Monologo Femminile - \"Only Murders in the Building 3\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Il monologo di Donna nella terza stagione di "Only Murders in the Building" è un esempio brillante di scrittura teatrale che cattura l'essenza del personaggio: una produttrice spietata, pragmatica, ma visceralmente innamorata del teatro. Questo discorso è una sintesi di sarcasmo, autorità e passione per il successo, arricchito da una metafora cruda ma efficace che paragona l’esperienza teatrale a una dipendenza irresistibile. Donna usa questo monologo per mettere sotto pressione Oliver, spingendolo a creare una canzone capace di conquistare il pubblico e garantire il successo del musical.

UNA BOMBA

STAGIONE 3 EP 3

MINUTAGGIO: 5:00-6:03
RUOLO: Donna

ATTRICE:
DOVE: Disney+


INGLESE


I've put a lot of money into this play, and musicals are more expensive. B-But look, we're talking about triplets here! Do you see it, Cliff? I do. I love a musical. Sweetie. We've talked about your taste. Yes. It's bad. You need a showstopper. Right. Donna: That's how musicals make money. A song so irresistible, it's like a syringe that shoots from Broadway straight into the neck of Debbie from Duluth, who becomes an addict from the first second she hears it during girl's night out at the Calorie Pit. And an addict will do anything, anything, to get her fix, even take a middle seat on a red-eye to New York City, where for the low, low price of everything she's got, Debbie can have the privilege of sitting in the finest rear balcony seat in all the land to finally, finally see that show with that song she can't stop belting out all over fսck¡ng Duluth. So, do you have anything that good? Do you have a showstopper?



ITALIANO


Io vedo solo tanti zeri sul mio conto in banca. Ho investito tanti soldi in questa piece, i musical sono molto molto più costosi, oggi. Ci serve un pezzo da novanta. E' così che i musical fanno i soldi. Deve avere una canzone irresistibile, paragonabile a una siringa che da Broadway colpisce dritta al collo Debbie di Duluth, che ne diventa dipendente dal primo momento che la sente dursnte una serata tra amiche al Calorie Pit. E i tossici fanno di tutto, di tutto per una dose. Anche prendere posto per un volo notturno per New York City, dove per l'irrisoria, modica cifra di tutto quello che possiede, Debbie ha il privilegio di comprare il miglior posto in fondo alla galleria del nostro teatro per assistere, finalmente allo spettacolo, con quella canzone che non riesce a smettere di cantare per tutta la merdosa Duluth. Hai niente di così magnifico, sei riuscito a scrivere un pezzo da novanta?

ONLY MURDERS IN THE BUILDING 3

"Only Murders in the Building" è una serie TV che mescola sapientemente commedia e mistero, creata da Steve Martin e John Hoffman. Ambientata nell’elegante Arconia, un immaginario palazzo di New York, la storia segue tre inquilini che condividono una passione ossessiva per i podcast true crime: Charles (Steve Martin), un ex attore di una sitcom poliziesca ormai sul viale del tramonto; Oliver (Martin Short), un regista teatrale in difficoltà economiche; e Mabel (Selena Gomez).


La trama si mette in moto quando un misterioso omicidio avviene all'interno dell'Arconia. La vittima è Tim Kono, un altro inquilino apparentemente poco socievole. Le autorità lo archiviano come suicidio, ma i tre protagonisti, convinti che ci sia molto di più, decidono di investigare per conto proprio. E, naturalmente, documentano le loro scoperte con un podcast che dà il titolo alla serie: "Only Murders in the Building".


La storia esplora anche i lati umani dei personaggi. Charles deve affrontare la solitudine e le difficoltà nel costruire nuove relazioni; Oliver cerca di rimanere rilevante e di riconquistare la fiducia della sua famiglia; Mabel, invece, nasconde segreti legati a un vecchio gruppo di amici e a eventi traumatici del passato. Ogni episodio svela nuovi tasselli del mistero, intrecciando flashback, indizi, false piste e momenti di tensione con dialoghi brillanti e situazioni comiche. Il palazzo stesso diventa un personaggio centrale: con i suoi corridoi labirintici, i vicini eccentrici e le storie nascoste dietro ogni porta, l’Arconia è un microcosmo che riflette il meglio e il peggio della vita cittadina. Ogni stagione si concentra su un caso diverso, ma i temi principali restano invariati: la dinamica unica tra i protagonisti, il modo in cui il crimine li costringe a confrontarsi con le proprie fragilità e il ruolo che il podcast gioca nel coinvolgere il pubblico. La narrazione mantiene un tono meta-cinematografico, giocando con gli stereotipi del genere giallo e con l’ossessione moderna per i contenuti true crime.

