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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo tratto da "Hiroshima Mon Amour", scritto da Marguerite Duras e splendidamente portato sullo schermo da Alain Resnais, rappresenta un esempio di come il cinema possa esplorare complesse intersezioni tra memoria personale e collettiva, trauma storico e relazioni interpersonali. Attraverso le parole di Elle, il testo si addentra nei meandri dell'animo umano, riflettendo sulle cicatrici lasciate dalla guerra e dell'irriducibile potere della memoria.
MINUTAGGIO: 11:50-15:29
RUOLO: Elle
ATTRICE: Emmanuelle Riva
DOVE: Mubi
INGLESE
Like you, I too have struggled with all my might not to forget. Like you, I forgot. Like you, I longed for a memory beyond consolation, a memory of shadows and stone. For my part I struggled every day with all my might against the horror of no longer understanding the reason to remember. Like you, I forgot. Why deny the obvious necessity of remembering? Listen to me I know something else. It will begin again. 200,000 dead and 80,000 wounder in nine seconds. Those are the official figures. It will begin again. It will be 10,000 degrees on the earth. 10,000 suns, people will say. The asphalt will burn. Chaos will prevail. An entire city will be lifted off the ground, then fall back to earth in ashes. New vegetation rises from the sands. Four students together await a fraternal and legendary death. The seven branches of the delta estuary of the river Ota drain and fill at their usual hour, precisely at their usual hour, with freshwater rich with fish, gray or blue, depending on the season and time of day. People along the muddy banks no longer watch the tide slowly rise in the seven branches of the delta estuary of the river Ota. I meet you. I remember you. Who are you? You're destroying me. You're good for me. How could I know this city was tailor-made for love? How could I know you fit my body like a glove? I like you. How unlikely. I like you. How slow all of a sudden. How sweet. You cannot know. You're destroying me. You're good for me. You're destroying me. You're good for me. I have time. Please, devour me. Deform me to the point of ugliness. Why not you? Why not you in this city and in this night so like other cities and other nights you can hardly tell the difference? I beg of you.
ITALIANO
Anch’io, come te, ho provato a lottare con tutte le mie forze contro l’oblio. Come te, ho dimenticato. Come te, ho desiderato avere una memoria inconsolabile, una memoria di ombre e di pietra. Ho lottato da sola, con tutte le mie forze, contro l’orrore di non poter più capire il perché del ricordo. Come te, ho dimenticato… Perché negare l’evidente necessità della memoria? …Ascoltami. Io lo so. Tutto ciò si ripeterà. Duecentomila morti. Ottantamila feriti. In nove secondi. Queste cifre sono ufficiali. Tutto ciò si ripeterà. Ci saranno diecimila gradi sulla terra. Diecimila soli. L’asfalto brucerà. Un disordine profondo regnerà. Un’intera città sarà sollevata da terra e ricadrà in cenere… Nuove vegetazioni sorgono dalle sabbie…Quattro studenti aspettano insieme una morte fraterna e leggendaria. I sette bracci della foce a delta del fiume Ota si svuotano e si riempiono alla solita ora., più esattamente, alle solite ore, di un’acqua fresca e pescosa, grigia o blu secondo l’ora o la stagione. La gente non guarderà più, lungo le rive fangose, il risalire lento della marea nei sette bracci della foce a delta del fiume Ota. Io t’incontro. Mi ricordo di te. Chi sei? Tu mi uccidi. Tu mi fai del bene. Come avrei potuto immaginare che questa città era fatta proprio per l’amore. Come avrei potuto immaginare che il tuo corpo era fatto proprio per il mio? Tu mi piaci. Che avvenimento. Tu mi piaci. Che lentezza improvvisa. Che dolcezza. Non puoi sapere. Tu mi uccidi. Tu mi fai del bene. Ho ancora tempo. Ti prego. Divorami. Deformami fino alla bruttezza. Perché non tu? Perché non tu in questa città e in questa notte tanto simile alle altre al punto da potersi sbagliare? Ti prego…
HIROSHIMA MON AMOUR
"Hiroshima Mon Amour" è un film del 1959 diretto da Alain Resnais, uno dei capolavori del cinema francese e considerato una pietra miliare della Nouvelle Vague. Il film mescola elementi di documentario e narrativa drammatica per esplorare i temi della memoria e del dimenticare, tramite la storia personale di una relazione amorosa. La trama ruota attorno a una storia d'amore tra un'attrice francese, che si trova a Hiroshima per girare un film sulla pace, e un architetto giapponese. I due protagonisti, interpretati da Emmanuelle Riva e Eiji Okada, entrambi segnati dalle loro esperienze passate della Seconda Guerra Mondiale, intrecciano un dialogo intenso e poetico che esplora il loro passato e il significato della memoria collettiva e individuale.
