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~ LA REDAZIONE DI RC
Siamo lontani dalle solite dinamiche della saga di Mission Impossible: questa non è una scena d’azione, ma una di quelle parentesi narrative che portano dentro il cuore del personaggio. In questo caso, Ethan Hunt non è un agente, ma un uomo chiamato a rendere conto. La voce che sente proviene dalla carica più alta della nazione, eppure il tono non è autoritario, ma familiare, umano. La Presidente parla da testimone di un percorso lungo trentacinque anni, durante i quali Ethan ha vissuto ai margini della legalità per salvare il mondo. È un dialogo che sembra cominciare come un ringraziamento, e finisce come una minaccia. E qui sta tutto il suo peso.
MINUTAGGIO: 1:35-5:55
RUOLO: Presidente degli Stati Uniti
ATTRICE: Angela Bassett
DOVE: Al cinema!
ITALIANO
Buonasera, Ethan. E’ la sua Presidente. Visto che non vuole rispondere a nessun altro, ho pensato di chiamarla io stessa. Innanzitutto, la ringrazio per una vita di servizio fedele e incessante. Se non fosse per la dedizione instancabile sua e della sua squadra, la terra sarebbe un posto molto diverso, forse neanche esisterebbe più, a quest’ora. Ogni rischio che lei ha corso, ogni compagno che ha perso sul campo, ogni sacrificio personale che ha fatto… ha regalato a questo mondo un’altra alba. Sono passati trentacinque anni, da quando le circostanze l’hanno portata da noi, e ha preso la “decisione”. Da quando l’IMF l’ha salvata da una vita in prigione. E anche se non ha mai seguito gli ordini, non ci ha neanche mai deluso. Lei è sempre stato l’uomo migliore, nei momenti peggiori. Le chiedo di essere quell’uomo anche ora. Nei mesi successivi al suo mancato arresto in Austria, ogni angolo del cyberspazio è stato infestato da una parassitaria IA divora verità, “l’Entità”. Sotto la sua influenza, informazioni digitali sono state corrotte a livello mondiale. Nazioni e popoli non sanno più a che cosa credere. Antagonismo, aggressione, legge marziale, sono il nuovo ordine mondiale. Sfruttando questa atmosfera paranoica, l’”Entità” ha sviluppato una setta apocalittica dedita a liberare il mondo dalla corruzione per mezzo dell’estinzione umana. Questi fanatici si stanno segretamente infiltrando in ogni livello delle forze dell’ordine, del governo e delle forze armate, per servire il fine ultimo del loro padrone digitale. La nostra unica speranza di controllare l’entità, è trovare il suo codice sorgente originale. Se c’è qualcuno che sa dove sia il codice è quest’uomo. La sua identità, il suo passato, la sua stessa esistenza sono stati cancellati. Il che suggerisce che sia o fosse in combutta con l’eternità. Le autorità austriache hanno preso in custodia la sua complice, ma si è rifiutata di dirci qualsiasi cosa, il che ci riporta a lei, Ethan. Lei è in possesso di una chiave che riteniamo una componente vitale nella lotta per acquisire il codice sorgente dell’entità. Ma si rifiuta di consegnarsi, temendo che qualche governo possa usare questa malevola IA contro il resto del mondo. E invece lei è risoluto a uccidere l’entità. Un atto sconsiderato, che innescherebbe l’annientamento del Cyberspazio. Questo distruggerebbe l’economia globale, gettando il mondo in un abisso senza fine di guerra e carestia. Agente Hunt, Ethan, la prego, si arrenda. O il sangue del mondo bagnerà le sue mani. Questo messaggio si autodistruggerà entro cinque secondi. Torni a casa, Ethan, e ci porti quella chiave.
