Monologo - Daniel Day-Lewis in \"Gangs of New York\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Questo monologo di Bill "The Butcher" Cutting, interpretato da Daniel Day-Lewis in Gangs of New York, è uno dei momenti più densi e rivelatori del film. Qui, Bill riflette sulla sua filosofia di vita, sul suo passato violento e sul suo rapporto complesso con il padre di Amsterdam Vallon, il prete Vallon. E’ ma un’esposizione cruda e brutale del suo modo di vedere il mondo, delle sue regole e del suo codice d’onore, che si mescola con un'umanità distorta e corrotta. Il monologo è il cuore pulsante del personaggio, una finestra sulla sua psicologia e sulla sua idea di "ordine", che si fonda sulla paura e sulla forza brutale.

Morte e violenza

MINUTAGGIO:

RUOLO: Il macellaio
ATTORE:
Daniel Day-Lewis
DOVE:
Amazon Prime Video


INGLESE

I'm 47. 47 years old. You know how I stayed alive this long? All these years. Fear! The spectacle of fearsome acts. Somebody steals from me, I cut off his hands. He offends me, I cut out his tongue. He rises against me, I cut off his head, stick it on a pike! Raise it high up, so all in the streets can see. That's what preserves the order of things. Fear. That one tonight. Who was he? A nobody. A coward. What an end that would have been. I k*lled the last honourable man 15 years ago. Since then.... You've seen his portrait downstairs? Has your mouth been glued up with juice? I asked you a question! I said I've seen it, sir. You got a murderous rage in you. I like it. So much life boiling up in you. That's good! The priest and me lived by the same principles. Only faith divided us. He gave me this you know? That was the finest beating I ever took. My face was pulp. My guts pierced. My ribs all messed up. When he came to finish me... ...I couldn't look him in the eye. He spared me because... ....he wanted me to live in shame. This was a great man. A great man. So I cut out the eye that looked away. Sent it to him wrapped in blue paper. I would've cut them both out if I could afford being blind. I rose up again with a full heart... ...and buried him in his own blood. Well done! He was the only man I k*lled worth remembering. I never had a son. Civilisation is crumbling. God bless you.



ITALIANO


Già, ho 47 anni. E lo sai come ho fatto a restare vivo per tanto tempo, tutti questi anni? Con la paura. Con lo spettacolo di azioni spaventose. Se qualcuno mi deruba, gli taglio le mani. Se mi offende, gli taglio la lingua. Se si solleva contro di me, gli taglio la testa, la infilo su un palo, e la espongo in alto così che tutta la strada la veda. È questo che preserva l'ordine delle cose: la paura. Il tizio di stasera? Ma chi era? Un nessuno. Un codardo. Che fine ignominiosa sarebbe stata per me. Ho ucciso l’ultimo uomo d’onore quindici anni fa e da allora… hai visto sul ritratto di sotto. Hai ancora la lingua impastata di sugo di femmina? Ti ho fatto una domanda: tu sei pieno di rabbia assassina, e la cosa mi piace. È la vita che ti ribolle dentro, ed è un bene. Il prete e io vivevamo secondo gli stessi principi. Era solo la fede che ci divideva. Questa me la fece lui. Mai prese tante botte in vita mia. La mia faccia era una polpetta, avevo un buco nella pancia, e tutte le costole erano fracassate. E quando lui venne a finirmi, non riusciì a guardarlo negli occhi. Mi risparmiò perché voleva che vivessi nella vergogna. Lui sì che era un grande uomo. Un grande uomo. Così mi cavai l’occhio che si era abbassato. Glielo mandai avvolto in carta azzurra,me li sarei cavati entrambi se avessi potuto combatterlo da cieco. Poi, usando tutte le mie forze, mi ripresi. E lo affogai nel suo stesso sangue. È l'unico uomo che ho ucciso degno di memoria. Non ho mai avuto un figlio. La civiltà va a rotoli. Dio ti benedica.

Gangs of New York

Gangs of New York (2002), diretto da Martin Scorsese, è un'opera epica che racconta il lato oscuro e violento della storia di New York nel XIX secolo, un periodo segnato dal caos, dalle tensioni sociali e dalle lotte per il potere. Il film si svolge principalmente nel quartiere dei Five Points, un crocevia di povertà, immigrazione e criminalità. Scorsese, come suo solito, utilizza il film per esplorare le radici della società americana, mettendo in scena un racconto che intreccia vendetta, politica, e appartenenza. La storia ruota attorno al giovane Amsterdam Vallon (interpretato da Leonardo DiCaprio), che torna a New York dopo essere cresciuto in un riformatorio.


