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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo iniziale di Ani Fanelli, interpretata da Mila Kunis in "La ragazza più fortunata del mondo", è uno dei momenti chiave per introdurre lo spettatore alla complessità della protagonista. Questo da flusso di coscienza, mette in luce il tono sarcastico, ambizioso e tagliente di Ani, rivelando strati della sua personalità e anticipando il conflitto interiore che caratterizzerà il film. La narrazione, a metà tra autoanalisi e confessione ironica, è densa di osservazioni sul ruolo della donna nella società contemporanea, sulle pressioni sociali e sulla necessità di mantenere una facciata perfetta a tutti i costi.
MINUTAGGIO: 0:21-5:00
RUOLO: Ani Fanelli
ATTRICE: Mila Kunis
DOVE: Netflix
ITALIANO
Sono qui per informarvi che il matrimonio è considerato ancora un coronamento per le donne, anche nel 2015. Questa è una trappola in cui io non sono caduta. Mi ci sono tuffata a capofitto. Normalmente non mi esalto per le posate, ma mi sposo tra sei settimane, quindi eccoci qua. Riprenditi, pazza psicopatica. Ho gestito sei anni senza pranzare solo per sentire questo pagliaccio chiamarmi minuta. Minuta è come si chiamano le ragazze basse e grassottelle. Io lo so. Sono stata una di loro. Luke Harrison IV ha giocato a Lacrosse ad alti livelli alla Colgate, fa kite surf a Nantucket, e scia a Vail, perché Aspen è rovinata dai nuovi ricchi. Mi chiama “Piccola” con la migliore delle intenzioni. Finora, è stato suo diritto di nascita sposare un insetto biondo di origine norvegese con un nome dal genere ambiguo, come.. Landry, o Davon, che può sentire la mia puzza di imbroglio ad un miglio di distanza. Io non sono ricca di nascita, ma ho qualcosa che un fiduciario non può comprare: la grinta. Nel mondo di luke non serve molto. Ama il tuo lavoro, odia i bambini, anche quelli carini, possiede qualche lurido segreto e sia eternamente grata che lui li conosca tutti, e ti ami lo stesso. Una volta qualcuno mi ha definito “Animale”, una mossa sbagliata e lo capirà anche Luke. Ok, forse qualche segreto che non conosce ce l’ho. Ma nessuno mi ha mai fatto sentire così al sicuro
"La ragazza più fortunata del mondo" (Luckiest Girl Alive), diretto da Mike Barker e basato sull'omonimo romanzo bestseller di Jessica Knoll, è un film del 2022 che mescola dramma psicologico e thriller, affrontando tematiche profonde legate al trauma, alla violenza sessuale e alla costruzione della propria identità. La protagonista del film è Ani Fanelli (interpretata da Mila Kunis), una donna che all'apparenza sembra avere tutto: un lavoro prestigioso come redattrice per una rivista di lusso a New York, un fidanzato ricco e affascinante, e un futuro che sembra promettere il tanto agognato "lieto fine". Dietro questa facciata impeccabile si nasconde un passato tormentato che Ani ha cercato per anni di seppellire e dimenticare. Ani è una sopravvissuta a due eventi traumatici accaduti durante la sua adolescenza: uno stupro di gruppo avvenuto durante una festa organizzata dai suoi compagni di scuola e una successiva sparatoria nella sua scuola superiore. Questi due eventi hanno segnato profondamente la sua vita, alimentando un senso di colpa e costringendola a costruire un'immagine perfetta per proteggersi dal giudizio altrui. La trama si sviluppa quando un regista di documentari la contatta per un'intervista, volendo includere la sua testimonianza nel suo progetto legato alla sparatoria. Questo evento spinge Ani a confrontarsi con i ricordi che ha represso per anni, mettendo in discussione le scelte che ha fatto per adattarsi a una società che premia l'apparenza e il successo a scapito della vulnerabilità.
Il monologo si apre con una critica diretta e ironica alle aspettative della società nei confronti delle donne: “Il matrimonio è considerato ancora un coronamento per le donne, anche nel 2015.” Con questa frase, Ani stabilisce subito il tono sarcastico del suo discorso, rivelando una consapevolezza acuta delle pressioni culturali che ancora condizionano la vita delle donne, anche in un’epoca che si presume più progressista.
Ani, però, non si pone al di sopra di queste dinamiche; anzi, ammette candidamente di esserne partecipe: “Questa è una trappola in cui io non sono caduta. Mi ci sono tuffata a capofitto.” Questo riconoscimento del proprio conformismo, espresso con una battuta disarmante, suggerisce un conflitto interiore: Ani è consapevole delle contraddizioni della sua vita, ma non riesce a sfuggirvi.
Uno degli aspetti più interessanti di questo monologo è il modo in cui Ani descrive il suo fidanzato, Luke Harrison IV. Attraverso dettagli quasi caricaturali – come il fatto che giochi a lacrosse, faccia kite surf a Nantucket e trovi Aspen “rovinata dai nuovi ricchi” – Ani dipinge un ritratto ironico della classe sociale a cui Luke appartiene. Questa descrizione non è solo un esercizio di cinismo: Ani utilizza il sarcasmo come un’arma per mascherare la propria insicurezza. La frase “Mi chiama ‘Piccola’ con la migliore delle intenzioni” tradisce un certo disagio nel sentirsi diversa dalle donne con cui Luke sarebbe “destinato” a stare. Ani è consapevole di non appartenere al suo mondo e teme di essere smascherata, un tema che ritorna spesso nel film.
Un elemento fondamentale del monologo è l’uso della parola “grinta”: “Io non sono ricca di nascita, ma ho qualcosa che un fiduciario non può comprare: la grinta.” Qui Ani rivendica la sua identità e la sua capacità di lottare per ottenere ciò che vuole, ma la frase suona quasi come un’auto-convinzione, un tentativo di rassicurare se stessa sul fatto che la sua diversità sia un punto di forza, non una debolezza. Tuttavia, il suo tono cambia quando ammette: “Una volta qualcuno mi ha definito ‘Animale’, una mossa sbagliata e lo capirà anche Luke.” Questa frase rivela il lato più oscuro di Ani: dietro la sua determinazione si nasconde una rabbia repressa, un senso di ingiustizia che potrebbe esplodere da un momento all’altro.
La chiusura del monologo è particolarmente significativa: “Ok, forse qualche segreto che non conosce ce l’ho. Ma nessuno mi ha mai fatto sentire così al sicuro.” Questo momento di vulnerabilità, nascosto tra le righe, è cruciale per comprendere il personaggio di Ani. Nonostante la sua ironia e il suo apparente cinismo, Ani desidera sicurezza e accettazione, due bisogni fondamentali che emergono dal suo passato traumatico. Il fatto che ammetta di avere segreti introduce una tensione narrativa: lo spettatore comprende che dietro la facciata perfetta di Ani si nascondono ombre profonde che verranno svelate nel corso del film.
Il monologo di Ani Fanelli è una perfetta introduzione al personaggio, un mix di cinismo, vulnerabilità e rabbia repressa che riflette la complessità della sua personalità. Attraverso una narrazione vivace e ricca di dettagli, Mila Kunis dà vita a un personaggio che lotta tra il desiderio di conformarsi alle aspettative sociali e il bisogno di autenticità.
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