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~ LA REDAZIONE DI RC
Questo monologo di June Havens in Knight and Day - Innocenti bugie è un esempio perfetto di come il film bilanci azione e commedia attraverso il personaggio di Cameron Diaz. Qui, June sta cercando di raccontare l’assurda sequenza di eventi che l’ha travolta, ma lo fa con un tono confuso, agitato e quasi surreale. Il monologo riflette il suo stato mentale: è sopraffatta, incredula e completamente fuori controllo rispetto alla situazione. A livello narrativo, questa scena serve a sottolineare il contrasto tra la sua normalità e il mondo esagerato delle spie in cui è stata catapultata.
MINUTAGGIO: 31:15-32:00
RUOLO: June
ATTRICE: Cameron Diaz
DOVE: Netflix
INGLESE
I want to talk about the accident. I was in... was on the plane. I should not board the plane but I was and had a boy That was a secret agent or something like that and... Kill everyone on board and landed the plane Then I woke up in my room without knowing how to reach And then I went for the dress of April and then other agents I was taken by car and I was in Grand Theft Auto in the 93 Why do I take my hand?
ITALIANO
Io voglio parlare dell’incidente aereo, ok? Io c’ero… Cioè, ero lì, insomma, ero sull’aereo. Cioè, non sarei dovuta essere su quell’aereo, però, c’ero. E c’era un uomo, che era una specie di agente segreto o una cosa simile, lui… lui ha ucciso tutti quelli a bordo. E poi ha fatto atterrare l’aeroplano. E a un tratto mi sono svegliata in camera mia, senza sapere come ci fossi arrivata. Mi avrà drogata lui, o una cosa, simile. E sono andata alla prova di April perché devo mettermi questo ridicolo vestito. Ms sono arrivati degli uomini, degli altri agenti, e mi hanno rapita, e all’improvviso mi sono trovata come un videogame sulla statale ‘83. Perché mi tocchi la mano??
"Knight and Day - Innocenti bugie" è un action-comedy del 2010 diretto da James Mangold, con Tom Cruise e Cameron Diaz nei ruoli principali. Il film mescola azione, commedia e romance, con un tono leggero e sequenze spettacolari. June Havens (Cameron Diaz) è una donna comune che si trova per caso su un volo con Roy Miller (Tom Cruise), un uomo che si presenta come una spia. Quello che June non sa è che Roy è coinvolto in un intrigo internazionale: è in possesso di una batteria al litio sperimentale chiamata "Zephyr", una fonte di energia rivoluzionaria che fa gola a molte persone.
Durante il volo, June si accorge che qualcosa non va: l’aereo è praticamente deserto e, poco dopo, Roy elimina tutti i passeggeri, inclusi i piloti, rivelandosi così come un uomo molto più pericoloso di quanto sembrasse. Dopo un atterraggio d’emergenza, June si ritrova coinvolta in una fuga spericolata attraverso vari continenti, inseguita dalla CIA e da criminali internazionali.
Mentre June cerca di capire se può fidarsi di Roy, lui continua a salvarla da situazioni al limite, affrontando nemici in scontri coreografati con il suo tipico atteggiamento rilassato. Man mano che l’inseguimento si fa più intenso, emerge il vero motivo per cui Roy è braccato: la CIA lo ha dichiarato traditore, ma la realtà potrebbe essere più complessa. Nel corso della storia, tra fughe rocambolesche, battute sarcastiche e momenti romantici, June passa dall'essere una semplice spettatrice a una complice attiva, scoprendo di avere più risorse di quanto credesse.
June inizia con un’esitazione evidente: “Io voglio parlare dell’incidente aereo, ok?” È chiaro che sta cercando di mettere ordine nei pensieri, ma la frase suona già disorganizzata, come se fosse ancora in stato di shock. Il ripetersi di “Io c’ero… Cioè, ero lì, insomma, ero sull’aereo” rafforza questa sensazione di confusione: sta cercando di rendere credibile quello che dice, ma neanche lei sembra riuscire a elaborare la follia dell’accaduto.
Poi introduce Roy, descritto vagamente come “una specie di agente segreto o una cosa simile”. Non ha ancora capito chi sia davvero, e il modo in cui si riferisce a lui suggerisce che tutto le sembri ancora assurdo e irreale. L’affermazione “ha ucciso tutti quelli a bordo” arriva in modo improvviso, senza preavviso, ed è quasi comica nel suo tono casuale, come se June non sapesse neanche lei come spiegarsi. La parte centrale del monologo è un flusso di pensieri caotico: l’atterraggio dell’aereo, il risveglio in camera sua, il sospetto di essere stata drogata. Qui il ritmo del discorso accelera, riflettendo il suo stato emotivo. È una donna che sta cercando di trovare un senso a qualcosa che un senso non ce l’ha. La frase “E poi sono andata alla prova di April perché devo mettermi questo ridicolo vestito” è un dettaglio che spezza la tensione e aggiunge un tocco di umorismo. Dopo tutto quello che ha vissuto, il suo pensiero torna a una situazione quotidiana, quasi come se volesse aggrapparsi alla normalità.
Ma subito dopo la situazione degenera di nuovo: “Sono arrivati degli uomini, degli altri agenti, e mi hanno rapita”. Il modo diretto e senza filtri con cui racconta tutto rende ancora più assurda la scena. Poi arriva una delle frasi più rappresentative della sua confusione: “e all’improvviso mi sono trovata come un videogame sulla statale ‘83”. Qui il paragone con un videogioco è perfetto per rendere l’idea di un’azione frenetica e fuori controllo, dove lei si sente solo un personaggio trascinato dagli eventi. La battuta “Perché mi tocchi la mano??” arriva come una chiusura perfetta. È una battuta che spezza il flusso del monologo e funziona benissimo sia per evidenziare il suo stato d’animo che per alleggerire la tensione con un tocco di comicità spontanea.
Questo monologo è costruito in modo da rendere tangibile il caos mentale di June. Il ritmo spezzato, le ripetizioni, i dettagli apparentemente irrilevanti mescolati a eventi incredibili: tutto contribuisce a trasmettere il senso di disorientamento del personaggio. A livello narrativo, questa scena è fondamentale perché mostra il suo punto di vista, che è completamente diverso da quello di Roy. Lui è perfettamente a suo agio nel caos, lei no. E proprio questo contrasto è uno degli elementi che rendono il film così efficace nella sua combinazione di azione e commedia.
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