ANALISI MONOLOGO

Il monologo di Donna nella terza stagione di "Only Murders in the Building" è un perfetto esempio di scrittura che riesce a catturare sia il lato pratico che quello passionale del mondo teatrale.


Donna, produttrice del musical di Oliver, si presenta come una donna di spettacolo consumata, lucida e calcolatrice, con un’insaziabile sete di successo. Questo monologo è il suo modo per mettere pressione su Oliver, facendo emergere una delle tensioni centrali della stagione: la difficoltà di bilanciare arte e commerciabilità nel mondo del teatro.


Donna trasforma la necessità commerciale in un’immagine vivida e ironica, delineando un parallelo tra l’esperienza teatrale e una dipendenza quasi chimica. Sta cercando di scuotere Oliver e convincerlo a creare qualcosa che possa scatenare quella stessa dipendenza nel pubblico.

La descrizione di Debbie di Duluth — un personaggio ipotetico, simbolico del pubblico che i produttori teatrali vogliono conquistare — è un capolavoro di retorica. La metafora della tossicodipendenza come rappresentazione dell’amore ossessivo per una canzone di Broadway è brillante e grottesca al tempo stesso. Donna non usa mezzi termini: paragona il successo del musical alla capacità di creare una droga emotiva, una "dose" di musica e spettacolo a cui il pubblico non può resistere.


"Una siringa che da Broadway colpisce dritta al collo Debbie di Duluth": L'immagine è cruda e potente, un modo per sottolineare l'immediatezza e l’intensità con cui un buon musical deve "prendere" lo spettatore. È un attacco diretto al sistema nervoso dell’audience, come se lo spettacolo fosse un’arma di seduzione di massa. "Debbie ne diventa dipendente": Questo trasforma l’esperienza teatrale in una necessità vitale, non solo intrattenimento ma un bisogno primario per chiunque la viva.

Il monologo è una riflessione sul teatro contemporaneo. Donna sottolinea come i musical siano diventati macchine estremamente costose, dominate da regole commerciali. Non è sufficiente che lo spettacolo sia bello o interessante: deve vendere. La frase "Ci serve un pezzo da novanta" è quasi brutale nella sua franchezza. Non c’è spazio per romanticismi artistici, solo per risultati concreti.


"L'irrisoria, modica cifra di tutto quello che possiede": Qui emerge una critica tagliente ai costi proibitivi dell’intrattenimento teatrale, che rendono Broadway un lusso accessibile solo a pochi. "Il miglior posto in fondo alla galleria": Una battuta carica di sarcasmo, che riflette la disparità tra il costo di produzione e l’esperienza spesso imperfetta degli spettatori.

La pressione su Oliver diventa palpabile: Donna gli chiede di portare qualcosa di eccezionale, di rivoluzionario, mentre lui sta già lottando con insicurezze personali e difficoltà creative. Questo monologo incarna il conflitto tra le aspettative dei produttori e le aspirazioni artistiche dei creatori, un tema ricorrente nella serie. Donna lo mette spalle al muro con la domanda finale: "Hai niente di così magnifico, sei riuscito a scrivere un pezzo da novanta?". È una provocazione, ma anche un disperato appello per salvare il progetto.

SUGGERIMENTI PER L'INTERPRETAZIONE

Interpretare il monologo di Donna richiede una combinazione di carisma, autorità e sottile cinismo. Donna è una donna forte, abituata a dettare legge nel suo mondo, ma il suo discorso è pervaso da una passione feroce per il successo teatrale.


1. Comprensione del Personaggio


Chi è Donna?: È una produttrice teatrale pragmatica, esperta e cinica, ma sotto il suo linguaggio diretto si nasconde una profonda consapevolezza del valore dell’arte come strumento di potere e di emozione.

Motivazione: Donna vuole scuotere Oliver, spingerlo a creare qualcosa di straordinario, perché il fallimento del musical sarebbe anche il suo fallimento. È un momento di pressione, ma anche di calcolata persuasione.

