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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Grace è un momento chiave all'interno del film La verità di Grace, perché ci permette di entrare nella sua interiorità e comprendere il conflitto emotivo che sta vivendo. Questo passaggio non è solo una riflessione sulle sue emozioni, ma rappresenta il punto in cui il personaggio rivela la propria vulnerabilità più profonda. Grace è una donna che ha vissuto il dolore del tradimento e della solitudine, e ora si trova di fronte a un’inaspettata possibilità di amore e attenzione.
MINUTAGGIO: 37:00-38:31
RUOLO: Grace
ATTRICE: Crystal R. Fox
DOVE: Netflix
INGLESE
I didn't even realize how long it had been since I had been touched, since I had a man reach for my hand. I felt something in me that I hadn't felt in years. I tried to identify the feeling, the emotions, but I couldn't bring it into focus because it was warmed over in fear. I was so terrified. The alarms going off in my head, telling myself that I was too old for this shit. In my head, I'm hearing that he's leading me on, that he wanted something. So I kept repeating to myself what he said. "Why not you?" Why not me? Maybe God had answered a seven-year-old prayer that I had prayed since my divorce. Maybe this was him. Somehow, he knew me almost better than I did myself. Ooh, he was in my head and well on his way to my heart, and I hadn't even known this man for two days. I know I'm a fool.
ITALIANO
Non mi ero resa conto quanto tempo era passato da quando qualcuno mi aveva toccata, da quando un uomo mi aveva preso la mano. Sentivo delle cose in me che non avevo più sentito da anni. Ho provato a capire cosa fossero, quali emozioni fossero, ma non riuscivo a renderle chiare, a focalizzare, perché erano completamente sovrastate dalla paura. Ero terrorizzata. Gli allarmi che mi scattavano in testa mi dicevano che ero troppo vecchia per questa roba; nella mia mente sentivo che lui non era sincero, che voleva qualcosa, così non facevo altro che ripetermi quello che mi aveva detto: “”Perché non tu, perché non io?” Forse Dio aveva risposto a sette anni di preghiera da quando avevo divorziato. Forse la risposta era lui. Non so come, mi conosceva quasi meglio di me. Ah, mi era entrato in testa, anche nel cuore, e quest’uomo lo conoscevo appena da due giorni. Lo lo che sono stupida.
La verità di Grace (A Fall from Grace) è un thriller drammatico del 2020 scritto, diretto e prodotto da Tyler Perry. La protagonista, Grace Waters (Crystal Fox), è una donna di mezza età che, dopo il tradimento del marito, cerca di ricostruire la propria vita. Incoraggiata dalla sua migliore amica Sarah (Phylicia Rashad), si lascia coinvolgere in una relazione con Shannon (Mehcad Brooks), un uomo più giovane, affascinante e apparentemente premuroso. L’idillio iniziale, però, si trasforma presto in un incubo.
Shannon si rivela manipolatore, violento e intenzionato a prosciugare i risparmi di Grace. Quando la situazione diventa insostenibile, Grace viene accusata di aver ucciso Shannon e si ritrova in carcere con una confessione già firmata. A difenderla è Jasmine Bryant (Bresha Webb), un’avvocatessa inesperta ma determinata, che inizialmente sembra rassegnata a concludere il caso con un rapido patteggiamento.
Scavando più a fondo, Jasmine inizia a sospettare che dietro la vicenda si nasconda qualcosa di molto più complesso. Man mano che il processo si sviluppa, emergono dettagli inquietanti sul passato di Shannon e su un più ampio schema di truffe e inganni, che coinvolge anche altre persone. La ricerca della verità porta Jasmine a scoprire una realtà ancora più oscura, con una rivelazione che ribalta completamente le carte in tavola.
Grace inizia il monologo sottolineando un aspetto fondamentale: la mancanza di contatto umano. Il tocco di un’altra persona diventa il simbolo di un bisogno profondo, che non è solo fisico, ma anche emotivo e psicologico. Il fatto che non si renda conto da quanto tempo nessuno la abbia più sfiorata evidenzia la sua solitudine e il suo desiderio di sentirsi nuovamente viva. Quando incontra Shannon, il semplice gesto di prenderle la mano risveglia in lei emozioni dimenticate, ma queste sono immediatamente contrastate da un senso di paura. La dicotomia tra desiderio e timore è il cuore del monologo. Da un lato, Grace vorrebbe lasciarsi andare, credere che questa sia la risposta alle sue preghiere. Dall’altro, una voce interiore le suggerisce che qualcosa non quadra. Gli “allarmi” che scattano nella sua testa rappresentano la sua intuizione, il suo istinto di sopravvivenza, ma sono soffocati dalla speranza che finalmente qualcosa di bello stia accadendo nella sua vita.
Un altro elemento importante è la frase che Shannon le ripete: "Perché non tu, perché non io?" Questa domanda è allo stesso tempo rassicurante e insidiosa. Rassicurante perché sembra voler dire che anche lei merita amore, ma insidiosa perché suona come una manipolazione emotiva, qualcosa che lui usa per abbattere le sue difese. Il fatto che Grace si aggrappi a questa frase rivela quanto sia disperata nel voler credere a questa relazione. L'ultima parte del monologo è forse la più significativa. Grace riconosce che Shannon è entrato dentro di lei non solo nella mente, ma anche nel cuore, e questo in appena due giorni. Qui emerge il senso di smarrimento e la consapevolezza tardiva di essere caduta troppo in fretta in un’illusione. Quando dice "Lo so che sono stupida" ma sta dando voce a un senso di colpa che molte vittime di manipolazione provano: la convinzione di essere responsabili della propria sofferenza.
Il monologo di Grace è un momento di grande introspezione, in cui emerge la fragilità di una donna che ha sofferto e che desidera disperatamente un nuovo inizio. La sua lotta interiore tra il bisogno di amore e il timore di essere ingannata è il fulcro del suo dramma, e rappresenta uno dei temi centrali del film: la facilità con cui una persona può cadere vittima della manipolazione quando è in cerca di affetto e comprensione.
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