Monologo femminile - Mo'Nique in \"Precious\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Questo monologo di Mary Jones (Mo'Nique) in Precious rappresenta uno dei momenti più intensi e scioccanti del film. È una scena che cristallizza la violenza psicologica e fisica che Mary infligge alla figlia, mostrando la sua mentalità distorta e il modo in cui giustifica il proprio comportamento abusante. Il linguaggio crudo e la ferocia delle sue parole non sono solo strumenti di umiliazione, ma rivelano anche la frustrazione e la disperazione di una donna spezzata, incapace di affrontare la propria responsabilità.

Stronza e cicciona

MINUTAGGIO: 11:50-12:51

RUOLO: Mary Johnson
ATTRICE:
Mo'Nique
DOVE:
Netflix



INGLESE


See, I think right now you think you becomin' a grown woman. 'Cause that shit you pulled in the kitchen... I shoulda fucked you up. But I let you walk away. And I let you get yourself together. But, bitch, I'mma let you know, don't you ever pull that shit again. That'll be your last mothafuckin' day stayin here. I promise you that. You gon' send a white bitch to my mothafuckin' buzzer? Talkin' 'bout some higher education? You're a dummy, bitch! You will never know shit! Don't nobody want you, don't nobody need you! You done fucked around and fucked my mothafuckin' man? And had two mothafuckin' children? And one of 'ems a goddamn animal, runnin' 'round lookin' crazy as a mothafucka? Bitch, you know what? See, I think you... I think you tryin' me. I think you tryin' to fuck with me. You fuckin' with my money... and you gon' stand up there and look at me like you a mothafuckin' woman? I'mma show you what real women do, bitch. See, you don't know what real mothafuckin' women do. Real mothafuckin' women sacrafice! I shoulda aborter your mothafuckin' ass! 'Cause you ain't shit! I knew it when the doctor put you in my goddamn hand you wasn't a goddamn thing! You wear that smirk on your face, bitch? Get outta...! Now smile about that! Smile about that, you fat bi...



ITALIANO


Senti, mi sa che tu ora pensi che stai diventando una donna. Guarda che per il numero che hai fatto in cucina, avrei dovuto gonfiarti di botte, ma ho fatto finta di niente e ti ho lasciata salire per riprenderti. Ma apri le orecchie brutta troia, prova un'altra volta a farmi una cosa così e puoi dire addio a questa merda di mondo in cui viviamo, te lo posso giurare. Tu porti una troia bianca al citofono di casa mia? A parlare di istruzione superiore? Sei un'imbecille, troia. Tu non capirai mai un cazzo di niente. Non ti vuole nessuno! Non servi a nessuno! Ti sei messa a scopare col mio uomo, cazzo, e hai avuto due figli, stronza di merda. E una sembra un animale del cazzo: va in giro che sembra uscita da un cazzo di manicomio. Ti avverto, stronza, non mi… non mi sfidare, chiaro? Guarda che lo so che stai cercando di fottermi e vuoi fotterti pure i miei soldi! Pensi di essere una donna solo perché te ne stai lassù a fissarmi come una stronza? Te lo faccio vedere io come si comporta una vera donna. Tu non sai un cazzo di come si comporta una vera donna. Una vera donna è una che si sacrifica! Avrei dovuto abortire invece di metterti al mondo, perché non vali un cazzo! L'ho capito il giorno stesso in cui ti ho fatta nascere che non valevi un cazzo di niente. Cos'è quel sorrisetto che hai in faccia, eh, troia? Te lo faccio vedere io stronza! Vediamo come ridi adesso. Vediamo come ridi, brutta cicciona!

Precious

Precious (2009), diretto da Lee Daniels e basato sul romanzo Push di Sapphire, racconta la storia di Claireece "Precious" Jones, un'adolescente afroamericana di Harlem che vive in una situazione familiare estremamente difficile. Siamo nel 1987, e Precious, interpretata da Gabourey Sidibe, è una ragazza di 16 anni analfabeta, obesa e incinta per la seconda volta dopo gli abusi subiti dal padre.


La madre, Mary (Mo'Nique), è violenta e manipolatrice, sfrutta la figlia e la maltratta sia fisicamente che psicologicamente. Quando la scuola scopre che Precious è incinta, la ragazza viene indirizzata a un programma educativo alternativo, dove incontra l'insegnante Blu Rain (Paula Patton). Attraverso la scrittura, Precious inizia a esprimersi e a immaginare un futuro diverso. Lungo il percorso trova sostegno anche nell'assistente sociale Ms. Weiss (Mariah Carey) e nella sua compagna di classe Rhonda.


Il film segue il suo tentativo di emanciparsi dalla madre e di costruire un'esistenza indipendente, mentre affronta verità dolorose e cerca di trovare una sua identità al di fuori dell'oppressione domestica. La pellicola non edulcora la brutalità delle sue esperienze ma lascia spazio alla speranza, mostrando la determinazione di una ragazza che, nonostante tutto, cerca di riscrivere la propria storia.

Analisi Monologo

Il monologo è un crescendo di rabbia e minacce, costruito su una serie di accuse che distorcono la realtà e manipolano il senso di colpa di Precious. Mary inizia con una finta concessione (“avrei dovuto gonfiarti di botte, ma ho fatto finta di niente”), ponendosi come una figura che esercita il controllo sulla violenza, quasi a voler suggerire che il suo abuso sia una scelta, e non un impulso incontrollabile. Subito dopo, però, esplode in una serie di insulti e minacce di morte, facendo emergere la sua natura crudele.


Uno degli aspetti più inquietanti del monologo è il modo in cui Mary accusa Precious di averle “rubato” l’uomo, ovvero il padre della ragazza e il suo stesso stupratore. Questo ribaltamento della colpa è un esempio tipico di dinamiche abusive, in cui la vittima viene resa responsabile delle azioni del carnefice. È anche una prova della distorsione morale di Mary, che sembra negare la realtà dell’incesto e dell’abuso, cercando di incasellarlo in una logica di rivalità femminile.


La frase “Una vera donna è una che si sacrifica” è forse la più rivelatrice dell’intero monologo. Qui Mary esprime la sua visione tossica della femminilità, che per lei significa subire, resistere e soffrire senza possibilità di riscatto. È il codice che ha interiorizzato e che ora cerca di imporre alla figlia, come se la sua stessa sopravvivenza dipendesse dal perpetuare il ciclo di abuso.


La sua violenza verbale culmina nell’idea che Precious non valga nulla, che avrebbe dovuto essere abortita. Questo è il punto più basso del monologo, un annullamento totale della figlia come essere umano. Ma in questa dichiarazione c’è anche un sottotesto: Mary, in qualche modo, sta proiettando il proprio odio verso sé stessa su Precious. Se la figlia non vale niente, allora forse anche lei, come madre, ha fallito.

Conclusione

Questa scena è un esempio di come il cinema possa esplorare il lato più oscuro delle relazioni familiari e della violenza domestica. Il monologo di Mary non serve solo a mostrare la sua crudeltà, ma aiuta a comprendere il meccanismo di oppressione che tiene intrappolata Precious. L’interpretazione di Mo'Nique è devastante perché rende Mary un personaggio più complesso di una semplice antagonista: è una donna distrutta, che ha interiorizzato la propria miseria al punto da infliggerla agli altri.

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