Monologo femminile - la favola in \"Us\"

Unisciti alla nostra Community Famiglia! Compila il "FORM" in basso, inserendo il tuo nome e la tua mail, ed entra nell'universo di Recitazione Cinematografica. Ti aspettiamo!


Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Questo monologo è uno dei momenti più forti di Noi di Jordan Peele. Viene pronunciato dal personaggio di Red – la Legata di Adelaide – e segna il punto di rottura tra la narrazione horror e quella mitologica. È il momento in cui il film smette di girare attorno al mistero e cala le carte sul tavolo: quello che stiamo guardando non è solo un confronto tra persone e i loro doppi, ma tra due mondi opposti, due sistemi di vita radicalmente diversi, dove la simmetria è solo apparente. E questo monologo è lo specchio incrinato di tutta la storia. Red parla in modo spezzato, con un tono rauco e meccanico, diverso da quello di qualsiasi altro personaggio nel film. È l’unica dei Tethered che riesce ad articolare un discorso completo. Già questo ci dà un indizio sul suo passato, ma è nel contenuto delle sue parole che Jordan Peele incide la separazione tra “sopra” e “sotto”.

Una bambina e la sua ombra

MINUTAGGIO: 45:00-47:00

RUOLO: Red

ATTRICE: Lupita Nyong'o

DOVE: Netflix

INGLESE

  • Once upon a time, there was a girl and the girl had a shadow. The two were connected, tethered together. And the girl ate, her food was given to her warm and tasty. But when the shadow was hungry, he had to eat rabbit raw and bloody. On Christmas, the girl received wonderful toys; soft and cushy. But the shadow's toys were so sharp and cold they sliced through her fingers when she tried to play with them. The girl met a handsome prince and fell in love. But the shadow at that same time had Abraham, it didn't matter if she loved him or not. He was tethered to the girl's prince after all. Then the girl had her first child, a beautiful baby girl. But the shadow, she gave birth to a little monster. Umbrae was born laughing. The girl had a second child, a boy this time. They had to cut her open and take him from her belly. The shadow had to do it all herself. She named him Pluto, he was born to love fire. So you see, the shadow hated the girl so much for so long until one day the shadow realized she was being tested by God.


ITALIANO

In un tempo molto… lontano… c’era una bambina. E la bambina aveva un’ombra. Le due erano connesse. Legate tra loro. Quando la bambina aveva fame, il cibo che le davano era caldo e gustoso. Ma quando l’ombra aveva fame, a lei davano coniglio pieno di sangue. A Natale, la bambina riceveva giocattoli meravigliosi, soffici e delicati; ma l’ombra aveva giocattoli freddi e taglienti, che le ferivano le dita quando provavano a prenderli per giocarci. La bambina incontrò un principe e si innamorò; ma l’ombra, nello stesso momento incontrò Abraham. Non importava se lo amasse o no. Lui era legato al principe della ragazza, che lo volesse o no. E poi la ragazza ebbe il primo figlio. Una bellissima bambina. Ma l’ombra, diede alla luce un piccolo mostro. Oscuro. Nacque ridendo. La ragazza ebbe un secondo fischio, un maschio questa volta. La dovettero operare per riuscire a tirarlo fuori dalla pancia. L’ombra dovette fare lo stesso da sola. Lo chiamò Pluto. Nacque con l’amore per il fuoco. Avrete intuito che l’ombra odiò la ragazza per molto molto tempo. Fino al giorno in cui l’ombra comprese che era stata messa alla prova da Dio. 

Noi

"Noi" (titolo originale: Us) è il secondo film scritto e diretto da Jordan Peele dopo il successo di Get Out. Uscito nel 2019, è un horror che si muove tra thriller psicologico, satira sociale e allegoria politica. La trama, già a una prima lettura, è stratificata. Ma più ci si addentra, più ci si rende conto che Peele ha costruito un film che lavora su due piani: quello della tensione narrativa e quello del significato simbolico. Partiamo dal primo.

Siamo a Santa Cruz, California. La storia si apre con un prologo ambientato nel 1986: una bambina di nome Adelaide, in vacanza con i genitori, si perde in un luna park e si addentra in una casa degli specchi. Lì avviene qualcosa di traumatico: incrocia il suo doppio. Nessuno sa cosa sia successo esattamente, ma Adelaide ne esce profondamente cambiata.

Saltiamo avanti di qualche decennio. Adelaide è cresciuta (interpretata da Lupita Nyong’o) e torna a Santa Cruz con il marito Gabe (Winston Duke) e i loro due figli, Zora e Jason. Sembrano una famiglia normale in vacanza. Ma sin da subito qualcosa stona: Adelaide è inquieta, ha il terrore che accada di nuovo qualcosa di simile a ciò che ha vissuto da bambina.

