scontra con la realtà dura e talvolta ingrata.
L'episodio dell'inseguimento, coinvolgendo genitori e parenti degli studenti, illustra vividamente la difficoltà e talvolta il pericolo intrinseci nell'esercizio della professione docente in certi contesti, dove l'impegno per l'educazione e il miglioramento sociale può portare a confronti diretti con le resistenze culturali e sociali.
La contrapposizione tra la dura realtà romana e l'ideale di "felicità" trovabile a soli 150 chilometri da essa apre un dialogo più ampio sulla natura del benessere e sulla ricerca individuale della felicità. La percezione di avere "buttato nel cesso 35 anni" parla del profondo rimpianto e della sensazione di fallimento che possono affliggere chiunque si senta bloccato in un ciclo di sacrificio senza riconoscimento o progresso. La determinazione di Michele di "andare a prendere" la felicità rappresenta un potente messaggio di speranza e agenzia personale. Nonostante le avversità, il personaggio sceglie di perseguire una vita che ritiene più piena, significativa e allineata con i suoi valori fondamentali, quali la natura, l'ambiente e la sostenibilità.
Il monologo di Michele in "Un Mondo a Parte" si rivela come un momento di verità, che esplora le profondità del disincanto professionale e personale, ma che si apre anche alla possibilità di redenzione e rinascita attraverso la ricerca della felicità. Attraverso questo discorso, il film di Riccardo Milani invita a una meditazione su cosa significa vivere una vita piena di significato in un mondo che spesso sembra non riconoscerne il valore.
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