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~ LA REDAZIONE DI RC
Questo monologo da "Non così vicino" rivela molto su Marisol come personaggio. È diretta, onesta e non teme il confronto, ma al tempo stesso sa essere incredibilmente empatica. Dimostra di comprendere che il comportamento di Otto non è solo rigidità o maleducazione, ma una difesa costruita attorno a un dolore profondo. Il suo approccio non è quello di forzarlo a cambiare, ma di mostrargli che può fidarsi di lei e che accettare aiuto non è un segno di debolezza.
MINUTAGGIO: 1:37.31-1:39:16
RUOLO: Marisol
ATTRICE: Mariana Treviño
DOVE: Netflix
INGLESE
You know what? No. No? No. You won’t tell me why your phone is disconnected? You won’t tell me why you need to use my phone? You won’t tell me what happened to you in the street yesterday? And then you went inside and you wouldn’t even open the door? You scared me, Otto. Do you know how long I was out there? And I didn’t know if something had happened to you. Or if something was gonna happen to you. And I’m sorry if I said the wrong thing about Sonya’s coats. But I was just trying to help. And you left me out there. So, no. You can’t use my phone. You think your life is so hard because everybody’s an idiot and you have to do everything on your own, right? Right? But guess what. You can’t. No one can. And I think you should just be happy that someone was trying to help you get through a crappy day. Even if they’re an idiot.
ITALIANO
Sai che c'è? No. No. Tu non vuoi dirmi perché il tuo telefono non è attivo. Non vuoi dirmi perché ti serve il mio telefono. Tu non vuoi dirmi che ti è successo ieri, qua fuori in strada. Poi sei entrato in casa e non hai nemmeno voluto aprire la porta. Mi hai spaventato, Otto. Sai quanto sono rimasta là fuori? E non sapevo se ti fosse successo qualcosa, o se ti sarebbe successo qualcosa. E ti chiedo scusa se ho detto la cosa sbagliata sui cappotti di Sonya, volevo solo dare una mano, e tu mi hai lasciato là fuori. Perciò no, non lo usi il mio telefono. E pensi che la tua vita fa schifo perché gli altri sono idioti e devi fare tutto da solo, è? Giusto? Ma sai che c'è? Non puoi. Nessuno può. E dovresti essere contento che qualcuno ti aiuti a superare una giornata di merda, anche se è un idiota.
"Non così vicino" (titolo originale: A Man Called Otto) è un film del 2022 diretto da Marc Forster, con Tom Hanks nei panni del protagonista Otto Anderson. La pellicola è un adattamento del romanzo A Man Called Ove dello scrittore svedese Fredrik Backman, già trasposto in un film svedese nel 2015. Questo remake americano si distingue per il suo tono malinconico e per il modo in cui mescola dramma e umorismo per esplorare temi come la perdita, il cambiamento e la riscoperta delle connessioni umane.
La trama ruota attorno a Otto Anderson, un vedovo burbero e solitario che ha trasformato la sua routine quotidiana in una sorta di barriera contro il mondo.
È un uomo che vive seguendo regole precise, manifestando intolleranza per le piccole trasgressioni del vicinato e rimanendo attaccato a un passato che sembra l’unico rifugio dalla sua solitudine. La sua vita cambia con l’arrivo di una famiglia vivace e caotica che si trasferisce accanto a lui. Marisol, la nuova vicina interpretata da Mariana Treviño, si rivela una forza determinante per abbattere le difese di Otto.
Il film gradualmente rivela, attraverso flashback e interazioni, il dolore nascosto che alimenta il suo comportamento. La perdita della moglie e il senso di inutilità dopo la pensione sono i fulcri emotivi che spingono Otto verso decisioni difficili, ma il contatto con la comunità diventa il catalizzatore per un suo cambiamento.
Un aspetto interessante è il modo in cui Hanks bilancia il sarcasmo tagliente del personaggio con una vulnerabilità quasi infantile nei momenti più intimi. Questa sfumatura aggiunge profondità al ruolo e crea un contrasto efficace con i toni più leggeri del film, rendendo Otto un personaggio che, pur essendo antipatico all’inizio, finisce per conquistare il pubblico.
Il monologo di Marisol è un momento chiave in Non così vicino, perché rappresenta uno dei rari momenti in cui qualcuno si confronta direttamente con Otto, senza cedere alla sua scorza di cinismo. È un discorso denso di emozioni, che mescola frustrazione, preoccupazione e affetto, mostrando quanto Marisol si stia già affezionando a Otto nonostante il suo carattere difficile.
"Sai che c'è? No. No. Tu non vuoi dirmi perché il tuo telefono non è attivo...". Marisol parte con una serie di frasi che mettono Otto di fronte alla sua chiusura. Questo incipit brusco evidenzia la sua frustrazione per il modo in cui Otto rifiuta di lasciar entrare gli altri nella sua vita. Il tono è quasi accusatorio, ma è anche una richiesta implicita di fiducia.
"Mi hai spaventato, Otto. Sai quanto sono rimasta là fuori?". Qui emerge una componente emotiva più intima: Marisol non sta solo parlando di un gesto maleducato, ma del timore che Otto possa davvero farsi del male. Questo è il cuore del discorso, dove il senso di responsabilità e la paura per la sua sicurezza si sovrappongono.
"E ti chiedo scusa se ho detto la cosa sbagliata sui cappotti di Sonya, volevo solo dare una mano...". Marisol cerca di ricucire il rapporto, scusandosi per una presunta offesa, nonostante Otto sia il più ostinato tra i due. Questo gesto dimostra la sua empatia e il desiderio di trovare un punto d’incontro.
"Perciò no, non lo usi il mio telefono...". Qui la dinamica cambia: Marisol smette di essere conciliatoria e impone un limite, mostrando che non accetta passivamente il comportamento di Otto. È un momento di forza in cui si rifiuta di essere manipolata, pur mantenendo un approccio sincero. "E pensi che la tua vita perché gli altri sono idioti e devi fare tutto da solo, è? Giusto? Ma sai che c'è? Non puoi. Nessuno può.". La chiave di tutto il monologo sta in questa riflessione. Marisol smaschera l'illusione di autosufficienza di Otto, mostrandogli che il suo isolamento è una forma di negazione. La frase "nessuno può" è potente perché non cerca di farlo sentire debole, ma di mostrargli che tutti, prima o poi, hanno bisogno degli altri.
"E dovresti essere contento che qualcuno ti aiuti a superare una giornata di merda, anche se è un idiota.". La chiusura è brillante per il suo equilibrio tra affetto e ironia. Marisol non si pone come superiore a Otto; anzi, si include tra gli "idioti" di cui lui si lamenta, ma lo fa con una dolcezza che dimostra quanto ci tenga a lui.
Per Otto, il monologo è una scossa necessaria. È uno dei primi momenti in cui qualcuno gli parla con questa chiarezza e con una preoccupazione autentica per lui come persona, non come un vicino burbero o un problema da risolvere. Marisol lo costringe a riflettere su quanto il suo comportamento influisca sugli altri e su come il suo dolore non giustifichi il suo rifiuto di aprirsi al mondo.
Il monologo di Marisol è un momento cruciale di Non così vicino perché fa da ponte tra il rifiuto ostinato di Otto di accettare aiuto e il suo graduale cambiamento. Non si tratta solo di una lezione di vita, ma di un esempio di come la vulnerabilità possa essere affrontata con un mix di fermezza e affetto. Questo discorso è il cuore pulsante della relazione tra Marisol e Otto, dimostrando come l’empatia possa essere tanto incisiva quanto una verità dura da digerire.
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