Monologo - \"Cent'anni di solitudine\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

In poche righe, l'autore racchiude il cuore della storia della famiglia Buendía e della città di Macondo, introducendo temi chiave come il tempo circolare, l'isolamento e il destino ineluttabile. Con un linguaggio che unisce il quotidiano al mitico, García Márquez trasforma un momento apparentemente banale – la scoperta del ghiaccio – in un simbolo universale della memoria, dell'infanzia e della magia nascosta nelle piccole cose. Analizziamo questo monologo introduttivo per comprendere come l'autore costruisce, fin da subito, un universo narrativo che sfida le leggi del tempo e della realtà.

L'inizio della fine

MINUTAGGIO: 1:15-8:48

RUOLO: Narratore

ATTORE: -
DOVE: Netflix



ITALIANO


Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione il colonnello Aureliano Buendìa avrebbe ricordato quel pomeriggio remoto, in cui suo padre lo aveva portato a conoscere il ghiaccio. José Arcadio Buendìa e Ursula Iguaran erano cugini. Erano cresciuti insieme nel vecchio villaggio che i loro antenati avevano trasformato in una delle più belle cittadine della provincia. Sebbene il oro matrimonio fosse prevedibile, quando manifestarono la volontà di sposarsi, i loro parenti cercarono di impedirlo. Temevano che quei sani rampolli di due razze che si erano incrociate nel corso dei secoli avrebbero sofferto la vergogna di generare iguane. Sarebbero stati felici se la madre di Ursula non l’avrebbe terrorizzata con ogni genere di infausti presagi sulla loro progenie. Di giorno lui allevava i suoi galli da combattimento e lei ricamava. Di notte lottavano per diverse ore con una febbrile violenza, che sembrava un sostituto dell’atto amoroso. José Arcadio Buendìa e Ursula Iguaran vissero così per mesi.

Cent'anni di solitudine

"Cent'anni di solitudine" è una serie televisiva prodotta da Netflix, adattamento dell'omonimo romanzo di Gabriel García Márquez. La prima parte, composta da otto episodi, è stata resa disponibile l'11 dicembre 2024.


La serie è diretta da Alex García López e Laura Mora Ortega, con il coinvolgimento dei figli dello scrittore, Rodrigo García e Gonzalo García Barcha, che hanno collaborato alla produzione per garantire fedeltà all'opera originale. La trama segue le vicende della famiglia Buendía attraverso sette generazioni, ambientate nella città immaginaria di Macondo. Il racconto esplora temi come l'amore, la guerra, la solitudine e il destino, intrecciando elementi di realismo magico tipici della narrativa di García Márquez. Il cast principale include Marco González nel ruolo di José Arcadio Buendía e Susana Morales nei panni di Úrsula Iguarán.


Claudio Cataño interpreta il colonnello Aureliano Buendía, con Jerónimo Barón che ne rappresenta la versione infantile. La seconda parte della serie, composta anch'essa da otto episodi, è attualmente in produzione e il suo rilascio è previsto per il 2025.

Analisi Monologo

Questo monologo introduttivo è uno dei passaggi più celebri e simbolici di "Cent'anni di solitudine" di Gabriel García Márquez, e rappresenta una straordinaria fusione di temi, simbolismo e stile narrativo tipici dell'autore. La potenza di questa introduzione sta nella sua capacità di condensare tempo, memoria e mito in poche righe, anticipando l'intera struttura e atmosfera del romanzo.


L'Apertura e il Tempo Circolare


"Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione il colonnello Aureliano Buendía avrebbe ricordato quel pomeriggio remoto, in cui suo padre lo aveva portato a conoscere il ghiaccio."

La frase iniziale è un esempio perfetto della scrittura di García Márquez e della sua concezione del tempo circolare. Viene già introdotto un evento futuro, il plotone di esecuzione, ma il ricordo ritorna al passato remoto di un momento apparentemente insignificante: la scoperta del ghiaccio. Questo contrasto tra l'importanza della memoria individuale (il ghiaccio) e la crudezza del destino collettivo (l'esecuzione) è centrale nella narrazione del romanzo. Il Ghiaccio come Simbolo: Il ghiaccio è un elemento quasi magico, rappresenta l'innocenza dell'infanzia, la scoperta e lo stupore davanti al mondo. È anche il primo segnale del realismo magico, dove qualcosa di reale assume un'aura mitica.


L'incipit stabilisce subito l'importanza del passato come una forza che ritorna costantemente. Non esiste una linea temporale retta in questo mondo: tutto è ciclico. "José Arcadio Buendía e Ursula Iguaran erano cugini. Erano cresciuti insieme nel vecchio villaggio che i loro antenati avevano trasformato in una delle più belle cittadine della provincia." La relazione tra José Arcadio e Ursula è la base da cui si sviluppa l'intera saga della famiglia Buendía.La paura di generare "iguane" o figli malformati simboleggia il peccato originale, e il destino ineluttabile della famiglia. L'incesto diventa una metafora dell'isolamento e della ripetizione che caratterizzeranno ogni generazione. Viene menzionata la trasformazione del villaggio in una "delle più belle cittadine". Qui il passato e le origini assumono una dimensione mitica, poiché l'evoluzione di Macondo e della famiglia sarà narrata con lo stesso tono epico.


La Dinamica della Coppia


"Di giorno lui allevava i suoi galli da combattimento e lei ricamava. Di notte lottavano per diverse ore con una febbrile violenza, che sembrava un sostituto dell’atto amoroso." La descrizione della routine quotidiana di José Arcadio e Ursula ha un significato più profondo. La violenza febbrile notturna simboleggia non solo la tensione della loro unione proibita, ma anche l'energia incontenibile che caratterizza l'intera stirpe Buendía: una famiglia che sembra incapace di trovare pace o equilibrio. Di giorno c'è il mondo concreto, fatto di galli e ricami, mentre di notte emerge la dimensione emotiva e passionale, spesso brutale, che definisce i Buendía. Questo contrasto tra giorno e notte è un altro elemento centrale del romanzo.


García Márquez pone le basi per i temi principali del romanzo. La famiglia Buendía e la città di Macondo vivranno in un perpetuo isolamento, un microcosmo che riflette la solitudine dell'umanità. Le paure dei genitori anticipano il ciclo ripetitivo della stirpe. L'incesto ritornerà più volte come una maledizione ineluttabile. Il modo in cui i personaggi si relazionano, sia amorosamente che nelle lotte personali, è segnato da un'energia violenta e passionale che sfocia in autodistruzione.

Conclusione

L'analisi di questo monologo introduttivo ci rivela come Gabriel García Márquez sia riuscito, attraverso il suo stile unico e la potenza evocativa del realismo magico, a creare un mondo in cui il passato e il futuro si intrecciano incessantemente. La famiglia Buendía, con le sue passioni, le sue ossessioni e il suo destino segnato, diventa simbolo di un'umanità isolata e ciclicamente ripetitiva. Il ghiaccio, la violenza febbrile e l'incesto non sono solo elementi narrativi, ma metafore che anticipano l'intera trama e il significato più profondo del romanzo.

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