Monologo - Bruce Campbell in \"L'armata delle tenebre\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Il monologo di Ash in L'armata delle tenebre rappresenta un momento cruciale per comprendere la sua evoluzione come personaggio. Attraverso un tono ironico e disincantato, Ash riflette sulla sua drammatica condizione, riepilogando gli eventi che lo hanno portato dalla sua vita ordinaria a essere un eroe riluttante in un mondo medievale dominato dal male.

MI CHIAMO ASH...

MINUTAGGIO: 00:37-2:27
RUOLO: Ash

ATTORE: Bruce Campbell
DOVE: Disney+


INGLESE


My name is Ash, and I am a sl*ve. Close as I can figure it the year is 13000 AD and I'm being dragged to my death. It wasn't always like this. I had a real life... once. A job. I had a wonderful girlfriend... Linda. Together we drove to a small cabin in the mountains. It seemas that an archeologist have come to this remote place to translate and study his latest find. Necronomicon Ex Mortis. The Book Of The Dead. Bound in human flesh and inked in blood. This ancient Cimmerian text contained bizarre burial rights, Funerary incantations and demon ressurection passages. It was never ment for the world of the living. The book awoke something dark in the woods. It took Linda. And than it came... for me. It got into my hand and it went bad. So I lopped it off at the wrist. But that didn't stop it. It came back.



ITALIANO


Mi chiamo Ash, e sono uno schiavo. Se non sbaglio dovrebbe essere l’anno domini 1300, e mi hanno condannato a morte, ma non è stato sempre così…Un tempo anche io ho avuto una vita vera, un lavoro… Avevo una ragazza stupenda, Linda. Eravamo andati insieme in montagna, in uno chalet. Sembra che un archeologo si fosse ritirato in quel luogo remoto per tradurre e studiare la sua ultima scoperta. Il necronomicon ex mortis, il libro dei morti. Rilegato in pelle umana e scritto col sangue, quell’antico testo sumero spiegava strani riti funebri, incantesimi funerali, formule per la resurrezione dei morti. Quel libro risvegliò qualcosa di malefico nei boschi. Qualcosa che si portò via Linda, e poi tornò per me. Mi entrò in una mano e la fece marcire, così fui costretto ad amputarmela. Ma non era finita, purtroppo. Ritornò ancora…

L'ARMATA DELLE TENEBRE

L'armata delle tenebre (Army of Darkness, 1992), diretto da Sam Raimi, è il terzo capitolo della trilogia di Evil Dead (che comprende anche La Casa e La Casa 2). Il film mescola horror, commedia e avventura fantasy, con uno stile unico che ha reso il regista Sam Raimi e il protagonista Bruce Campbell molto amati dai fan del cinema di genere.


La storia riprende direttamente dal finale di La Casa 2: Ash Williams (interpretato da Bruce Campbell), il protagonista che combatte creature demoniache nei film precedenti, viene trasportato accidentalmente nel passato, nell'anno 1300 d.C., a causa di un incantesimo mal riuscito.


Ash si ritrova in un'epoca medievale, dove è catturato e inizialmente considerato un nemico. Dopo aver dimostrato il suo valore uccidendo una creatura mostruosa chiamata "Deadite", viene accolto dagli abitanti locali come il "prescelto", colui che secondo una profezia li libererà dalle forze del male.


Per tornare al suo tempo, Ash deve recuperare il Necronomicon, un libro magico che ha il potere di scatenare o fermare il male. Quando finalmente trova il libro, Ash commette un errore nel pronunciare l'incantesimo richiesto, risvegliando accidentalmente l'Armata delle Tenebre, un esercito di scheletri e creature demoniache. A questo punto, Ash deve organizzare gli abitanti del castello per difendersi dall'imminente attacco dell'armata e porre fine alla minaccia.


Il film si distingue per il suo tono leggero e ironico, che combina elementi di horror slapstick, effetti speciali volutamente esagerati e una recitazione sopra le righe di Bruce Campbell. A differenza dei primi due film della serie, che puntavano maggiormente sull'horror, L'armata delle tenebre si orienta più verso la commedia e l'azione, con riferimenti alla cultura pop e al cinema di avventura classico.


La frase "Klaatu barada nikto" (che Ash deve pronunciare per prendere il Necronomicon) è una citazione ironica dal film di fantascienza Ultimatum alla Terra (1951), uno degli esempi di come L'armata delle tenebre giochi con i riferimenti cinematografici e la cultura di genere.

