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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo da L’età dell’innocenza, è un esempio della narrazione che caratterizza il film di Martin Scorsese. Questo specifico passaggio, che ricorda più una prosa letteraria che un monologo tradizionale, è tratto direttamente dal romanzo di Edith Wharton.
MINUTAGGIO: 7:20-14:37
RUOLO: Narratrice
ATTRICE: Joanne Woodward
DOVE: Netflix
INGLESE
It invariably happened, as everything happened in those days, in the same way. Asusual, Mrs. Julius Beaufort appeared just before the Jewel Song and, again as usual,rose at the end of the third act and disappeared. New York then knew that, half-hour later, her annual opera ball would begin. Carriages waited at the curb for the entire performance. It was widely known in NewYork, but never acknowledged, that Americans want to get away from amusement evenmore quickly than they want to get to it. The Beauforts' house was one of the few in New York that possessed a ballroom. Sucha room, shuttered in darkness three hundred and sixty-four days of the year, was felt to compensate for whatever was regrettable in the Beaufort past. ReginaBeaufort came from an old South Carolina family, but her husband Julius, who passed for an Englishman, was known to have dissipated habits, a bitter tongue and mysterious antecedents. His marriage assured him a social position, but not necessarily respect. The house had been boldly planned. Instead of squeezing through a narrow passage to get to the ballroom one marched solemnly down a vista of enfiladed drawing roomsseeing from afar the many-candled lusters reflected in the polished parquetry andbeyond that the depths of a conservatory where camellias and tree ferns arched theircostly foliage over seats of black and gold bamboo. But only by actually passingthrough the crimson drawing room could one see "Return of Spring," themuch-discussed nude by Bougeureau, which Beaufort had had the audacity to hang inplain sight. Archer had not gone back to his club after the Opera, as young menusually did, but had walked for some distance up Fifth Avenue before turning back inthe direction of the Beauforts'. He was definitely afraid that the family might begoing too far and would bring the Countess Olenska. He was more than everdetermined to "see the thing through," but he felt less chivalrously inclined todefend the Countess after their brief talk at the opera. On the whole, Lawrence Lefferts was the foremost authority on "form" in New York. On the question of pumps versus patent- leather Oxfords, his authority had never beendisputed. Old Mr. Sillerton Jackson was as great an authority on "family" as Lawrence Leffertswas on "form. "In addition to a forest of family trees, he carried a register ofthe scandals and mysteries that had smouldered under the unruffled surface ofsociety for the past fifty years. Julius Beaufort had speedily made a name for himself in the world of affairs. Hissecret, all were agreed, was the way he carried things off. His social obligations and the rumors that perpetually swirled around him, all were borne easily before him.
ITALIANO
La scena si ripeteva ogni volta identica, come tutto del resto, a quel tempo. Come di consueto, la signora Beaufort compariva, non accompagnata dal marito, poco prima dell’area dei gioielli, e sempre, come di consueto, si alzava alla fine del terzo atto scompariva. Tutta New York allora sapeva che mezz’ora più tardi avrebbe avuto inizio il ballo annuale del Beaufort. Le carrozze aspettavano fuori dal teatro, per tutto lo spettacolo. Era un fatto ampiamente risaputo a New York, anche se nessuno lo ha mai ammesso, che gli Americani hanno una gran fretta di andare a divertirsi, ma ne hanno ancora più di scappare via. La casa dei Beaufort era una delle poche, a New York, ad avere una sala da ballo. Quella sala, che restava chiusa per 364 giorni all’anno sembrava dover compensare qualunque cosa ci fosse di spiacevole nel apssato dei