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~ LA REDAZIONE DI RC
Questo monologo di Harriet arriva in un momento cruciale del film. Harriet Tubman non è più solo una guida dell’Underground Railroad: ora è una stratega militare, pronta a condurre una missione per liberare centinaia di schiavi e colpire direttamente il sistema economico che sostiene la Confederazione. Il suo discorso è un’esortazione alla lotta, un appello diretto a chi, come lei, ha vissuto la schiavitù e ora ha la possibilità di combatterla con le armi.
MINUTAGGIO: 1:54:32-1:54:37
RUOLO: Harriet
ATTRICE: Cynthia Erivo
DOVE: Netflix
INGLESE
Suppose there's a snake coiled at your feet, and it shoots up to bite you. Folks get scared and send for a doctor to cut out the bite. But the snake, he roll up there. And while the doctor cutting, he bites you again, in a new place this time. Finally you realize the snake ain't gonna stop till someone kills it. Slavery is still alive. Those rice fields downriver are feeding rebel troops with the toil of a thousand slaves still in bondage. Our mission is to free those slaves. We've waited years to be allowed to fight in this war against our own enslavement, and it will not be won without us. Now is our time. You ready to kill the snake?
ITALIANO
Immaginate un serpente attorcigliato ai vostri piedi, che scatta per mordervi. La gente corre a chiamare un dottore per tagliare via la carne morsa, ma il serpente è ancora lì, mentre il dottore taglia morde di nuovo, in un altro punto, stavolta. Quel serpente non si fermerà finché qualcuno non lo ucciderà. La schiavitù è ancora viva. Le risaie a valle del fiume sfamano le truppe ribelli grazie alla fatica di un migliaio di schiavi ancora in catene. La nostra missione è liberare queglis chiavi. Abbiamo aspettato anni per combattere la nostra prigionia, e non si potrà vincere senza di noi. E’ il nostro momento. Pronti a uccidere il serpente?
"Harriet" (2019), diretto da Kasi Lemmons, racconta la storia vera di Harriet Tubman, un’icona della lotta contro la schiavitù negli Stati Uniti. Il film segue il suo percorso da schiava in fuga a leader dell’Underground Railroad, una rete segreta che aiutava gli schiavi a raggiungere la libertà negli stati del Nord. Nel 1849, Araminta "Minty" Ross (interpretata da Cynthia Erivo) è una giovane schiava in una piantagione nel Maryland. Quando il suo padrone rifiuta di concederle la libertà promessa e minaccia di venderla, Minty decide di scappare. Affronta un viaggio solitario e pericoloso verso la Pennsylvania, dove la schiavitù è abolita. Qui cambia il suo nome in Harriet Tubman e inizia una nuova vita da donna libera.
Nonostante il pericolo, Harriet sente di non poter abbandonare la sua famiglia e decide di tornare nel Maryland per liberarli. Inizia così la sua attività come guida dell’Underground Railroad, sfruttando la sua conoscenza del territorio e la sua abilità nel muoversi senza essere scoperta. Conduce diverse missioni, riuscendo a liberare numerosi schiavi, diventando una delle figure più ricercate del Sud. La sua fama cresce e, con l’inizio della Guerra Civile, si unisce all’Unione come spia e stratega militare, contribuendo a operazioni che liberano centinaia di schiavi. Il film mostra il suo coraggio e la sua incrollabile determinazione nel combattere per la libertà, trasformandola in una delle figure più influenti della storia americana.
La metafora del serpente è il cuore del monologo. Harriet dipinge la schiavitù non come un’istituzione astratta, ma come un nemico concreto, vivo, letale. Il serpente è una creatura subdola, che si muove nell’ombra, colpisce senza preavviso e non si ferma finché non viene ucciso. La scelta di questa immagine è efficace per due motivi:
Evoca un pericolo costante – La schiavitù non è qualcosa di remoto o superato, ma una minaccia che continua a infliggere sofferenza. Anche se qualcuno cerca di curarne le ferite (il dottore che taglia via la carne infetta), il problema rimane perché il serpente è ancora vivo. Questa parte è una critica diretta a chi pensa che piccoli passi, compromessi o azioni parziali possano risolvere il problema. La libertà non si ottiene con mezze misure.
Trasforma la missione in una battaglia personale – Quando Harriet dice che la loro missione è liberare gli schiavi nelle risaie, il discorso passa dal simbolico al concreto. Non si sta parlando di un’idea astratta di libertà, ma di persone reali, ancora in catene, che possono essere salvate solo se qualcuno trova il coraggio di combattere.
La frase "Abbiamo aspettato anni per combattere la nostra prigionia, e non si potrà vincere senza di noi" è un punto chiave. Harriet sta ribaltando la narrazione comune della Guerra Civile: la libertà degli schiavi non deve essere vista come un dono dell’Unione, ma come qualcosa che gli ex-schiavi stessi devono conquistare con le loro mani. Qui emerge la sua visione di autodeterminazione: nessuno può liberare uno schiavo se non lui stesso.
Il crescendo emotivo culmina con la domanda finale: “Pronti a uccidere il serpente?” Non è una domanda retorica. È una sfida, un invito all’azione che non lascia spazio a esitazioni. Il tono cambia da evocativo a diretto: il momento delle parole è finito, ora è tempo di agire.
Se nel primo monologo Harriet cercava di svegliare le coscienze di chi non conosceva la schiavitù, qui si rivolge a chi l’ha vissuta sulla propria pelle e sta cercando un modo per distruggerla. Il discorso non è più una supplica o una denuncia, ma un grido di guerra.
La metafora del serpente rende il discorso immediato e incisivo, trasformando la lotta contro la schiavitù in qualcosa di tangibile e inevitabile. Cynthia Erivo, con la sua interpretazione, carica ogni parola di determinazione e urgenza, rendendo questo momento uno dei più intensi del film.
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