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~ LA REDAZIONE DI RC
Questo monologo, tratto da Sliding Doors (1998), è uno dei momenti in cui Lydia (Jeanne Tripplehorn) mostra tutta la sua frustrazione e il suo sarcasmo nei confronti di Jerry (John Lynch), l’uomo con cui ha una relazione clandestina. Il tono del monologo è un mix di disperazione, ironia e rabbia, e attraverso una metafora estesa—quella della stazione e del treno—Lydia esprime in modo teatrale il suo senso di attesa e insicurezza.
MINUTAGGIO: 1:14:30-1:15:00
RUOLO: Lydia
ATTRICE: Jeanne Tripplehorn
DOVE: Amazon Prime Video
INGLESE
I'm trying to be your girlfriend Gerry! I'm trying to win you back! I'm standing on the platform at Limbo Central with my heart and soul packed in my suitcase waiting for the Gerry Fucking Express to roll in and tell me that my ticket is still valid and that I may reboard the train. Only the station announcer keeps coming on and telling me that my train has been delayed as the driver has suffered a major panic attack in Indecision City, "We suggest you take the bus"! That's what I have been trying to do, you cripple!
ITALIANO
Non hai ancora capito qual è il mio scopo? sto cercando di diventare la tua fidanzata, Jerry! Sto cercando di riconquistarti! È piuttosto semplice: mi trovo sulla piattaforma della stazione Limbo Centrale con l'anima e il cuore messi nella mia valigia, in attesa che si presenti l'espresso Jerry dei miei coglioni e che mi dicano che il mio biglietto è ancora valido e posso rimontare sul treno. Solo che alla stazione l'altoparlante sembra un disco rotto e mi ripete che il mio treno è in ritardo, perché il conducente è in preda a una botta di panico intenso nella città dell'indecisione, vi consigliamo di prendere l'autobus! E adesso sai qual è il mio scopo, microcefalo!
Sliding Doors (1998), diretto da Peter Howitt, è un film che esplora il concetto del destino e delle scelte attraverso una narrazione basata su due linee temporali parallele. La protagonista, Helen (Gwyneth Paltrow), è una donna londinese che lavora nelle pubbliche relazioni e che, in un giorno qualsiasi, si trova a vivere due versioni della propria vita in base a un singolo evento: riuscire o meno a prendere una metropolitana.
La storia si biforca nel momento in cui Helen corre per prendere un treno della metropolitana. Da quel punto in poi, il film segue due realtà alternative:
Linea temporale A – Helen prende il treno
Helen riesce a salire sul convoglio e torna a casa prima del previsto, scoprendo il tradimento del fidanzato Gerry (John Lynch) con la sua ex, Lydia (Jeanne Tripplehorn). Scioccata, lo lascia e inizia a rifarsi una vita, trovando sostegno in James (John Hannah), un uomo gentile e ottimista che incontra per caso. La sua carriera migliora, la sua autostima cresce e sembra che stia finalmente costruendo qualcosa di positivo.
Linea temporale B – Helen perde il treno
Qui Helen non arriva a casa in tempo per sorprendere Gerry, che continua a ingannarla senza che lei se ne accorga. Mantiene il suo lavoro, ma è sempre più frustrata e insoddisfatta. Il destino sembra metterle ostacoli continui, e il suo percorso è molto più faticoso rispetto all'altra versione della sua vita.
Man mano che le due storie si sviluppano, il film gioca con il concetto di casualità e destino. Le due versioni di Helen si incrociano in momenti chiave e si riflettono l'una nell'altra, portando entrambe a una conclusione che suggerisce come alcune cose possano essere inevitabili, indipendentemente dalle scelte fatte lungo il percorso
Lydia utilizza un'immagine evocativa per descrivere la sua condizione emotiva: si paragona a una viaggiatrice bloccata in una stazione chiamata “Limbo Centrale”, un luogo simbolico che rappresenta il suo stato d'animo. La valigia con “l’anima e il cuore” è una metafora chiara del fatto che ha messo tutto se stessa in questa relazione, ma senza ottenere certezze. Il treno, ovvero Jerry, è in ritardo, a indicare l’indecisione dell’uomo, incapace di scegliere tra lei e Helen. Il monologo passa da un tono quasi poetico e malinconico a uno più aggressivo e sarcastico.
Lydia ridicolizza l’insicurezza di Jerry, descrivendolo come un conducente in preda al panico nella “città dell’indecisione”, una frase che racchiude tutta l’instabilità della relazione e la frustrazione di essere bloccata in un’attesa infinita.
Il consiglio dell’altoparlante—prendere l’autobus—suona come un suggerimento implicito a cercare un’altra strada, a smettere di aspettare un uomo incapace di prendere una decisione.
Il climax arriva con la battuta finale, dove Lydia passa dall’uso della metafora alla pura esasperazione: "E adesso sai qual è il mio scopo, microcefalo!". Qui il tono si fa più diretto e aggressivo, mostrando che la pazienza è finita e che, dietro il sarcasmo, si cela una richiesta di chiarezza da parte di Jerry.
Questo monologo è un esempio di scrittura brillante che unisce dramma e umorismo amaro. Lydia non si limita a esprimere il suo dolore, ma lo trasforma in un discorso teatrale carico di immagini vivide e sarcasmo tagliente. La sua metafora del viaggio riflette perfettamente la sua condizione: un limbo emotivo in cui è bloccata a causa dell’incapacità di Jerry di scegliere. Il contrasto tra il linguaggio figurato e l’esplosione finale di rabbia rende il monologo efficace e memorabile, sottolineando il tema centrale del film: le scelte, o la mancanza di esse, e le loro conseguenze.
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