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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Brian Gilcrest (Bradley Cooper) in Sotto il cielo delle Hawaii è uno dei momenti più rivelatori del film, sia dal punto di vista narrativo che psicologico. In meno di due minuti, il protagonista offre una panoramica della sua vita e delle sue disillusioni, intrecciando elementi personali, storici e culturali. È una finestra diretta sulla sua mente e sul suo passato, che ci aiuta a comprendere non solo le motivazioni dietro le sue scelte, ma anche il profondo senso di perdita che lo definisce.
MINUTAGGIO: 2:17-4:01
RUOLO: Brian Gilcrest
ATTORE: Bradley Cooper
DOVE: Netflix
INGLESE
There was a time I knew everything in the sky. Every satellite... ...every constellation... ...souvenirs of space walks and astronauts... ...and rockets launched by NASA in the '60s. As a kid, I looked up and felt the future. It belonged to me. I know you've deceived me Now here's a surprise N Hey, hey, man, check this out. Then 2008 happened. Budgets crashed. NASA was just another business looking for cash. The billionaires took over. Satellite pirates with deep pockets, drunk with the idea of ruling the world. I left the military and took a job with the biggest billionaire of them all. Carson Welch. I went to the gray side. Messed up bad in Kabul, Afghanistan, broke about 18 bones in two legs. Lost my gig- For a year, I waited for scraps... ...like a hungry cat outside a seafood restaurant dumpster. Finally, I got a crappy second chance. - At least I was going back to Hawaii.
ITALIANO
C’è stato un tempo in cui conoscevo tutto del cielo. Ogni satellite, ogni costellazione, i souvenir dell passeggiate dello spazio. Gli stronauti e i missili lanciato nello spazio negli anni 0’60. Da piccolo guardavo su, entusiasta del mio futuro. Mi apparteneva. Poi c’è stato il 2008. I bilanci sono crollati, la NASA è diventata uno dei tanti business per fare soldi. I miliardari hanno preso il potere. Pirati di satelliti pieni di soldi esaltati dall’idea di governare il mondo. Ho smesso di fare il militare, ho iniziato a lavorare come contractor per il più grosso miliardario in assoluto, Carlson Welch. Sono passato all’altra parte. Ho fatto un grosso errore a Kabul, in Afghanistan. Mi sono rotto circa 18 ossa in due gambe, ho perso il lavoro. Per un anno, ne ho aspettato un altro come un gatto affamato davanti a un ristorante di pesce. Alla fine, ho avuto una seconda scadente occasione. Almeno sarei tornato alle Hawaii.
"Sotto il cielo delle Hawaii" (titolo originale: Aloha) è un film del 2015 diretto da Cameron Crowe, noto per il suo stile intimo e riflessivo, presente anche in pellicole come Almost Famous o Jerry Maguire.
La storia ruota attorno a Brian Gilcrest (Bradley Cooper), un ex militare diventato consulente per un contractor privato nel settore della difesa. Brian è incaricato di supervisionare il lancio di un satellite per conto di un miliardario eccentrico, Carson Welch (Bill Murray). Questo lo porta alle Hawaii, dove non solo si trova a fronteggiare i complessi equilibri culturali e ambientali legati al luogo, ma anche a fare i conti con il proprio passato.
Brian ritrova la sua ex fidanzata, Tracy Woodside (Rachel McAdams), che ora è sposata e ha due figli. La loro riconciliazione è piena di tensioni irrisolte, specialmente perché Brian è ancora visibilmente legato a lei, pur sapendo che il loro tempo insieme appartiene ormai al passato. Parallelamente, Brian sviluppa una connessione con il Capitano Allison Ng (Emma Stone), un’ufficiale dell’aeronautica incaricata di accompagnarlo durante il suo soggiorno. Allison è un personaggio ottimista e orgoglioso delle sue origini (nonostante il casting controverso di Emma Stone in un ruolo descritto come parzialmente asiatico).
