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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Asia in Il rifugio atomico è uno dei momenti più intensi della serie: un discorso di odio e repulsione rivolto a Max, accusato di aver distrutto la sua famiglia con la morte di Ane. Asia esprime disgusto fisico, dolore per la sorella e un conflitto interiore che nasconde un’attrazione repressa.
Scheda del monologo
Contesto del film
Testo del monologo (estratto+note)
Analisi: temi, sottotesto e funzione narrativa
Come prepararlo per un'audizione
Finale del film (con spoiler)
FAQ
Credits e dove trovarlo
Emozioni chiave: disgusto e repulsione (fisica, corporea), rabbia e accusa (verso Max per la perdita di Ane), dolore e lutto (per la sorella), vergogna/colpa trattenuta (per ciò che sente ma non vuole ammettere) desiderio represso (attrazione non dichiarata), nausea fisica (immagine ricorrente, motore sensoriale del testo)
Contesto ideale: confronto frontale in una scena intensa di dramma familiare (ad esempio: incontro nel bunker, seduta di gruppo o stanza d’ospedale); provino per ruolo femminile giovane (18–28 anni) che richiede capacità di gestire contrasti interiori e scatti emotivi.
Episodio 1 – Ritorno all’inferno
La serie si apre con Max, giovane segnato dalla morte della fidanzata Ana in un incidente d’auto e da tre anni di carcere. Una volta scagionato, viene portato dal padre nel bunker Kimera, rifugio di lusso per super-ricchi in vista di una presunta guerra atomica. Dentro ritrova la sua famiglia e quella di Ana, con cui i rancori sono ancora vivi. Durante un pranzo teso, arriva la notizia che il mondo sta subendo un attacco nucleare globale. Ma il colpo di scena finale rivela la verità: fuori non è successo nulla, tutto è una truffa orchestrata da Minerva e il suo gruppo.
Episodio 2 – La più grande truffa dell’umanità
Un flashback svela i retroscena: il bunker è un inganno pianificato nei minimi dettagli, con filmati falsi e attori che simulano gli effetti delle radiazioni. Nel presente, gli ospiti iniziano a vivere momenti di crisi: tentativi di suicidio, conflitti familiari, tradimenti. Rafa viene aggredito, ma Max interviene e dimostra forza. Asia scopre i ricordi di Ana nel telefono e inizia a guardare Max con occhi diversi. La truffa diventa sempre più brutale quando gli ospiti vengono usati per “donare sangue” a un finto malato radioattivo. Il finale è shock: Julia, la dottoressa del gruppo e amante di Minerva, viene spinta nel vuoto e muore.
Minerva mostra il vero motore ideologico della truffa: la volontà di punire i ricchi e ribaltare l’ordine sociale. Julia viene ufficialmente dichiarata suicida, mentre nel bunker gli attriti continuano. Entra in scena Roxan, un’intelligenza artificiale capace di imitare voce e scrittura degli ospiti, permettendo ai truffatori di rispondere ai messaggi esterni senza destare sospetti. Asia recupera di nascosto il telefono di Ana, rischiando grosso con Tirso. Nel finale, Max affronta Yako in uno scontro fisico e lo mette al tappeto, segnando la sua prima vera ribellione. Lo sguardo tra Max e Asia chiude l’episodio, lasciando presagire un legame in crescita.
Me ne sono andata perché non ti sopporto. Perché il mio organismo ti rifiuta con così tanta forza che non riesco nemmeno a rispettare il giuramento di Ippocrate. Perché non posso dimenticare che sei il mostro che ha distrutto la mia famiglia, che mi ha fatto vivere in una casa con le persiane chiuse così a lungo da non sapere se eravamo vivi o morti; mentre tu eri in gita dentro un carcere che a quanto pare era più un campeggio di boy scout. Tu mi hai… mi hai rubato la vita. Dopo averla tolta a mia sorella, che l’aveva tutta davanti a sé. Ho provato a trattenermi, come se facessi superarlo. Però non posso. Perché mi fai schifo. Mi ripugni. E ogni cellula del mio corpo grida una cosa: fuggire via da te come una malattia. Ma invece sono chiusa qui con te. E non ho più rimedi se non avere la nausea quando mi passi vicino, o al pensiero che respiriamo la stessa aria. O quando devo ricucire una ferita, a tre centimetri dal viso, mentre sento il tuo respiro, sfioro la tua pelle, annuso il tuo sudore e ingoio il profondo rifiuto che sento per te. Avresti potuto disintegrarti là fuori, ma dovevi per forza venire qui, a fottermi la vita, un’altra volta?
