Monologo femminile - Viola Davis in \"The Woman King\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Il monologo di Nanisca, interpretata da Viola Davis, è uno dei momenti chiave di The Woman King. Qui vediamo la generale delle Agojie rivolgersi a un gruppo di donne Mahi, popolo soggiogato dall'Impero Oyo e destinato alla schiavitù. Ma invece di trattarle come prigioniere, Nanisca offre loro un'opportunità: scegliere il proprio destino. Queste parole arrivano in un punto cruciale del film, quando il Dahomey è in pieno conflitto con l'Impero Oyo e il commercio degli schiavi minaccia di consumare la regione.

Lottiamo per il Dahomey

MINUTAGGIO: 18:49-19:50

RUOLO: Nanisca
ATTRICE:
Viola Davis
DOVE:
Netflix


INGLESE


We fight... or we die. We fight for Dahomey, for our sisters, for our great king. You will be revered. You will be paid for your work. Your opinions will be heard. No tribe or kingdom in all of Africa shares this privilege. For this honor, we live out our lives in these palace walls. We take no husband. We will bear no children. Mahi women, no harm will come to you for the sins of your men. I offer you and our people a choice. Any woman who does not wish to stay... ...may leave.



ITALIANO


Noi lottiamo o… moriamo. Noi lottiamo per il Dahomey, per le nostre sorelle, per il nostro grande re. Voi sarete venerate. Sarete ripagate per il vostro lavoro. Le vostre opinioni saranno ascoltate. Nessuna tribù, o regno, nell’Intera Africa condivide questo privilegio. Per questo onore, viviamo le nostre vite tra le mura di questo palazzo. Noi non prendiamo marito, non partoriamo figli. Donne Mahi, quest’oggi non soffrirete per i peccati dei vostri uomini. Io offro a noi e al nostro popolo una scelta. Ogni donna che non desidera restare qui, può andare.

The woman king

The Woman King è un film del 2022 diretto da Gina Prince-Bythewood. È un film storico d'azione ispirato a eventi reali e ambientato nel Regno di Dahomey, un potente stato africano del XIX secolo.


La storia ruota attorno alle Agojie, un'unità di guerriere d'élite che proteggevano il regno, e segue il viaggio di una giovane recluta che si unisce a loro, mentre la generale Nanisca (Viola Davis) guida la battaglia contro minacce esterne e interne.


Siamo nel 1823, nel Regno di Dahomey, Africa occidentale. Il re Ghezo (John Boyega) governa un regno prospero, ma minacciato da nemici esterni, in particolare dall'Impero Oyo, che esercita un'influenza oppressiva su Dahomey attraverso tributi e schiavitù. A difendere il regno ci sono le Agojie, un corpo militare composto interamente da donne, addestrate fin da giovani a combattere senza paura. La storia si concentra su Nanisca, la comandante delle Agojie. Veterana di molte battaglie, è una leader inflessibile ma profondamente consapevole del destino del suo popolo. Quando l’Impero Oyo, alleato dei mercanti di schiavi europei, intensifica le incursioni nel regno, Nanisca capisce che è il momento di reagire. Tuttavia, la sua lotta non è solo esterna: deve anche convincere il re Ghezo a interrompere il commercio di schiavi, una pratica che ha portato ricchezza ma anche sofferenza al Dahomey.


Parallelamente, seguiamo il percorso di Nawi (Thuso Mbedu), una giovane ribelle che viene offerta dal padre al re dopo aver rifiutato il matrimonio con un uomo violento. Portata al palazzo reale, Nawi si unisce alle Agojie, dove subisce un duro addestramento sotto la guida della severa Izogie (Lashana Lynch). Testarda e impulsiva, Nawi fatica a rispettare le regole ma dimostra presto abilità eccezionali nel combattimento.


Mentre le Agojie preparano la guerra contro gli Oyo, Nanisca scopre un segreto legato al suo passato: anni prima, fu catturata e violentata da un generale Oyo di nome Oba Ade (Jimmy Odukoya). In seguito, partorì una bambina e la abbandonò, sperando di salvarle la vita. Con il tempo, si rende conto che Nawi potrebbe essere sua figlia. Questa rivelazione la mette in conflitto tra il dovere di comandante e i sentimenti personali.

Il film culmina in uno scontro tra Dahomey e Oyo. Le Agojie attaccano un accampamento nemico per liberare prigionieri destinati al mercato degli schiavi, dimostrando il loro coraggio e abilità. Durante la battaglia finale, Nanisca affronta Oba Ade in un duello personale e lo sconfigge, chiudendo il cerchio della sua vendetta.


Dopo la vittoria, il re Ghezo premia Nanisca, offrendole il titolo di "The Woman King", riconoscendo il suo valore e la sua guida accanto a lui. Nel frattempo, Nawi abbraccia il suo destino come Agojie, consapevole della sua forza e della sua famiglia ritrovata.

Analisi Monologo

Nanisca inizia il suo discorso con un’affermazione netta: "Noi lottiamo o moriamo." È una dichiarazione che non lascia spazio a esitazioni. Non c’è una via di mezzo per le Agojie: la loro esistenza è definita dalla guerra, dalla disciplina e dalla lealtà al Dahomey.


Ma subito dopo, il tono cambia. Sta parlando di scelta. È un momento raro in cui il film mette in evidenza il potere che le Agojie hanno in una società che, altrimenti, limiterebbe il ruolo delle donne. Nanisca ricorda alle nuove potenziali reclute che, a differenza delle altre donne dell’epoca, loro non saranno costrette a sposarsi o a partorire figli, ma avranno qualcosa di altrettanto importante: rispetto, libertà e un ruolo attivo nella storia del loro popolo.


Quando si rivolge alle donne Mahi, la sua voce cambia ancora. "Quest’oggi non soffrirete per i peccati dei vostri uomini." Qui, il discorso diventa un atto di sfida contro il sistema patriarcale. Nanisca non le vede come nemiche o vittime, ma come potenziali alleate. Non le obbliga a combattere, ma dà loro la possibilità di scegliere.


La chiusura del monologo: "Ogni donna che non desidera restare qui, può andare." Questa è la parte più potente del discorso. Nonostante la sua ferrea disciplina, Nanisca non impone il suo volere. È un passaggio che racchiude il cuore del film: il vero potere non sta solo nella forza, ma nella libertà di decidere chi essere.

Conclusione

Il monologo di Nanisca è una delle dichiarazioni più forti del film, perché ribalta l’idea della guerra come imposizione e la trasforma in una scelta consapevole. Parla di sacrificio, ma anche di dignità e libertà, elementi che rendono le Agojie un’eccezione nel panorama delle società africane dell’epoca. Con questo monologo, The Woman King ribadisce uno dei suoi messaggi fondamentali: il potere più grande è nella possibilità di scegliere il proprio destino.

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