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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Barry Champlain in Talk Radio rappresenta uno dei momenti più intensi e significativi del film di Oliver Stone. Attraverso questo sfogo, Barry svela la sua natura ipocrita e il suo disprezzo per il pubblico, mentre allo stesso tempo affronta la propria vulnerabilità e frustrazione. Il monologo esplora una serie di temi complessi come l'ipocrisia, la decadenza morale, il rapporto con la verità, e l'alienazione.
MINUTAGGIO: 1:30:24-1:35:01
RUOLO: Barry
ATTORE: Eric Bogosian
DOVE: Amazon Prime Video
INGLESE
Believe it or not,|you make perfect sense to me. I should hang. I'm a hypocrite. I ask for sincerity,|and I lie. I denounce the system as I embrace it. I want money and power|and prestige. I want ratings and success. I don't give a damn about you|or the world. That's the truth. For this, I could say I'm sorry, but I won't. Why should I? I mean, who the hell are you anyways, you audience? You're on me every night|like a pack of wolves, 'cause you can't stand facing what you are and what you've made. Yes, the world is a terrible place. Yes, cancer and garbage disposals will get you. Yes, a war is coming. Yes, the world is shot to hell, and you're all goners. Everything's screwed up, and you like it that way, don't you? You're fascinated|by the gory details. You're mesmerized by your own fear. You revel in floods, car accidents. Unstoppable diseases. You're happiest|when others are in pain. That's where I come in, isn't it? I'm here to lead you by the|hands through the dark forest... of your own hatred and anger and humiliation. I'm providing a public service. You're so scared. You're like a little child|under the covers. You're afraid of the bogeyman, but you can't live without him. Your fear, your own lives,|have become your entertainment. Next month, millions of people are|gonna be listening to this show, and you'll have|nothing to talk about! Marvelous technology is at our disposal. Instead of reaching up to new heights,|we're gonna see how far down we can go. How deep into the muck|we can immerse ourselves. What do you wanna|talk about, hmm? Baseball scores? Your pet? Orgasms? You're pathetic. I despise each|and every one of you. You got nothing, absolutely nothing. No brains, no power, no future. No hope. No God. The only thing|you believe in is me. What are you|if you don't have me? I'm not afraid, see? I come in every night, make my case, make my point, say what I believe in! I tell you what you are. I have to. I have no choice. You frighten me. I come here every night, tear into|you, I abuse you, I insult you, and you just keep|coming back for more. What's wrong with you?|Why do you keep calling? I don't wanna hear it anymore. Stop talking! Go away! You're a bunch of yellow-bellied,|spineless, bigoted, quivering, drunken, insomniatic, paranoid, disgusting, perverted,|voyeuristic, little obscene phone callers. That's what you are. Well, to hell with you. I don't need your fear and your|stupidity. You don't get it. It's wasted on you. Burros before swine. If one person out there|had any idea... of what I'm talking about... Fred, you're on Night Talk.