La trama si sviluppa su due piani principali: da un lato, la tensione romantica tra Brian, Tracy e Allison, dall'altro, un conflitto morale legato alla missione del satellite. Brian scopre che il satellite che sta aiutando a lanciare potrebbe avere applicazioni militari non dichiarate, in contrasto con i valori degli abitanti hawaiani e del rispetto per la sacralità del territorio. Questo lo spinge a mettere in discussione il proprio ruolo nel progetto e, più in generale, le sue scelte di vita.
Il monologo si sviluppa in tre sezioni principali, ognuna con un tono e un obiettivo distinti: il passato idealistico, la caduta e la ricerca di una seconda possibilità.
"C’è stato un tempo in cui conoscevo tutto del cielo…"
Brian apre con un'immagine nostalgica e poetica, evocando il cielo come un simbolo di possibilità e meraviglia. Il linguaggio utilizzato in questa prima parte è evocativo e ricco di dettagli ("ogni satellite, ogni costellazione"), rivelando quanto il protagonista fosse profondamente connesso al suo sogno d'infanzia. Il cielo diventa un luogo di aspirazione, un rifugio che gli prometteva un futuro luminoso. Questa introduzione è cruciale per stabilire il contrasto con ciò che segue: il crollo di queste aspirazioni. La menzione delle "passeggiate nello spazio" e degli "anni ’60" richiama un'epoca storica di ottimismo scientifico, sottolineando il senso di perdita che Brian prova rispetto ai valori di quella generazione.
"Poi c’è stato il 2008…" In questa sezione, il tono cambia drasticamente. Brian descrive un momento storico preciso — il crollo finanziario globale del 2008 — come uno spartiacque, non solo per la società, ma per la sua vita personale. La NASA, un tempo emblema dell'idealismo e della cooperazione umana, viene ridotta a un business, un riflesso della corruzione dei sogni collettivi in nome del profitto. Qui, il monologo abbandona il lirismo per diventare più crudo e disilluso. La frase "I miliardari hanno preso il potere" introduce la figura del suo datore di lavoro, Carson Welch, un simbolo dei compromessi che Brian ha dovuto accettare.
La caduta personale di Brian è strettamente legata a un errore specifico — un "grosso errore a Kabul" — che lo ha portato a perdere tutto, compreso il proprio corpo ("18 ossa rotte") e la propria dignità ("ho aspettato un altro lavoro come un gatto affamato davanti a un ristorante di pesce"). La descrizione è volutamente umiliante e riflette un profondo senso di fallimento, sia fisico che morale. È interessante notare come Cameron Crowe riesca, attraverso questa parte del monologo, a intrecciare la fragilità individuale con un contesto storico più ampio.
"Alla fine, ho avuto una seconda scadente occasione…" L'ultima parte del monologo rivela un misto di rassegnazione e speranza. Brian riconosce che la sua "seconda occasione" non è neanche lontanamente ideale, definendola "scadente". Il fatto che le Hawaii siano parte di questa nuova opportunità suggerisce una possibilità di redenzione: l'ambientazione, con la sua bellezza naturale e il suo significato culturale, rappresenta un luogo di riflessione e di potenziale rinascita. La menzione delle Hawaii crea un contrasto implicito con Kabul, sottolineando come Brian stia cercando di ritrovare una connessione con qualcosa di più puro e autentico.
Questo monologo è il cuore della caratterizzazione di Brian Gilcrest e stabilisce il tema della disillusione personale e collettiva. Attraverso un linguaggio che passa dal poetico al crudo, Brian ci conduce in un viaggio emotivo che sintetizza la perdita dei sogni, il compromesso morale e la speranza di redenzione. L’abilità di Bradley Cooper nel trasmettere una gamma così ampia di emozioni, dalla malinconia alla rassegnazione, aggiunge profondità a questo momento, rendendolo un passaggio fondamentale per comprendere il suo personaggio.
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