Monologo Femminile - Cate Blanchett in \"Blue Jasmine\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Il monologo di Jasmine in "Blue Jasmine" di Woody Allen è un momento che rivela la complessità e la fragilità del personaggio interpretato da Cate Blanchett. Attraverso questo discorso, Jasmine tenta di giustificare le sue scelte passate, confrontandosi con la sua discesa nell'instabilità mentale e nella povertà. Il monologo diventa un confessionale che esplora i temi dell'illusione, della negazione e della lotta interna contro il crollo di un'esistenza lussuosa e privilegiata.

RICOMINCIARE

MINUTAGGIO: -
RUOLO: Jeanette Francis

ATTRICE: Cate Blanchett
DOVE: Amazon Prime Video


INGLESE


That's right, boys, they picked me up on the street talking to myself and gave me something called Edison's Medicine. Why Edison? Because they use electricity to get you thinking straight. See, everything unraveled so quickly. You know, I started experiencing anxiety and claustrophobia and this acute fear of death. You know, I had nightmares and a nervous breakdown. I mean, you must have heard of Prozac and lithium. Well, all those drugs just made me worse! Of course, you know, I probably did suspect that not everything Hal did was always 100-percent aboveboard. Christ, I mean, you'd have to be an idiot not to think his phenomenal success was too good to be true. But a cheat is a cheat! And when he had other women, I just - flipped out. You know, and one thing led to another and... But that's all history, boys. I met someone. I'm a new person.



ITALIANO


Mah io… ho sempre voluto fare qualcosa nella vita. Avevo tanta energia.

Non era solo shopping e cene e parrucchiere. Gestivo fondi per la gente povera. E raccoglievo soldi per musei e scuole. Perché la ricchezza comporta responsabilità. Io non ero una vuota consumatrice con le mie così dette amiche. Anche se non mi dispiace comprare bei vestiti. Date mega mance. Mega mance per aver un buon servizio. La gente adora le mance.

E un giorno… quando sarete molto ricchi… ricordatevi di essere generosi.

Eh… è un certo limite di traumi che una persona può sopportare, prima di mettersi a urlare per la strada... vero ragazzi. Mi hanno trovato per la strada che parlavo da sola. E mi hanno dato la medicina di Edison chiamata di Edison perché usano l'elettricità per farti tornare in te. E' precipitato tutto rapidamente. E a un tratto io ho avuto attacchi di ansia, claustrofobia e un'acuta paura della morte. Avevo degli incubi, un esaurimento nervoso.

Avrete sentito parlare di prozec e di litio. Tutta quella roba mi ha fatto stare peggio. Naturalmente… No, io probabilmente sospettavo che tutto quello che Al faceva fosse apposto al 100%. Uno doveva essere idiota per non capire che tutto quel fenomenale successo era troppo bello per essere vero.

Ma un traditore è un traditore. E quando lui ha avuto altre donne io ho fuso e una cosa tira l'altra e… E' una storia antica ormai. Ho trovato uno. E sono una persona nuova.

BLUE JASMINE

"Blue Jasmine" è un film del 2013 scritto e diretto da Woody Allen. Il film è un dramma psicologico che esplora la caduta di una donna dell'alta società e la sua lotta per affrontare la realtà dopo aver perso tutto. La protagonista, Jasmine Francis (Cate Blanchett), è una donna di New York che ha vissuto un'esistenza lussuosa grazie al matrimonio con un ricco uomo d'affari, Hal Francis (Alec Baldwin). La sua vita inizia a sgretolarsi quando si scopre che Hal è coinvolto in truffe finanziarie simili a uno schema Ponzi. Dopo l'arresto e il suicidio del marito, Jasmine perde tutta la sua ricchezza e si ritrova a dover ricominciare da zero.


Senza più risorse né un tetto, Jasmine si trasferisce a San Francisco per vivere con sua sorella adottiva, Ginger (Sally Hawkins). Le due donne non potrebbero essere più diverse: Ginger è una persona semplice e pratica, mentre Jasmine si aggrappa disperatamente alle sue illusioni di grandezza.