Beaufort. Regina Beaufort proveniva da un’antica famiglia della Carolina del Sud; ma il marito, Julios, era modo per i suoi costumi dissoluti, la sua lingua tagliente, e le sue origini misteriose. Il matrimonio gli assicurava una posizione sociale, ma non necessariamente il rispetto. Newland Archer non si era fermato al circolo, come facevano di solito i giovanotti, ma era venuto direttamente dai Beaufort. Voleva che l’annuncio del suo fidanzamento allontanasse i pettegolezzi dalla contessa. E mostrasse il suo più fervente sostegno a May e a tutta la sua famiglia. La casa dei Beaufort era stata concepita in modo audace. Invece di affollarsi lungo un corridoio per arrivare alla sala da ballo, gli ospiti sfilavano solennemente attraverso una teoria di salotti. Ma solo passando per il salotto cremisi si poteva vedere il ritorno della primavera. Il nudo tanto discusso di Bougherow, che Beaufort aveva avuto l’ardire di appendere in bella vista. Ad Archer piacevano queste sfide alle convenzioni. Metteva in discussione il conformismo in privato, ma in pubblico sosteneva la famiglia e la tradizione. Quello era un mondo dall’equilibrio così precario che ad infrangerne l’armonia sarebbe bastato un sussurro. In generale, Archer, era divertito dalla serena ipocrisia dei suoi pari. Forse addirittura li invidiava. Lawrence Efford ad esempio era a New York la più ragguardevole autorità in fatto di stile, e il suo giudizio positivo sulle scarpe di vernice scollate contro quelle con i lacci era inappellabile. In materia di amori clandistini poi… la sua esperienza era fuori discussione. Il signor Sillerton Jackson godeva per le questioni genealogiche dello stesso prestigio che Larce Lefforts aveva per lo stile. La crudele e malinconica storia del matrimonio europeo della contessa Onleska era un tesoro sepolto che egli non vedeva l’ora di vedere alla luce. Possedeva un catalogo degli scandali e dei misteri che negli ultimi cinquant’anni si erano consumati, sotto la cenere dell’imperturbabile società newyorkese. Ora, il segreto di julius Beaufort consisteva nel modo brillante in cui navigava nel mondo. Poteva arrivare al suo stesso ricevimento con l’aria un pò assente di un invitante qualunque, e andarsene prima, verso un più modesto ma confortante recapito dei sobborghi, verso la trentesima est. Beaufort era intraprendente negli affari, ma nelle questioni personali era addirittura spregiudicato. La fidanzata di Archer era innocente e ignara di questi intrighi e di molte altre cose. May Welland rappresentava per lui tutto ciò che di meglio vi era nel loro mondo. Tutto ciò che egli stimava. E ella lo univa saldamente ad esso.
L'età dell'innocenza (The Age of Innocence, 1993) è un film diretto da Martin Scorsese, basato sull’omonimo romanzo di Edith Wharton, vincitore del Premio Pulitzer nel 1921. La storia è ambientata nella New York aristocratica degli anni 1870, un’epoca di regole sociali rigide e di conformismo esasperato. Al centro della vicenda troviamo un triangolo amoroso avvolto in una rete di doveri, apparenze e desideri repressi. Il protagonista è Newland Archer (interpretato da Daniel Day-Lewis), un avvocato appartenente all'élite di New York. Newland è fidanzato con May Welland (Winona Ryder), una giovane donna dolce e bella, ma anche simbolo della purezza e del conformismo sociale. La loro unione sembra rappresentare l'ideale della rispettabilità per entrambe le famiglie, e la loro vita appare destinata a seguire un percorso prestabilito, senza scossoni o sorprese.
L’equilibrio viene spezzato dall’arrivo della contessa Ellen Olenska (Michelle Pfeiffer), cugina di May, che torna a New York dopo aver lasciato il marito, un nobile europeo, a causa di un matrimonio infelice e soffocante. Ellen, con il suo fascino sofisticato e il suo spirito libero, si distingue nettamente dagli standard sociali dell’epoca. È una figura complessa: emancipata, ma vulnerabile; desiderosa di libertà, ma consapevole delle conseguenze sociali delle sue scelte.
