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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Archie in Highest to Lowest è uno dei momenti più intensi del film di Spike Lee. Interpretato da ASAP Rocky, questo passaggio unisce linguaggio rap, rabbia generazionale e il bisogno di riconoscimento paterno. In meno di un minuto, Archie si mostra arrogante e fragile, idolo di se stesso e figlio mancato di David King. È un testo perfetto per chi cerca un pezzo d’audizione capace di mettere alla prova ritmo, voce e vulnerabilità emotiva.
Scheda del monologo
Contesto del film
Testo del monologo (estratto+note)
Analisi: temi, sottotesto e funzione narrativa
Come prepararlo per un'audizione
Finale del film (con spoiler)
FAQ
Credits e dove trovarlo
Emozioni chiave Orgoglio ostentato: l’ego del rapper che si autoproclama “il più grande” e cita i numeri di streaming. Risentimento: verso David, idolo che non si è mai accorto di lui. Fascinazione/Amore malato: Archie lo vede come padre putativo, figura mancante, modello mai raggiunto. Vendetta sublimata: la rabbia di un’infanzia ignorata, trasformata in successo. Esaltazione: il gusto infantile e quasi febbrile della “magia” che ha ribaltato il destino.
Contesto ideale per un attore Un provino in cui serve mostrare gamma emotiva e carisma. È un testo che funziona benissimo in un’aula di recitazione quando bisogna far emergere: capacità di passare dal tono minaccioso al tono confidenziale; uso della voce rapida, con inflessioni da strada, ritmo sincopato quasi musicale; fisicità nervosa, sguardo che sfida e nello stesso momento supplica.
David King è un potente discografico newyorkese, legato alla sua etichetta Stackin’ Hits Records e alla propria eredità culturale più che agli affari. È un uomo combattuto: da un lato il desiderio di riacquistare il controllo della sua casa discografica, dall’altro la pressione della moglie Pam, più pragmatica e preoccupata per il futuro della famiglia. Il figlio Trey, appassionato di basket e musica, rappresenta per lui un legame fragile con la quotidianità.
Il dramma esplode quando Trey viene rapito, per poi tornare a casa poco dopo: il bersaglio in realtà era Kyle, il figlio del suo migliore amico e socio Paul. L’errore del rapitore innesca una spirale di conflitti: il sequestratore pretende 17 milioni e mezzo di dollari, Paul vorrebbe pagare, mentre David si divide tra la paura di perdere la propria eredità artistica e la responsabilità di salvare un ragazzo innocente.
Il piano di riscatto fallisce durante la parata portoricana: i soldi svaniscono nel caos della città, Kyle viene liberato ma con segni evidenti della prigionia. David diventa un eroe mediatico, ma perde la fiducia degli investitori e rischia di vedere crollare il suo impero discografico. La situazione sembra irrisolvibile finché non riconosce nella musica sentita da Kyle la voce di un giovane rapper, Archie alias Young Felon, legato al sequestro.
A questo punto, Paul decide di rivolgersi “alla strada” per avere risposte concrete. Arriva un indirizzo. I due partono insieme, armati e pronti ad affrontare il possibile colpevole.
Ti concederò il privilegio e l’onore di prendere me alla Stackin’Hits Records. Un affare molto vantaggioso. Si farà vivo con te il mio avvocato, e in fretta. Sono il più grande artista emergente in streaming del mondo. Più di un miliardo di stream dal mio arresto, non solo negli Stati Uniti, ma nel pianeta. Come cazzo fai a non saperlo? Tu sei davvero una mummia del cazzo, ma dove stai? Devi stare al passo coi tempi, fai i compiti, re David. Non ti mentirò, questa roba è surreale, ti dico. Questa roba pare finta. Sai per quanto ho aspettato questo momento? Per tutta la vita cazzo. Fin da ragazzino, io volevo essere come te. Tu eri un idolo per tutti noi. E’ una follia, anche mia mamma diceva che ero identico a te, gemello. Potresti proprio essere mio padre. Siamo degli stessi palazzi, stesso quartiere, cazzo, torna tutto. Lo sai, io il rap l’ho fatto per tutta una vita, ormai, da quando ero piccolo. A nessuno è fregato un cazzo, però. Anche mia sorella mi faceva: “Naa, questa roba non va”. E a quel punto ho deciso di lasciar perdere, basta, finito. Quando ti cercavo, tu eri tra le stelle, e io ero nelle stalle. E allora ti avrei portato all’inferno con me. E poi, subito dopo, una magia. Abracadabra. Puff. Ogni cazzo di etichetta mi lecca il culo ora. Mi vogliono rappresentare, mi inseguono, cazzo. Hanno fatto delle offerte pazzesche al mio avvocato. Cifre che puoi solo sognare, fratello. Ma io ho detto… Affanculo, no.Voglio firmare con te. Voglio stare nella Stackin’Hits Records. Insieme. Senti, perché, ti dico, cioè… Potresti produrmi tipo Pharrell, Timbaland, tutta quella roba lì, no? Potremmo essere come Weezie e Birdman no? Puoi credermi. Firmato, sigillato, e consegnato, sono tuo, se non l’hai capito. Pensavi che non avrei citato Steve Wonder, è.
