Monologo Femminile - Rooney Mara in \"Uomini che odiano le donne\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Interpretare il monologo di Lisbeth Salander in The Girl with the Dragon Tattoo è un viaggio nei lati più complessi e oscuri della psiche umana. Lisbeth è un personaggio sfaccettato, che porta con sé un passato di abusi e un presente in cui il bisogno di controllo e la vendetta si fondono per garantirle una forma di giustizia personale. Questo monologo è una svolta nella storia del personaggio: un atto di autodeterminazione e strategia calcolata, in cui Lisbeth ribalta la dinamica di potere contro il suo aguzzino

Ora gioco io

MINUTAGGIO: 1:01:56-1:05:45

RUOLO: Lisbeth

ATTRICE: Rooney Mara
DOVE: Amazon Prime Video



INGLESE


Good. You're alive. You recognize this? I had it with me last time. I set it here, remember? And this snap, you see it? It's not a snap. It's a wide-angle fiber-optics lens. I thought it was going to be another blow job... ...which is disgusting enough. But I misjudged just how sick you are. Okay. Here's what's going to happen. Pay attention. Look at me. Once you can sit again... ...which could be a while, I admit, we're going to go to my bank... ...and tell them that I alone have access to my money. Nod. After that you will never contact me again. Each month you will prepare a report of a meeting we will never have. In it, you'll describe how well I'm doing. How "sociable" I'm becoming. Then you will negotiate with the court... ...to have my declaration of incompetence lifted. If you fail, this video will spread across the internet like a virus. Nod. And if anything should happen to me, if I get run over by a car... ...if you run me over with a car, this will upload automatically. Nod that you understand. Gabardine. I'm taking the keys to this apartment because I'll be checking on you. If I find a girl in here with you, whether she came of her own free will or not... No, not the video. I'll k*ll you. Do you doubt anything I've said? Do you doubt what's in the reports that have followed me around all my life? What do they say? If you had to sum it up. They say I'm insane. No, it's okay, you can nod because it's true. I am insane.



ITALIANO


Ti piace essere legato? O ti piace solo farlo agli altri? Ti piace solo farlo agli altri? Hai mai visto quel programma in tv dove filmano i politici a loro insaputa con la telecamera nascosta? Ce le abbiamo quelle telecamere alla Milton Security, e l’altra volta ne avevo una nella borsa. Pensavo che bastasse un altro pompino. Ma sei più malato di quanto credessi. Il video dura due ore, perciò hai tutto il tempo per valutare come reagirebbero la polizia e i media. Buona visione. Ti dico come funzioneranno le cose, tu fa solo si con la testa, è chiaro? D’ora in poi avrò io il controllo del mio conto in banca. Tu non potrai avere nessuno accesso. Deciderò io come utilizzare i miei soldi, hai capito? Ogni mese farai una relazione al giudice tutelare in cui scriverai che la mia condotta è esemplare, migliore di come sia mai stata. Fra un anno esatto, a partire da adesso, chiederai che il tribunale revochi la dichiarazione di incapacità nei miei confronti. Ti manderò istruzioni via mail. Non cercherai mai di contattarmi, altrimenti una copia di quel video arriverà subito alla polizia e ai principali giornali di quel paese. La stessa cosa succederebbe se io morissi, se avessi un incidente, o se tu infrangessi le mie regole. E’ tutto chiaro, sicuro?

Uomini che odiano le donne

"Uomini che odiano le donne" diretto da David Fincher è il rifacimento americano del celebre romanzo di Stieg Larsson, conosciuto internazionalmente come The Girl with the Dragon Tattoo. Uscito nel 2011, questo adattamento mette in scena la prima parte della trilogia di Larsson dedicata alla complessa e affascinante figura di Lisbeth Salander.


La trama è al centro di un intreccio investigativo che riesce a intrecciare il mistero di una scomparsa con temi di corruzione, misoginia e trauma personale. La storia segue Mikael Blomkvist (Daniel Craig), un giornalista caduto in disgrazia a causa di uno scandalo diffamatorio. Blomkvist viene reclutato da Henrik Vanger (Christopher Plummer), un magnate industriale anziano e potente, per indagare sulla scomparsa, ormai irrisolta da 40 anni, di sua nipote Harriet, avvenuta sull'isola di famiglia. Il sospetto è che uno dei membri della famiglia Vanger abbia avuto un ruolo nella sua sparizione.