Background emotivo: Nonostante il suo tono freddo, Donna ama il teatro e sa quanto sia difficile trasformarlo in una macchina di successo. Questo dualismo tra pragmatismo e passione deve emergere.


2. Tono e Intenzione


Autorità: Donna deve apparire come la persona più sicura nella stanza. Non sta chiedendo un’opinione, sta dettando legge. La voce deve avere fermezza e un ritmo che trasmetta controllo.

Sarcasmo e Umorismo: Le immagini che usa (la siringa, Debbie di Duluth, il posto in fondo alla galleria) sono volutamente esagerate. Usa un tono ironico per rendere chiaro che, anche se estremizza, non sta scherzando sul messaggio.

Determinazione: Questo non è un semplice discorso motivazionale; Donna sta manipolando Oliver, sfruttando il suo orgoglio e la sua paura per spingerlo a dare il massimo.


3. Ritmo e Pausa


Enfasi strategica: Il discorso ha momenti chiave che devono risaltare. Per esempio:

Una siringa che da Broadway colpisce dritta al collo Debbie di Duluth: Fai una pausa dopo “colpisce dritta al collo” per sottolineare l’assurdità e il peso dell’immagine. Hai niente di così magnifico?: Questa è la stoccata finale, e il ritmo deve rallentare per caricare la domanda di tensione. Alterna momenti più lenti, dove descrive Debbie e la sua dipendenza, a momenti più rapidi, come quando snocciola il costo e le difficoltà del musical.


4. Linguaggio del Corpo


Gestualità dominante: Usa movimenti decisi e ampi. Donna è abituata a dominare le conversazioni, quindi il corpo deve comunicare sicurezza.

Occhi e contatto visivo: Mantieni il contatto visivo con l'interlocutore (Oliver, nella scena). Gli occhi devono esprimere intensità e un leggero senso di superiorità.

Esplosioni controllate: Donna è lucida, ma c'è una furia trattenuta che emerge nei momenti di massima enfasi, come nella battuta finale. Lascia che le mani o il corpo mostrino la sua frustrazione senza mai perdere il controllo.


5. Emozione Sottostante


Passione per il teatro: Anche se il tono è cinico, Donna crede nel potere del teatro e nella sua capacità di conquistare le persone. Questa passione deve trasparire come sottotesto, specialmente nella descrizione dell’effetto che la "dose" di musical avrà su Debbie.

Urgenza personale: Non è solo una questione di denaro; Donna sente il peso del rischio che ha corso. Porta nel monologo un accenno di vulnerabilità ben nascosta, che emerga appena sotto la sua maschera di sicurezza.


6. Indicazioni Tecniche


Dizione chiara: Il monologo è pieno di immagini vivide e riferimenti specifici. È importante che ogni parola sia chiara per il pubblico.

Volume e proiezione: Donna è abituata a farsi ascoltare. Usa un volume alto ma naturale, senza urlare.

Intensità crescente: Inizia il monologo con calma, come se fosse una semplice conversazione, ma lascia che l’intensità aumenti gradualmente, fino alla domanda finale.


7. Momenti Chiave


Ecco come strutturare il monologo in tre fasi emotive:

Introduzione pragmatica: "Io vedo solo tanti zeri sul mio conto in banca..." – Qui Donna è cinica, quasi annoiata, come se stesse spiegando una realtà ovvia.

La dipendenza di Debbie: Descrivi Debbie di Duluth con entusiasmo e un pizzico di crudeltà divertita. È qui che la passione di Donna per il teatro emerge attraverso la metafora della dipendenza.

Lo scontro finale: "Hai niente di così magnifico..." – Qui Donna lancia il guanto di sfida, mettendo Oliver di fronte alle sue responsabilità.

CONCLUSIONE

L’interpretazione di questo monologo richiede una combinazione di carisma e autorità, unita a una sottile ironia. Donna non è solo una cinica produttrice teatrale, ma una donna che comprende il potere dell’arte e il suo potenziale di dipendenza emotiva per il pubblico. Il suo discorso è una sfida e un appello: un invito a superare i limiti creativi in nome del successo, ma anche una riflessione sull’equilibrio tra arte e mercato.

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