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Articolo a cura di...
~ LA REDAZIONE DI RC
Interpretare questo monologo di Malcolm X richiede di andare oltre la semplice recitazione: è un viaggio nella psiche di un uomo carico di passione, disillusione e amore per la sua gente. Questo discorso è un grido di riscatto. L’attore deve comprendere profondamente il contesto storico e sociale da cui nascono le parole di Malcolm, perché ogni frase è intrisa di un dolore antico e di una feroce determinazione a cambiare il destino della sua comunità. Questo monologo è sia un appello alla verità che una sfida contro le istituzioni oppressive, e deve essere interpretato con un’intensità che riesca a trasmettere tutta la complessità e la forza di Malcolm.
MINUTAGGIO: 1:56:58-2:02:47
RUOLO: Malcom X
ATTORE: Denzel Washington
DOVE: Amazon Prime Video
INGLESE
I must emphasize at the outstart, that the Honorable Elijah Muhammad is not a politician, so I'm not here this afternoon as a Republican, nor a Democrat, not as a Mason nor an Elk, not as a Christian nor a Jew, not as a Catholic nor a Protestant, not as a Baptist nor a Methodist, not even as an American. For if I was an American the problem that confronts our people today would not exist. So I stand here as what I was when I was born: A BLACK MAN! Before there were any such things as Democrats or Republicans, we were black. Before there were any such things as Masons or Elks, we were black. Before there were any such things as Jews or Christians, we were black people. In fact long before there was ever any such place as America, we were black people... And after America has long passed from the scene there will still be BLACK PEOPLE. The Honorable Elijah Muhammad sits on the stage to the right of Malcolm. This is a larger audience. MALCOLM What kind of black people does the Honorable Elijah Muhammad speak for? Black people who are jobless... the black masses who are poor, hungry, and angry, the black masses who are dissatisfied with the slums and ghettos in which we have been forced to live... the black masses who are tired of listening to the promises of white politicians to correct the miserable living conditions that exist in our community... the black masses that are sick of the inhuman acts of bestial brutality practiced by these semi-savage white policemen that patrol our community, like the occupation forces of a conquering enemy army... the black masses who are fed up with the anemic, Uncle Tom leadership set up by the white man to act as a spokesman for our people and to KEEP US SATISFIED AND PACIFIED WITH NOTHING! If the black man cannot go back to his own people and his own land, Elijah Muhammad is asking that a part of the United States be separated and given to the Muslims so they can live separately. he Honorable Elijah Muhammad is the only man the white people can deal with in the solving of problems of the so-called Negro... as Elijah Muhammad knows his problems. IThe white people who are guilty of white supremacy try and hide their own guilt by accusing the Honorable Elijah Muhammad of teaching black supremacy when he tries to uplift the mentality, the social, and economic condition of black people in this country. And the Jews, who have been guilty of exploiting the black people economically, civilly, and otherwise, hide their guilt by accusing the Honorable Elijah Muhammad of being anti-Semitic simply because he teaches our people to go into business for ourselves and trying to take over the economic leadership in our own community. The black people in this country have been the victims of violence at the hands of the white man for 400 years, and following the ignorant Negro preachers, we have thought that it was God-like to turn the other cheek to the brute that was brutalizing us. 100 years ago they use to put on a white sheet and use a bloodhound against Negroes. Today they've taken off sheets and put on police uniforms, they've traded in the bloodhounds for police dogs. And just as Uncle Tom back during slavery used to keep the Negroes from resisting the bloodhounds or resisting the Ku Klux Klan by telling them to love their enemy or pray for those who use them as spitefully today. The Honorable Elijah Muhammad is showing black people that just as the white man and every other person on this earth has God given rights, natural rights, civil rights, and any other kind of rights that you can think of when it comes to defending himself.