Per risolvere il mistero, Blomkvist si avvale dell'aiuto di Lisbeth Salander (Rooney Mara), una hacker brillante e tormentata dal suo oscuro passato. Lisbeth è un personaggio memorabile: antisociale, traumatizzata, eppure con una forza interiore che la rende capace di affrontare situazioni violente e pericolose. È grazie a lei che Blomkvist riesce a ottenere accesso a informazioni chiave, utilizzando metodi non convenzionali.


Man mano che si addentrano nei segreti della famiglia Vanger, la coppia scopre una serie di collegamenti inquietanti, che riportano a crimini violenti e sistematici. Vengono rivelate atrocità nascoste, e la trama si addentra nelle zone più oscure dell’animo umano, sfidando sia i personaggi che il pubblico a confrontarsi con il lato più tetro della società.


Fincher, con il suo stile cupo e calibrato, riesce a rendere la Svezia un paesaggio gelido e minaccioso, pieno di ombre e di segreti sussurrati. La tensione è costante, mantenendo un ritmo serrato ma sempre immersivo, in cui ogni dettaglio visivo e sonoro sembra parlare di isolamento e violenza latente. Anche la colonna sonora di Trent Reznor e Atticus Ross aggiunge un senso di inquietudine persistente che contribuisce alla densità emotiva del film.

Analisi monologo

Questo monologo di Lisbeth è una scena potente, dove Lisbeth prende il controllo sul suo tutore Bjurman, un uomo abusivo e manipolatore che ha sfruttato il suo potere per esercitare violenza su di lei. In queste parole si vede la trasformazione del personaggio di Lisbeth, una svolta cruciale in cui ribalta la dinamica di potere, passando da vittima a carnefice per riaffermare la sua indipendenza e proteggersi.


La scena è emblematica perché, pur nella sua crudezza, mette in evidenza due aspetti chiave di Lisbeth: la sua determinazione a ristabilire il controllo e la sua astuzia strategica. Inizia con una serie di domande quasi retoriche: “Ti piace essere legato? O ti piace solo farlo agli altri?”. Queste domande sono sfide, ma anche accuse implicite. Lisbeth sta dichiarando che conosce la vera natura del suo aguzzino, smascherandolo senza lasciargli scampo. È come se volesse costringerlo a guardarsi allo specchio, a riconoscere la propria perversione.


Lisbeth poi svela di aver filmato l’abuso con una telecamera nascosta, un dettaglio che rende il momento ancora più agghiacciante per Bjurman. Le parole “Il video dura due ore, perciò hai tutto il tempo per valutare come reagirebbero la polizia e i media” sono una minaccia esplicita, fredda, calcolata: sa di avere tra le mani il potere di distruggere la vita dell'uomo che fino a poco prima deteneva il controllo su di lei. Questo momento è anche emblematico della sua astuzia e capacità di usare ogni risorsa a disposizione, anche le più insolite, per ribaltare la situazione a suo vantaggio.


Quando Lisbeth passa a dettare le regole, la sua voce diventa quasi un decreto. Non c'è alcuna esitazione o incertezza: “Ti dico come funzioneranno le cose, tu fa solo sì con la testa, è chiaro?” La sua richiesta di annuire è un modo per sottolineare il cambiamento di potere. Bjurman è ora uno spettatore passivo che deve subire. Lisbeth stabilisce termini chiari: controllerà le sue finanze, la relazione al giudice sarà a suo favore, e il processo di emancipazione sarà avviato. Non è una negoziazione, ma una sentenza.


L’ultima parte è una minaccia a tutto tondo, dove Lisbeth chiarisce che qualsiasi violazione dei suoi ordini, sia essa un contatto indesiderato o un incidente alla sua persona, causerà la diffusione del video. La precisione della minaccia dà al momento una struttura quasi legale, trasformando Lisbeth in giudice, giuria e boia. Ha previsto ogni scenario, ha calcolato ogni rischio. Anche in questo si vede la profondità del trauma del personaggio: Lisbeth sa di non potersi fidare, e questa è una sua strategia di sopravvivenza.

Conclusione

Lisbeth Salander in questa scena è una forza inarrestabile, che sfrutta la freddezza e la lucidità come un'arma micidiale contro chi ha abusato di lei. La chiave per interpretare questo monologo è mantenere una compostezza implacabile, bilanciando il dolore represso con la minaccia silenziosa di chi sa di avere il controllo. In questa scena, Lisbeth mette a nudo la sua vulnerabilità, ma al contempo rivendica il diritto di non essere più vittima.


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