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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di June Havens in Knight and Day - Innocenti bugie è un momento apparentemente semplice, ma ricco di significato. In un film che gioca con il ritmo frenetico dell’azione e la leggerezza della commedia, questa scena si distingue per il suo tono più intimo e riflessivo. Attraverso il racconto della sua GTO e del legame con il padre, June rivela qualcosa di profondo su di sé: il desiderio di libertà, il legame con le radici e il bisogno di chiudere un cerchio lasciato aperto dal passato. Questo monologo non è solo un momento di caratterizzazione, ma suggerisce anche un sottotesto emotivo che influenzerà il suo percorso nel film.
MINUTAGGIO: 8:00-9:12
RUOLO: June
ATTRICE: Cameron Diaz
DOVE: Netflix
INGLESE
Not any carburetor is a triple two I am restoring a 66 GTO and Kansas has the best Really? My dad had a workshop and as a child journey took us to scrap dealers He died at 98 and now I married April to finish it and give it as a wedding gift He also feels like a gift for my dad. If I used to think that... someday When fitting the last part I rise and start to GTO Just drive and drive until you reach the tip of South America.
ITALIANO
Non è un carburatore qualsiasi, è un triplo deuce. Sto restaurando una GTO del 076, e in Kansas si trovano i pezzi migliori. Mio padre aveva un garage e quando ero piccola ha comprato lo chassis. Ci portava dai demolitori a cercare pezzi di ricambio. E’ morto nel ‘98, e adesso che April si sposa ho pensato: “Perché non finirla e darla a lei come regalo di nozze?” Un pò come regalo anche da nostro padre, ecco… Ho sempre pensato che… un giorno, montato l’ultimo pezzo sarei salita su quella GTO e avrei messo in moto. Avrei guidato, e guidato, e guidato, e continuato a guidare fino alla punta estrema del Sud America.
"Knight and Day - Innocenti bugie" è un action-comedy del 2010 diretto da James Mangold, con Tom Cruise e Cameron Diaz nei ruoli principali. Il film mescola azione, commedia e romance, con un tono leggero e sequenze spettacolari. June Havens (Cameron Diaz) è una donna comune che si trova per caso su un volo con Roy Miller (Tom Cruise), un uomo che si presenta come una spia. Quello che June non sa è che Roy è coinvolto in un intrigo internazionale: è in possesso di una batteria al litio sperimentale chiamata "Zephyr", una fonte di energia rivoluzionaria che fa gola a molte persone.
Durante il volo, June si accorge che qualcosa non va: l’aereo è praticamente deserto e, poco dopo, Roy elimina tutti i passeggeri, inclusi i piloti, rivelandosi così come un uomo molto più pericoloso di quanto sembrasse. Dopo un atterraggio d’emergenza, June si ritrova coinvolta in una fuga spericolata attraverso vari continenti, inseguita dalla CIA e da criminali internazionali.
Mentre June cerca di capire se può fidarsi di Roy, lui continua a salvarla da situazioni al limite, affrontando nemici in scontri coreografati con il suo tipico atteggiamento rilassato. Man mano che l’inseguimento si fa più intenso, emerge il vero motivo per cui Roy è braccato: la CIA lo ha dichiarato traditore, ma la realtà potrebbe essere più complessa. Nel corso della storia, tra fughe rocambolesche, battute sarcastiche e momenti romantici, June passa dall'essere una semplice spettatrice a una complice attiva, scoprendo di avere più risorse di quanto credesse.
June inizia parlando di un dettaglio tecnico, il triplo deuce, un tipo di carburatore. È un’apertura curiosa perché spiazza: non ci aspettiamo che lei abbia una conoscenza così specifica dei motori. Questo già ci dice qualcosa del personaggio: non è una protagonista femminile convenzionale per un action movie.
Poi, il discorso si allarga al contesto personale. La GTO che sta restaurando non è un’auto qualsiasi, ma un progetto lasciato in sospeso dal padre, un uomo che evidentemente le ha trasmesso la passione per i motori. Il fatto che lui l’abbia comprata quando lei era bambina e che loro due andassero insieme a cercare pezzi di ricambio ci racconta una relazione costruita su piccoli momenti condivisi, che per June hanno un peso affettivo enorme. Il padre muore nel 1998, lasciandole un’eredità simbolica: la macchina incompleta.
Il motivo che la spinge a finire il restauro è il matrimonio della sorella April. Regalare l’auto a lei significa chiudere un cerchio, offrire qualcosa che non è solo materiale, ma che porta con sé la memoria del padre. Qui emerge una nota malinconica: June cerca un modo per mantenere vivo quel legame familiare, per far sì che il padre sia presente almeno in spirito nel giorno delle nozze.
La chiusura del monologo introduce un’immagine forte: l’idea di mettersi alla guida e andare senza fermarsi fino alla punta estrema del Sud America. È un simbolo di libertà assoluta, di un desiderio latente di fuga, di esplorazione. Non è solo il sogno di un viaggio, ma qualcosa di più profondo: la ricerca di un nuovo inizio, la possibilità di lasciarsi alle spalle il passato e trovare se stessa altrove.
Questo monologo ci dice molto su June. È una persona che porta con sé un’eredità affettiva importante, che cerca di dare un senso al passato attraverso il restauro di un’auto, che vede nella strada un simbolo di libertà. Il contrasto tra questo momento intimo e il caos che caratterizza il resto del film rende il monologo ancora più significativo: è un attimo di pausa che svela un lato più profondo del personaggio, qualcosa che va oltre le fughe e gli inseguimenti.
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