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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Emily in The Old Man è un’intima lettera d’addio al padre defunto, Faraz Hamzad, attraverso la quale cerca di riconciliarsi con le sue origini e con la figura materna. Interpretarlo richiede una delicata esplorazione di emozioni contrastanti: da una parte, il senso di estraneità e vuoto, dall’altra, un istintivo desiderio di appartenenza e di comprensione.
STAGIONE 2 EP 5
MINUTAGGIO: 2:13-4:24
RUOLO: Emily
ATTRICE: Alia Shawkat
DOVE: Disney+
INGLESE
I am as a child. And everything is new. I hear the words spoken of you in mourning... but they have no meaning. A language I feel I should know, but do not yet understand. I feel their reverence for you. I feel their loyalty. I feel their love. But the words are just sounds. The movement of air. So I will say goodbye to you in my own way. The way I said goodbye to her. I do not know you. Which is to say, I do not know the things about you one might say are important to defining you. But maybe there's a different way of knowing. A much older way... from when all we knew was the deep, dark sea. And senses long since forgotten. To feel another pass by unseen for an instant. And know if it is something to fear... something to fight... or something more rare. To know that thing in the dark is something to hold on to... for as long as you can. I know that you are all three of those things to me. As fractured of an answer as I am of a question. But I'm grateful we passed each other in the darkness. Even if for just an instant. So I will be here until the pieces are assembled. Wherever you are, wherever you are going... when you see her... please be kind to her. I think she was maybe just as fractured as we are and doing the best she could. And tell her I found my way home.Best gifts for your loved ones
ITALIANO
Tutto è nuovo. Sento le parole pronunciate nel cordoglio, ma non hanno alcun significato. Una lingua che sento di conoscere, ma che ancora non capisco. Sento il rispetto che hanno per te. Sento la loro fedeltà. Sento il loro amore. Ma le parole sono solo suoni. Vibrazioni nell'aria. Quindi ti dirò addio a modo mio. Come ho detto addio a mia madre. Io non ti conosco. Voglio dire che non conosco le cose fondamentali di te, quelle che sono importanti, per riuscire a comprenderti. Forse c'è un modo diverso per conoscere. Un modo molto più antico. Quando tutto ciò che conoscevamo era il mare profondo e oscuro, e sensi ormai dimenticati dal tempo. Sentire qualcuno che passa senza essere visto, per un istante... e sapere se è qualcosa da temere. O da combattere. O qualcosa di più raro. Sapere che quella cosa nel buio è qualcosa a cui aggrapparsi, il più a lungo possibile. So che sei tutte queste cose per me. La risposta è frammentaria come lo è la tua domanada. Ma sono grata hce ci siamo incontrati nell'oscurità, anche solo per un istante. Quindi resterò qui, finché i pezzi non saranno tornati a posto. Ovunque tu sia, ovunque tu stia andando, quando la vedrai ti prego sii gentile con lei. Credo che fosse lacerata proprio come noi, e che abbia fatto del suo meglio. E dille che ho trovato la via di casa.
The Old Man è una serie TV intrigante e piuttosto intensa, basata sul romanzo omonimo di Thomas Perry. La serie, prodotta da FX e distribuita in streaming da Hulu, è incentrata su Dan Chase, un ex agente della CIA interpretato da Jeff Bridges, che viene costretto a uscire dal suo rifugio dopo anni di anonimato. L’interpretazione di Bridges è fondamentale per il tono della serie, che mescola elementi da thriller con un’attenzione particolare alla psicologia di un personaggio con un passato complesso e tormentato.
Dan Chase è un uomo anziano, ma tutt’altro che fuori gioco. Vive isolato, con la costante paura che il suo passato oscuro possa riemergere. Quando una minaccia lo costringe alla fuga, si avvia una caccia all’uomo che coinvolge il governo e, in particolare, l’FBI, guidato da un personaggio interpretato da John Lithgow. La tensione tra Chase e le forze che lo inseguono è centrale, così come il senso di paranoia e di inganno tipico delle storie di spionaggio.
Un altro elemento interessante è come la serie non si limiti a dipingere Chase come un semplice eroe o antieroe. È un uomo che porta il peso delle sue azioni passate, e questo conflitto interiore emerge costantemente. La sua età avanzata lo rende vulnerabile, ma anche incredibilmente risoluto e pericoloso, con un’intelligenza e una durezza temprata da anni di vita "nell'ombra".
La seconda stagione di The Old Man riprende esattamente dove si era conclusa la prima, portando Dan Chase (Jeff Bridges) e Harold Harper (John Lithgow) in Afghanistan per salvare Emily Chase/Angela Adams (Alia Shawkat). La missione spinge i due a collaborare in un territorio carico di pericoli e ricordi del conflitto passato tra Unione Sovietica e Afghanistan. Emily, ancora ignara di essere la figlia biologica di Faraz Hamzad, viene rapita proprio da quest’ultimo, un potente leader afgano che ora si oppone ai talebani. Nel corso degli episodi, la situazione si complica notevolmente, portando a svelare connessioni con potenti alleati e nemici internazionali.