Anni prima, aveva assistito all’omicidio del padre, il carismatico prete Vallon (Liam Neeson), leader dei Dead Rabbits, una banda composta principalmente da immigrati irlandesi. Il responsabile dell’omicidio è William "Bill the Butcher" Cutting (Daniel Day-Lewis), il temuto leader dei Native, un gruppo xenofobo e nativista che si oppone all'immigrazione. Amsterdam, spinto dal desiderio di vendetta, si infiltra nella cerchia di Bill per guadagnare la sua fiducia e, infine, ucciderlo. Il rapporto tra i due uomini si rivela complesso: Amsterdam sviluppa una strana forma di rispetto e ammirazione per il carisma e il potere di Bill, mentre quest'ultimo lo vede come un possibile erede. Questo rapporto, insieme al contesto caotico di New York, rende la loro rivalità ancora più tesa e drammatica. Parallelamente alla vendetta personale, il film racconta le tensioni tra le diverse classi e comunità etniche, aggravate dalla guerra civile americana e dalla leva obbligatoria, che culminano nelle Draft Riots del 1863, una delle rivolte più violente della storia di New York. La città diventa così il teatro di uno scontro non solo tra bande rivali, ma anche tra poveri e ricchi, immigrati e nativi, potere e ribellione.


Un altro elemento importante della trama è Jenny Everdeane (Cameron Diaz), una giovane borseggiatrice che ha una relazione con Amsterdam. Il loro rapporto, sebbene complicato, aggiunge un ulteriore strato emotivo alla storia, mettendo in luce i conflitti interni del protagonista, diviso tra amore, lealtà e vendetta. Gangs of New York è un viaggio attraverso una New York primordiale, dove il concetto di "nazione" è ancora in formazione e dove la lotta per la sopravvivenza definisce la morale e le relazioni. È un film che usa il passato come lente per riflettere sul presente, mostrandoci come la violenza e la divisione abbiano sempre fatto parte del tessuto della società americana.

Analisi Monologo

Il monologo si apre con una dichiarazione lapidaria: "E lo sai come ho fatto a restare vivo per tanto tempo, tutti questi anni? Con la paura." In una sola frase, Bill riassume la sua filosofia: la paura è per lui lo strumento fondamentale per mantenere il controllo. La violenza di cui parla – tagliare mani, teste, lingue – non è semplicemente brutale, ma calcolata, pensata per essere uno spettacolo, un monito per chiunque osi sfidarlo. Non c’è spazio per compromessi nel suo mondo: l’ordine sociale, secondo Bill, può esistere solo attraverso l’intimidazione e il dominio.


Il passaggio successivo cambia tono, diventando più riflessivo. Quando parla di "l’ultimo uomo d’onore che ho ucciso quindici anni fa", Bill rivela un lato nostalgico e quasi vulnerabile. È chiaro che la morte del prete Vallon non è stata solo una vittoria, ma anche una ferita. Bill non solo rispettava il suo avversario, ma lo considerava un eguale, qualcuno che seguiva un codice altrettanto rigido, anche se basato sulla fede e non sulla paura.

Questo rispetto è evidente nel ricordo del combattimento: "Mai prese tante botte in vita mia... Mi risparmiò perché voleva che vivessi nella vergogna." In questa frase c’è una sorta di ammissione di inferiorità da parte di Bill, un’ombra di insicurezza che contrasta con la sua figura apparentemente invincibile.


La sua scelta di cavarsi un occhio dopo essere stato risparmiato non è solo un atto di punizione, ma una dichiarazione d'onore: se non poteva essere l'uomo migliore, almeno avrebbe portato i segni della sua sconfitta.

Il monologo si chiude con un’ammissione cupa: "La civiltà va a rotoli. Dio ti benedica." Qui, Bill mostra una visione pessimista del mondo che lo circonda. La violenza e il codice d’onore che per lui rappresentavano un ordine si stanno sgretolando, sostituiti da una società in cui non si riconosce più. La frase finale, "Dio ti benedica", pronunciata con un sarcasmo gelido, suona quasi come un commento sul fallimento dell’umanità stessa, un mondo che non riesce più a generare uomini "degni di memoria."

Conclusione

Il monologo di Bill "The Butcher" Cutting è un pezzo di straordinaria scrittura e interpretazione, che racchiude in pochi minuti l’essenza del personaggio. Attraverso le sue parole, vediamo un uomo consumato da una visione distorta di potere e onore, in bilico tra rispetto e odio per il passato. La performance di Daniel Day-Lewis conferisce a Bill una profondità straordinaria: un uomo che si aggrappa alla paura e alla violenza per dare un senso al caos che lo circonda, ma che, allo stesso tempo, è prigioniero del suo stesso codice.

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