Unisciti alla nostra Community Famiglia! Compila il "FORM" in basso, inserendo il tuo nome e la tua mail, ed entra nell'universo di Recitazione Cinematografica. Ti aspettiamo!
Articolo a cura di...
~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Giuseppina in I Leoni di Sicilia è una scena carica di emozioni trattenute, in cui il personaggio riversa la frustrazione e il disincanto accumulati in anni di sacrifici e sottomissione alle ambizioni di famiglia. Con parole pungenti, Giuseppina affronta il marito Paolo, rivelando il suo risentimento per la sua mancanza di indipendenza e iniziativa, come se lui fosse eternamente un’ombra di qualcun altro.
STAGIONE 1 EP 2
MINUTAGGIO: 24:12-25:13
RUOLO: Giuseppina
ATTRICE: Donatella Finocchiaro
DOVE: Disney+
ITALIANO
Prima era Paolo. Ora è Vincenzo. Quand’è che inizi a pensare un po’ a te stesso? Ho sacrificato tutta la mia vita per crescerlo. Ora è un uomo. Cosa dobbiamo fare? Ognuno ha la vita sua… Sei un poveraccio. Non sei in grado di scegliere niente da solo. Sempre dietro a tuo fratello. Lui parlava…e tu appresso a lui come un cane. Te ne sei venuto a Palermo, hai aperto l’attività solo perché lo voleva lui. Lui parlava e tu appresso a lui! E ora che il padrone è morto…stai là davanti alla porta come un cane. Ma non perché ci volevi bene…perché non sai fare altro.
"I Leoni di Sicilia" è una serie che racconta la storia dei Florio, una famiglia siciliana che, partendo dal nulla, riesce a costruire un impero tra il XIX e l’inizio del XX secolo. È un viaggio affascinante attraverso le vite, le ambizioni e le sfide di una famiglia che diventa un simbolo della trasformazione sociale ed economica della Sicilia, ma anche dell’Italia, in un’epoca di grandi cambiamenti.
La trama ruota intorno a Paolo e Ignazio Florio, due fratelli che, fuggiti dalla Calabria alla ricerca di un futuro migliore, arrivano a Palermo con sogni di rivalsa e il desiderio di riscatto. Partono con poco più di un piccolo negozio di spezie, ma nel tempo, grazie a una combinazione di intraprendenza e spregiudicatezza, si espandono in vari settori, diventando protagonisti nell’industria del vino, della navigazione, e arrivando persino a fondare una compagnia di navigazione che sfida le potenze economiche dell’epoca.
La narrazione esplora il contesto sociale, economico e politico in cui i Florio operano, mettendo in luce le tensioni tra innovazione e tradizione, ambizione e moralità. Ignazio, il più riflessivo dei due, si scontra con le difficoltà di mantenere salde le sue radici in un mondo che cambia rapidamente, mentre Paolo incarna la spinta verso la modernità e la voglia di lasciare un segno, senza preoccuparsi troppo dei mezzi.
Un elemento che rende la storia intrigante è anche il rapporto dei Florio con Palermo, una città che sembra accogliere e respingere al tempo stesso le loro aspirazioni. Ogni successo della famiglia viene infatti accompagnato da nuovi ostacoli, pregiudizi e rivalità con le altre famiglie aristocratiche e i potenti locali, che vedono in loro una minaccia al loro status.
La serie anche nelle dinamiche personali dei personaggi: amori proibiti, tradimenti, lotte di potere e dilemmi morali arricchiscono la trama, rendendo ogni episodio una finestra su una Sicilia complessa, ricca di contraddizioni e bellezze, ma anche sulle fragilità di chi vive cercando di trasformare il proprio destino.
Questo monologo di Giuseppina è un momento di resa dei conti, non solo per il personaggio di Giuseppina, ma anche per la struttura dinamica della famiglia Florio. La scena trasmette frustrazione, delusione e un senso di verità amara: un colpo frontale all’identità di Paolo, che viene qui descritto come un uomo senza una direzione propria, incapace di agire senza il comando del fratello maggiore, Ignazio.
Giuseppina inizia mettendo in evidenza una frustrazione accumulata da anni: “Prima era Paolo. Ora è Vincenzo.” La frase segna la transizione del comando e sottolinea come Paolo sia sempre rimasto in ombra, passando da una figura dominante all’altra senza mai trovare la sua voce. C’è in queste parole un riferimento diretto al sacrificio di Giuseppina, che ha dedicato la sua vita a crescere Vincenzo, ma che ora si interroga sull'autonomia del marito e sul prezzo delle loro scelte.
La sua è una domanda retorica e crudele: “Quand’è che inizi a pensare un po’ a te stesso?”. Giuseppina è esasperata dal vedere Paolo come un uomo eternamente subordinato, non solo ai comandi di Ignazio ma persino alla memoria di lui dopo la sua morte.
Giuseppina mette a nudo la dipendenza di Paolo da Ignazio, con l’immagine mordace di un “cane” che segue il padrone senza capacità di pensiero autonomo. Le sue parole tracciano una linea impietosa della vita di Paolo: lui non ha scelto Palermo, né ha aperto l'attività per volontà propria; tutto è stato deciso da Ignazio, e lui si è limitato a seguire. Questa mancanza di indipendenza, simbolo di una sudditanza emotiva e psicologica, esplode nel monologo con grande impatto. La frase: “Lui parlava e tu appresso a lui come un cane” è ripetitiva e incalzante, proprio come il comando che un padrone dà a un cane. Ogni parola porta con sé un peso e una critica che Giuseppina non è più in grado di contenere.
Il monologo culmina con un’immagine visiva potente: Paolo “davanti alla porta come un cane”. Questa porta diventa una metafora dello stato di prigionia in cui si trova Paolo. Sta lì, non per affetto, non per amore, ma perché è intrappolato in un ruolo che non riesce a scardinare. Giuseppina afferma che non è lì “perché ci volevi bene… ma perché non sai fare altro”, rivelando come Paolo, senza una guida, sia perso. L’assenza di Ignazio lo lascia in uno stato di paralisi, bloccato dalla sua stessa incapacità di prendere una strada autonoma.
Portare in scena Giuseppina in questo momento significa dare voce a un’urgenza repressa, esprimere il risentimento di una donna stanca di vivere all’ombra delle scelte altrui. Il suo monologo è uno sfogo doloroso ma necessario, che rompe il silenzio di una vita intera e lascia Paolo con la consapevolezza della sua immobilità.
Le Migliori Classifiche
di Recitazione Cinematografica
Entra nella nostra Community Famiglia!
Recitazione Cinematografica: Scrivi la Tua Storia, Vivi il Tuo Sogno
Scopri 'Recitazione Cinematografica', il tuo rifugio nel mondo del cinema. Una Community gratuita su WhatsApp di Attori e Maestranze del mondo cinematografico. Un blog di Recitazione Cinematografica, dove attori emergenti e affermati si incontrano, si ispirano e crescono insieme.
Monologhi Cinematografici, Dialoghi, Classifiche, Interviste ad Attori, Registi e Professionisti del mondo del Cinema. I Diari Emotivi degli Attori. I Vostri Self Tape.