ITALIANO
Voglio sottolineare fin dall’inizio, che il molto onorevole Elijah Muhammed, non è un uomo politico. Perciò questo pomeriggio non sono qui né da repubblicano, né da democratico. Né da massone, né da lobbista. Non da protestante, né da cattolico. Non da cristiano, né da ebreo. Non da battista, né da metodista. In realtà, neanche da americano. Perché se fossi americano, il problema in cui si trova la nostra gente non esisterebbe neanche. Perciò sono qui davanti a voi, come quello che ero quando sono nato: un uomo nero. Prima che esistessero cose come i repubblicani e i democratici, noi eravamo neri. Prima che esistesse un massone, o un lobbista, noi eravamo neri. Molto prima che esistesse la religione ebraica o quella cristiana, noi eravamo gente nera. E quando questo continente ancora non aveva il nome di America, noi eravamo neri. E dopo che l’America sarà ormai uscita da un pezzo dalla scena, ci sarà ancora gente nera. Vi dirò le cose come stanno: ogni volta che ci sono le elezioni gli uomini politici vengono mandati qui per tenerci buoni, e poi conosciamo tutti i metodi di cui si è sempre servito l’uomo bianco. Sappiamo quello che fanno. Mandano la droga ad Harlem per tenere buona la gente nera. Mandano l’alcool quaggiù per tenere buona la gente nera. Mandano la prostituzione qui, per tenere buona la gente nera. Perché non potete prendere droga ad Harlem senza il permesso dell’uomo bianco. Non potete avere prostituzione ad Harlem senza il permesso dell’uomo bianco. Non potete giocare d’azzardo ad Harlem senza il permesso dell’uomo bianco. Ogni volta che rompete il sigillo sulla vostra bottiglia, rompete un sigillo sul governo dei bianchi. No, lo dico, lo dico, lo dico e lo ripeto! Siete stati ingannati. Siete stati imbrogliati. Siete stati raggirati. Presi in giro. Defraudati. Abbindolati. Questo fa l’uomo bianco. Alcuni lo chiamano insegnamento dell’odio. Ma non è insegnamento dell’odio. E’ l’insegnamento dell’amore. Non vi direi queste cose, se non vi amassi. Non mi esporrei a certi rischi se non vi amassi. Voglio che comprendiate una cosa: tutto quello che vi insegno, tutto quello che vi dico, mi è stato insegnato da quest’uomo adorabile. Da quest’uomo divino, che Allah sia onorato per il molto onorevole Elijah Muhammed. E la gente bianca che ha esercitato la supremazia bianca, cerca di nascondere la colpa accusando il molto onorevole Elijah Muhammed di sostenere la supremazia nera. Solo perché egli sta tentando di migliorare la mentalità, le condizioni sociali ed economiche della sua gente. E gli ebrei, colpevoli di aver sfruttato la gente nera per non so quanto tempo, cercano di nascondere la loro colpa accusando il molto onorevole Elijah Muhammed di essere antisemita. Solo perché egli cerca di insegnare a tutti quanti voi… scusate, solo perché egli cerca di insegnare a tutti quanti noi a gestire le attività economiche della nostra comunità, a essere proprietari dei negozi della nostra comunità, ad avere il controllo economico della nostra comunità. No, questa non è supremazia nera, questa è intelligenza nera. La gente Nera in questo paese è vittima della violenza messa in opera dalla destra conservatrice americana da oltre 400 anni. Per 400 anni. 400 anni. Con noi che credevamo, seguendo quegli ignoranti predicatori neri, che fosse volere di Dio porgere l’altra guancia a coloro che ci stavano massacrando. Cent’anni fa loro si mettevano dei lenzuoli bianchi addosso e ci facevano sbranare dai loro cani. Oggigiorno loro si sono tolti quei lenzuoli. E’ vero, molti li usano ancora. Dicevo, li hanno cambiati… hanno cambiato quei lenzuoli bianchi con le uniformi della polizia. Hanno cambiato i bloodhound con i cani poliziotto. E proprio come il vecchio zio Tom, ai tempi dello schiavismo, cercava di insegnare a voi e a me a non reagire all’aggressione del Ku-Klux-Klan, di non cercare di difenderci da quei cani sanguinari, e che anzi, dovevamo amare il nostro nemico, pregare perché ci sfruttava ignobilmente. Oggi c’è il nuovo zio Tom. Un gregge di belanti pecoroni, i cosiddetti leader neri. Si, oggi ci sono questi leader neri alla zio Tom che ci dicono, che ci dicono che dobbiamo pregare per i nostri nemici, che dobbiamo amare i nostri nemici, che dobbiamo integrarci con il nemico. Che ci droga, che ci avvelena, che ci spara, che ci lincia, che stupra le nostre donne e i nostri bambini. No! No! No! Questo non è accettabile. Questa non è intelligenza. Il generoso Elijah Muhammed sta cercando di insegnare a tutti noi che al pari di un uomo bianco, e di ogni altro uomo che esista a questo mondo, che ha ricevuto da Dio il diritto: il diritto umano, il diritto civile, il diritto naturale e ogni altro genere di nobili diritti a cui si possa pensare, per proteggere se stesso, al pari di quest’uomo bianco, che ha il diritto di proteggere se stesso, anche noi abbiamo il diritto di proteggere noi stessi. E’ del tutto naturale. E’ questo che il molto onorevole Elijah Muhammed sta cercando di insegnarci. Egli non ci sta insegnando ad odiare l’uomo bianco. Ci sta insegnando ad amare noi stessi!
