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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Cisco rappresenta un momento chiave nella riflessione sul futuro di Max in "Hanno ucciso l'Uomo Ragno", offrendo una prospettiva su due strade opposte: una vita sicura e prevedibile, e la scelta di seguire il proprio sogno musicale. Attraverso un linguaggio quotidiano, ma carico di implicazioni emotive, Cisco presenta a Max una visione della vita che, sebbene ordinaria, potrebbe risultare soffocante. Il suo discorso si fa sempre più carico di una tensione tra l'autenticità di vivere secondo le proprie passioni e il conformismo di una vita stabile, ma priva di profondità.
STAGIONE 1 EP 4
MINUTAGGIO: 21:11-22:34
RUOLO: Cisco
ATTORE: Davide Calgaro
DOVE: Sky Go
ITALIANO
Secondo me dovresti accettare. Ma si, pensaci. Domani torni lì, firmi, e inizi ad andarci. Poi passano i giorni e vedi come va. Oh, magari va bene. Magari senza che neanche te ne accorgi quella... diventa la tua vita. Poi continuerai a stare con Laura, perché alla fine vi capite, e tra qualche anno vi sposerete. Matrimonio con pochi invitati, e a fine giornata saremo lì a scherzare sul fatto che adesso sei costretto a comprare una monovolume. E che poi farete un bambino. Come lo fanno tutti. E poi ne farete un altro. E vi chiederete come... come sia possibile che adesso siate voi mamma e papà. Com'è successo. Da un momento all'altro, tutta un'altra vita. Bella, è? Però poi ci sono anche i momenti brutti, perché funziona così. E allora lì inizierai a chiederti se hai fatto la scelta giusta, e non avrai neanche il tempo di risponderti perché a quel punto c'è il lavoro, l'asilo da pagare, la scuola... i tuoi genitori vecchi, rincoglioniti, le bollette, le malattie. Una vita, Max. Una vita come tante. Ma sarà la tua?
Hanno ucciso l'uomo ragno è una docu-serie che racconta la storia della nascita del gruppo musicale 883, formatosi all'inizio degli anni '90 e composto da Max Pezzali e Mauro Repetto. La serie prende il nome dal loro album di debutto, "Hanno ucciso l'uomo ragno", che ha avuto un enorme successo in Italia e ha segnato il lancio del gruppo nel panorama musicale.
La serie esplora il background di Pezzali e Repetto, due amici di Pavia con una passione per la musica. Racconta come, nonostante le risorse limitate e senza grandi ambizioni, siano riusciti a dar vita al progetto che sarebbe diventato il duo 883. "Hanno ucciso l'uomo ragno", pubblicato nel 1992, è stato un successo immediato. I brani come la title track e "Non me la menare" hanno subito catturato l'attenzione, con testi orecchiabili e tematiche che parlavano alla gioventù dell'Italia di quegli anni. La serie evidenzia come l'album sia diventato un vero fenomeno di costume e abbia contribuito a cambiare il modo in cui si faceva musica pop in Italia, con testi diretti e uno stile che combinava pop e rap.
Il successo degli 883 ha avuto un impatto significativo sulla cultura pop italiana, influenzando mode e stili di vita. La serie approfondisce come i loro testi fossero un riflesso della società italiana, descrivendo le esperienze quotidiane, i sogni e le difficoltà dei giovani italiani. La docu-serie racconta anche le motivazioni che hanno portato Mauro Repetto ad allontanarsi dal progetto nel 1994, lasciando Max Pezzali come unico membro attivo. Pezzali ha poi continuato con il nome 883 per diversi anni prima di intraprendere una carriera da solista. La serie esplora il percorso successivo di Pezzali, che ha continuato a riscuotere successo in Italia con nuovi album e concerti, rimanendo uno degli artisti più amati del panorama musicale italiano.
L'amicizia tra Max Pezzali e Mauro Repetto è uno degli elementi centrali nella storia degli 883 e nella docu-serie.
Max e Mauro si sono conosciuti durante gli anni del liceo a Pavia. Condividendo passioni simili, tra cui quella per la musica e per la cultura pop degli anni '80, la loro amicizia è nata e si è rafforzata grazie ai sogni comuni e alla voglia di evadere dalla vita di provincia. La serie racconta i primi momenti del loro legame, dalle giornate passate insieme a immaginare il futuro alla decisione di iniziare a scrivere canzoni e tentare di fare della musica una carriera. È grazie a questa amicizia che sono nate le prime idee degli 883 e che hanno trovato il coraggio di intraprendere un progetto musicale insieme.