Il film ha uno stile innovativo per l’epoca, che include l'uso di flashback, immagini di repertorio della distruzione di Hiroshima e una narrazione non lineare che sfida le convenzioni tradizionali del racconto cinematografico. La sceneggiatura, scritta da Marguerite Duras, è intensamente lirica e riflessiva, arricchendo il film di una profondità tematica e emotiva.
Il monologo è una potente riflessione sulla memoria, il trauma e l'amore, intrecciando personali tragedie emotive con eventi storici di vasta portata come il bombardamento atomico di Hiroshima. Questo passaggio è particolarmente ricco e complesso, caratterizzato da un'urgente richiesta di ascolto e comprensione. Elle parla della sua lotta contro l'oblio, una lotta per mantenere vivi i ricordi nonostante il dolore che essi comportano. Il suo desiderio di una "memoria inconsolabile, una memoria di ombre e di pietra" sottolinea il bisogno umano di ricordare, di tenere viva la storia, nonostante l'orrore che essa possa contenere. Ciò riflette il tema universale del dovere della memoria verso eventi traumatici per impedire la loro ripetizione.
Il monologo enfatizza la paura che eventi devastanti come Hiroshima si possano ripetere, un tema che risuona profondamente in un'era segnata da conflitti e armi nucleari. Le statistiche ("duecentomila morti, ottantamila feriti") sono menzionate non solo come fatti storici, ma come un cupo monito per il futuro. Il personale ("Io t'incontro. Mi ricordo di te.") e il collettivo ("nuove vegetazioni sorgono dalle sabbie") si fondono, suggerendo che le esperienze individuali di amore, perdita e dolore sono inseparabili da quelle collettive. Il ricordo di un amore passato si intreccia con il ricordo della distruzione di Hiroshima, simboleggiando come gli eventi storici plasmino le vite individuali. Il dialogo tra morte ("Tu mi uccidi") e rinascita ("Tu mi fai del bene") riflette la dualità dell'amore e del trauma.
L'amore stesso è visto come una forza distruttiva ma anche salvifica, capace di deformare e al tempo stesso di elevare. Questo paradosso sottolinea la complessità delle relazioni umane e la loro capacità di trasformare l'esperienza. La fine del monologo è un'appassionata supplica per essere consumata e trasformata dall'amore, evidenziando un'intensa vulnerabilità e il desiderio di fusione totale con l'altro. Questo riflette il desiderio umano profondo di connessione, di essere riconosciuti e amati, nonostante il rischio di perdita e dolore. In sintesi, questo monologo è un intenso esercizio di introspezione che collega il personale al collettivo, il dolore alla speranza, e il passato al presente, mostrando come i fili della memoria e del trauma si intreccino indissolubilmente con quelli dell'amore e dell'identità
Il monologo è un manifesto sulla capacità dell'amore e della memoria di resistere e definire la condizione umana, anche nei momenti più bui. Attraverso la voce della sua protagonista, Duras lancia un appello vibrante alla necessità di ricordare e al potere dell'amore.
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