“Ti concederò il privilegio e l’onore di prendere me alla Stackin’Hits Records.”
→ tono arrogante, quasi teatrale; sottolinea privilegio e onore con enfasi ironica; pausa breve dopo la frase.
“Un affare molto vantaggioso.” → asciutto, quasi sbrigativo, come fosse un dettaglio ovvio.
“Si farà vivo con te il mio avvocato, e in fretta.” → ritmo rapido, tono da businessman sicuro di sé.
“Sono il più grande artista emergente in streaming del mondo.” → voce che sale, proclama; sguardo dritto, tronfio.
“Più di un miliardo di stream dal mio arresto, non solo negli Stati Uniti, ma nel pianeta.”
→ scandire i numeri con orgoglio; pausa su un miliardo; aumenta la velocità nel finale.
“Come cazzo fai a non saperlo? Tu sei davvero una mummia del cazzo, ma dove stai?” → esplosione rabbiosa; gestualità ampia; sguardo diretto a bruciare David.
“Devi stare al passo coi tempi, fai i compiti, re David.” → tono canzonatorio, con sorriso beffardo; insistere su re David.
“Non ti mentirò, questa roba è surreale, ti dico. Questa roba pare finta.” → tono che scende, improvvisa sincerità; quasi stupito.
“Sai per quanto ho aspettato questo momento? Per tutta la vita cazzo.” → pausa lunga prima di per tutta la vita; voce rotta tra rabbia e dolore.
“Fin da ragazzino, io volevo essere come te. Tu eri un idolo per tutti noi.” → tono confessionale, abbassare lo sguardo; sincero, quasi intimo.
“E’ una follia, anche mia mamma diceva che ero identico a te, gemello.” → sorriso amaro; sottolineare gemello.
“Potresti proprio essere mio padre. Siamo degli stessi palazzi, stesso quartiere, cazzo, torna tutto.” → voce più dolce, carica di illusione; stringere gli occhi come a cercare conferma.
“Lo sai, io il rap l’ho fatto per tutta una vita, ormai, da quando ero piccolo.” → tono di rivendicazione, sincero.
“A nessuno è fregato un cazzo, però.” → amaro, sguardo basso; pausa breve.
“Anche mia sorella mi faceva: ‘Naa, questa roba non va’.” → imitazione caricata della voce della sorella, quasi comica ma piena di dolore sotto.
“E a quel punto ho deciso di lasciar perdere, basta, finito.” → voce più bassa, ritmo spezzato, come un ricordo pesante.
“Quando ti cercavo, tu eri tra le stelle, e io ero nelle stalle.” → contrasto netto: enfatizzare stelle con tono alto, stalle con tono basso e amaro.
“E allora ti avrei portato all’inferno con me.” → rabbia trattenuta, sguardo intenso, pausa dopo inferno.
“E poi, subito dopo, una magia. Abracadabra. Puff.” → tono leggero, quasi infantile, gestualità da prestigiatore.
“Ogni cazzo di etichetta mi lecca il culo ora. Mi vogliono rappresentare, mi inseguono, cazzo.” → tono euforico, gesticolazione ampia, come esaltato.
“Hanno fatto delle offerte pazzesche al mio avvocato. Cifre che puoi solo sognare, fratello.” → più lento, voce che gode nel sottolineare cifre.
“Ma io ho detto… Affanculo, no.” → tono di sfida.
“Voglio firmare con te. Voglio stare nella Stackin’Hits Records. Insieme.”
→ tono improvvisamente sincero, quasi supplichevole; sguardo fisso, intensità.
