Monologo femminile - Pat Carroll in \"Freedom Writers\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Il monologo di Miep Gies in Freedom Writers è uno dei momenti più intensi del film. Fino a quel punto, la storia dell’Olocausto era stata per i ragazzi della Wilson High School solo una lezione di storia, qualcosa di distante dalla loro realtà. Ma quando Miep, l’ultima testimone diretta di Anna Frank che i ragazzi incontrano, racconta la sua esperienza, il passato si fa improvvisamente concreto.

Il ricordo di Anna Frank

MINUTAGGIO: 1:25:58-1:27:40

RUOLO: Miss Gibs
ATTRICE:
Pat Carroll
DOVE:
Netflix


INGLESE


The bounty on a Jew was about $2. Someone desperate for money told the Gestapo. On August 4th, they stormed into my office, And a man pointed a gun at me and said, "Not a sound. "Not one word. " And then they went straight upstairs to the attic. I felt so helpless. I could hear Anne screaming, objects being thrown around. So, I ran back to my house. I looked for an earring or knick-knacks, you know, Anything I could take back with me to bribe them. So I took this back with me, all these things, And the soldier there took out his gun And put it against my head. You could be shot for hiding a Jew or go to a camp. So, another soldier recognized my accent. He was Austrian, and so was I, But I had been adopted by a Dutch family. So, he told the soldier with the gun to let me go. There isn't a day that I don't remember August 4th And I think about Anne Frank.



ITALIANO


La taglia su un Ebreo era di circa due dollari. Qualcuno che aveva bisogno di soldi andò alla Gestapo. Il 4 di agosto entrarono all’improvviso nel mio ufficio e… e un uomo puntò una pistola su di me e disse: “Non un solo fiato, non una sola parola”. E poi andarono dritti di sopra, in soffitta. Mi sentivo così impotente. Sentivo anna gridare. Tutto intorno lanciavano oggetti. Allora andai di corsa a casa mia e cercai un orecchino, un ninnolo qualsiasi cosa da portare a loro per corromperla Poi raccolsi tutti gli oggetti e ritornai da loro. E il soldato che era lì tirò fuori la pistola, e me la puntò alla testa. Ti potevano ammazzare, per aver nascosto un ebreo; o mandare in un campo- Però un altro soldato che era lì riconobbe il mio accento,perché era austriaco, e anche io ero austriaca, anche se ero stata adottata da una famiglia olandese. Allora lui dice al soldato con la pistola di lasciarmi andare. Non passa giorno che io… non ricordi il 4 agosto. E che non pensi ad Annah Frank.

Freedom Writers

Freedom Writers (2007) è un film diretto da Richard LaGravenese con Hilary Swank nel ruolo della protagonista, ispirato a una storia vera raccontata nel libro The Freedom Writers Diary. La trama segue Erin Gruwell, una giovane insegnante di letteratura che nel 1994 inizia a lavorare in una scuola superiore di Long Beach, in California. La scuola è segnata da forti tensioni razziali e sociali, con studenti divisi in gruppi etnici e coinvolti in gang, più preoccupati di sopravvivere che di studiare.


All'inizio, Erin trova un muro di ostilità: i suoi studenti non la rispettano e vedono la scuola come una perdita di tempo. Ma lei non si arrende. Decide di cambiare il metodo di insegnamento per coinvolgerli, usando testi che possano parlare direttamente alle loro esperienze di vita. Porta in classe il Diario di Anna Frank e altri libri sulla discriminazione e sulla lotta per i diritti civili, mostrando ai ragazzi che la loro storia ha valore e che la scrittura può essere un modo per esprimere le proprie emozioni.


La svolta arriva quando Erin consegna a ciascuno di loro un diario, invitandoli a scrivere le proprie esperienze. Attraverso la scrittura, gli studenti iniziano a riflettere su sé stessi e a costruire un legame con la classe. Il progetto prende il nome di Freedom Writers, e le storie dei ragazzi diventano uno strumento di crescita personale e collettiva.


Nel corso del film, Erin affronta anche difficoltà personali e professionali: il marito (Patrick Dempsey) non condivide il suo impegno totale per la scuola, e i dirigenti scolastici ostacolano le sue iniziative. Ma il suo lavoro porta risultati: gli studenti, inizialmente etichettati come "senza speranza", dimostrano di poter superare i loro limiti e riscrivere il proprio futuro.

Il film mescola dramma sociale e formazione personale, raccontando il percorso di una classe che, grazie alla scrittura, trova una nuova prospettiva di vita.

Analisi Monologo

La narrazione di Miep è semplice e diretta, proprio perché non ha bisogno di enfasi per trasmettere il suo peso emotivo. L’apertura è brutale: "La taglia su un Ebreo era di circa due dollari." Non c’è nessuna introduzione, nessun preambolo. Con questa frase, Miep riporta subito alla realtà crudele dell’epoca: la vita umana aveva un prezzo, e bastava poco per tradire qualcuno. Il racconto dell’irruzione della Gestapo è scarno ma efficace: "Il 4 di agosto entrarono all’improvviso nel mio ufficio... un uomo puntò una pistola su di me e disse: ‘Non un solo fiato, non una sola parola’." La scena è descritta con la freddezza di un ricordo impresso nella memoria in modo indelebile. Non c’è drammatizzazione, solo il peso di un evento vissuto sulla propria pelle.


Poi arriva il senso di impotenza: "Mi sentivo così impotente." Questo è il cuore emotivo del monologo. Miep non era una combattente, non aveva armi, eppure aveva cercato di fare qualcosa. La sua corsa a casa per trovare un oggetto da barattare con i soldati è un gesto disperato, il tentativo di opporsi a un sistema più grande di lei. L’episodio dell’accento austriaco introduce un elemento di casualità assurda: la vita di Miep è stata risparmiata solo perché un soldato l’ha riconosciuta come "una di loro". Questo dettaglio sottolinea l’arbitrarietà del male: la sua sorte è cambiata per un fattore irrilevante, mentre Anna Frank e gli altri non hanno avuto scampo.


Il monologo si chiude con una frase semplice, ma devastante: "Non passa giorno che io… non ricordi il 4 agosto. E che non pensi ad Anna Frank." Non ci sono spiegazioni, né riflessioni finali. Solo un dolore che non se ne va mai.

Conclusione

Questo monologo è fondamentale perché trasforma la storia in qualcosa di vivo per gli studenti. Fino a quel momento, Anna Frank era solo un nome su un libro, ma attraverso le parole di Miep diventa reale, una ragazza con un volto e una voce, che ha sofferto e che è stata tradita.

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