La trama di Mission: Impossible – The final Reckoning si configura come la vera conclusione di un'epopea che ha portato l'IMF e il suo leader, Ethan Hunt, a confrontarsi con un nemico completamente diverso da qualsiasi altro affrontato finora: l'Entità, un'intelligenza artificiale ribelle, in grado di manipolare la realtà digitale e, di riflesso, anche quella politica e militare. Il vero nodo tematico del film non è più un'arma o un nemico in carne e ossa, ma un'entità algoritmica capace di anticipare le mosse dei suoi avversari, di contaminare i sistemi, e di ridurre gli esseri umani a pedine in uno scacchiere senza regole. L’IMF si ritrova a combattere qualcosa che non può interrogare, corrompere o manipolare: un’intelligenza che calcola probabilità e agisce per proteggere sé stessa, come una divinità difensiva digitale.
In un mondo in cui le informazioni sono la valuta dominante, l’Entità rappresenta il controllo totale, il Leviatano 2.0. A livello narrativo, tutto ruota attorno alla chiave cruciforme, una reliquia tecnologica in grado di aprire l’accesso al codice sorgente dell’Entità. Questo codice si trova nel relitto del Sevastopol, un sottomarino russo affondato misteriosamente. Solo chi conosce le coordinate può arrivarci — ed è qui che entra in gioco Gabriel, una sorta di “profeta dannato” dell’Entità, ora esiliato e motivato dalla sete di controllo. L'idea di una "pillola avvelenata", un congegno progettato da Luther per infettare l’Entità, è un cavallo di Troia digitale. L’obiettivo non è distruggere l’Entità con la forza, ma ingannarla, attirarla dentro un drive ottico fisico e staccarla dalla rete. Il tutto in un margine di 100 millesimi di secondo. Cioè: precisione chirurgica, non muscoli. È questa la missione impossibile.
Grace, l’ex ladra diventata agente IMF, assume un ruolo centrale nella fase finale della missione, diventando il volto dell’evoluzione dell’IMF: da gruppo di specialisti d’élite a famiglia improvvisata di talenti e redenti. Paris e Degas completano questa idea. Anche loro erano, inizialmente, avversari o outsider, e ora sono parte della squadra.
Il climax, con il team nel caveau sudafricano di Kongo Yowa, è costruito con una tensione da thriller puro. Mentre il tempo scorre e Gabriel si avvicina alla vittoria, ogni personaggio è messo davanti alla propria missione personale.
"La ringrazio per una vita di servizio fedele e incessante..." Questo incipit è strutturato come un discorso presidenziale: tono solenne, lessico cerimoniale. Ma il vero colpo è quando lei ricorda la genesi di Ethan come agente IMF: "Da quando l’IMF l’ha salvata da una vita in prigione..." È un promemoria velenoso: tu sei stato scelto perché non avevi alternative. Questo passaggio è importantissimo perché sposta la relazione da “eroe e patria” a “debito e padrone”.
Ethan viene omaggiato, ma anche messo al suo posto. La seconda parte del discorso introduce l’Entità, ma non solo come intelligenza artificiale: "Una parassitaria IA divora verità..." Qui la scrittura vira verso il linguaggio religioso/apocalittico. Si parla di una “setta”, di “estinzione umana”, di “padrone digitale”. La scelta delle parole è deliberata: l’IA non è più un oggetto tecnico, ma una divinità corrotta, un culto, e chi vuole distruggerla (cioè Ethan) diventa automaticamente un eretico… o un potenziale martire.
"Un atto sconsiderato, che innescherebbe l’annientamento del Cyberspazio..." Qui il tono cambia ancora: da solenne a minaccioso. La Presidente usa la paura: la fine dell’economia globale, la carestia, la guerra. Tutto sulle spalle di un solo uomo. Infine, la frase più pesante: "Il sangue del mondo bagnerà le sue mani." Un’accusa che sposta completamente la responsabilità dalla politica alla missione personale di Ethan. Non importa se hai salvato il mondo mille volte: se ora disobbedisci, diventi tu il colpevole del prossimo disastro.
Quello della Presidente non è un appello alla ragione, ma un ricatto emotivo mascherato da gratitudine. È un monologo in cui ogni frase è calibrata per fare leva sulla colpa e sulla lealtà di Ethan. Un mix di reverenza e minaccia, dove il passato di Hunt è usato non per premiarlo, ma per ricordargli che è ancora in debito.
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