"Malcolm X" è un film del 1992 diretto da Spike Lee, tratto dall'autobiografia di Malcolm X scritta insieme ad Alex Haley. È uno dei biopic più potenti mai realizzati, sia per il ritratto del leader afroamericano sia per la performance di Denzel Washington, che è diventata una delle interpretazioni più apprezzate della sua carriera.
La trama del film segue l'intero arco di vita di Malcolm X, dalla sua infanzia segnata dalle difficoltà e dalle discriminazioni, fino al suo assassinio nel 1965. Spike Lee ricostruisce la trasformazione di Malcolm, che nasce come Malcolm Little, in un percorso che va dalla criminalità alla redenzione e all'attivismo radicale per i diritti civili.
Il racconto parte dalla giovinezza di Malcolm, un giovane che cresce nel Michigan tra discriminazioni razziali e tensioni familiari. Suo padre, un sostenitore di Marcus Garvey, viene ucciso in un presunto "incidente" che si presume fosse un omicidio motivato dal razzismo. Questi traumi iniziali si uniscono alla povertà e alle difficoltà della madre, portando Malcolm a entrare in un ciclo di piccoli crimini e alcolismo che lo porterà infine in carcere.
È proprio in prigione che avviene la sua "rinascita": qui Malcolm viene introdotto agli insegnamenti della Nation of Islam, un movimento religioso afroamericano che predica la separazione razziale e l'emancipazione dei neri. Comincia così a studiare, a leggere avidamente, e si trasforma in un uomo nuovo, trovando una missione che va oltre la sopravvivenza personale. Cambia il suo cognome in "X" per rifiutare il "nome da schiavo" che gli è stato imposto e per abbracciare l’identità afroamericana.
Una volta uscito di prigione, Malcolm X diventa rapidamente uno dei leader più influenti e controversi del movimento, noto per il suo approccio radicale e senza compromessi verso il razzismo. Non predica l’integrazione pacifica, come fa Martin Luther King, ma un’autodifesa assertiva e, in certi momenti, quasi incendiaria. La frase "By any means necessary" riassume il suo approccio: la libertà e il rispetto vanno conquistati, anche con mezzi duri se necessario. È una figura di opposizione che mette in discussione il sistema sociale americano, criticando il potere dei bianchi, ma anche gli stessi afroamericani per il loro conformismo.
La storia del film raggiunge una svolta quando Malcolm X, dopo una serie di contrasti con il leader della Nation of Islam, Elijah Muhammad, decide di fare un pellegrinaggio alla Mecca. Questo viaggio lo porta a riflettere sulle sue convinzioni: qui incontra musulmani di ogni razza e nazionalità e comprende che il suo approccio alla questione razziale ha bisogno di cambiare. Al ritorno, Malcolm X appare trasformato, deciso a combattere non più per la divisione, ma per una giustizia universale.
Il film si conclude tragicamente con il suo assassinio, avvenuto durante un comizio pubblico a New York, ma lascia un'eredità di domande aperte: Malcolm X ha sfidato l'America e ha mostrato il volto dell'ingiustizia razziale in maniera diretta e intransigente, e questo lo ha reso sia un eroe per molti che una minaccia per altri.
Questo monologo è tra i momenti più potenti del film Malcolm X, e rappresenta anche la forza del suo linguaggio e della sua visione. È un discorso dirompente, carico di frustrazione e di una volontà di riscatto che cerca di scuotere profondamente la comunità afroamericana, facendole prendere coscienza delle proprie condizioni e incoraggiandola a reagire.