Il duo lavorava in modo complementare: Max si occupava principalmente dei testi e della composizione, mentre Mauro contribuiva con le idee creative e visive, portando una grande energia e originalità nei progetti del gruppo. Mauro era il compagno di scena perfetto per Max, con la sua eccentricità e il suo carisma che ben bilanciavano l’atteggiamento più riservato di Pezzali. I due si supportavano e si spronavano a vicenda, e questa sinergia si rifletteva nella loro musica. La docu-serie evidenzia come l'intesa tra i due amici abbia influenzato il sound e lo stile degli 883.
Con il crescere della fama, sono aumentate anche le pressioni. La serie approfondisce i motivi che portarono Repetto a decidere di lasciare gli 883 nel 1994. Mentre Max si sentiva pronto a continuare, Mauro aveva il desiderio di esplorare altre strade e provare nuove esperienze lontano dall'Italia. Nonostante l'addio di Repetto, la loro amicizia non si è mai dissolta completamente. Entrambi hanno continuato a rispettarsi e a sostenersi a distanza, e negli anni successivi ci sono stati incontri e collaborazioni che hanno riportato insieme i due amici, anche solo per brevi periodi. La docu-serie celebra il legame tra Max e Mauro, raccontando anche momenti di riconciliazione e il rispetto reciproco che è rimasto saldo nel tempo.
La storia degli 883, più che una semplice partnership artistica, è sempre stata una storia di amicizia. La docu-serie riflette su come, anche con percorsi di vita diversi, l'affetto tra Max e Mauro sia rimasto vivo e profondo. Per i fan, il loro rapporto rappresenta un esempio di amicizia autentica, in cui i momenti condivisi hanno lasciato un segno indelebile.
Cisco inizia con un tono apparentemente pragmatico e incoraggiante: consiglia a Max di accettare il contratto, suggerendogli di provare, di vedere come va. Ma, man mano che il discorso avanza, Cisco descrive una visione di vita che, pur condita da un’apparente normalità, è anche sottilmente soffocante. La descrizione di eventi tipici – lavoro, matrimonio, figli – si evolve verso una prospettiva di stabilità che però sembra quasi automatica, come se la vita si imponesse su Max senza che lui abbia pieno controllo su di essa. Il tono di Cisco, pur amichevole e riflessivo, diventa progressivamente ironico e malinconico. Le frasi come “Matrimonio con pochi invitati” e “adesso sei costretto a comprare una monovolume” rivelano una visione quasi sarcastica della vita borghese, una vita che tutti conducono, ma che potrebbe non essere la vera vita di Max. Cisco sta dipingendo la prospettiva di una vita "come tante", nella quale ci si trova intrappolati in obblighi, routine e responsabilità, senza che ci sia spazio per grandi sogni o ambizioni creative.
La parte più incisiva del monologo si trova nel contrasto tra ciò che Max potrebbe ottenere in termini di sicurezza e normalità, e ciò che potrebbe perdere: se stesso e il suo sogno. Cisco descrive una vita che, per quanto sicura, è anche convenzionale e prevedibile, insinuando che questa potrebbe non essere la vera vita per Max. La domanda finale "Ma sarà la tua?" è il culmine emotivo del discorso. Qui Cisco mette Max di fronte alla decisione cruciale: seguire una vita di conformità, o cercare la propria vera identità e il proprio destino nella musica. È una riflessione sull’autenticità e sulla paura di perdere il proprio "io" in nome della stabilità.
Questo monologo è una rappresentazione delle due strade che Max può scegliere: abbracciare la sicurezza della vita adulta tradizionale o affrontare l’incertezza del perseguire il proprio sogno musicale. Cisco lo invita indirettamente a riflettere su cosa significhi vivere davvero, sottolineando che la vita che lui descrive è comune, ma non per questo necessariamente autentica o adatta a Max. Il discorso di Cisco funziona come uno specchio per Max, che deve guardare dentro di sé e capire se è disposto a sacrificare i suoi sogni per una vita comoda, ma potenzialmente vuota.
Cisco, con il suo monologo, costringe Max a confrontarsi con una scelta esistenziale: accettare la sicurezza di una vita "come tante" o rischiare per inseguire i propri sogni. La domanda finale, "Ma sarà la tua?", rimane aperta, sollecitando Max (e il pubblico) a riflettere sull'importanza di vivere una vita autentica e in linea con la propria identità, piuttosto che seguire semplicemente il percorso che la società sembra predeterminare.
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