Unisciti alla nostra Community Famiglia! Compila il "FORM" in basso, inserendo il tuo nome e la tua mail, ed entra nell'universo di Recitazione Cinematografica. Ti aspettiamo!
Articolo a cura di...
~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Jane in Paris, Texas è uno dei momenti più intensi e delicati del film. Wim Wenders costruisce la scena in modo minimale ma potentissimo: Jane e Travis non si vedono direttamente, separati da un vetro unidirezionale che diventa una barriera fisica ed emotiva. Dopo il lungo racconto di Travis, è il turno di Jane di esprimere il suo dolore, e lo fa con parole che rivelano solitudine, rimpianto e un amore che non si è mai spento. È un monologo che nasce dal silenzio. Jane fatica a parlare, quasi fosse sopraffatta dall’emozione di trovarsi di nuovo davanti all’uomo che ha amato e perso. Il tempo ha trasformato la sua mancanza in un'assenza assoluta, e ora, improvvisamente, Travis è tornato, riportando con sé tutto ciò che Jane aveva cercato di dimenticare.
MINUTAGGIO: 1:35:30-1:36:59
RUOLO: Jane Henderson
ATTRICE: Nastassja Kinski
DOVE: Amazon Prime Video
INGLESE
Hunter, it's me. I was afraid I'd never be able to say the right words to you, in person, so I'm trying to do it like this. When I first saw you this time, at Walt's, I was hoping for all kinds of things. I was hoping to show you that I was your father. You showed me I was. But the biggest thing I hoped for can't come true. I know that now. You belong together with your mother. You belong together with your mother. It was me that tore you apart, and I owe it to you to bring you back together. But I can't stay with you. I could never heal up what happened. That's just the way it is. I can't even hardly remember what happened. It's like a gap. But it left me alone in a way that I haven't gotten over. And right now, I'm afraid. I'm afraid of walking away again. I'm afraid of what I might find. But I'm even more afraid of not facing this fear. I love you Hunter. I love you more than my life.
ITALIANO
Hunter, sono io. Avevo paura di non essere capace di parlarti di persona. Faccia a faccia. Così provo a farlo con questo registratore. Quando ti ho rivisto, lì, a casa da Walt, ho sperato in un sacco di cose per noi. Ho sperato, di dimostrarti d'essere tuo padre. E tu mi hai provato che lo ero. Ma quello che io speravo dì più non si avvererà. Adesso lo so. So che tu appartieni a tua madre. Siete fatti l'uno per l'altra. Per colpa mia siete stati divisi. Ora tocca a me rimediare, riportarvi insieme. Ma io non posso restare con voi. Certe ferite non si rimarginano. Le cose stanno così. Non ricordo nemmeno che cosa è accaduto. C'è come un vuoto. Ed è un vuoto che non si può più riempire... perché ormai fa parte... della mia anima e adesso ho paura. Ho paura di dovermene andare di nuovo. Ho paura di quello che può ancora accadere. Ma ho ancora più paura... di non poter vincere questa paura. Ti voglio bene, Hunter. Più che alla mia stessa vita.
"Paris, Texas" è un film del 1984 diretto da Wim Wenders e scritto da Sam Shepard. È una storia di perdita, redenzione e ricerca di un'identità perduta, raccontata attraverso il viaggio di un uomo che cerca di rimettere insieme i pezzi della sua vita. La trama segue Travis Henderson (Harry Dean Stanton), un uomo che appare all'inizio del film vagando nel deserto texano, consumato dalla fatica e dal silenzio. Viene ritrovato dal fratello Walt (Dean Stockwell), che lo riporta a Los Angeles, dove scopriamo che Travis è scomparso da quattro anni, lasciando dietro di sé il figlio Hunter. Lentamente, Travis cerca di ricostruire il rapporto con il bambino, che nel frattempo è stato cresciuto amorevolmente da Walt e sua moglie Anne.
