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~ LA REDAZIONE DI RC
Interpretare il monologo di Papà Elfo in “Elf - Un elfo di nome Buddy” richiede un delicato equilibrio tra umorismo e affetto paterno. Questo discorso introduce il mondo degli elfi con il loro strambo stile di vita, e svela anche l’amore profondo di Papà Elfo per Buddy, il figlio adottivo umano cresciuto tra di loro. Ogni frase racconta un po' della storia di Buddy e riflette il contrasto tra la magia del Polo Nord e la realtà della vita umana che attende il protagonista.
MINUTAGGIO: 00:37-13:35
RUOLO: Papà Elfo
ATTORE: Bob Newhart
DOVE: Disney+
INGLESE
Oh, hello. You're, uh, you're probably here About the, Uh, the story. Elves love to tell stories. I- I'll bet you didn't know that about elves. There's, uh, probably a lot of things You... you didn't know about elves. Another... another interesting Uh, elf ism Uh, there are only three jobs available to an elf. The first is making shoes at night While, you know, while the old... The old cobbler sleeps. Lazy bum. Couldn't even make a clog. You can bake cookies In a tree. As you can imagine, it's, uh, dangerous Having an oven In an oak tree during the dry season. I wanna make shoes! But the third job... uh, some call It, uh, "The show," or... or "the big dance," It's the professin that every elf Aspires to, And that is to build toys in Santa's workshop. Only two weeks left till Christmas! I- It's a job only an elf can do. Our... our nimble fingers, Natural cheer and active minds Are perfect for toy-building. They... they tried using gnomes And trolls, But the gnomes drank too much... ...and the trolls weren't toilet trained. No human being has ever set... set foot in Santa's workshop. Uh, that is until about 30 years ago, And, as you may have guessed, That's where our story begins. So, Santa had a Decisin to make, And fortunately, when it Comes to babies, Santa's a... a pushover. So, buddy stayed with, uh An older elf Who had always wanted a child? But had been so committed to Building toys, he... He, well, had forgotten to Settle down. Santa. Yes, yes, I... I raised buddy. I was his adopted father. Though buddy grew twice as fast, He... he wasn't any different from the other children. Chuckles not too fast, buddy. I mean, not... not really. Before we learn how to build The latest In extreme graphic chipset Processors, And one day, when buddy was old enough, I made him my own personal apprentice. I've never been in this room before. I then proceeded to tell buddy of how his father Had fallen in love when he was very young With a beautiful girl named Susan wells, And how buddy was born And put up for adoption by his mother, And how she had later passed away. I... I told him his father Had never even known that Buddy was born, And most importantly, I told him where his father was... Uh, in a magical land called new York City.
ITALIANO
Oh, salve. Immagino che voi siate qua… si per la storia. Agli Elfi piace molto raccontare storie, scommetto che questo non lo sapevate, certo. Probabilmente ci sono molte cose che non sapete degli Elfi. Ah, è un’altra caratteristica, diciamo così, dell’Elfismo. E’ che ci sono soltanto tre lavori a disposizione per un Elfo. Il primo è fare le scarpe di notte, naturalmente… naturalmente quando il ciabattino dorme. Un altro è cuocere i biscotti in un albero. Vi lascio immaginare quanto sia pericoloso accendere il fuoco in una quercia durante la stagione secca. Il terzo lavoro, però, c’è chi lo chiama “La festa infinita”, “la grande giostra”, è la professione a cui aspira ogni Elfo, ed è costruire giocattoli nel laboratorio di Babbo Natale. E’ un lavoro che solo un Elfo può fare. Le dita agili, l’allegria e le nostre menti vivaci sono perfetti per costruire giocattoli. Si fece un tentativo anche con gli gnomi e i Trolls, ma… Gli gnomi bevevano troppo, e i Trolls non conoscevano i gabinetti. Nessun essere umano ha mai messo piede nel laboratorio di Babbo Natale. Questa era la situazione, diciamo, fino a 30 anni fa. E come forse avrete indovinato, la nostra storia comincia da lì. Babbo Natale doveva prendere una decisione. Purtroppo quando si tratta di bambini diventa un mollaccione. Perciò Buddy restò con un Elfo anziano che avrebbe sempre voluto un figlio, ma che pensando sempre a fare giocattoli, si era scordato di mettere su famiglia. Si, lui è cresciuto con me. Io sono stato il suo padre adottivo. Anche se Buddy cresceva a doppia velocità, non era… non era affatto diverso dagli altri bambini. Cioè… non così tanto. E quando Buddy diventà grande, feci di lui il mio apprendista personale. Nonostante Buddy fosse accettato dalla sua famiglia e dai suoi amici, c’erano comunque alcuni inconvenienti ad essere un umano in un mondo di Elfi. E così Buddy fu mandato a lavorare dove lavorano gli Elfi “Speciali”. Gli raccontai di suo padre, che quando era molto giovane si era innamorato di una ragazza bellissima, di nome Susan Welles. E gli spiegai che quando nacque fu subito offerta in adozione da sua madre, che poco tempo dopo. Gli dissi che suo padre non aveva mai saputo della sua esistenza, e cosa più importante gli dissi dov’era suo padre. In una magica città chiamata New York.
