Monologo femminile - \"Resort to love: all'amore non si sfugge\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Siamo a metà inoltrata del film “Resort to love”, quando le dinamiche tra i personaggi principali si fanno più dense. Erica, la protagonista, si trova in una posizione emotivamente scomoda: sta ancora gestendo i sentimenti non risolti per il suo ex, Jason, e allo stesso tempo deve convivere con la sua nuova fidanzata, Beverly. Ed è proprio Beverly a rubare la scena in questo monologo. Quello che all’inizio del film potrebbe sembrare un personaggio “di contorno” – la classica futura sposa inconsapevole – qui si carica improvvisamente di tridimensionalità. Beverly non è solo la "rivale", è una donna con desideri concreti, dolori taciuti, sogni antichi. In un momento di sincerità disarmante, si apre con Erica su cosa significhi per lei l'amore e la costruzione di un futuro.

Sarò una regina!

MINUTAGGIO: 57:00-59:00 

RUOLO: Beverly

ATTRICE: Christiani Pitts

DOVE: Netflix

ITALIANO

Oh mio Dio! Oh mio Dio! Sai che ho pensato? Che sto per diventare una regina, perché sposo un re. King! Perché Jason si chiama King! Tengo il mio cognome per la mia carriera politica, certo, però… nella mia vita privata sarò la signora King. E’ più forte di me, sono così tradizionale. Voglio… un bel giardino, voglio due bambini, e andare in chiesa la domenica. E… cucinare per gli amici, sai… i miei facevano delle grandi cene la sera, ogni domenica, dopo la chiesa. E da quando non ci sono… comunque… voglio fare la stessa cosa e… io… ho… due pentole, ok? E Jason ha un cuoci riso che adora. E… io sento già il profumo della casa che voglio con lui. Riesco proprio a sentire i bambini che giocano sul dondolo sotto il portico. Lo so che sono una pazza, scusa.

Resort to love

Resort to Love è una commedia romantica uscita su Netflix nel 2021, diretta da Steven K. Tsuchida e con protagonista Christina Milian. È un film leggero, pensato per intrattenere con toni spensierati e un’ambientazione tropicale che fa da cornice a una situazione piuttosto scomoda per la protagonista. Erica (Christina Milian) è una cantante newyorkese che sta vivendo un momento difficile: la sua carriera non decolla e il suo cuore è ancora ferito per una rottura sentimentale. Per sfuggire alla delusione, accetta controvoglia di lavorare come cantante in un lussuoso resort sull’isola di Mauritius.

Fin qui tutto bene. Ma la situazione cambia quando scopre che uno degli ospiti del resort è proprio il suo ex fidanzato Jason (Jay Pharoah), arrivato lì per sposarsi con un’altra donna. Quindi: spiaggia, matrimonio imminente, tensioni irrisolte, e un nuovo potenziale interesse romantico in arrivo, che metterà ulteriormente alla prova i sentimenti di Erica.

Il film gioca con i classici del genere “rom-com”, specialmente con il tropo della second chance amorosa e del triangolo sentimentale. C'è una presenza musicale piuttosto forte: Erica canta davvero nel film (Christina Milian è anche cantante nella vita reale), e questo dà al personaggio un’identità più marcata rispetto alla classica protagonista da commedia romantica. L’ambientazione esotica, tipica di queste commedie “da vacanza”, diventa parte del tono stesso del film: sole, mare, cocktail e abiti leggeri che accompagnano una narrazione che non ha mai intenzione di prendersi troppo sul serio.

Analisi Monologo

Oh mio Dio! Oh mio Dio! Sai che ho pensato? Che sto per diventare una regina, perché sposo un re. King! Perché Jason si chiama King!” Beverly parte con un tono euforico, quasi ingenuo. Il gioco di parole tra “re” e “King”, il cognome di Jason, introduce un immaginario da fiaba. Ma dietro questo entusiasmo c’è qualcosa di più: il bisogno di sentirsi parte di qualcosa di solido, regale, definitivo. “Tengo il mio cognome per la mia carriera politica, certo, però… nella mia vita privata sarò la signora King.” Qui entra in gioco il conflitto tra vita pubblica e privata. Beverly ha ambizioni, ha un’identità autonoma – lo si intuisce dal riferimento alla carriera politica – ma ha anche un desiderio profondo di condivisione, quasi di fusione, nella sfera intima. Il cognome, quindi, diventa simbolo di appartenenza, di legame, ma anche di equilibrio tra chi si è e chi si vuole diventare in coppia.

Voglio… un bel giardino, voglio due bambini, e andare in chiesa la domenica.” Questo è il cuore del monologo. Beverly non sta descrivendo un futuro astratto: sta elencando immagini precise, concrete, familiari. E in questo elenco non ci sono solo desideri, ma memorie. Quando aggiunge: “... i miei facevano delle grandi cene la sera, ogni domenica, dopo la chiesa. E da quando non ci sono…” Ecco il punto di svolta. Non si tratta più solo di romanticismo o idealismo. Beverly cerca di ricostruire un senso di continuità con il passato, un’eco affettiva di qualcosa che ha perso. Le “cene della domenica” non sono solo un dettaglio: sono il rituale familiare che rappresentava sicurezza, amore, casa. Il dolore per la perdita dei genitori emerge appena accennato, ma il peso emotivo è fortissimo.

“... io… ho… due pentole, ok? E Jason ha un cuoci riso che adora.” Il ritorno al dettaglio quotidiano spezza il tono drammatico e lo rende ancora più umano. Questi oggetti – le pentole, il cuoci riso – diventano simboli di un futuro condiviso. Piccoli indizi di una vita domestica sognata, che nella sua semplicità diventa commovente. “Riesco proprio a sentire i bambini che giocano sul dondolo sotto il portico. Lo so che sono una pazza, scusa.” Il monologo si chiude con una nota di autoironia, ma è una difesa. Beverly si rende conto della profondità del suo coinvolgimento emotivo e teme di risultare esagerata. Ma non c’è niente di folle nella sua visione: è un desiderio potente di stabilità, amore e continuità. E questo ci dice tantissimo su chi è veramente.

Conclusione

Questo monologo serve a umanizzare Beverly in modo netto. In una rom-com in cui ci si aspetterebbe che la “nuova fidanzata” sia solo un ostacolo, lei invece viene mostrata come una donna complessa, affettuosa, con un cuore pieno di speranze e ferite. La scena costringe anche Erica (e noi spettatori) a guardare Beverly con occhi diversi: non è solo la "rivale", è un essere umano con un suo bagaglio emotivo.

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