ITALIANO
Ti parrà incredibile, ma io ti dò ragione. Merito la pena. Io sono un ipocrita. Chiedo sincerità e poi mento. Io condanno il sistema e poi lo abbraccio. Anch'io voglio denaro, potere, prestigio, e forti indici d'ascolto. E non me ne frega un cavolo della gente o del mondo, ecco la verità. Dovrei dire che mi dispiace ma non lo farò. Perché dovrei? E voi chi diavolo vi credete di essere? Siete solo audience. Voi mi assalite come un branco di lupi affamati perché non sopportate la vostra realtà, e il vostro modo di essere. Si, il mondo è un posto veramente terribile. Si, il cancro e le immondizie vi sommergeranno. Si, la guerra sta arrivando, il mondo è andato al diavolo e voi siete tutti fregati. E' tutto sottosopra, ma a voi sta bene così, no? Siete affascinati dai dettagli sanguinosi, siete ipnotizzati dalle vostre paure. Voi godete delle alluvioni, degli incidenti stradali, delle malattie incurabili. La sofferenza altrui per voi è un piacere. E' questa la mia funzione, no? Io sono qui a condurvi per mano attraverso la selva oscura delle vostre rabbie, dei vostri odi, delle vostre umiliazioni. Io sono un servizio pubblico. Siete tutti terrorizzati. Vi rifugiate sotto le coperte, avete paura dell'uomo nero, ma non potete farne a meno. Le vostre paure, le vostre tragedie sono il vostro spettacolo. Il mese prossimo altri milioni di persone ascolteranno questo show, e voi non avete niente di cui parlare! Le meraviglie della tecnica sono a nostra disposizione, ma invece di salire più in alto le utilizzeremo per scendere sempre più in basso, e cercare di immergerci ancora di più nel fango! Di che cosa volete parlare? Delle partite di baseball? Del gatto? Dell'orgasmo? Siete patetici. Io vi disprezzo tutti, dal primo all'ultimo. Non avete niente, assolutamente niente. Né spirito, né potere, né futuro, né speraza, né Dio. Voi credete soltanto in me. Che sareste senza di me. Non ho paura io. Io vengo qui ogni sera, vi dico come la penso, vi dico le cose in cui credo. Vi dico quello che siete, e devo farlo, non ho altra scelta. Voi fate paura. Io vengo qui, io abuso di voi, io vi insulto e voi dite: "Fallo ancora, di più"! Ma perché lo fate, perché continuate a telefonarmi!? Non voglio sentirvi più, non chiamate. Andate via! Siete solo un branco di bigotti senza spina dorsale, un branco di miserabili alcolizzati, siete divorati dall'insonnia. Paranoici, disgustosi, pervertiti, guardoni, fissati con la pornografia, ecco cosa siete! Beh, andate al diavolo! Tenetevi pure la vostra stupidità, io non la voglio! Io sono sprecato per voi! E' come dare perle ai porci. Se solamente uno fra di voi avesse idea di quello di cui sto parlando, io... Fred, qui voci nella Notte!
Talk Radio è un film del 1988 diretto da Oliver Stone, tratto dall'opera teatrale di Eric Bogosian e Tad Savinar. Il film racconta la storia di Barry Champlain, un conduttore radiofonico irriverente e controverso, interpretato da Eric Bogosian, che gestisce un programma radiofonico a tarda notte. Durante le sue trasmissioni, Barry provoca e insulta i suoi ascoltatori, portando in onda discussioni su temi sensibili come il razzismo, la politica e la violenza, il tutto con un tono cinico e abrasivo.
Il film si concentra su una particolare serata di trasmissione, mentre Barry si prepara a passare a una stazione nazionale, aumentando la pressione su di lui. Mentre la serata avanza, la tensione cresce e Barry deve affrontare la propria vulnerabilità e insicurezza, oltre alle minacce di alcuni ascoltatori anonimi che diventano sempre più inquietanti.
Il film esplora i limiti della libertà di espressione e il potere dei media, mostrando come la radio possa essere una piattaforma per dialoghi forti e a volte pericolosi. Anche se Barry è circondato da voci attraverso la radio, è profondamente solo, isolato sia emotivamente che fisicamente dalle persone nella sua vita personale.
Il personaggio di Barry è complesso, in bilico tra il desiderio di essere ascoltato e il disprezzo per il mondo che lo circonda. È afflitto da insicurezze e auto-distruttività, che alla fine lo portano a confrontarsi con le sue paure più profonde. Oliver Stone dirige il film in uno stile claustrofobico e intenso, riflettendo l’ambiente ristretto dello studio radiofonico e l'ansia crescente di Barry. La maggior parte del film si svolge all'interno della stazione radio, con primi piani stretti e inquadrature tese che trasmettono l'energia del momento.
Questo monologo di Barry Champlain è un'esplosione di frustrazione e disprezzo verso il suo pubblico, ma anche un riflesso del suo profondo disagio interiore.