Questa stagione approfondisce il lato emotivo dei personaggi, in particolare il conflitto interno di Emily e il suo rapporto con Dan e Harold, due figure che incarnano la paternità in modi opposti ma profondamente segnati dal passato. Emily affronta una crisi di identità, influenzata dalle rivelazioni sulle sue origini. In una scena chiave, scopre immagini del suo passato proiettate su un muro di cemento, un momento che la costringe a confrontarsi con chi è e da dove viene, portando una vulnerabilità intensa al personaggio
Questo monologo di Emily, una lettera rivolta al padre defunto, Faraz Hamzad, è uno straordinario viaggio emotivo e introspettivo, in cui lei tenta di riconciliare il legame frammentato con le sue origini e con il passato della madre. È un addio personale e intimo che riflette la sua complessa identità, sospesa tra due mondi e due culture, e mette in luce un profondo desiderio di comprensione e appartenenza.
Emily sta parlando a un padre che non ha mai veramente conosciuto, ma la cui assenza ha sempre pesato su di lei, segnando la sua identità e il suo senso di appartenenza. L’uso della parola scritta e della metafora del mare oscuro richiama alla mente un legame che è stato distante, frammentario, e quasi incomprensibile. Emily affronta le sue radici e tenta di dare un senso a ciò che è stato tra lei, Hamzad e la madre, ormai entrambi lontani. Questo monologo è un tentativo di riconciliazione con un passato che non può pienamente comprendere, ma che ora sceglie di accettare.
Emily descrive le parole dei presenti come “vibrazioni nell’aria,” prive di significato per lei, quasi fossero una lingua che dovrebbe riconoscere ma che non comprende. Questo sentimento riflette la distanza emotiva e culturale che la separa dalle sue origini. Emily percepisce l'amore e la fedeltà degli altri verso suo padre, ma non riesce a farle proprie. Questo senso di estraneità la porta a esprimere il suo addio in modo personale, in un linguaggio che è interamente suo e che la riconcilia con la sua identità.
Emily si spinge verso un concetto quasi primordiale di conoscenza.
Non avendo avuto la possibilità di conoscere Hamzad in modo convenzionale, tenta di percepirlo attraverso ciò che chiama “un modo molto più antico”, come se attingesse a memorie o sensi antichi e dimenticati. La sua riflessione sui legami ancestrali, sul mare profondo e sull’oscurità, evoca l’idea di un’appartenenza viscerale, istintiva. Emily riconosce in Hamzad qualcosa di familiare e temibile al tempo stesso, una presenza che non riesce ad afferrare completamente ma che, nonostante tutto, sente sua.
La frase “ci siamo incontrati nell’oscurità, anche solo per un istante” è densa di significato. L’oscurità rappresenta sia l’ignoto sia il luogo dell’origine, una sorta di terreno comune in cui, pur senza parole, Emily e Hamzad si sono potuti comprendere. Anche se fugace, questo incontro nell’ombra diventa per lei un ancoraggio, una promessa di legame che va oltre il tempo e lo spazio. La figura dell’oscurità simboleggia il legame misterioso tra padre e figlia, un filo invisibile che la porta a riconoscerlo, nonostante l’assenza.
Emily conclude il monologo con una richiesta toccante: che Hamzad sia gentile con la madre quando la rivedrà.
Questa frase ci mostra la compassione che Emily prova per sua madre, che ha fatto del suo meglio nonostante le difficoltà e i conflitti che hanno segnato la loro vita. La frase “credo che fosse lacerata proprio come noi” è una forma di riconciliazione, un modo per ammettere che tutti i suoi cari hanno lottato con le stesse incertezze e ferite. Emily, attraverso questa richiesta, rivela il desiderio di pace per la madre, che ha sofferto e che merita compassione, e conferma di aver trovato la strada verso una nuova comprensione delle sue radici.
L'ultima frase, “ho trovato la via di casa”, suggella il monologo con un senso di chiusura e di risoluzione. Emily dichiara di essere arrivata a un punto di accettazione, di aver trovato una strada per accettare le sue origini e, in qualche modo, ricongiungersi con il padre e la madre. Non si tratta di una "casa" fisica, ma di una casa spirituale, un luogo dentro di sé dove può finalmente mettere insieme i pezzi e sentirsi intera.
Interpretare questo monologo richiede di trasmettere una profonda complessità emotiva, poiché Emily affronta la perdita, la scoperta delle proprie radici e il desiderio di riconciliazione in un discorso pieno di sfumature.
1. Entra in contatto con il senso di estraneità
Fai emergere la distanza emotiva: Emily si sente lontana, quasi disconnessa, dal mondo che la circonda e dalle sue stesse origini. Le parole che sente sono “solo suoni” per lei. Per interpretare questa distanza, adotta un tono iniziale quasi incerto, come se stessi cercando di decifrare qualcosa di familiare e allo stesso tempo estraneo.
