Unisciti alla nostra Community Famiglia! Compila il "FORM" in basso, inserendo il tuo nome e la tua mail, ed entra nell'universo di Recitazione Cinematografica. Ti aspettiamo!
Articolo a cura di...
~ LA REDAZIONE DI RC
Questo monologo di Olivia da “Beauty in Black” richiede all'attrice di esplorare un complesso spettro emotivo. La scena ruota attorno a una confessione forzata che svela segreti inconfessabili e risveglia in Olivia una rabbia nascosta, portandola a minacciare apertamente chi mette in pericolo la sua famiglia. Qui, l'attrice deve calarsi nei panni di una donna in conflitto con il proprio passato e la propria morale, ma allo stesso tempo spinta a difendere con ogni mezzo ciò che le è più caro.
EPISODIO 4
MINUTAGGIO: 17:27-19:30
RUOLO: Olivia
ATTORE: Debbie Morgan
DOVE: Netflix
INGLESE
I didn't wanna have to do this. Take it. I know that you and Jules have been trafficking women and men since he worked at the airport. And I know that when you were on the bench, you let them all go. I know the operation moves millions of dollars for you and him from here to Florida. And I also know that those women disappeared and went to jail because they got out of line and... and nobody believed them. But I can have them moved, turn state evidence, and lock you and Jules up for life. Now, Norman, I left all of this behind for my mental health. I came in here to be a good God-fearing woman. But you... Oh God, you trying to make me be the b*tch I used to be. But as God is my witness, you go after even one of my sons, and I will destroy you.
ITALIANO
Aspetta. Non volevo essere costretta a farlo. Tieni. Ecco, io so che tu e Jules siete dei trafficanti di donne e uomini, da quando lui lavorava all'aeroporto. E so che quando eri in panchina hai prelevato quell'agente. E so... che questa operazione muove miioni di dollari. Per te e per lui. Da qui fino in Florida. E poi so anche che alcune di quelle donne sono scomparse o finite in galera. Perché sono uscite di senno, e non sono state credute. Però io posso aiutarle. Consegnare allo stato le prove. E far rinchiudere te e Jules per tutta la vita. Sai, Norman, mi ero lasciata tutto questo alle spalle per la mia salute mentale. Ero venuta qui per dimostrarti che sono una brava donna, timorata di Dio. Ma tu... o Signore, mi stai mettendo alla prova, tirando fuori la stronza che è in me. Ma che Dio mi sia testimone. Tu prova a toccare anche solo uno dei miei figli, e io... ti distruggerò.
"Beauty in Black" su Netflix è una serie che ci trasporta in due mondi pieni di contrasti, entrambi profondamente radicati nell’ambiente culturale di Atlanta. La serie ricorda per certi versi la cruda estetica come Empire o P-Valley, e intreccia il mondo dei saloni di bellezza e il sottobosco dei club di spogliarello.
Al centro della trama ci sono Kimmie (Taylor Polidore Williams) e Mallory (Crystle Stewart), due donne apparentemente agli antipodi ma unite da una fame di riscatto che le spinge a superare barriere sia sociali che personali. Kimmie, ballerina esotica al Magic City, rappresenta quella parte di Atlanta invisibile e spesso giudicata, dove le donne lavorano per mantenersi o fuggire da situazioni difficili. Kimmie è giovane, indurita dalle circostanze, e ha una fragilità che la rende il personaggio perfetto per esplorare il tema del giudizio e della vulnerabilità.
Mallory, invece, è una figura affermata e sicura di sé, un’imprenditrice che ha costruito un impero di successo nel settore della cura dei capelli. Il suo personaggio si muove nel mondo delle aziende di bellezza, dove apparire impeccabili e mantenere una reputazione è parte del lavoro. Ma sotto il suo carisma e la sua professionalità, c'è una donna consapevole della lotta necessaria per emergere, soprattutto in un mercato competitivo e dominato da forti pregiudizi.
La città, con le sue contraddizioni e la sua ricchezza culturale, amplifica l’autenticità di questo racconto, dove moda, musica e cultura urbana sono parte integrante delle vite dei protagonisti. “Beauty in Black” offre una prospettiva che va oltre la superficie, rivelando come i protagonisti facciano di tutto per sopravvivere e, al tempo stesso, affermarsi. Kimmie, scartata dalla propria famiglia, vede nel club un modo per esprimersi, ma anche una prigione dalla quale vuole fuggire. Mallory, invece, naviga con maestria nel mondo degli affari ma trova nell’amicizia con Kimmie una parte di sé che aveva sepolto nella corsa verso il successo. La loro relazione evolve con sfumature che esplorano la solidarietà femminile, i conflitti di classe e l’ambizione, senza mai presentare soluzioni facili.