“Me ne sono andata perché non ti sopporto.” → apertura dura, diretta; voce netta, senza esitazioni; pausa breve dopo “sopporto” per lasciar pesare la parola.
“Perché il mio organismo ti rifiuta con così tanta forza che non riesco nemmeno a rispettare il giuramento di Ippocrate.” → tono quasi clinico, come se fosse un referto medico; sottolineare “organismo” e “rifiuta”; voce che si incrina su “giuramento di Ippocrate”.
“Perché non posso dimenticare che sei il mostro che ha distrutto la mia famiglia, che mi ha fatto vivere in una casa con le persiane chiuse così a lungo da non sapere se eravamo vivi o morti; mentre tu eri in gita dentro un carcere che a quanto pare era più un campeggio di boy scout.” → ritmo crescente, accelerato; usare la pausa prima di “mentre tu eri in gita”; tono sarcastico su “campeggio di boy scout”.
“Tu mi hai… mi hai rubato la vita.” → esitazione reale sulla ripetizione; voce incrinata; sguardo basso, poi diretto su Max con forza.
“Dopo averla tolta a mia sorella, che l’aveva tutta davanti a sé.” → voce bassa, piena di dolore; pausa su “mia sorella”; piccolo tremito controllato.
“Ho provato a trattenermi, come se facessi superarlo. Però non posso.” → tono stanco, spezzato; sottolineare “non posso”; pausa breve prima di ripartire.
“Perché mi fai schifo. Mi ripugni.” → due colpi secchi, voce tagliente; distanza fisica, sguardo di gelo.
“E ogni cellula del mio corpo grida una cosa: fuggire via da te come una malattia.” → voce più alta, quasi urlata; enfatizzare “malattia”; gesto del corpo che si ritrae.
“Ma invece sono chiusa qui con te.” → tono rassegnato, respiro pesante; pausa breve dopo “chiusa”.
“E non ho più rimedi se non avere la nausea quando mi passi vicino, o al pensiero che respiriamo la stessa aria.” → tono basso, quasi sussurrato; sguardo disgustato; pausa lunga su “nausea”.
“O quando devo ricucire una ferita, a tre centimetri dal viso, mentre sento il tuo respiro, sfioro la tua pelle, annuso il tuo sudore e ingoio il profondo rifiuto che sento per te.” → ritmo serrato, senza pause lunghe; tono più soffocato, quasi claustrofobico; dare fisicità alle immagini (respiro, pelle, sudore).
“Avresti potuto disintegrarti là fuori, ma dovevi per forza venire qui, a fottermi la vita, un’altra volta?” → chiusura esplosiva; voce alta, piena di rabbia; pausa drammatica prima di “un’altra volta?”.
COME RENDERLO AUTENTICO
Intonazione: alternare durezza frontale (apertura, accuse dirette) a momenti di voce incrinata (sorella, nausea). Non urlare sempre: l’odio vero si manifesta anche nel sussurro.
Pause: fondamentali dopo parole come “sopporto”, “sorella”, “nausea”. Servono a dare respiro e verità.
Sottotesto: Asia sta riversando odio, ma sotto c’è attrazione non detta. Recitare pensando che ogni insulto nasconda il timore di un sentimento che non vuole confessare.
Sguardo: diretto su Max nelle frasi accusatorie, ma con deviazioni rapide quando emerge dolore o repulsione fisica.
Corpo: piccoli scarti fisici (indietreggiare, ritrarsi) per sottolineare disgusto; gesto minimo su “malattia” o “nausea” per dare sensorialità.
Errore da evitare: interpretarlo solo come sfogo rabbioso. È una lotta interna: rabbia e attrazione represse convivono, e questa contraddizione è la vera forza del monologo.
Il monologo di Asia in Il rifugio atomico è una dichiarazione di odio rivolta a Max, responsabile della morte di Ane, sua sorella. È uno sfogo carico di disgusto e dolore, che rivela però un conflitto interiore: sotto la rabbia, Asia non riesce a nascondere del tutto l’attrazione che prova.
TEMI DEL MONOLOGO DI ASIA
Odio e disgusto fisico → Asia descrive Max come una malattia da cui fuggire.