Quando Hunter comincia ad accettare la presenza del padre, Travis decide di partire con lui alla ricerca di Jane (Nastassja Kinski), la madre del bambino, di cui ha perso le tracce. Il viaggio li porta a Houston, dove la donna lavora in un peep-show, parlando ai clienti attraverso uno specchio unidirezionale. In una delle scene più intense del film, Travis le racconta la loro storia, senza rivelare subito la propria identità. È un monologo che racchiude tutto il dolore e la nostalgia di un amore distrutto da gelosia e insicurezze.
Alla fine, Travis prende una decisione: riunire Jane e Hunter, ma senza far parte del loro futuro. Li osserva da lontano, lasciandoli andare mentre lui si allontana di nuovo, forse consapevole di non poter essere la figura paterna di cui il bambino ha bisogno. Il film è un road movie che esplora il senso di colpa, il desiderio di riscatto e l’incapacità di appartenere a un luogo o a una persona. Wenders utilizza gli spazi aperti e le città americane come metafora dello stato emotivo dei personaggi, con la fotografia di Robby Müller che esalta il contrasto tra il vuoto dei paesaggi e l'intensità dei rapporti umani.
Jane inizia confessando qualcosa di intimo: ha parlato per anni con Travis nella sua mente, ricreando conversazioni che non sono mai avvenute. Il ricordo di lui era così vivido da sembrare reale: la sua voce, il suo odore, la sua presenza erano ancora con lei, anche se fisicamente lontano. È un concetto struggente, perché racconta il modo in cui l’assenza può diventare una presenza costante, un’ombra che accompagna la vita di chi è rimasto.
Poi, lentamente, Jane racconta il punto di rottura: il momento in cui ha smesso di immaginare Travis. L’assenza si è trasformata in vuoto, il ricordo si è dissolto, e con esso anche il bisogno di continuare a parlare con lui. Questa è la parte più dolorosa del monologo, perché mostra il processo di rimozione di un amore che, per sopravvivere, ha dovuto smettere di esistere nella mente di Jane.
Ma adesso che si trova in quel luogo, la presenza di Travis si è riaccesa in modo quasi inquietante: “Ogni uomo ha la tua voce”. È una frase che racchiude tutta la sua sofferenza. Dopo aver tentato di cancellarlo dalla sua vita, ora lo ritrova ovunque, in ogni cliente che entra nella stanza. Questo rivela quanto sia impossibile sfuggire davvero a un amore così profondo: anche nel tentativo di dimenticare, qualcosa di lui è rimasto dentro di lei, in modo ineluttabile.
Il monologo di Jane è il suo modo di dare voce a un amore che non è mai morto, ma che ha dovuto trasformarsi per sopravvivere. Il suo discorso è il contraltare perfetto al monologo precedente di Travis. Se lui racconta la loro storia con distacco e senso di colpa, Jane la vive ancora nella sua pelle, nelle sue notti insonni, nella solitudine che non ha mai abbandonato. Il fatto che Jane chieda a Travis di non andare via suggerisce un ultimo, disperato tentativo di tenerlo con sé. Ma entrambi sanno che non c’è più spazio per loro due insieme. Travis ha già deciso di andarsene, lasciando Jane e Hunter liberi di ricominciare senza di lui. Il loro amore, pur essendo ancora presente, è ormai un ricordo che appartiene al passato.
Le Migliori Classifiche
di Recitazione Cinematografica
Entra nella nostra Community Famiglia!
Recitazione Cinematografica: Scrivi la Tua Storia, Vivi il Tuo Sogno
Scopri 'Recitazione Cinematografica', il tuo rifugio nel mondo del cinema. Una Community gratuita su WhatsApp di Attori e Maestranze del mondo cinematografico. Un blog di Recitazione Cinematografica, dove attori emergenti e affermati si incontrano, si ispirano e crescono insieme.
Monologhi Cinematografici, Dialoghi, Classifiche, Interviste ad Attori, Registi e Professionisti del mondo del Cinema. I Diari Emotivi degli Attori. I Vostri Self Tape.