Monologo - Valya Harkonnen in \"Dune: Prophecy\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Dune: Prophecy si apre con un monologo intenso e stratificato di Valya Harkonnen, un momento che introduce la serie incarna anche i temi centrali dell’universo di Dune. Attraverso le sue parole, veniamo immersi in un racconto che esplora il conflitto tra verità e menzogna, storia e profezia, potere e redenzione. Questo monologo getta le basi per l'intera narrazione, rivelando le motivazioni profonde della protagonista e tracciando un ponte tra la mitologia consolidata della saga e le nuove dinamiche che la serie intende esplorare. È una dichiarazione d'intenti, un preludio che evidenzia le tensioni politiche e spirituali che caratterizzeranno il cammino della Sorellanza e il destino dell’Imperium.

LA PROFEZIA PER LA VERITA'

STAGIONE 1 EP 1

MINUTAGGIO: 00:10-12:39
RUOLO: Valya Harkonnen

ATTRICE: Jessica Barden
DOVE: Sky



INGLESE


What holds more truth, history or prophecy? When humans rose up against the thinking machines that had enslaved them... history says it was an Atreides who led them to victory... while my great-grandfather deserted the fight. When war ended and all thinking machine technology was banned, history branded my family as cowards. And so we were banished to a desolate world. Others who shared my blood were resigned to living in shame. But the history the Atreides wrote was spun out of lies.Best headphones deals. And I, Valya Harkonnen, would set out to change it. So I broke free from the past, and chose a new family, made up of women unafraid of their power. There, I met my true mother, the first Mother Superior, Raquella Berto-Anirul. A hero during the wars... she trained Sisters to work as Truthsayers. Assigned to the Great Houses to help them sift truth from lies. Together, they would form a network of influence throughout the Imperium. Raquella would use it to govern the future. But those who held power were inherently driven by violence and greed. They required more than just guidance. They required transformation. Mother Raquella embarked on a secret project. She wanted to breed better leaders. She amassed a vast genetic archive. She would use it to foster the right royal unions and cultivate rulers we could control. Zealots among us would view this breeding as heresy. But Mother Superior knew I shared her vision. And I would stop at nothing to carry it out. That is why, in her final moments... she called for me. Mother Raquella always said, "We could not be split in our purpose." Factions in the Sisterhood would only weaken our order. What she foresaw was a force of unimaginable darkness that could destroy us completely. I had to convince my Sisters of what was true. Adversity always lies in the path of advancement. Most would run from it. I would walk through it. That is why Mother Raquella chose me to lead. I knew then, the name Valya Harkonnen would forever be damned to the wrong side of history. But my truth lay in prophecy.



ITALIANO


C'è più verità nella storia, o nella predizione? Quando gli umani insorsero contro le macchine pensanti che li avevano resi schiavi, secondo la storia fu un Atreides a guidarli alla vittoria. Mentre il mio bisnonno abbandonò la lotta. Quando la guerra finì, e ogni tecnologia legata alle macchine pensanti venne bandita, la storia appose un marchio di infamia, sulla mia famiglia, e così venimmo esiliati su un mondo desolato. Altri del mio stesso sangue si rassegnarono a vivere nella vergogna, ma la storia scritta dagli Atreides era nata dalla menzogna, e io, Valya Harkonnen avrei fatto in modo di cambiarla. Così mi liberai del passato, e scelsi una nuova famiglia, formata da donne che non temevano il proprio potere. Lì incontrai la mia vera madre, la madre superiora, Rachella Berto-Anirul. Eroina durante le guerre, addestrò le Sorelle a lavorare come veritiche, assegnate alle grandi case per aiutarle a distringuere la verità dalle menzogne. Insieme, avrebbero formato una rete di influenza in tutto l'Imperium. Raquella l'avrebbe usata per governare il futuro. Ma coloro che detenevano il potere erano guidati dalla violenza e dall'avidità. Non dovevano solo essere guidati, ma anche trasformati. Madre Raquella diede vita a un progetto segreto. Voleva allevare leader migliori. Organizzò un vasto archivio genetico. L'avrebbe usato per favorire le giuste unioni reali e addestrare governanti che potessimo controllare. Le sorelle zelote consideravano questo addestramento un'eresia. Ma la madre superiora sapeva che io condividevo la sua visione, e nulla mi avrebbe impedito di realizzarla. E per questo, negli ultimi momenti di vita, mi mandò a chiamare. Madre Raquella diceva sempre che non potevamo essere divise nel nostro scopo. Le fazioni all'interno della Sorellanza, avrebbero solo indebolito il nostro ordine. Lei previde una forza di un'oscurità inimmaginabile, che poteva distruggerci completamente. Dovevo convincere le mie sorelle della verità. "Il sentiero del progresso è sempre costellato di avversità". Molti lo fuggirebbero, io lo attraverserei. Per questo madre Raquella scelse me, come guida... Capii allora, che il nome Valya Arkonnen sarebbe stato relegato per sempre al lato sbagliato della storia. Ma la mia verità è nella Profezia.