Lutto familiare → la morte di Ane è il trauma che alimenta la rabbia.
Conflitto interiore → attrazione negata e rabbia che esplodono insieme
Reclusione forzata → chiusi nel bunker, Asia non può fuggire.
Etica professionale → il riferimento al giuramento di Ippocrate mostra il contrasto tra dovere e repulsione personale.
FUNZIONE NARRATIVA
Il monologo definisce la relazione tesa tra Asia e Max. Espone il dolore irrisolto per la morte di Ane. Mostra il paradosso emotivo di Asia: odio dichiarato, amore represso. Rafforza il tema della convivenza forzata nel bunker come detonatore emotivo.
Obiettivo del monologo Dare corpo a un’esplosione di odio che in realtà nasconde un conflitto più profondo: Asia accusa Max, ma sotto la repulsione vibra un sentimento che non riesce ad ammettere. L’obiettivo è mostrare odio viscerale e vulnerabilità negata nello stesso respiro.
Sottotesto Ogni insulto è anche una confessione indiretta: il disgusto fisico verso Max maschera un’attrazione repressa. Il subtext è “vorrei odiarti soltanto, ma non posso”.
Azione minimi Gesti piccoli e concreti: ritrarsi di un passo, toccarsi le braccia come a proteggersi. Nessuna gestualità ampia: il corpo deve sembrare in gabbia, proprio come Asia nel bunker. Gesto chiave: accennare il vomito o la nausea con la mano alla bocca su “mi fai schifo”.
Dinamica vocale
Inizio: voce ferma, tagliente, ritmo secco.
Parte centrale (sorella, nausea): tono incrinato, abbassato, più intimo.
Culmine (“fuggire via da te come una malattia”): esplosione di rabbia, voce alta e dura.
Verso la chiusura: voce più bassa, veleno contenuto, come una lama fredda.
Chiusa La frase “ma dovevi per forza venire qui, a fottermi la vita, un’altra volta?” va detta come un pugno: tono aspro, pausa netta su “fottermi la vita”. Subito dopo, lascia un silenzio carico, occhi fissi su Max.
Errori comuni
Gridare tutto il testo: l’odio vero ha ritmo, non è un urlo costante.
Dimenticare il dolore della sorella: senza lutto, il disgusto perde radici.
Non far emergere il conflitto: Asia non odia soltanto, combatte un sentimento che la spaventa.
Eccessiva teatralità nei gesti: il corpo deve restare contratto, come chi non ha via di fuga.
Quanto dura il monologo? Il monologo di Asia dura circa 2–3 minuti se recitato con ritmo naturale e pause emotive. In audizione può essere ridotto a 90 secondi, mantenendo le parti su disgusto, sorella e chiusa esplosiva.
Che temi tratta? I temi principali sono odio e disgusto fisico, lutto familiare per la morte di Ane, desiderio represso e convivenza forzata nel bunker. È un testo che intreccia rabbia e vulnerabilità.
È adatto a un’audizione? Sì. È perfetto per attrici che vogliono mostrare intensità emotiva e conflitto interiore. Permette di lavorare su rabbia, dolore e attrazione nascosta nello stesso flusso.
Che età di casting copre? Funziona per attrici 18–28 anni, coerente con il personaggio di Asia: giovane, segnata dal lutto e dall’odio irrisolto.
Qual è la difficoltà interpretativa? Alta. Serve saper gestire contrasti vocali e fisici: dall’odio esplosivo al dolore sommesso. È facile cadere nell’urlo monotono o nel melodramma.
Qual è il sottotesto principale? Il sottotesto è che Asia prova qualcosa per Max, ma trasforma ogni scintilla di attrazione in disgusto. L’odio è la sua maschera.
Quali errori evitare in audizione? Recitarlo tutto urlato. Dimenticare il dolore per la sorella Ane. Rendere Asia solo rabbiosa: il vero impatto è nel suo conflitto interiore. Gesti ampi e teatrali che contraddicono la sua condizione di reclusione.
Registi: Jesús Colmenar, David Barrocal e Jose Manuel Cravioto
Sceneggiatura: -
Produttori: -
Cast principale: Joaquín Furriel, Natalia Verbeke, Miren Ibarguren, Carlos Santos
Montaggio: -
Colonna sonora / Musica: -
Direttore della Fotografia: -
Dove vederlo: Netflix
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