Monologo Femminile - Toni Collette in \"Hereditary - le radici del male\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Questo monologo, tratto dal film Hereditary, rappresenta un intenso viaggio emotivo attraverso il dolore, la frustrazione e l'incapacità di perdonare. Annie, madre distrutta dalla perdita di una figlia e dal distacco emotivo con il figlio, si trova a sfogare una collera repressa che va oltre la semplice rabbia. La sfida è quella di rendere autentico ogni strato emotivo, trasformando ogni parola e gesto in un tassello che racconta il crollo di una madre segnata dal trauma e dalla disillusione.

ACCETTA LA MORTE

MINUTAGGIO: 58:16-59:40

RUOLO: Annie

ATTRICE: Toni Collette
DOVE: Amazon Prime Video



INGLESE


DON'T you swear at me, you little shit! Don't you EVER raise your voice at me! I am your mother! You understand? All I do is worry and slave and defend you, and all I get back is that fucking face on your face! So full of disdain and resentment and always so annoyed! Well, now your sister is dead! And I know you miss her and I know it was an accident and I know you're in pain and I wish could take that away for you. I WISH I could shield you from the knowledge that you did what you did, but you're sister is dead! She's gone forever! And what a waste... if it could've maybe brought us together, or something, if you could've just said "I'm sorry" or faced up to what happened, maybe then we could do something with this, but you can't take responsibility for anything! So, now I can't accept. And I can't forgive. Because... because NOBODY admits anything they've done!



ITALIANO


Non dire parolacce con me, stronzetto. Non devi mai alzare la voce con me, io sono tua madre. Hai capito? Non faccio che preoccuparmi, e lavorare e proteggerti. E che cosa ho in cambio? Quella tua espressione del cazzo sul viso. Sempre piena di disprezzo, e di risentimento. E sempre così infastidita. Adesso tua sorella è morta. E io so che ti manca, e so che è stato un incidente, e so che tu soffri, e vorrei tanto prenderti quel dolore. Vorrei tanto proteggerti dalla consapevolezza di aver fatto quello che hai fatto. Tua sorella è morta. Se ne è andata per sempre. E che spreco. Se questo ci avesse almeno riavvicinati in qualche modo, se tu avessi detto..."Chiedo scusa. Ho affrontato quella sua morte". Forse avremmo avuto qualcosa da questo. Ma tu non ti prendi la responsabilità di niente. Perciò ora io non lo posso accettare. E non posso perdonare. Perché... perché nessuno ammette niente di quello che ha fatto!

HEREDITARY

Hereditary - Le radici del male, diretto da Ari Aster, è un horror psicologico che esplora temi di traumi familiari, lutto e occultismo. La storia segue la famiglia Graham, sconvolta dalla recente morte della nonna, Ellen, la matriarca della famiglia. La figlia di Ellen, Annie Graham, è un’artista che costruisce miniature e diorami e vive con suo marito Steve, il figlio adolescente Peter e la figlia più giovane, Charlie.


Dopo la morte della nonna, cominciano a manifestarsi eventi inquietanti che segnano la famiglia. Charlie, una ragazza strana e introversa, sembra avere un legame particolare con la nonna e comincia a mostrare comportamenti disturbanti. La morte improvvisa e tragica di Charlie segna un punto di svolta nella trama, scatenando un’ondata di eventi inspiegabili che portano Annie a esplorare il passato oscuro della madre e il suo coinvolgimento con un culto esoterico.


Annie scopre, con orrore, che Ellen aveva legami con una setta satanica e che Charlie era stata in qualche modo scelta per essere il corpo ospitante di un’entità demoniaca chiamata Paimon, uno degli otto re dell’inferno. La famiglia diventa quindi vittima di una maledizione oscura e inesorabile, orchestrata dalla matriarca per incanalare Paimon attraverso il discendente maschio della famiglia.

ANALISI MONOLOGO

Annie si sente intrappolata tra l’amore materno e un dolore devastante. Pur affermando il proprio amore e il desiderio di proteggere il figlio, esprime una rabbia profonda verso di lui, incapace di perdonare e accettare ciò che è accaduto. Annie è costretta ad affrontare il fallimento dei suoi legami familiari. Qui emerge un tema importante: la responsabilità. Accusa il figlio di non aver mai ammesso le proprie colpe e di non affrontare la realtà, proiettando su di lui la propria frustrazione e la propria incapacità di fare pace con l’evento traumatico.


Il linguaggio è forte, crudo e viscerale, utilizzato per sottolineare la sua rabbia e il suo disprezzo verso l’atteggiamento del figlio. Le parolacce sottolineano il livello di tensione e di disperazione di Annie, che non trova più mezze misure per comunicare. Annie si sente profondamente sola nel suo dolore, aggravato dalla mancanza di empatia e di condivisione con il figlio. Questo isolamento emotivo viene esacerbato dal fallimento delle aspettative: la speranza di un momento di riconciliazione e di vicinanza familiare è infranta, portando alla completa frattura.


Annie non riesce a perdonare né sé stessa né il figlio per ciò che è accaduto. Questo monologo riflette una battaglia tra il desiderio di superare il dolore e l’incapacità di lasciarlo andare, alimentando il conflitto interiore e il senso di colpa. Il monologo è costruito con un crescendo di emozioni, che culmina in un rifiuto di perdono. La progressiva intensificazione emotiva crea un impatto drammatico e lascia lo spettatore con un senso di ansia e di oppressione, dando profondità al personaggio di Annie e al peso che porta. Questo dialogo riflette elementi di tragedia, con la maledizione famigliare che si perpetua in un ciclo di dolore, odio e senso di colpa. Annie diventa quasi una figura tragica, vittima di forze oscure e inarrestabili che la separano dagli affetti.

CONCLUSIONE

Interpretare questo monologo richiede una connessione profonda con il personaggio di Annie e con il suo dolore. Solo trovando un equilibrio tra rabbia e vulnerabilità, tra il desiderio di protezione e la spinta a incolpare, un’attrice può restituire l’impatto emotivo che questo monologo necessita. Con un’attenta analisi dei conflitti interni e una messa in scena che rispetta i picchi e le pause del testo, è possibile trasmettere il peso insopportabile di una madre prigioniera del proprio dolore. La performance finale sarà potente e commovente, lasciando il pubblico con una profonda sensazione di inquietudine e empatia.

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