Monologo femminile - \"Assassinio sull'Orient Express\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Questo monologo, pronunciato da Caroline Hubbard in Assassinio sull’Orient Express (2017), rappresenta un momento chiave nel film, in cui il suo personaggio – interpretato da Michelle Pfeiffer – condivide un'informazione apparentemente decisiva per le indagini. La Hubbard, una donna energica e chiacchierona, si mostra qui vulnerabile e scossa, rivelando di aver avuto un incontro ravvicinato con l’assassino la notte dell’omicidio. Le sue parole servono a depistare e, allo stesso tempo, a rafforzare il mistero attorno al crimine.

Un uomo ha cercato di uccidermi

MINUTAGGIO: 51:33-52:40

RUOLO: Caroline Martha Hubbard
ATTRICE:
Michelle Pfeiffer
DOVE:
Netflix



ITALIANO


Ha dannatamente così, è tutto il giorno che sto cercando di dirglielo. L’assassino era nel mio scompartimento la scorsa notte. Pensavo che mi avrebbe uccisa, e lo avrebbe fatto, solo che ha accoltellato Ratchett invece. Mi sono svegliata al buio, e sapevo che c’era un uomo nella mia cabina. So come ci si sente ad avere un uomo in camera da letto. L’ho detto al capotreno, ma non mi ha voluto credere. Gli ho detto: “Controlli la porta di comunicazione tra la mia cabina e quella di Ratchett”, deve essere scappato da lì. Ne sono sicura. Non era più bloccata. L’avevo chiusa, dopo quello che mi aveva detto Ratchett. Aveva fatto delle avances fin troppo evidenti.

Assassinio sull'Orient Express

"Assassinio sull'Orient Express" (2017), diretto da Kenneth Branagh, è un adattamento del celebre romanzo di Agatha Christie. La storia segue il famoso detective belga Hercule Poirot (Branagh) che, dopo aver risolto un caso a Gerusalemme, si imbarca sull'Orient Express, un lussuoso treno che viaggia attraverso l'Europa. Durante il viaggio, un uomo d'affari americano, Samuel Ratchett (Johnny Depp), chiede la protezione di Poirot, temendo per la propria vita, ma il detective rifiuta. La mattina seguente, Ratchett viene trovato morto nella sua cabina, accoltellato più volte. Il treno, bloccato da una valanga, impedisce qualsiasi fuga, e Poirot si ritrova costretto a indagare tra i passeggeri, tutti apparentemente legati in qualche modo alla vittima.


Nel corso delle indagini emergono dettagli che collegano Ratchett a un vecchio caso di rapimento e omicidio: era in realtà Cassetti, il responsabile del rapimento della piccola Daisy Armstrong, un evento che aveva distrutto la sua famiglia e causato una catena di tragedie. Ogni passeggero a bordo ha un legame con la famiglia Armstrong, e tutti hanno cospirato per ucciderlo, ognuno infliggendogli una coltellata. Poirot, tormentato dal dilemma morale di giustificare o meno l'omicidio, presenta due versioni della soluzione: una che incolpa un assassino solitario sconosciuto e un'altra che rivela la verità. Alla fine, decide di lasciarli andare, permettendo loro di ottenere la loro vendetta.


Il film si chiude con Poirot che riceve una nuova missione: un caso di omicidio sul Nilo, anticipando il sequel Assassinio sul Nilo (2022).

Analisi Monologo

Il tono del monologo è carico di tensione e paura. Caroline descrive il suo stato d’animo con un’intensità crescente: inizia con una nota esasperata (“Ha dannatamente così, è tutto il giorno che sto cercando di dirglielo”), come se fosse frustrata dall’essere ignorata, poi ripercorre il suo incontro con l’assassino con un linguaggio diretto e sensoriale (“Mi sono svegliata al buio, e sapevo che c’era un uomo nella mia cabina”).


La frase So come ci si sente ad avere un uomo in camera da letto aggiunge un sottotesto forte, suggerendo un’esperienza passata dolorosa o comunque una consapevolezza profonda della vulnerabilità di una donna in certe situazioni.


Il riferimento alle avances di Ratchett suggerisce che l’uomo fosse un criminale, e una figura minacciosa per le donne. Questo dettaglio rinforza la sua immagine di vittima e aiuta a depistare Poirot, contribuendo alla narrazione di un colpevole esterno.

Conclusione

Il monologo di Caroline Hubbard è un perfetto esempio di dialogo che gioca su due livelli: da un lato, sembra fornire un indizio chiave sull’indagine; dall’altro, è una costruzione intenzionale, parte della cospirazione per eliminare Ratchett. La sua dichiarazione, pur sembrando sincera, è in realtà un modo per coprire la verità e proteggere il gruppo di vendicatori. Questo momento dimostra come il film utilizzi il linguaggio per ingannare lo spettatore, rendendo l’indagine di Poirot ancora più complessa.

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