Monologo Emma Stone da Birdman

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A volte, il venerdì sera, Amélie va al cinema.


~NARRATORE

QUINDICI!


Ciao a tutti, sono Amélie. Oggi, nel nostro viaggio tra i monologhi più belli del cinema ci imbattiamo in Sam, interpretata da Emma Stone (qui candidata al Premio Oscar come Miglior attrice non protagonista) e il suo sfogo contro il padre Riggan. In "Birdman", assistiamo a un intenso scambio tra Riggan, un attore in declino, e sua figlia Sam. Questo monologo mette a nudo il conflitto interiore di Riggan e la percezione cruda e sincera di Sam sulla realtà e l'essere rilevanti in qualche maniera. Se vi piace questo film, se vi piace Emma Stone e l'impatto che dà ai film ai quali prende parte, vi dico già che "Poor Things", attualmente al cinema, fa al caso vostro.



IL MONOLOGO DI EMMA STONE


MINUTAGGIO: 0:39:50 - 0:40:52

RUOLO: Sam

ATTRICE: Emma Stone

DOVE: Disney +


INGLESE


Means something to who? You had a career before the third comic book movie, before people began to forget who was inside the bird costume. You're doing a play based on a book that was written sixty years ago, for a thousand rich, old white people whose only real concern is gonna be where they go to have their cake and coffee when it's over. Nobody gives a shit but you. And let's face it, dad, it's not for the sake of art. It's because you just want to feel relevant again. Well, there's a whole world out there where people fight to be relevant every day. And you act like it dosen't even exist! Thing are happening in a place that you willfully ignore, a place that has already forgotten you. I mean who are you? You hate bloggers. You make fun of Twitter. You don't even have a Facebook page. You're the one who dosen't exist. You're doing this because you're scared to death, like the rest of us, that you don't matter. And you know what? You're right. You don't. It's not important. You're not important. Get used to it.



ITALIANO


Che conti davvero per chi? Tu ce l'avevi una carriera papà prima di quel terzo fumettone di film! Prima che la gente si dimenticasse chi c'era sotto quel costume da uccello! Stai facendo una commedia basata su un libro scritto sessant'anni fa per un migliaio di vecchi rincoglioniti bianchi, la cui preoccupazione è dove andarsi a prendere un dolce e un caffè a fine serata! L'unico interessato a questa merda sei tu! E adesso ammettilo papà: qui non c'entra assolutamente niente l'arte! Tu stai facendo questo perché vuoi sentirti di nuovo importante! Be', lo sai che c'è? Là fuori c'è un mondo di persone che lottano per sentirsi importanti ogni giorno, ma per te tutto questo non esiste! Accadono cose in questo mondo che tu ignori! Un mondo che per la cronaca si è già dimenticato da un pezzo di te! Insomma, chi cazzo sei tu?! Tu odi i blogger, ti fa schifo Twitter, non sei neanche su Facebook, è pazzesco! Sei tu quello che non esiste! Tu stai facendo questo perché hai una paura dannata, come tutti quanti noi, di non contare niente! E la sai una cosa? Hai ragione: non conti! Non è così importante, ok? Tu non sei importante! Facci l'abitudine!


LA RAGAZZA COL BICCHIERE D'ACQUA...



Immaginatevi, cari lettori, in un angolo incantato di Montmartre, con le sue stradine acciottolate e i suoi caffè pittoreschi. Mi troverete qui, seduta a un tavolino sotto un ombrellone colorato, con un'espressione sognante desiderosa di portarvi nel mondo di "Birdman", in un momento cruciale tra Riggan e sua figlia Sam, interpretata da Emma Stone, fresca dell'ennesima candidatura all'Oscar per il suo ruolo in "Poor Things", film diretto da Yorgos Lanthimos.


In questa scena Sam, con gli occhi pieni di emozioni contrastanti, affronta suo padre. È un momento di cruda verità in cui Sam dice a Riggan che la sua carriera, un tempo gloriosa, è ormai un ricordo sbiadito, caduta dietro l'immagine di un supereroe in costume. È un po' come quando passeggiamo lungo la Senna, riflettendo su come il tempo cambia le cose, lasciando dietro di sé solo echi e ricordi.


Le parole di Sam sono dure, ma sincere, mettendo a nudo la fragilità di Riggan e di come stia cercando di ritrovare un senso di rilevanza attraverso una commedia teatrale che sembra distaccata dal mondo moderno. Il personaggio interpretato da Emma Stone vede il mondo esterno cambiare ed evolversi, un mondo in cui ognuno lotta per trovare la propria importanza, mentre suo padre sembra ignorarlo, perso nei suoi sogni e nelle sue paure. Lo accusa di avere la stessa paura che abbiamo tutti noi, quella di essere insignifcanti, di non lasciare un'impronta nel mondo. Lo mette davanti al suo rifiuto dei social media e del mondo digitale, che fanno si che sembra quasi che sia Riggan a non esistere. È come se fosse un personaggio di un vecchio film in bianco e nero, dimenticato in un mondo a colori. Lei lo accusa di avere paura, la stessa paura che tutti noi abbiamo: quella di essere insignificanti, di non lasciare un'impronta nel mondo.


C'è un messaggio importante e profondamente umano in questo monologo, che attraverso la frustrazione di Sam ci ricorda che la ricerca del proprio posto dove stare è una lotta comune a tutti e che non essere importanti non è la fine del mondo. È un messaggio potente, quasi liberatorio. È come sedersi su una panchina nel Jardin du Luxembourg, guardando la gente passare e realizzando che la bellezza della vita sta nelle piccole cose, nei momenti tranquilli, nelle connessioni umane.


L'importanza non sta nell'essere riconosciuti dal mondo intero, ma nel trovare significato e valore nelle nostre azioni quotidiane, nel nostro essere autentici.


E con questo pensiero, vi lascio a riflettere, sperando di avervi portato un po' della magia e della saggezza che si trova nei monologhi del cinema, proprio come nelle stradine di Parigi.


FORSE E' SOLO DIVERSA DAGLI ALTRI.


Cari lettori, in questo monologo Emma Stone ci mostra il potere emotivo delle parole, ed il conflitto esistenziale che ognuno di noi vive. L'attrice premio Oscar è ora nuovamente candidata al premio con il film "Poor Things" del regista Lanthimos.


Grazie per aver condiviso con me questo momento. Spero che questo monologo vi ispiri a scavare in voi alla ricerca dei veri valori.


Vostra,

Amélie

Amélie Poulain, voce e anima di "Monologhi con Amélie", vi invita a esplorare il quotidiano attraverso il suo sguardo incantato. Residente nel cuore pulsante di Montmartre, ogni suo pensiero è un viaggio che trasfigura il comune in un caleidoscopio di meraviglie. Con delicatezza e una malinconica allegria, Amélie tesse racconti che celebrano la poesia nascosta nelle piccole cose, spingendo i lettori a riscoprire l'incanto spesso dimenticato della vita di ogni giorno. Accompagnatela in questo percorso di scoperta, dove ogni monologo è una finestra aperta sull'eccezionale che risiede nell'ordinario.

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