All'inizio del monologo, Malcolm dichiara di non identificarsi con nessuna delle categorie religiose, politiche o sociali che strutturano la società americana, fino a rinunciare persino all'identità americana. Quest'affermazione radicale è volta a evidenziare l’idea che l’identità nera preceda e trascenda queste costruzioni sociali. Per Malcolm, queste sono sovrastrutture che nascondono e manipolano la vera identità nera, nata in Africa e trasportata a forza nel continente americano.
Malcolm accusa i politici di sfruttare la comunità nera solo durante le elezioni, di usarla come pedina elettorale senza mai rispettare le promesse fatte. Questo segmento del monologo è una denuncia chiara e diretta alla politica razzista che, secondo Malcolm, agisce per mantenere la comunità nera in uno stato di sudditanza.
Fa riferimento alla droga, all'alcol e alla prostituzione come strumenti di controllo sociale, strumenti che, secondo lui, non potrebbero esistere senza l'assenso dell'establishment bianco. È un'affermazione radicale che sottolinea la visione di Malcolm di un sistema in cui ogni dettaglio è pianificato per reprimere la comunità nera.
Malcolm rigetta l’accusa di "insegnare odio" e afferma che le sue parole sono in realtà un insegnamento d’amore. Questa parte è fondamentale per capire il suo personaggio: il suo messaggio, anche se duro e apparentemente aggressivo, è mosso da un profondo amore per la sua gente e dal desiderio di vederla emancipata. Dicendo “Non vi direi queste cose se non vi amassi”, Malcolm esprime una verità che va oltre le parole: vuole il risveglio della coscienza nera e il rifiuto della sottomissione, ma attraverso un amore che egli identifica come rispetto e autodeterminazione.
Malcolm riconosce l'influenza del leader della Nation of Islam, Elijah Muhammad, e difende la sua filosofia come un insegnamento di “intelligenza nera.” La supremazia nera, secondo Malcolm, è un’accusa inventata dai bianchi per impedire agli afroamericani di costruire un'autonomia economica e sociale. Il concetto di “intelligenza nera” è un invito all'auto-miglioramento, alla responsabilità e al controllo della propria comunità.
Malcolm ripercorre la lunga storia della violenza contro gli afroamericani, collegando le pratiche del Ku Klux Klan e i linciaggi del passato alla brutalità della polizia moderna. Il parallelismo tra le uniformi bianche del Klan e le divise della polizia è crudo e provocatorio, ma serve a ricordare come, secondo lui, la repressione sia cambiata nei metodi ma non nella sostanza.
Uno degli aspetti più radicali del discorso di Malcolm è il rifiuto della filosofia del perdono e della non-violenza, che lui identifica come “il nuovo zio Tom” – una figura sottomessa e priva di dignità. Malcolm denuncia i leader neri che predicano l’amore verso i propri oppressori, sostenendo invece che gli afroamericani abbiano il diritto naturale di proteggersi.
Questa parte del monologo va dritta al cuore della filosofia di Malcolm: la protezione della comunità nera come atto di legittima difesa. È una forma di “amore per se stessi”, un amore che implica il diritto e la volontà di proteggersi dagli attacchi della società.
Il discorso di Malcolm non è un semplice sfogo contro l’oppressione, ma un appello a una rivolta interiore e collettiva. L'idea di “intelligenza nera” è l’invito a svegliarsi, a riconoscere l’inganno subito per generazioni e a prendere in mano le redini della propria comunità. In questo monologo, l’insegnamento di Elijah Muhammad diventa una chiamata all’azione, un’idea di autodeterminazione e di rivolta morale, contro ogni forma di dominio e sfruttamento.
Concludere un monologo come questo significa lasciare un segno negli spettatori. L’attore deve uscire dalla scena con la stessa dignità e fermezza con cui è entrato, consapevole di aver trasmesso non solo un messaggio, ma un’eredità. Non c’è bisogno di enfatizzare, di aggiungere emozione o dramma: il silenzio successivo alle ultime parole deve essere potente quanto le frasi stesse. Gli spettatori devono sentirsi provocati, risvegliati, come se fossero stati chiamati a riflettere e a mettersi in discussione. In questo finale, l’attore chiude un cerchio, incarnando la speranza che, anche fuori dal palco, quelle parole possano continuare a vivere e a ispirare.
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