Newland viene incaricato di aiutare Ellen a gestire il suo complicato divorzio, e in questo processo i due sviluppano un’attrazione reciproca. La loro relazione, tuttavia, è minacciata dall’etichetta sociale e dai doveri che legano Newland a May. Questo conflitto diventa il cuore pulsante del film: da una parte c’è il desiderio di seguire una passione autentica, rappresentata da Ellen; dall’altra, il peso delle aspettative sociali e il senso del dovere verso la promessa fatta a May.
Il monologo inizia con la descrizione di un evento ricorrente: la comparsa della signora Beaufort al teatro, un rituale quasi coreografato che sottolinea l'importanza dell'apparenza in questa società. L'abitudine e la ripetitività sono simboli del conformismo e del bisogno di mantenere una facciata perfetta, un tema centrale nella storia.
La frase “gli Americani hanno una gran fretta di andare a divertirsi, ma ne hanno ancora più di scappare via” è particolarmente incisiva: dietro la patina di divertimento e sfarzo si nasconde una superficialità diffusa, un desiderio di evadere da ogni impegno o peso morale. La descrizione della casa dei Beaufort, con la sua sala da ballo aperta solo un giorno all’anno, è carica di simbolismo. Rappresenta un’opulenza esibita che sembra voler compensare i segreti e le macchie nel passato dei Beaufort. Questa stessa contraddizione si riflette nei personaggi, come Julius Beaufort, descritto come audace e spregiudicato, ma privo del rispetto della società, che lo tollera solo per via della posizione acquisita grazie al matrimonio con Regina Beaufort. La sala da ballo diventa quindi una metafora della dualità di questa società: esteriormente perfetta, internamente fragile e compromessa.
Newland Archer è descritto come un uomo diviso. La sua attrazione per sfidare le convenzioni private si scontra con il suo sostegno pubblico alle tradizioni. Questa dualità è centrale per il suo personaggio, perché rappresenta il conflitto tra il desiderio di libertà (simbolizzato dalla contessa Olenska) e il suo dovere verso le convenzioni (rappresentato da May Welland). La frase “era un mondo dall’equilibrio così precario che ad infrangerne l’armonia sarebbe bastato un sussurro” mette in luce quanto sia opprimente il peso del giudizio sociale, e quanto sia rischioso per Archer sfidarlo apertamente.
I personaggi secondari, come Sillerton Jackson e Lawrence Lefferts, sono esempi della società che osserva e giudica tutto ciò che accade. Le loro ossessioni – genealogie, stile, scandali – mettono in evidenza il vuoto morale e l’ipocrisia di questa élite. Lefferts è l’autorità indiscussa sullo stile, ma è implicito che la sua competenza sugli "amori clandestini" indichi una vita privata tutt’altro che irreprensibile. Questi personaggi fungono da coro greco della vicenda, commentando gli eventi e riflettendo le convenzioni dell’epoca, ma con una vena di cinismo che li rende profondamente ironici. La descrizione di May Welland come "innocente e ignara di questi intrighi e di molte altre cose" è cruciale. May è il simbolo della purezza e della tradizione, ma anche del ruolo passivo che la società impone alle donne di buona famiglia. Per Archer, May rappresenta tutto ciò che è rassicurante, ma anche tutto ciò che lo tiene intrappolato. La sua connessione con lei è salda, ma il prezzo di quella stabilità è il soffocamento dei suoi desideri più autentici.
Questo monologo racchiude l’essenza tematica de L’età dell’innocenza: il conflitto tra apparenza e autenticità, tra libertà individuale e pressione sociale. La New York descritta è un personaggio a sé stante, con le sue regole, i suoi segreti e le sue ipocrisie. Newland Archer, come tutti i protagonisti della storia, è prigioniero di questo mondo, in bilico tra l’attrazione per una vita diversa e il senso di responsabilità verso il proprio ruolo sociale.
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