DUNE: PROPECY

La serie Dune: Prophecy rappresenta un’immersione profonda nelle radici dell’universo di Dune, esplorando eventi che si collocano millenni prima delle vicende principali narrate nei romanzi di Frank Herbert e nelle trasposizioni cinematografiche di Denis Villeneuve. Con una cronologia che risale a 10.000 anni prima degli eventi di Dune (2021), la serie si concentra sulla genesi delle Bene Gesserit, un ordine femminile che combina misticismo, manipolazione genetica, e intrighi politici, giocando un ruolo fondamentale nell’ecosistema narrativo dell’universo di Herbert.


Le Bene Gesserit sono uno degli elementi più iconici della saga di Dune. Questo ordine segreto, caratterizzato da un mix di misticismo, scienza e abilità politiche, è centrale per comprendere le dinamiche di potere che animano l’Impero nell’epoca di Paul Atreides. Dune: Prophecy risale ai primi passi di questa confraternita, mostrando come le sorelle Valya e Tula Harkonnen gettino le basi dell’organizzazione che conosciamo nei romanzi e nei film.


La scelta di rendere le protagoniste due donne della Casa Harkonnen non è casuale. La famiglia Harkonnen, conosciuta soprattutto per la sua crudeltà e sete di potere nella saga originale, viene qui ritratta in una fase diversa, quando ancora il loro legame con la Bene Gesserit è ambiguo. Questa caratterizzazione arricchisce la complessità dell’universo di Dune, suggerendo che le Harkonnen non siano sempre state antagonisti, ma abbiano avuto un ruolo più sfumato nella storia dell’Impero.

Come accade nei romanzi di Frank Herbert, anche Dune: Prophecy sembra intrecciare temi di intrigo politico e spiritualità. La fondazione delle Bene Gesserit è un evento che non si limita alla creazione di un semplice ordine religioso, ma rappresenta una rivoluzione silenziosa che influenzerà la struttura stessa dell’Impero.


La serie esplora inoltre il concetto di "profezia", elemento cruciale dell’universo di Dune. La capacità delle Bene Gesserit di manipolare credenze religiose e influenzare la narrazione profetica è un tema che permea l’intera saga. Dune: Prophecy getta luce sulle origini di questa pratica, collegandosi direttamente al messianismo che definirà la figura di Paul Atreides nei secoli successivi.


Le sorelle Harkonnen, interpretate da Emily Watson e Olivia Williams, incarnano le due anime delle Bene Gesserit: la dedizione alla causa collettiva e l’abilità manipolatoria necessaria per sopravvivere in un universo dominato dagli uomini. La loro relazione complessa e il loro rapporto con figure di potere come l’Imperatore Javicco Corrino e l’Imperatrice Natalya rappresentano un microcosmo degli intrighi che caratterizzano l’Impero di Dune. La serie trae ispirazione da Sisterhood of Dune di Brian Herbert e Kevin J. Anderson, un romanzo che amplia la lore della saga esplorando proprio il periodo storico in cui le Bene Gesserit si formano. Questo collegamento con il materiale di Brian Herbert e Kevin J. Anderson aiuta a espandere l’universo di Dune, riempiendo spazi lasciati volutamente inesplorati da Frank Herbert. Allo stesso tempo, offre ai fan della saga una nuova prospettiva, fornendo un contesto più ampio alle dinamiche e alle tradizioni presenti nei romanzi originali.


Dal punto di vista produttivo, Dune: Prophecy si inserisce nel solco tracciato dai film di Denis Villeneuve, mantenendo un’estetica epica e raffinata. Le riprese tra Budapest e Giordania suggeriscono un’attenzione particolare alla creazione di ambientazioni evocative, coerenti con l’atmosfera desertica e mistica di Dune. La colonna sonora di Volker Bertelmann, già noto per lavori come Niente di nuovo sul fronte occidentale, promette un accompagnamento musicale capace di sottolineare la tensione e la grandiosità della storia.

