Il Tempo e il Destino nel Monologo di Dark

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La nostra unica possibilità di riparare il presente è nel passato.


~DOC

1,21 Gigowatt!


Eccoci qui, amici del cinema e viaggiatori del tempo! Oggi, il vostro affascinante e un po' eccentrico amico DOC vi guiderà attraverso un monologo che sfida le barriere del tempo e dello spazio, proprio come la mia amata DeLorean. Parliamo di "Dark", la serie TV che ha intrecciato destini e timeline in un intricato nodo di eventi. Il monologo di oggi è pronunciato da Adam, interpretato magistralmente da Dietrich Hollinderbäumer. Preparatevi a un'analisi che vi porterà dal 1955 al 1985... e oltre!

IL MONOLOGO DI DARK


STAGIONE 3 EP 6

MINUTAGGIO: 44:24-46:48

RUOLO: Adam

ATTORE: Dietrich Hollinderbäumer

DOVE: Netflix


INGLESE

They are all fulfilling their destinies. Magnus and Franziska. Charlotte and Elisabeth. Silja and Agnes. They’re sustaining the cycle’s life. So that you and I exist here, now. This is the end we’ve reached. What’s growing inside you, the origin, must die. But it can’t be killed by normal means. It’s born of both words. And demands the energy of both words to destroy it. The apocalypse in my word, and the apocalypse in your word. This here is the end. A machine that crosses non only time, but space as well. Which focuses the energy of both apocalypses, on thit one point, concentrated. Your son only exists because the matter exists. Now, through it, he will die, and all of us with him. None of this will exist anymore. Both worlds will erase one another. Absolute annihilation. There is no hope. No salvation. No paradise. We’re wrong. You and I. In your word, and in mine.


ITALIANO

Stanno tutti compiendo il loro destino. Magnus e Franziska. Charlotte ed Elisabeth. Silja e Agnes. Stanno salvaguardando il ciclo. Così, tu e io possiamo essere qui, adesso. Vuol dire che siamo arrivati alla fine. Ciò che cresce dentro di te, l’origine che metti al mondo, deve morire. Ma non è possibile ucciderla in modo ordinario. E’ da entrambi i mondi che è nata, e occorre l’energia di entrambi i mondi per distruggerla. L’apocalisse nel mio mondo; e l’apocalisse nel tuo mondo. Questa qui è la fine. Una macchina che oltre al tempo può attraversare lo spazio, che permette all’energia di entrambe le apocalissi di concentrarsi in questo unico punto. Tuo figlio esiste solo perché esiste la materia e morirà con il suo tramite come tutti noi. Niente di tutto questo esisterà più, compresi tu e io. Entrambi i mondi si distruggeranno a vicenda, in un perfetto annichilimento. Non c’è speranza, nessuna salvezza, nessun Paradiso. Siamo sbagliati, tu e io. Nel tuo mondo, nel mio mondo.

GRANDE GIOVE!


Eureka! Sembra che ci troviamo di fronte a un intricato nodo di destini e temporalità, proprio come le complesse invenzioni che ho maneggiato nel mio laboratorio. Adam, il personaggio che Dietrich Hollinderbäumer ha magistralmente portato in vita, ci parla di un ciclo che si autoalimenta, un eterno ritorno che sembra non concedere scampo né speranza.

Magnus e Franziska, Charlotte ed Elisabeth, Silja e Agnes - tutti questi personaggi non sono altro che ingranaggi in un orologio cosmico, destinati a perpetuare un ciclo che li trascende. E qui, miei cari amici, ci troviamo di fronte a un paradosso che farebbe sobbalzare anche il mio vecchio amico Einstein: l'esistenza di Adam e di Martha è legata a un ciclo che deve essere spezzato, ma che al contempo non può essere interrotto con mezzi ordinari.

L'origine, quel seme di caos e creazione che cresce all'interno del mondo di "Dark", è un frutto avvelenato che deve essere estirpato per salvare l'intero tessuto della realtà. Eppure, come un paradosso vivente, non può essere distrutto con semplici mezzi. Richiede un'energia titanica, un conflitto di apocalissi che solo la fusione di due mondi potrebbe generare.

Adam ci parla di una macchina, non dissimile dalle mie invenzioni, che può attraversare non solo il tempo ma anche lo spazio, concentrando l'energia devastante di due fine del mondo in un unico, fatale punto di non ritorno. Il figlio di Adam e Martha, l'origine di questo ciclo, esiste perché la materia stessa esiste, e attraverso questa materia, attraverso questa macchina, troverà la sua fine - e con lui, tutto ciò che conosciamo.

In questo monologo, Adam ci dipinge un quadro di annichilazione totale, dove non esiste speranza, salvezza o paradiso. È un'ammissione di fallimento, un'accettazione che sia lui che Martha, in entrambi i mondi, sono intrinsecamente sbagliati. È una visione che sfida la nostra comprensione di tempo e spazio, di causa ed effetto.

E così, cari aspiranti viaggiatori nel tempo e appassionati di cinema, ci troviamo di fronte a un monologo che è più di una semplice riflessione; è un grido che risuona attraverso i corridoi del tempo, un avvertimento che ci sfida a guardare oltre le nostre percezioni limitate e a interrogarci sul vero significato del nostro destino. Che spettacolo, amici! Che spettacolo!

INDIETRO NEL FUTURO!

E così, cari appassionati di cinema e custodi del tempo, abbiamo esplorato insieme le profondità di un monologo che ci lascia con più domande che risposte. È il potere del cinema, e in particolare di serie TV come "Dark", di spingerci a riflettere su concetti che vanno oltre la nostra realtà quotidiana. Ricordate, ogni monologo che studiamo è un'opportunità per crescere come artisti e come esseri umani. Fino alla prossima volta, quando DOC tornerà con un altro monologo da sviscerare. E non dimenticate: il futuro non è scritto. Non ancora. Addio, amici!

DOC

Laureato a pieni voti in numerose discipline scientifiche, ama definirsi cultore di tutte le scienze. I suoi idoli sono i grandi scienziati del passato, come Isaac Newton, Benjamin Franklin, Thomas Edison e Albert Einstein, dei quali possiede i ritratti nel salotto di casa propria e che adora così tanto da chiamare il cane da compagnia che possiede nel 1955 Copernico e quello che possiede nel 1985 Einstein.

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