Questo monologo di Olivia è intriso di tensione emotiva e rivendicazione personale. Olivia inizia con un’ammissione forzata: “Aspetta. Non volevo essere costretta a farlo.” Questo incipit introduce l'elemento del sacrificio: non sta parlando per voglia di vendetta o gloria personale, ma perché è stata spinta oltre il limite. Lei si espone, rivela la propria consapevolezza riguardo ai traffici di Jules e Norman, mostrando come sia disposta a mettere a rischio la propria sicurezza pur di smascherarli. È un atto che rivela quanto Olivia sia informata e consapevole, ma al tempo stesso è una dimostrazione di quanto tenga al bene delle vittime di questo traffico.
“Mi ero lasciata tutto questo alle spalle per la mia salute mentale.” Qui, Olivia rivela una fragilità passata, una parte della sua vita che aveva tentato di superare, quasi come se avesse costruito una nuova identità per proteggersi. Questo frammento ci dà una finestra sulla sua umanità e sulla difficoltà che ha vissuto, evidenziando un desiderio di pace, lontano dai conflitti che l’hanno segnata. Norman la costringe a rispolverare quella parte di sé che aveva messo a tacere, tirando fuori “la stronza che è in me”. La tensione tra chi è diventata e chi era in passato emerge, accentuando l’intensità delle sue parole.
Olivia si descrive come una donna “timorata di Dio”, un’immagine che potrebbe suggerire moralità e integrità. Questa frase è un’arma retorica: mette a confronto la sua bontà con la corruzione di Norman e Jules. La sua minaccia non è per il gusto di vendetta, ma nasce dal desiderio di proteggere le vittime e, soprattutto, i suoi figli. La minaccia finale: “tu prova a toccare anche solo uno dei miei figli, e io… ti distruggerò” è l'apice del monologo. È una dichiarazione di forza assoluta, mossa dall’istinto materno, il tipo di sentimento che Olivia non avrebbe mai voluto esprimere con tale intensità, ma che diventa inevitabile di fronte alla minaccia ai suoi affetti.
Il monologo è impregnato di conflitto interiore: Olivia è una donna che ha lottato per la sua sanità mentale, ha cercato di rifarsi una vita, ma viene richiamata da un’ingiustizia così forte da non poter più ignorare.
Nel momento in cui promette di consegnare le prove allo Stato, si riscopre nuovamente combattiva, pronta a sacrificare la propria tranquillità per una causa più grande. La determinazione di Olivia emerge con una forza emotiva palpabile, creando un climax che culmina con la promessa di “distruggerlo” se dovesse mai mettere a rischio la sua famiglia.
Olivia non è un’eroina lineare; la sua moralità è complessa e stratificata. Nonostante si dichiari timorata di Dio, ammette anche di avere un lato oscuro che può riaffiorare quando le viene toccato ciò che ha di più caro. Questo dettaglio non solo arricchisce il personaggio, ma lo rende profondamente umano. In lei vediamo la persona che lotta tra l’idealismo e il pragmatismo, che vuole essere buona ma che non esita a usare le proprie armi per difendere i suoi affetti.
1. Inizio: Riluttanza e Peso della Confessione
Olivia apre con “Aspetta. Non volevo essere costretta a farlo.” È essenziale che l’attrice trasmetta la sensazione di trovarsi all’ultimo stadio della pazienza, come se stesse compiendo un passo doloroso e inaspettato. Suggerirei una pausa profonda prima di questa frase, uno sguardo teso o un respiro pesante, per far comprendere allo spettatore che sta facendo qualcosa di difficile e carico di conseguenze. Non dovrebbe essere una semplice ammissione, ma quasi un sussurro che tradisce la riluttanza a parlare.
2. Esposizione delle Informazioni: Consapevolezza e Precisione
Nel momento in cui Olivia dichiara di sapere tutto sui traffici di Jules e Norman, l’attrice dovrebbe parlare con un tono preciso, quasi didascalico. Deve comunicare non solo sicurezza ma anche una sorta di sfida, come se stesse mettendo alla prova Norman per vedere come reagirà. Questo passaggio richiede uno sguardo fisso, immobile, quasi come se stesse cercando di scrutare l’anima di chi ha davanti. Potrebbe anche considerare di mantenere un ritmo leggermente più lento, sottolineando con brevi pause dettagli cruciali come “traffico di donne e uomini,” “prelevato quell’agente,” “milioni di dollari.” Ogni dettaglio va scandito per trasmettere piena padronanza dei fatti.