"Elf - Un elfo di nome Buddy" è una commedia natalizia diretta da Jon Favreau, che ha fatto il suo debutto nel 2003 e ha subito conquistato il pubblico con il suo tono scanzonato e il calore di una storia incentrata sulla famiglia, sull’appartenenza e sullo spirito natalizio.
La trama ruota attorno a Buddy (Will Ferrell), un uomo cresciuto al Polo Nord convinto di essere un elfo. Da neonato, Buddy si era accidentalmente infilato nel sacco dei regali di Babbo Natale e, senza che nessuno se ne accorgesse, era stato portato nella fabbrica di giocattoli degli elfi. Qui, viene accolto e allevato da Papà Elfo (Bob Newhart) e cresce tra giocattoli, caramelle e l’incrollabile convinzione di appartenere a quel mondo magico. Buddy non è proprio portato per la vita di elfo: a causa delle sue dimensioni umane, trova difficile adeguarsi agli standard di efficienza degli altri elfi e spesso si sente un po’ fuori posto.
Arrivato a un certo punto della sua vita, Buddy scopre di essere in realtà un umano e, con il permesso di Babbo Natale, parte alla volta di New York per cercare il suo vero padre, Walter Hobbs (James Caan), un uomo burbero che non sa nulla di lui e che, per giunta, è sulla "lista dei cattivi" di Babbo Natale per il suo carattere egoista e poco empatico. La grande città si rivela una sfida per Buddy, che con il suo carattere genuino, ingenuo e ottimista deve confrontarsi con un mondo cinico, frenetico e distante dallo spirito natalizio in cui è cresciuto.
La vera comicità del film emerge proprio da questo scontro tra l'innocenza disarmante di Buddy e la crudezza della vita reale. Il suo approccio spontaneo e stravagante ai rapporti umani lo porta in situazioni assurde e spesso esilaranti, ma allo stesso tempo riesce, col tempo, a far breccia nel cuore di chi lo circonda, compreso il padre Walter. Buddy riesce a riunire la sua nuova famiglia, e, alla fine, riesce anche a trasmettere il vero spirito natalizio alla città di New York, ricordando alle persone il valore della gentilezza, della gioia e della magia del Natale.
Il monologo di Papà Elfo introduce il racconto di Buddy con un tono narrativo unico, mescolando un affettuoso affresco del mondo degli elfi a un tocco di umorismo sottile. La scena, apparentemente semplice, svela molto dell’identità del personaggio di Buddy e prepara lo spettatore a un racconto fuori dagli schemi.
Papà Elfo inizia presentando il mondo degli elfi con una leggerezza quasi fiabesca, come se stesse raccontando una storia a bambini piccoli, ma il tono giocoso nasconde dettagli curiosi e ironici, perfetti per conquistare un pubblico adulto. Parlando dei "tre lavori degli elfi" — fare scarpe, cuocere biscotti in un albero e costruire giocattoli per Babbo Natale — Papà Elfo evidenzia il lato assurdo e fantastico del loro mondo. È un umorismo che si poggia sull’assurdo: il rischio di cuocere biscotti in una quercia durante la stagione secca o i problemi di igiene dei trolls. Questa caratterizzazione parodistica del mondo elfico dà al film un’impronta giocosa e ironica, accentuando il contrasto tra il mondo incantato e quello reale.
Poi, il discorso si fa più personale quando Papà Elfo racconta di Buddy. La storia diventa improvvisamente più profonda: non è più solo una favola, ma la storia di un ragazzo cresciuto in un mondo che non è il suo. Papà Elfo rivela come Babbo Natale, vedendo il bambino, decida di tenerlo con sé, cedendo al suo lato più tenero. Buddy viene affidato a un elfo anziano che, non avendo mai avuto una famiglia, accoglie questa responsabilità come un dono.
Papà Elfo si rivela anche il padre adottivo di Buddy. Le sue parole mostrano affetto e un certo orgoglio nei confronti di Buddy, un umano che si adatta alla vita degli elfi senza, però, potersi mai integrare del tutto. C’è anche una dolcezza malinconica nel modo in cui Papà Elfo ammette gli "inconvenienti" dell'essere un umano tra elfi, preparandoci a comprendere le difficoltà che Buddy dovrà affrontare, prima tra tutte la necessità di scoprire le sue vere radici.
L’intervento si chiude con la rivelazione del passato del padre di Buddy, gettando le basi per il viaggio di scoperta di Buddy verso New York. La “magica città di New York” è vista attraverso gli occhi innocenti e fiabeschi del mondo elfico, come se fosse una città dei sogni. Questo crea una premessa perfetta per il contrasto che seguirà, quando Buddy si scontrerà con la realtà caotica e indifferente della metropoli.
In questo monologo, quindi, Papà Elfo ci fa immergere nel mondo di Elf, bilanciando comicità e pathos con naturalezza. Non solo stabilisce il tono della storia, ma ci fa intravedere le dinamiche che guideranno Buddy nel suo percorso: il bisogno di appartenenza, il legame con la famiglia e il richiamo irresistibile della propria identità.
Nel recitare questo monologo, l’attore deve trasmettere l’umanità nascosta dietro la figura di Papà Elfo, mescolando la leggerezza del tono fiabesco con un affetto sincero e profondo per Buddy. Con un uso attento delle pause e delle sfumature emotive, il monologo diventa un momento di connessione tra Papà Elfo e il pubblico, che comprende quanto significato e speranza questo padre adottivo riponga nel viaggio del giovane umano.
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