ANALISI MONOLOGO

"Mi chiamo Ash, e sono uno schiavo." L’incipit è asciutto e diretto. Ash non si presenta come l’eroe che il pubblico può aver conosciuto nei film precedenti, ma come un uomo ridotto in schiavitù. La scelta della parola "schiavo" sottolinea non solo la sua condizione fisica, ma anche quella psicologica, prigioniero di forze più grandi di lui. C’è una forte risonanza emotiva, perché Ash, che è stato un eroe, qui appare vulnerabile e sconfitto.


"Se non sbaglio dovrebbe essere l’anno domini 1300, e mi hanno condannato a morte, ma non è stato sempre così…" La confusione temporale è significativa. Ash, un uomo del XX secolo, è catapultato in un'epoca che non gli appartiene, e il "se non sbaglio" mostra la sua estraneità e la sua perdita di controllo su tutto. N onostante sia condannato a morte, non c’è dramma eccessivo nella sua affermazione: il tono resta ironico, come a dire che questa è solo un'altra delle disavventure che lo hanno colpito.


"Un tempo anche io ho avuto una vita vera, un lavoro… Avevo una ragazza stupenda, Linda." Questa parte del monologo introduce un contrasto tra il presente disastroso e il passato sereno. La frase "avevo una vita vera" trasmette nostalgia per un tempo perduto, in cui le cose erano normali. Il riferimento a Linda aggiunge un tocco emotivo, poiché la relazione con lei rappresentava per Ash una normalità ormai irraggiungibile. Qui, emerge la sua malinconia, con un sottotesto di colpa e dolore per la perdita della donna amata.


"Eravamo andati insieme in montagna, in uno chalet. Sembra che un archeologo si fosse ritirato in quel luogo remoto per tradurre e studiare la sua ultima scoperta. Il Necronomicon ex mortis, il libro dei morti." Questa sezione riepiloga gli eventi chiave della trama dei film precedenti. Ash, in modo quasi casuale, racconta l’inizio della sua discesa nell’orrore, sottolineando come tutto sia iniziato in un luogo innocuo, uno chalet in montagna. La scoperta del Necronomicon viene descritta con un tono misto tra il macabro e il distaccato, e ciò rafforza l'assurdità della situazione: un testo leggendario che ha scatenato una catena di eventi devastanti.



"Rilegato in pelle umana e scritto col sangue, quell’antico testo sumero spiegava strani riti funebri, incantesimi funerali, formule per la resurrezione dei morti." Qui il linguaggio diventa più denso di particolari macabri. La scelta di parole come "pelle umana" e "scritto col sangue" evocano un senso di repulsione, ma anche fascino per l'orrido. Nonostante l’orrore, Ash sembra parlare di questi dettagli con una certa rassegnazione, come se ormai fosse abituato a convivere con il male.


In queste righe, il tono diventa più personale. L’uso dell'espressione "si portò via Linda" è particolarmente tragico, e dimostra quanto profondamente quella perdita lo abbia segnato. Ash si riferisce a Linda come vittima di forze superiori e inesorabili, rendendo ancora più pesante il suo senso di impotenza.


La descrizione della sua mutilazione è raccontata con un distacco che stride con l’orrore dell’atto. Questo distacco suggerisce che Ash ha affrontato così tanto dolore e terrore da non riuscire più a sentire la gravità di ciò che gli è accaduto. Anche qui, c’è un mix tra ironia e tragicità: l’uomo che ha perso tutto, persino una parte del suo corpo, ma che continua a raccontarlo come se fosse solo un altro fatto della vita.


Il monologo è un perfetto esempio del carattere di Ash: un uomo cinico, che usa l’ironia per affrontare situazioni al limite dell’assurdo. La tragedia personale è mitigata dall’umorismo nero e dal tono disincantato. Il contrasto tra l’orrore delle sue esperienze e la sua narrazione distaccata è ciò che rende il personaggio così iconico e il monologo così efficace.

CONCLUSIONE

Il monologo è anche una finestra sulla psiche di Ash: un uomo profondamente segnato dalle sue esperienze, che ha perso tutto, persino una parte di sé, e che affronta la realtà con un misto di disperazione, rassegnazione e ironia. La capacità di bilanciare il macabro con l'umorismo, tipica dello stile di Raimi, fa emergere Ash come l'eroe imperfetto e umano, costretto a confrontarsi ripetutamente con il male in un ciclo apparentemente senza fine.

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