Barry inizia il monologo ammettendo di essere un ipocrita. Pur criticando la società e i suoi ascoltatori, riconosce di essere parte integrante del sistema che condanna. Questa ammissione di colpa mostra una rara vulnerabilità: chiede sincerità, ma mente; condanna il sistema, ma ne è attratto. L'intero monologo si basa su questa tensione tra la sua auto-condanna e la sua dipendenza dal sistema, evidenziando la sua disillusione e il cinismo nei confronti di se stesso e del mondo.
Il disprezzo che Barry mostra nei confronti del suo pubblico è palpabile. Li accusa di essere attratti dai dettagli sanguinosi e dalle sofferenze altrui, di nutrirsi della tragedia e del caos per evadere dalla loro vita misera. L'uso di espressioni come "un branco di lupi affamati" e "gode delle alluvioni, degli incidenti stradali" evidenzia la sua convinzione che il pubblico sia mosso da paure e desideri primitivi. In questo senso, il pubblico diventa un riflesso dei peggiori aspetti dell'umanità: voyeurismo, violenza e paura.
Barry si vede come una guida per il suo pubblico, un ruolo che odia ma dal quale non riesce a sfuggire. Si descrive come un "servizio pubblico" che porta gli ascoltatori attraverso una "selva oscura" fatta di rabbia, odio e umiliazione. Qui emerge un paradosso: pur disprezzando il suo pubblico, ne è dipendente. Si nutre della loro attenzione, e loro si nutrono delle sue parole. Questo rapporto di interdipendenza lo intrappola in un ciclo in cui è costretto a continuare a parlare, a insultare, a manipolare. Barry è consapevole di essere tanto vittima quanto carnefice.
Un altro tema centrale è l'idea che la tecnologia, anziché elevarci, ci stia portando verso il basso. "Le meraviglie della tecnica sono a nostra disposizione, ma le utilizziamo per scendere sempre più in basso", dice Barry, evidenziando come il potenziale delle innovazioni sia stato distorto per alimentare la degradazione morale e la sofferenza collettiva. In un mondo che avrebbe potuto avanzare, ci si concentra su argomenti banali e triviali come il "baseball", il "gatto" o l'"orgasmo".
L'ultima parte del monologo è intrisa di una disperazione totale. Barry disprezza tutti: il pubblico, il sistema, e se stesso. Vede il pubblico come un gruppo di "bigotti senza spina dorsale", "miserabili alcolizzati" e "paranoici disgustosi". Si sente sprecato per un pubblico che non è in grado di comprendere la verità che cerca di rivelare, eppure non può fare a meno di continuare, perché è intrappolato nel suo stesso ruolo.
Uno degli aspetti più affascinanti del monologo è il rapporto di Barry con la verità. Da un lato, afferma di dire "quello che pensa", di rivelare al pubblico chi sono realmente. Dall'altro, riconosce che il pubblico è attratto dalle sue menzogne e dai suoi insulti, mostrando una profonda ambiguità nella sua visione della verità e del suo ruolo come "profeta" radiofonico. La verità, per Barry, è distorta, manipolata e dolorosa, sia per lui che per il suo pubblico.
La conclusione del monologo è quasi un grido di disperazione: "Io sono sprecato per voi". Questa frase condensa tutta la frustrazione di Barry. Si sente superiore, capace di cogliere la verità del mondo, ma impotente nel trasmetterla a un pubblico che considera insensibile e ignorante. Tuttavia, il suo bisogno di esprimersi lo tiene legato a quella stessa audience che disprezza. Questa tensione irrisolvibile lo porta al culmine della sua crisi esistenziale, lasciandolo in un vuoto in cui né lui né il suo pubblico possono davvero cambiare.
Questo monologo di Barry Champlain è una finestra aperta sul suo conflitto interiore e sulla sua profonda disperazione. Attraverso le sue parole, vediamo come si senta intrappolato in un circolo vizioso di disprezzo e dipendenza dal pubblico, incapace di sfuggire al ruolo che lo consuma. La sua ammissione di essere "sprecato" per un pubblico che considera insensibile ed egoista sottolinea l’amarezza della sua condizione esistenziale.
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