Unisciti alla nostra Community Famiglia! Compila il "FORM" in basso, inserendo il tuo nome e la tua mail, ed entra nell'universo di Recitazione Cinematografica. Ti aspettiamo!
Articolo a cura di...
~ LA REDAZIONE DI RC
Interpretare il monologo di Sara in Requiem for a Dream è una sfida che richiede di addentrarsi nelle pieghe di un’anima ferita, intrappolata tra la disperazione e la speranza di un’ultima illusione. Questo monologo è il grido di una donna che, abbandonata a una solitudine profonda, ha trovato un motivo di esistere nella prospettiva di apparire in televisione e di rivivere i ricordi di una vita passata.
MINUTAGGIO: 43:32-45:39
RUOLO: Sara
ATTRICE: Ellen Burstyn
DOVE: Amazon Prime Video
INGLESE
Big deal? You drove up in a cab. Did you see who had the best seat? I'm somebody now, Harry. Everybody likes me. Soon, millions of people will see me... and they'll all like me. I'll tell them about you... and your father. How good he was to us. Remember? It's a reason to get up in the morning. It's a reason to lose weight... to fit in the red dress. It's a reason to smile. lt makes tomorrow all right. What have I got, Harry? Why should I even make the bed or wash the dishes? I do them, but why should l? I'm alone. Your father's gone. You're gone. I got no one to... care for. What have I got, Harry? I'm lonely. I'm old. You got friends, Ma. It's not the same. They don't need me. I like the way I feel. I like thinking about the red dress... and the television and you and your father. Now when I get the sun, I smile.
ITALIANO
Che mi importa? Ma non mi hai visto giù con le altre, prima? Chi era seduta nel posto migliore? Adesso sono importante, sono qualcuno. E tutti mi vogliono bene. E tra poco, milioni di persone mi vedranno, e tutti mi vorranno bene. Io parlerò tanto di te, e di tuo padre. Di quanto era buono con noi, te lo ricordi? E’ un motivo per alzarmi al mattino. E’ un motivo per dimagrire. Per entrare nel vestito rosso. E’ un motivo per sorridere. Per pensare che il domani sarà bello. Che cos'altro ho, Harry? Perché affannarmi a lavare i piatti, o a rifare il letto… lo faccio, si. Ma perché dovrei? Sono sola. Tuo padre non c’è più. Tu non ci sei più. Non ho nessuno con cui darmi da fare. Che cosa ho, Harry? Sono sola. Sono vecchia. Adesso, così, io sto bene. Sono contenta di poter pensare al vestito rosso, alla televisione, a te, a tuo padre. Adesso quando sto fuori al sole, io sorrido.
"Requiem for a Dream" è un film diretto da Darren Aronofsky del 2000, basato sul romanzo omonimo di Hubert Selby Jr. È un viaggio crudo e inquietante nella discesa dei protagonisti verso l'abisso della dipendenza, ma ciò che lo rende particolarmente memorabile è il modo in cui Aronofsky racconta la loro discesa. La trama, strutturata in tre atti stagionali (Estate, Autunno e Inverno), ci mostra il progressivo deterioramento fisico e psicologico dei personaggi, alimentato dalle loro illusioni di felicità e riscatto.
I quattro protagonisti – Harry (Jared Leto), la sua ragazza Marion (Jennifer Connelly), l'amico Tyrone (Marlon Wayans) e la madre di Harry, Sara (Ellen Burstyn) – sono accomunati da sogni che li spingono a scelte sempre più autodistruttive. Harry e Tyrone sognano di fare soldi nel traffico di eroina per costruirsi un futuro migliore, mentre Marion immagina di aprire un negozio di moda per affermarsi e ottenere la libertà. Sara, invece, ossessionata dall'idea di partecipare a un quiz televisivo, si convince che dimagrendo e apparendo in tv potrà finalmente realizzare il proprio sogno di riconoscimento sociale.
Aronofsky esplora le ossessioni individuali che accecano e conducono verso il baratro. Sara sviluppa una dipendenza da anfetamine prescritte come dimagranti, mentre Harry, Marion e Tyrone si immergono sempre più nel vortice della tossicodipendenza.
Il monologo di Sara è uno dei momenti più potenti di Requiem for a Dream perché condensa tutta la tragedia di un personaggio che cerca disperatamente di riempire il vuoto della sua esistenza con un’illusione. Ellen Burstyn dà vita a Sara con una vulnerabilità disarmante, e attraverso queste parole comprendiamo che il sogno della partecipazione a un quiz televisivo è, per lei, l’ultima speranza di sentirsi viva, di avere uno scopo.
Sara si rivolge a suo figlio Henry con un tono che rivela una solitudine profonda. Questo non è un semplice desiderio di apparire in televisione: è la necessità di essere vista, amata, riconosciuta. Sara è una donna anziana, sola in un appartamento vuoto, dove il tempo sembra essersi fermato dopo la morte del marito e l’allontanamento del figlio. L’idea di apparire in televisione, di entrare in quel famoso vestito rosso, è diventata una missione che le dà la forza di alzarsi la mattina, di dimagrire, di sorridere.
Quando dice: “È un motivo per alzarmi al mattino. È un motivo per dimagrire. Per entrare nel vestito rosso. È un motivo per sorridere. Per pensare che il domani sarà bello”, Sara sta rivelando come la sua esistenza si regga su un’illusione. È priva di scopi reali, di legami autentici, e per colmare questo vuoto si aggrappa a un’immagine di sé che è solo superficiale, ma che per lei rappresenta tutto.
Il monologo è anche un grido d’aiuto: “Sono sola. Sono vecchia. Adesso, così, io sto bene.” Sara cerca di convincere Henry – e se stessa – che questa fantasia le dà un senso di pace, ma dalle sue parole emerge una verità molto più amara. Sa di essere sola e dimenticata, e nel suo desiderio di essere amata e ricordata, rivela la disperazione che Aronofsky esplora nel film: l’umanità ferita che si aggrappa a qualsiasi speranza, per quanto falsa, pur di non affrontare il vuoto.
In questa scena si percepisce un contrasto straziante: mentre Sara parla del vestito rosso e della televisione con entusiasmo, lo spettatore avverte la fragilità che si nasconde dietro questa gioia. È un bisogno che nasce dalla paura della vecchiaia, della morte, della solitudine, ed è proprio questa miscela di emozioni che rende il suo monologo così umano e devastante.
Interpretare Sara significa dare voce alle sue parole, ma anche incarnare l’essenza di un personaggio che vive una solitudine straziante. La potenza di questo monologo risiede nella sua intimità e nella tensione tra il dolore trattenuto e il desiderio di essere vista e amata. Se l’attrice riesce a far emergere queste emozioni senza eccedere, offrendo una recitazione contenuta e autentica, potrà catturare il cuore dello spettatore.
Le Migliori Classifiche
di Recitazione Cinematografica
Entra nella nostra Community Famiglia!
Recitazione Cinematografica: Scrivi la Tua Storia, Vivi il Tuo Sogno
Scopri 'Recitazione Cinematografica', il tuo rifugio nel mondo del cinema. Una Community gratuita su WhatsApp di Attori e Maestranze del mondo cinematografico. Un blog di Recitazione Cinematografica, dove attori emergenti e affermati si incontrano, si ispirano e crescono insieme.
Monologhi Cinematografici, Dialoghi, Classifiche, Interviste ad Attori, Registi e Professionisti del mondo del Cinema. I Diari Emotivi degli Attori. I Vostri Self Tape.