Nel corso del film, Jasmine lotta per adattarsi alla sua nuova realtà. La sua salute mentale si deteriora visibilmente, mentre cerca di mantenere un'immagine di sé grandiosa, nascondendo i propri problemi finanziari e il crollo emotivo. Intrecciata nella narrazione presente, ci sono una serie di flashback che rivelano il passato di Jasmine e la sua relazione con Hal, mostrando come lei ignorasse intenzionalmente i suoi affari loschi pur di mantenere il proprio stile di vita sontuoso.


Durante il soggiorno a San Francisco, Jasmine tenta di ricostruire la sua vita, cercando di intraprendere una carriera come arredatrice d'interni e frequentando un uomo di successo, Dwight (Peter Sarsgaard), a cui nasconde i suoi trascorsi. Le bugie e il suo fragile stato mentale finiscono per rovinarle ogni opportunità di riscatto.

ANALISI MONOLOGO

Jasmine inizia il monologo con un tentativo di giustificare la sua vita passata, cercando di convincere se stessa e gli altri di aver sempre voluto fare qualcosa di utile, di non essere stata una "vuota consumatrice" come le sue amiche. Questo è emblematico del suo stato di negazione, dove cerca di preservare un'immagine di sé come persona attiva e benefattrice, nonostante la sua esistenza sia stata in gran parte incentrata sul lusso e il consumo. Questa auto-assoluzione è il risultato della sua incapacità di accettare le sue scelte passate, riflettendo la sua lotta costante con la realtà. Il discorso si intensifica quando Jasmine ammette di essere stata trovata per strada a parlare da sola, segno del suo esaurimento nervoso. Il richiamo alla "medicina di Edison", che fa riferimento all'elettroshock, rappresenta simbolicamente il suo tentativo disperato di rimettere insieme i pezzi della sua vita attraverso trattamenti estremi. Questa parte del monologo evidenzia la gravità della sua discesa nella malattia mentale, un crollo che si è manifestato con ansia, claustrofobia e un’"acuta paura della morte".


Jasmine elenca anche i farmaci che ha preso (Prozac, litio), che però non l'hanno aiutata, indicando la sua disillusione verso il sistema medico e verso i tentativi di trovare una cura per il suo malessere. Questo punto del monologo è un'analisi dell'inadeguatezza della società nell'affrontare problemi psicologici profondi come quelli di Jasmine, che sono radicati nella sua incapacità di affrontare il crollo della sua vita perfetta.


Nella parte centrale del monologo, Jasmine riconosce in modo fugace la verità: "Uno doveva essere idiota per non capire che tutto quel fenomenale successo era troppo bello per essere vero." Questo è uno dei pochi momenti in cui Jasmine ammette, anche se in modo vago, di aver sempre saputo che il successo finanziario del marito era basato su frodi. Tuttavia, cerca subito di spostare la colpa su Hal, descrivendolo come un traditore, specialmente per le sue infedeltà, usandole come giustificazione per la sua caduta.


Jasmine riflette su quanto sia fragile la mente umana: "C'è un certo limite di traumi che una persona può sopportare, prima di mettersi a urlare per la strada." Qui Jasmine esprime la sua impotenza di fronte ai traumi che ha subito, ammettendo che, nonostante tutti i suoi tentativi di mantenere il controllo, alla fine ha ceduto. È un momento di vulnerabilità che rivela quanto la sua facciata di forza e ricchezza fosse solo un’illusione, frantumata dalla realtà. Il monologo si conclude con un senso di fuga: "Ho trovato uno. E sono una persona nuova." Questa frase finale rappresenta un altro tentativo di Jasmine di ricostruirsi, attraverso una relazione che le dia un senso di identità e di sicurezza. Dato il contesto del film e il suo comportamento nel corso della storia, sembra più una bugia che si racconta per nascondere il fatto che non ha davvero risolto i suoi problemi. La reinvenzione di sé attraverso un’altra relazione è un'altra forma di dipendenza, un tema centrale nella vita di Jasmine.

CONCLUSIONE

Il monologo di Jasmine rappresenta una cruda riflessione sulla condizione umana di fronte al crollo psicologico e sociale. Jasmine, intrappolata nel ciclo di autoinganno e negazione, cerca disperatamente di reinventarsi attraverso relazioni e narrazioni consolatorie, ma resta incapace di affrontare veramente la realtà.

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