Monologo femminile - l'ultima testimonianza di \"Anche io\"

Unisciti alla nostra Community Famiglia! Compila il "FORM" in basso, inserendo il tuo nome e la tua mail, ed entra nell'universo di Recitazione Cinematografica. Ti aspettiamo!


Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Il monologo di Anche io (She Said) è un racconto diretto, crudo, e disarmante che arriva come un pugno nello stomaco. Attraverso le parole della testimone, viene messo a nudo il meccanismo di abuso di potere perpetrato da Harvey Weinstein, il peso delle sue azioni sulle vittime e, in parallelo, il sessismo sistemico che continua a caratterizzare molti ambienti lavorativi, incluso quello dello spettacolo. Questo monologo, collocato nella prima parte del film, ha un impatto duplice: da un lato offre uno sguardo ravvicinato e personale sulle dinamiche di abuso, dall’altro evidenzia il costo del rifiuto per una donna che decide di opporsi al potere.

Ultima testimonianza

MINUTAGGIO: 51:23-54:03

RUOLO: Laura

ATTRICE: Jennifer Ehle

DOVE: Netflix

INGLESE

Then he asked me to meet him, uh, really early. And I had been up all night filming, and I was tired. I went over to The Peninsula Hotel, and at reception, I asked, "Is Mr. Weinstein in The Belvedere restaurant or is he on the patio?" And they said, "Go to his room." (over laptop): And I went upstairs, and Harvey was in his bathrobe. And he asked if he could give me a massage. "No," I said. And then, um, he asked me to help him pick out his clothes for the day. He, you know, started asking for all these things, increasingly more sexual, getting closer and closer. And I just said no so many different times and in so many different ways. And then he finally, um, asked me to watch him take a shower. And I said, "Harvey, "when I win an Academy Award in a Miramax movie, I will give you a blow job." And I got out of there fast. What did you do? I told my dad, I told my agent, I told the people with whom I was filming that night, and Harvey punished me. I mean, he blackballed my career because I had the wherewithal to refuse him. How do you know that? I would be standing with other actresses, and he would blank me. There were roles for which I was up that I mysteriously did not get, and I know today that it was Harvey making a phone call. You know I did an article about it, and nobody did anything. You didn't identify him, but did industry people know who you were talking about in your article? Absolutely. And the abuse came raining down on me, not on him. You know at the Women's March when I did the "Nasty Woman" poem? I lost a huge advertising gig because a small group of people complained that I was quoting the president. He used that language and got elected. I quoted him, and I got fired. It is decades later, and it's still the same sexism. And, Jodi, I would make the same choices all over again, but I also would like to work.

ITALIANO

Poi mi chiese di incontrarlo, molto presto. Io avevo appena finito di girare, ed ero stanca. Allora andai all’hotel Peninsula e alla reception chiesi: “Il signor Wenstain è nel ristorante belvedere o nell’atrio”, e loro mi risposero: “Vada in camera sua”. Allora io andai di sopra, ed Harvey mi aspettava in accappatoio. Mi chiese se poteva massaggiarmi. “No, gli risposi” e allora mi chiese di aiutarlo a scegliere i suo vestiti. Lui mi cominciò a chiedere tutte queste cose, sempre più a sfondo sessuale. E si avvicinava, si avvicinava, e io gli dissi di no. Non so neanche quante volte e non so in quanti modi diversi, finché alla fine mi chiese di guardarlo farsi una doccia. E io gli dissi: “Harvey, il giorno che vincerò un Oscar per un film Miramax ti farò un pompino” e me ne andai di corsa. Lo dissi a mio padre, lo dissi al mio agente, lo dissi alle persone con cui giravo quella notte. E Harvey decise di punirmi. Mi bloccò la carriera perché avevo avuto la forza di rifiutarlo. Mi vedeva in mezzo ad alte attrici e mi ignorava sempre. C’erano ruoli per cui ero in lizza e che misteriosamente non ho ottenuto, e oggi so che era Harvey che alzava la cornetta. Lo sai che ho scritto un articolo su questo e nessuno ha fatto niente. E quell’abuso si è ritorto su di me, non su di lui. Sai alla Women’s March, quando ho recitato la poesia: “Nasty Woman”, ho perso un enorme ingaggio per una pubblicità, perché un gruppo di persone mi accusò di aver citato il presidente. Lui ha usato quel linguaggio ed è stato eletto. Io l’ho citato e mi hanno licenziata. Sono passati decenni ed il sessismo è sempre lo stesso. Guarda Jodie, io rifarei esattamente tutte le mie scelte, ma vorrei anche lavorare.

Anche io

"Anche io" (She Said in originale) è un film del 2022 diretto da Maria Schrader. Si tratta di un dramma basato su eventi reali, ispirato al libro-inchiesta di Jodi Kantor e Megan Twohey, le giornaliste del New York Times che hanno contribuito a portare alla luce il sistema di abusi e molestie sessuali perpetrato da Harvey Weinstein nell’industria cinematografica di Hollywood.