3. Il Conflitto Interiore: Vulnerabilità e Rammarico
Quando Olivia dice “mi ero lasciata tutto questo alle spalle per la mia salute mentale,” è il momento in cui la maschera di sicurezza si incrina. Qui, l’attrice può abbassare leggermente lo sguardo, far tremare un po' la voce o lasciare trasparire un'espressione di rammarico. Questo è il momento in cui mostra la fatica di essere tornata a confrontarsi con un passato che aveva cercato di dimenticare. È una confessione per sé stessa, oltre che per Norman. Un tono più morbido e un linguaggio del corpo meno rigido aiuterebbero a trasmettere questa fragilità nascosta.
4. Risveglio della Determinazione: La Rabbia Crescente
L’attrice deve costruire una progressione nella sua espressività mentre Olivia dice “mi stai mettendo alla prova, tirando fuori la stronza che è in me.” È un crescendo in cui emerge il lato più deciso e aggressivo del personaggio. Olivia riconosce che Norman ha fatto risorgere in lei una parte che voleva reprimere, e questa rabbia dovrebbe crescere, per esempio, aumentando il volume della voce o intensificando lo sguardo. Qui la postura può irrigidirsi, le mani serrarsi, il tono diventare sempre più fermo. È un momento di trasformazione in cui Olivia passa dalla riluttanza alla determinazione.
5. La Minaccia Finale: Protezione e Risolutezza
L'ultima battuta è il momento culminante. “Tu prova a toccare anche solo uno dei miei figli, e io… ti distruggerò.” Questa frase deve essere pronunciata con un tono quasi glaciale. Suggerirei di rallentare molto le parole, per dare il massimo peso a ciascuna. L’attrice potrebbe puntare un dito verso Norman, oppure semplicemente mantenerlo immobile, perché in quel momento Olivia è al massimo della sua fermezza. È fondamentale che questa minaccia risulti credibile, non come una frase urlata ma come una promessa che Olivia è assolutamente pronta a mantenere. Gli occhi dovrebbero esprimere una determinazione indiscutibile, come se stesse guardando oltre la minaccia immediata, già sicura di essere in grado di vincere.
6. Ritmo e Respiro
Il monologo alterna momenti di tensione e calma apparente. È importante che l’attrice gestisca il respiro per mantenere il controllo nei momenti più intensi e sottolineare l’intimità dei momenti più sommessi. Potrebbe considerare di introdurre pause strategiche nei punti chiave, come dopo “scomparse o finite in galera” e prima della minaccia finale. Questi silenzi possono aggiungere peso alle parole e far percepire allo spettatore la profondità di ogni pensiero di Olivia.
7. Sguardo e Connessione
L’attrice dovrebbe sfruttare molto lo sguardo, magari iniziando con uno sguardo sfuggente, come se non volesse affrontare direttamente Norman, per poi fissarlo con sempre più intensità man mano che la determinazione cresce. Il gioco di sguardi può rendere il monologo più intimo e carico di tensione, accentuando il cambiamento emotivo di Olivia.
Per incarnare Jules bisogna padroneggiare la tensione tra calma apparente e sottile pericolosità. Attraverso pause misurate, sguardi penetranti e un tono pacato ma autoritario, l’attore può restituire un personaggio che non ha bisogno di alzare la voce per terrorizzare chi lo ascolta. Interpretarlo significa esplorare la psicologia di un uomo che controlla ogni situazione e ogni persona intorno a sé, rendendo tangibile il lato più oscuro del potere.
Le Migliori Classifiche
di Recitazione Cinematografica
Entra nella nostra Community Famiglia!
Recitazione Cinematografica: Scrivi la Tua Storia, Vivi il Tuo Sogno
Scopri 'Recitazione Cinematografica', il tuo rifugio nel mondo del cinema. Una Community gratuita su WhatsApp di Attori e Maestranze del mondo cinematografico. Un blog di Recitazione Cinematografica, dove attori emergenti e affermati si incontrano, si ispirano e crescono insieme.
Monologhi Cinematografici, Dialoghi, Classifiche, Interviste ad Attori, Registi e Professionisti del mondo del Cinema. I Diari Emotivi degli Attori. I Vostri Self Tape.