“Senti, perché, ti dico, cioè… Potresti produrmi tipo Pharrell, Timbaland, tutta quella roba lì, no?” → ritmo accelerato, tono da ragazzino eccitato che sogna.
“Potremmo essere come Weezie e Birdman no? Puoi credermi.” → entusiasmo genuino; sorriso largo, occhi brillanti.
“Firmato, sigillato, e consegnato, sono tuo, se non l’hai capito.” → tono teatrale, quasi solenne; scandire ogni parola.
“Pensavi che non avrei citato Steve Wonder, è.” → battuta finale più leggera, sorriso ironico, tono da complice.
COME RENDERLO AUTENTICO
Alternare esplosioni di rabbia (“mummia del cazzo”) con momenti di vulnerabilità (“Fin da ragazzino…”).
Usare ritmo variabile: veloce e incalzante quando Archie si vanta, lento e sospeso nei momenti intimi.
Inserire micro-pause che sembrino pensieri che emergono sul momento, non calcolati.
Gestualità nervosa: dita che contano i “numeri” di streaming, mani che indicano David nelle accuse, corpo che si piega quando confessa le delusioni.
Sguardo: diretto e aggressivo nei momenti di sfida, basso o sfuggente nei momenti più intimi.
Sottotesto costante: sotto l’arroganza, c’è un figlio che implora riconoscimento.
Il monologo di Archie (ASAP Rocky) nella scena finale in prigione con David King è una dichiarazione di identità, un confronto padre-figlio simbolico e una sfida all’industria musicale. Il monologo di Archie parla soprattutto di riconoscimento e rivalsa. Archie rivendica il suo successo (“più di un miliardo di stream”), attacca David come simbolo del passato e allo stesso tempo cerca approvazione come figura paterna.
TEMI PRINCIPALI DEL MONOLOGO
Successo digitale vs industria tradizionale: Archie usa i numeri dello streaming come arma contro David, legato a un modello vecchio.
Padre simbolico e identità: Archie vede in David un idolo, un modello assente, quasi un padre biologico mancato.
Rabbia e vulnerabilità: dietro l’arroganza da rapper c’è il dolore di un’infanzia ignorata.
Riscatto sociale: da “stalle” a “stelle”, il percorso del rapper diventa parabola di rivalsa.
FUNZIONE NARRATIVA
Mostra il conflitto generazionale tra vecchia e nuova musica Ribalta la relazione di potere: David, il produttore affermato, si trova di fronte a un talento che non può ignorare. Offre al pubblico un ritratto autentico della fame di riconoscimento che attraversa il rap contemporaneo.
Obiettivo del monologo Mostrare la capacità di passare da arroganza esplosiva a fragilità intima, incarnando un personaggio complesso come Archie. È perfetto per dimostrare gamma emotiva, ritmo, e la capacità di sostenere un testo lungo senza perdere intensità.
Sottotesto Sotto ogni parola c’è un figlio che chiede riconoscimento al padre che non ha mai avuto. Anche quando Archie insulta o si vanta, il subtext è: “guardami, dimmi che valgo qualcosa”.
Azione minima Gesti nervosi, rapidi, quasi da performer sul palco. Momenti di immobilità improvvisa nei passaggi più intimi, come se la verità lo bloccasse. Uno sguardo costante verso il “David” di turno (anche se fosse solo un punto nello spazio).
Dinamica vocale
Inizio: tono arrogante, ritmo veloce, voce proiettata.
Centro: abbassare il volume nei passaggi intimi (“Fin da ragazzino, io volevo essere come te”).
Esplosioni: alzare bruscamente la voce sugli insulti e sulle cifre di successo.
Finale: tornare a un tono quasi complice, con leggerezza ironica.
Chiusa Il riferimento a Stevie Wonder deve essere un sorriso complice, come un colpo di scena leggero che chiude il discorso. Non gridato, ma detto con la sicurezza di chi ha vinto l’attenzione.
Errori comuni
Restare monotoni: interpretare tutto il pezzo con rabbia piatta senza variazioni.
Esagerare la parte “rapper” e dimenticare il lato fragile.
Correre troppo sul testo: il ritmo è importante, ma vanno rispettate le pause che rivelano la vulnerabilità.
Trascurare il sottotesto: senza la ferita emotiva sotto, il monologo resta vuota esibizione.
