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~ LA REDAZIONE DI RC
Nel film "Deserto rosso" di Michelangelo Antonioni, l'esplorazione delle dinamiche psicologiche e ambientali raggiunge un apice di espressione artistica e narrativa. Attraverso il personaggio di Giuliana, interpretata magistralmente da Monica Vitti, Antonioni dipinge un ritratto intenso dell'alienazione moderna. Il film, primo del regista a colori, si avvale di una paletta cromatica deliberatamente evocativa per amplificare i temi di isolamento e disorientamento psicologico.
MINUTAGGIO: 31:00-32:16
RUOLO: Giuliana
ATTRICE: Monica Vitti
DOVE: Amazon Prime Video
ITALIANO
È che voleva avere tutto. Il dottore le diceva: "lei deve imparare ad amare. Amare una persona o una cosa. Suo marito, suo figlio, un lavoro o anche... anche un cane. Ma non marito-figlio-lavore-cane-alberi-fiume. Sentiva... le mancava il pavimento, l’impressione di scivolare su un piano inclinato, andare giù... essere sempre lì lì per affogare.
"Deserto rosso" è un film del 1964 diretto da Michelangelo Antonioni, il primo del regista a colori, che è considerato un capolavoro del cinema moderno. La pellicola esplora temi come l'alienazione industriale e la crisi emotiva, elementi ricorrenti nell'opera di Antonioni.
La trama si concentra su Giuliana, interpretata da Monica Vitti, una donna che sta attraversando una profonda crisi esistenziale. Sposata con Ugo, un manager di una fabbrica nel nord Italia, Giuliana appare visibilmente turbata e distaccata dalla realtà che la circonda, inclusa la relazione con suo figlio. La storia si sviluppa mostrando il suo disagio interiore e la difficoltà di relazionarsi con gli altri, incluso il suo marito.
Durante il film, Giuliana incontra Corrado (Richard Harris), un ingegnere che lavora per il marito. Tra i due nasce un'intesa particolare, ma questa non porta a una soluzione dei problemi di Giuliana, piuttosto amplifica la sua sensazione di isolamento e confusione. La relazione con Corrado diventa un altro specchio della sua lotta interna.
Antonioni usa il colore come un elemento narrativo per riflettere le emozioni del personaggio: paesaggi industriali freddi e alienanti, interni soffocanti, e l'uso di colori vividi contrastano con lo stato emotivo di Giuliana, creando un potente simbolismo visivo che amplifica il tema dell'estraneità e della disconnessione umana.
l monologo di Giuliana è un momento chiave per comprendere la profondità del suo disagio esistenziale e la sua percezione del mondo circostante. Il monologo rivela il consiglio del medico, che suggerisce a Giuliana di imparare ad amare qualcosa o qualcuno specifico, come suo marito, suo figlio, un lavoro, o persino un animale domestico. E' evidente che Giuliana si trova in uno stato di sovraccarico emotivo e sensoriale, incapace di focalizzarsi su un singolo oggetto di affetto.
La frase "lei deve imparare ad amare" suggerisce una sorta di prescrizione medica o terapeutica, ma per Giuliana, il concetto di amare appare quasi come un compito troppo complesso o irraggiungibile. Questo consiglio sembra ignorare la complessità della sua condizione, riducendo il problema a una mancanza di focalizzazione.
Quando parla di "sentire la mancanza del pavimento" e dell'"impressione di scivolare su un piano inclinato", Giuliana esprime una profonda sensazione di instabilità e precarietà. Queste immagini evocano la sensazione di non avere una base solida, sia fisicamente che emotivamente, rafforzando il tema della disconnessione e dell'alienazione. Il "piano inclinato" simboleggia una lotta costante contro una forza che la spinge verso il basso, un senso di inevitabilità nella sua discesa verso l'angoscia.
Il finale del monologo, "essere sempre lì lì per affogare", è particolarmente potente perché cattura l'essenza della sua lotta interiore. Non si tratta solo di sentirsi persa, ma di sentirsi costantemente sul punto di essere sopraffatta completamente, come se stesse per affogare in un mare di confusione e disperazione.
Il monologo di Giuliana in "Deserto rosso" serve come un potente veicolo attraverso cui Antonioni esplora le complessità dell'animo umano in un'epoca di grande trasformazione tecnologica e industriale. Le sue parole rivelano la profondità della sua alienazione e la sua lotta per trovare stabilità in un mondo che percepisce come in continuo e incontrollabile mutamento.
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