E infatti accade. Una notte, mentre sono nella loro casa estiva, si presenta davanti a loro una famiglia... identica. Hanno il loro stesso aspetto, ma sono silenziosi, deformati nei movimenti, armati di forbici e indossano delle tute rosse. Li chiamano The Tethered (i Legati).

Da qui inizia un viaggio di sopravvivenza, ma anche di confronto con se stessi. I Tethered sono dei doppelgänger: cloni, copie, ombre. Vivono in un mondo sotterraneo, abbandonati da chi li ha creati, destinati a ripetere le azioni delle loro controparti in superficie in modo distorto, come marionette rotte. Ma ora si sono ribellati.

La struttura del film è divisa in due atti principali. Il primo è più contenuto, quasi un home invasion, e gioca molto con le convenzioni dell'horror domestico. Il secondo si apre al mondo e diventa una storia più ampia: ci rendiamo conto che non è solo Adelaide ad avere un doppio, ma ogni persona in America. La rivolta dei Tethered è collettiva, coordinata, e ha un messaggio simbolico fortissimo: gli emarginati hanno deciso di salire in superficie.

Qui il film si sposta sul piano simbolico. I Tethered sono la rappresentazione materiale di una società divisa, dove una parte vive alla luce e l’altra nell’ombra, ignorata, invisibile. Peele li costruisce come una metafora degli esclusi, di chi è stato sacrificato per mantenere il benessere degli altri.

Sono lo “specchio” della società americana – nel senso più letterale. Lo stesso tema dell’identità è al centro della vicenda: chi siamo quando siamo guardati, e chi siamo quando nessuno ci vede?

Analisi Monologo

Le due erano connesse. Legate tra loro.” Red ci introduce subito il concetto centrale del film: il legame. Non è un semplice parallelismo tra persone. È una dipendenza. Quando la bambina mangia cibo buono, la sua ombra mangia carne cruda. Quando riceve giocattoli belli, l’altra ha lame. Quando ama, l’altra è costretta a subire l’amore. Tutto ciò che per Adelaide è esperienza vissuta, per Red è imposizione, destino. Peele usa qui la metafora della classe privilegiata e di quella emarginata: una prospera, mentre l’altra sopravvive. Ma non sono mondi separati: sono direttamente legati. Il benessere dell’una è costruito sulla sofferenza dell’altra.

La bambina incontrò un principe e si innamorò… [...] l’ombra diede alla luce un piccolo mostro.” Questa parte del monologo è durissima, perché deforma eventi comuni – l’amore, la nascita di un figlio – e li trasforma in momenti di tortura. Red parla come se ogni esperienza della sua vita fosse stata un’imitazione forzata, grottesca, di ciò che Adelaide ha vissuto in superficie. I figli non sono “suoi”, ma copie fallate di quelli della ragazza. Abraham, Pluto… non sono partner o figli, ma riflessi deformi. Anche il parto è speculare: Adelaide ha un cesareo, Red è costretta a partorire da sola. Qui il simbolismo tocca l’estremo: l’esperienza umana fondamentale – dare la vita – è raccontata come trauma puro, spersonalizzato e imposto.

Fino al giorno in cui l’ombra comprese che era stata messa alla prova da Dio.” Questa è la chiave finale del monologo. Red trova un senso nella sofferenza. Inizia a vedere se stessa come una figura quasi messianica, una scelta da Dio, un’eletta. È un ribaltamento potente: chi è nata nell’oscurità si attribuisce un ruolo sacro. Non per vendetta, ma per giustizia. Peele qui tocca un tema centrale: il dolore che si organizza diventa coscienza politica. Red si convince di essere parte di una missione. Non vuole solo distruggere Adelaide: vuole distruggere il mondo che ha permesso che Adelaide vivesse “in alto” e lei “in basso”.

Conclusione

Il monologo di Red è scritto come un lamento. Una confessione. Ma è anche un atto d’accusa. È uno dei momenti in cui Jordan Peele rompe con il linguaggio dell’horror per avvicinarsi a quello della tragedia classica: l’idea che ogni destino felice abbia un’ombra nascosta, e che il prezzo di quel benessere sia la rovina di qualcun altro.

Entra nella nostra Community Famiglia!

Recitazione Cinematografica: Scrivi la Tua Storia, Vivi il Tuo Sogno

Scopri 'Recitazione Cinematografica', il tuo rifugio nel mondo del cinema. Una Community gratuita su WhatsApp di Attori e Maestranze del mondo cinematografico. Un blog di Recitazione Cinematografica, dove attori emergenti e affermati si incontrano, si ispirano e crescono insieme.


Monologhi Cinematografici, Dialoghi, Classifiche, Interviste ad Attori, Registi e Professionisti del mondo del Cinema. I Diari Emotivi degli Attori. I Vostri Self Tape.

© Alfonso Bergamo - 2025

P.IVA: 06150770656

info@recitazionecinematografica.com