Monologo - Elizabeth Perkins in \"Miracolo sulla 34° Strada\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Interpretare il monologo di Susan in Miracolo sulla 34ª strada è un’opportunità per esplorare un personaggio che sfida l’ipocrisia del mondo aziendale con autenticità e passione. Susan è una figura disillusa, ma determinata, che non ha paura di confrontarsi con i suoi superiori per difendere quei valori che l'azienda dovrebbe rappresentare. Questo discorso nasce da un conflitto interiore, dalla frustrazione e dal desiderio di fare la differenza, dando all’attrice l’occasione di esprimere una gamma di emozioni, dal disgusto per il cinismo alla vulnerabilità di chi ancora vuole credere nella bontà e nella magia del Natale.

Crediamo in Babbo Natale

MINUTAGGIO: 1:08:18-1:09:40

RUOLO: Dorey Walker

ATTRICE: Elizabeth Perkins
DOVE: Disney+



INGLESE


I have just read your press release. You are all such a bunch of cowards. -You really don't deserve to run the store. -You are entirely out of line, Mrs. Walker. We have spent millions telling people that we are the store that cares. Well, what is it that we care about? Profits? Ourselves? Our jobs? Well, what about one of our own who needs us now? Well, what am I to do? The public perception of Kriss is that he's out of his mind, he's dangerous. We have to change that. If we stand with Kriss... if we challenge the rumors and the scandal sheets... if we force the truth, we'll win. He's going into court with the best attorney in the city... and he's going to prove that Kriss is not crazy. For the sake of the whole company... I think that all of you should decide... about whether or not you believe in Santa Claus.



ITALIANO


Ho letto la sua dichiarazione alla stampa, signore. Voi vi state comportando come un branco di codardi, non meritate di dirigere questo prestigioso negozio. Abbiamo speso tantissimo denaro in pubblicità per far capire ai nostri clienti che questo posto ha un cuore. Ma quali sono in realtà le cose che ci premono? Noi stessi. Il profitto, il posto di lavoro. Perché neghiamo aiuto a uno di noi caduto in disgrazia. Dobbiamo far si che cambino idea. Se… se noi ci schiereremo con Chris, se oseremo sfidare le maldicenze, i giornali scandalistici, se lotteremo per la verità, noi vinceremo. Ora lui sarà difeso in tribunale dal miglior avvocato di New York, che cercherà di dimostrare che Kris Kringle non è un esaltato. Nell’interesse della nostra compagnia, credo che tutti dovreste decidere, prima che sia troppo tardi per lui, se credere o no in Babbo Natale.

Miracolo sulla 34° strada

Miracolo sulla 34ª strada” del 1994 è una reinterpretazione moderna del classico natalizio del 1947, che racconta una storia incentrata sulla fede, sulla magia del Natale e sulla fiducia nei miracoli, anche in un mondo sempre più scettico. Diretto da Les Mayfield e con protagonista Richard Attenborough, il film rinnova l'ambientazione e i personaggi, mantenendo il cuore della narrazione intatto.


La storia ruota attorno a Kris Kringle, un anziano che viene assunto da un grande magazzino di New York, il Coles, per interpretare Babbo Natale durante la stagione natalizia. Kris sostiene di essere il vero Babbo Natale, e il suo atteggiamento sereno e affettuoso conquista rapidamente i clienti del negozio. La sua figura è una boccata d’aria fresca per tutti, dai bambini agli adulti disincantati che lo incontrano. Questo attira anche l’attenzione negativa della concorrenza, che vede nel suo successo una minaccia e inizia a tramare contro di lui.


Il cuore della storia si incentra su Dorey Walker, direttrice del Coles, e sua figlia Susan, una bambina molto sveglia e razionale che ha smesso di credere in Babbo Natale. È stata proprio la madre, pragmatica e razionale, a trasmetterle questa visione cinica e disillusa. Per Susan, Babbo Natale è solo una favola per bambini. Kris Kringle diventa allora una sorta di test per entrambe: è davvero Babbo Natale o è solo un uomo che si è convinto di esserlo?


Il punto di svolta arriva quando Kris viene accusato ingiustamente di violenza, un'accusa montata ad arte dai rivali del Coles per farlo arrestare e screditarlo. Da qui, il film si trasforma in un dramma giudiziario, si apre un processo per dimostrare che Kris è mentalmente instabile. Il caso si sviluppa fino a diventare un dibattito sull’esistenza di Babbo Natale, e tocca questioni profonde come il valore della fede e il bisogno umano di credere in qualcosa che vada oltre il tangibile.

Analisi monologo

Questo monologo di Susan delinea un momento in cui il personaggio espone la sua frustrazione e il bisogno di autenticità e umanità.

Susan apre il monologo accusando i dirigenti del negozio di essere “un branco di codardi.” È una frase forte, che mette subito in chiaro il suo disprezzo per l’ipocrisia e il calcolo di chi, pur di salvaguardare il proprio status e il profitto, è disposto a rinnegare quei valori umani che dichiara di sostenere. In questa critica, Susan riflette l’essenza del film: il contrasto tra il “cuore” e l’immagine pubblica costruita a suon di pubblicità, un’illusione che esiste solo per vendere un prodotto. La sua disapprovazione nasce dal rifiuto di quella “facciata” che si è cercato di costruire per il negozio, ma che viene abbandonata nel momento della verità.


Susan chiama i dirigenti ad assumere una posizione morale, per salvaguardare l’immagine del negozio, e per dare un supporto a “uno di noi caduto in disgrazia.” Il linguaggio qui è volutamente inclusivo: uno di noi richiama il concetto di famiglia o comunità, e Kris rappresenta proprio l’emblema di quell’aspetto umano e solidale che il negozio, in teoria, promuove. La frase rivela il dilemma etico tra il perseguire il profitto a tutti i costi e l’essere coerenti con i valori umani che si dichiarano.


Quando Susan dice se noi ci schiereremo con Chris, se oseremo sfidare le maldicenze, i giornali scandalistici, introduce un tema centrale del film: il coraggio di andare controcorrente e di sostenere una verità scomoda, anche quando potrebbe danneggiare l'immagine aziendale. Il linguaggio qui evoca una battaglia quasi epica, che conferisce un carattere nobile alla causa di Kris. Questo passaggio del discorso mette in luce la necessità di affrontare il cinismo e la disillusione con un gesto di fede e di fiducia nel prossimo.

La chiusura del monologo introduce una sfida molto più profonda: se credere o no in Babbo Natale. La domanda non è più se Kris Kringle sia o meno Babbo Natale, ma se la direzione e i dipendenti credano in quell’essenza di bontà, altruismo e generosità che Babbo Natale rappresenta.


Susan, con questo discorso, sta proponendo un vero e proprio cambio di prospettiva. Il passaggio da noi stessi al credere in Babbo Natale rappresenta il cammino dall'egoismo aziendale alla difesa dei valori morali e della verità. Il fatto che sia una donna a esprimere queste idee in un ambiente dominato dai calcoli finanziari rende il suo discorso ancor più significativo, poiché richiama il coraggio dei puri di cuore.

Conclusione

Portare in scena questo monologo significa trasmettere il cuore e l’anima di Susan. La sfida per l’attrice è trovare il giusto equilibrio tra indignazione e speranza, lasciando trasparire la sincerità delle sue intenzioni e invitando il pubblico a riflettere.

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