La trama segue il lavoro investigativo delle due giornaliste (interpretate rispettivamente da Zoe Kazan e Carey Mulligan), che decidono di affrontare una delle figure più potenti dell’industria cinematografica. Le due si imbarcano in un’indagine lunga e complessa, durante la quale raccolgono testimonianze di attrici e dipendenti della Weinstein Company che hanno subito abusi, trovando però spesso silenzi imposti da accordi di non divulgazione e un clima di paura e omertà.


Il film racconta il loro percorso di ricerca della verità, il tentativo di ottenere testimonianze da donne coraggiose disposte a parlare pubblicamente e le difficoltà incontrate nel rompere il muro di segretezza che proteggeva Weinstein. Si concentra non solo sugli aspetti professionali dell’indagine, ma anche sul peso personale e psicologico che le due donne affrontano nel tentativo di raccontare questa storia.


"Anche io" non è un film scandalistico: si mantiene sobrio, focalizzandosi più sulla determinazione e sull’etica giornalistica delle protagoniste che sugli eventi sensazionalistici. In questo senso, si inserisce nella tradizione di film sul giornalismo investigativo come Tutti gli uomini del presidente o Il caso Spotlight, ma con un focus particolare sull'impatto delle dinamiche di potere, il sessismo e l'importanza di dar voce a chi è stato messo a tacere.

Analisi Monologo

Il monologo viene raccontato da una donna che ha subito le molestie di Weinstein, un’esperienza che si inserisce all’interno di un sistema di abusi radicato e consolidato nel tempo. La testimone ricorda un incontro avvenuto anni prima, in cui il produttore, sfruttando la sua posizione di potere, ha tentato di imporre un’interazione sessuale non consensuale. La narrazione è asciutta, quasi cronachistica: non ci sono melodrammi, ma è proprio questa freddezza a far emergere la gravità dei fatti. Le parole rivelano come Weinstein utilizzasse una combinazione di manipolazione, pressioni e intimidazioni per spingere le sue vittime in una posizione di vulnerabilità.


Un punto cruciale del monologo è quando la testimone racconta di aver avuto il coraggio di rifiutare le avances di Weinstein, ma di aver pagato un prezzo altissimo per la sua fermezza. Questo dettaglio non è solo il racconto di una vicenda individuale, ma un ritratto del sistema in cui le donne che non si conformano alle richieste di uomini potenti vengono ostracizzate, private delle loro opportunità e silenziate. La sua frase "E quell’abuso si è ritorto su di me, non su di lui" è emblematica di un’ingiustizia sistemica, che protegge i colpevoli e punisce le vittime.


Dal punto di vista stilistico, il monologo alterna momenti di ricordo lucido e dettagliato a riflessioni amare sul passato e sul presente. Frasi brevi, quasi spezzate, contribuiscono a trasmettere un senso di disagio e di frustrazione. La testimone denuncia apertamente il sistema che ha permesso a Weinstein di operare indisturbato, estendendo la sua critica a una cultura che continua a penalizzare le donne per il semplice fatto di farsi avanti o di esercitare la propria libertà di parola. Il sarcasmo amaro emerge nel passaggio in cui racconta di aver risposto con ironia alle richieste di Weinstein – "Harvey, il giorno che vincerò un Oscar per un film Miramax ti farò un pompino". È una risposta che racchiude un senso di impotenza di fronte alla prepotenza di un uomo che sembra essere intoccabile. È una difesa, una strategia per uscire da una situazione insostenibile. Ma questo sarcasmo lascia spazio a un tono più doloroso quando la donna ricorda come Weinstein abbia distrutto la sua carriera, dimostrando il suo potere di controllo sull'industria cinematografica.

Conclusione

Questo monologo è uno dei momenti chiave di Anche io, perché racchiude il cuore del messaggio del film: la necessità di dare voce a chi è stato messo a tacere. Attraverso una testimonianza personale, il film riesce a raccontare una verità universale: l’abuso di potere non si limita a un singolo uomo, ma è un problema culturale che richiede un cambiamento profondo. La testimone, pur riconoscendo le conseguenze delle sue scelte, ribadisce la sua volontà di non cedere al ricatto. Questo messaggio di forza e resilienza si contrappone al silenzio e alla paura su cui Weinstein ha costruito il suo potere, rendendo il monologo non solo un racconto di dolore, ma anche un atto di resistenza.

Entra nella nostra Community Famiglia!

Recitazione Cinematografica: Scrivi la Tua Storia, Vivi il Tuo Sogno

Scopri 'Recitazione Cinematografica', il tuo rifugio nel mondo del cinema. Una Community gratuita su WhatsApp di Attori e Maestranze del mondo cinematografico. Un blog di Recitazione Cinematografica, dove attori emergenti e affermati si incontrano, si ispirano e crescono insieme.


Monologhi Cinematografici, Dialoghi, Classifiche, Interviste ad Attori, Registi e Professionisti del mondo del Cinema. I Diari Emotivi degli Attori. I Vostri Self Tape.

© Alfonso Bergamo - 2025

P.IVA: 06150770656

info@recitazionecinematografica.com