ANALISI MONOLOGO

Il monologo di Valya Harkonnen che introduce Dune: Prophecy è un esempio di narrazione che intreccia profondità emotiva, costruzione dell’universo narrativo e il tema centrale del controllo del potere. "C'è più verità nella storia, o nella predizione?" La frase d’apertura stabilisce subito il tono filosofico del monologo. Qui Valya non si limita a raccontare un fatto, ma introduce una riflessione sulla natura della realtà, ponendo la "storia" e la "profezia" come due facce della stessa medaglia. Questa dicotomia è un tema fondamentale in Dune: la verità oggettiva (o ciò che viene accettato come tale) è costantemente manipolata dai potenti, inclusi gli Atreides e le Bene Gesserit stesse.


La domanda pone anche un’ambiguità interessante: Valya si posiziona al confine tra passato e futuro, consapevole che la verità può essere riscritta, così come una profezia può essere costruita.

"Quando gli umani insorsero contro le macchine pensanti che li avevano resi schiavi, secondo la storia fu un Atredis a guidarli alla vittoria. Mentre il mio bisnonno abbandonò la lotta." Valya denuncia apertamente il mito eroico degli Atreides, che nei romanzi di Herbert sono spesso rappresentati come la "nobile" casa al centro dell’Imperium. In questo passaggio, viene sottolineato come la storia scritta sia spesso una costruzione dei vincitori, che oscura o demonizza altre narrative.


"La storia appose un marchio di infamia sulla mia famiglia, e così venimmo esiliati su un mondo desolato." Il senso di ingiustizia storica e la conseguente marginalizzazione della famiglia Harkonnen danno a Valya una motivazione forte e personale. Questo passaggio ci mostra come il risentimento personale diventi il seme per un’ambizione molto più ampia: riscrivere la narrazione della storia. Valya vuole ribaltare il paradigma di "eroi" e "traditori", suggerendo che gli Atreides abbiano costruito il loro mito su una menzogna.


"Scelsi una nuova famiglia, formata da donne che non temevano il proprio potere." Con questa frase, Valya abbandona il legame di sangue per entrare nella Sorellanza. Il passaggio è emblematico: per lei, la Bene Gesserit non è solo una causa collettiva, ma un'opportunità di riscatto personale e di affermazione ideologica. Sottolineare che le donne della Sorellanza non temono il proprio potere è una dichiarazione di forza che ribadisce il ruolo delle Bene Gesserit nell’universo di Dune come forza manipolatrice e allo stesso tempo emancipatrice.


"Madre Raquella addestrò le Sorelle a lavorare come veritiche, assegnate alle grandi case per aiutarle a distinguere la verità dalle menzogne." Qui emerge una delle funzioni politiche fondamentali delle Bene Gesserit: agire come arbitri della verità per mantenere l’equilibrio di potere nell’Imperium. È un’anticipazione del loro ruolo nei romanzi di Frank Herbert, dove sono tanto maestre di intrighi quanto custodi di un ordine precario.


"Madre Raquella diede vita a un progetto segreto. Voleva allevare leader migliori." Questo passaggio collega direttamente la serie alle fondamenta della mitologia di Dune. Il progetto genetico è il precursore del programma che porterà alla nascita del Kwisatz Haderach, il "superuomo" capace di vedere attraverso lo spazio e il tempo. Tuttavia, nella visione di Valya, l’obiettivo sembra più pragmatico: creare leader che possano essere guidati dalla Sorellanza, non solo governare.


"Le sorelle zelote consideravano questo addestramento un'eresia." Qui si intravede il primo grande conflitto interno della Sorellanza. La divisione tra tradizione e innovazione, tra ortodossia e ambizione, è un tema ricorrente in Dune e anticipa le future tensioni tra le diverse fazioni delle Bene Gesserit.

"Capii allora, che il nome Valya Arkonnen sarebbe stato relegato per sempre al lato sbagliato della storia. Ma la mia verità è nella Profezia." Questo finale è cruciale per comprendere la psicologia di Valya. Accetta che la storia continuerà a demonizzare il suo nome, ma si identifica con un destino più grande, quello della profezia. Qui, Valya dimostra la stessa capacità di sacrificio e visione strategica che caratterizza le grandi figure della saga di Dune. La sua adesione alla profezia non è solo un atto di fede, ma una rivendicazione di potere: se la storia non la ricorderà come eroina, il futuro scritto dalla Sorellanza lo farà.

CONCLUSIONE

Il monologo di Valya Harkonnen è un momento che condensa in sé i temi chiave della serie: l’ingiustizia storica, l’ambizione personale e il potere trasformativo della profezia. Valya emerge come una figura complessa, guidata da un desiderio di riscatto e dalla volontà di riscrivere il proprio destino, sfidando le narrazioni ufficiali per costruire una nuova realtà. Questo discorso non è solo il punto di partenza della sua storia, ma una potente dichiarazione sul significato del potere e del controllo nel mondo di Dune..

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