David e Paul raggiungono l’appartamento di Archie. Ad aprire la porta è Rosa, la compagna del rapper, con un bambino in braccio. Lei sembra inconsapevole di ciò che è accaduto, parla di David con ammirazione e mostra al discografico un bracciale Cartier che in realtà apparteneva a Pam, la moglie di David. È la conferma che Archie è coinvolto.
I due amici si separano: Paul resta fuori con una pistola, mentre David scende nello studio in cantina. Qui trova Archie intento a registrare un brano. David interrompe la sessione, punta un’arma e inizia con lui un confronto intenso: più che uno scontro fisico, un duello verbale. Archie accusa David di aver ignorato i giovani della strada e di avergli negato un’occasione. David ribatte mettendo in discussione il suo stile di vita, trasformando l’incontro quasi in una “battle” rap che diventa un dialogo padre-figlio mancato.
Archie fugge, ma si imbatte in Paul. Nel tentativo di scappare gli spara, ferendolo all’occhio. Parte allora un inseguimento concitato tra David e Archie che li porta dentro la metropolitana. Sul tetto di un treno in corsa i due si affrontano: David riesce a sopraffarlo, lo salva da una caduta e subito dopo lo massacra di pugni fino a farlo perdere i sensi.
La polizia recupera i soldi nascosti da Archie, Kyle è salvo, ma Paul ha perso la vista da un occhio. David gli propone di tornare a lavorare insieme, ma Paul preferisce dedicarsi al figlio.
Arriva il processo: la “strada” si schiera dalla parte di Young Felon, trasformandolo in un simbolo, quasi un martire. David ha un’allucinazione legata a una sua canzone e incontra nuovamente Archie. Il ragazzo chiede di entrare nella sua etichetta, ma David sorprende tutti annunciando l’intenzione di uscire dalla Stackin’ Hits e fondare una nuova realtà più piccola. Rifiuta anche questa volta Archie, scatenando la rabbia del giovane.
Nel finale, David incontra Sula, la ragazza di cui Trey parlava all’inizio. Le fa ascoltare il suo brano, “Hightest 2 Lowest”. La scelta di puntare su una nuova voce femminile segna un passaggio simbolico: David abbandona il passato fatto di eredità, conflitti e compromessi, e decide di ricominciare da capo con un progetto più intimo e personale.
Quanto dura il monologo? Il monologo di Archie dura circa 40 secondi (dal minuto 1:44:44 a 1:45:25 del film).
Che temi tratta? I temi principali sono: riconoscimento e ricerca di approvazione paterna, contrasto generazionale tra vecchia e nuova musica, successo digitale e industria discografica tradizionale, rabbia e vulnerabilità legate all’identità personale.
È adatto a un’audizione? Sì, è adatto a un’audizione perché permette di mostrare ampia gamma emotiva, ritmo e carisma. Richiede però padronanza della voce e della fisicità.
Che età di casting copre? Funziona per attori tra i 20 e i 30 anni, fascia che può incarnare credibilmente un rapper emergente con ferite adolescenziali ancora vive.
Qual è la difficoltà principale? La difficoltà è mantenere autenticità: evitare di interpretarlo solo come sfogo rabbioso. Bisogna far emergere la fragilità nascosta dietro la spavalderia.
Qual è la dinamica vocale consigliata? Alternare parti veloci e arroganti a momenti intimi e rallentati. Le esplosioni devono avere contrappunti di silenzio o voce bassa.
Quali errori evitare? Essere monotoni nella rabbia. Correre troppo sul testo. Dimenticare il sotttotesto emotivo: la richiesta d’amore mascherata.
Che genere di casting valorizza questo monologo? È ideale per ruoli urban, personaggi con carisma da leader o da outsider, storie di strada, drammi familiari, e produzioni legate alla musica.
Cosa rende unico questo monologo? L’unione tra linguaggio rap (ritmo, slang, citazioni a Pharrell, Timbaland, Weezie, Birdman, Stevie Wonder) e dramma intimo (il bisogno di un padre, la paura di non valere).
Regia: Spike Lee
Sceneggiatura: Alan Fox
Produttori: Todd Black Jason Michael Berman
Cast principale: Denzel Washington (David), Jeffrey Wright (Paul) Ilfenesh Hadera (Pam) ASAP Rocky (Archie)
Montaggio: Barry Alexander Brown Allyson C. Johnson
Colonna sonora / Musica: Howard Drossin
Direttore della Fotografia: Matthew Libatique
Dove vederlo: Apple +
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