Rifletti sul senso di vuoto: Il linguaggio del corpo qui è importante. Emily dovrebbe sembrare divisa tra l’essere fisicamente presente e l’essere in un altrove mentale ed emotivo. Mantieni uno sguardo vagamente distante, che si concentra a tratti su dettagli intorno, come se volesse afferrare un significato nascosto.
2. Gioca con il ritmo e la cadenza delle parole
Pausa tra le frasi per rimarcare l’estraneità: Ogni frase del monologo ha un significato personale e profondo per Emily. Inizia con un ritmo lento, quasi come se stesse cercando di convincersi delle sue stesse parole. Le pause tra le frasi aiutano a rendere il senso di confusione e di ricerca.
Usa un tono basso e riflessivo: Questo monologo non è gridato, né drammatico. Emily è in uno stato quasi meditativo. Mantenere un tono basso, morbido e riflessivo accentua il senso di intimità e vulnerabilità del momento.
3. Mostra la dualità di Emily
Confusione e determinazione: Emily è confusa, ma al tempo stesso determinata a costruire un legame, anche postumo, con il padre. Alterna momenti di incertezza a brevi, decisi accenni di consapevolezza, soprattutto quando parla di ciò che “è importante” e quando riflette sulla possibilità di “sapere” senza conoscere. Questa dualità va trasmessa nel cambio tra esitazione e fermezza nella voce.
Un accenno di gratitudine e tristezza: Quando dice di essere “grata” per il breve momento condiviso nell'oscurità, trasmetti la malinconia e il dolore per ciò che è stato perso, ma anche la serenità di aver trovato un legame, per quanto fragile.
4. Usa il linguaggio del corpo per trasmettere vulnerabilità e forza
Un atteggiamento aperto ma guardingo: Emily sta aprendo il suo cuore, ma in modo protettivo. Le mani possono essere incerte o stringere qualcosa, come a cercare un conforto fisico che rifletta il suo desiderio di riconciliazione. Ad esempio, portare una mano al petto mentre parla delle “cose importanti” può trasmettere che questo è un tema centrale per lei.
Movimenti lenti e ponderati: Scegli gesti minimi, come un leggero movimento delle spalle o un respiro profondo, per enfatizzare il senso di solitudine e di peso emotivo. Emily è consapevole che questo è un momento unico e solenne.
5. Dai enfasi alle frasi chiave
“So che sei tutte queste cose per me”: Questa è una frase in cui Emily sta riconoscendo la complessità del legame con il padre. Recitala con un tono leggermente più profondo, come se stesse rivelando qualcosa a sé stessa. Il tono dovrebbe trasmettere l’accettazione di un paradosso: il padre è allo stesso tempo un’ombra minacciosa e una guida.
“Ovunque tu stia andando, sii gentile con lei”: Qui Emily parla alla madre attraverso il padre, con un tono quasi supplichevole, carico di compassione. Un lieve tremolio nella voce o uno sguardo abbassato possono suggerire che sta parlando da figlia, cercando di trovare pace per la madre che ha tanto sofferto.
6. Raggiungi la risoluzione nell’ultima frase
“Ho trovato la via di casa”: Questa è la dichiarazione di pace di Emily, un momento in cui finalmente può lasciarsi alle spalle i conflitti interni. Fai una breve pausa prima di pronunciare questa frase, poi dilla in modo chiaro, con calma e sicurezza. Qui, Emily dovrebbe sembrare più serena, con uno sguardo pacificato e un respiro più profondo, come a suggerire che ha finalmente trovato un senso di appartenenza.
7. Interpreta il monologo come una riflessione interiore
Evita il contatto diretto con il pubblico: Emily è sola con i suoi pensieri, quindi immagina di guardare leggermente di lato o lontano, come se stesse “scrivendo” o riflettendo senza aspettarsi una risposta. Crea una bolla attorno a te, come se nessuno potesse disturbare questo momento intimo.
Incorporare il respiro come elemento narrativo: Prendi respiri profondi e riflessivi tra le frasi, come se ogni parola fosse pesata con cura. I respiri dovrebbero accompagnare il ritmo del monologo, rallentando per dare un senso di raccoglimento e consapevolezza
Interpretare questo monologo significa accompagnare Emily nel suo viaggio verso una riconciliazione personale, fatta di rimpianti e accettazione. Ogni parola, ogni pausa e ogni gesto trasmettono il tentativo di Emily di riconciliarsi con un passato che l’ha sempre segnata, anche se distante. Alla fine, attraverso un linguaggio intimo e riflessivo, l’attrice ha l’opportunità di restituire al pubblico il percorso di Emily verso una pace interiore, simboleggiata dalla frase conclusiva: “Ho trovato la via di casa”.
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