Monologo Femminile - \"La vita dopo i figli\"

Unisciti alla nostra Community Famiglia! Compila il "FORM" in basso, inserendo il tuo nome e la tua mail, ed entra nell'universo di Recitazione Cinematografica. Ti aspettiamo!


Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Il monologo di Carol nei primi minuti de "La vita dopo i figli" introduce il tema centrale del film, ponendo l'attenzione su un punto di vista spesso trascurato al cinema: quello delle madri che affrontano il "nido vuoto" e il cambiamento del loro ruolo all'interno della famiglia. In pochi minuti, Carol riesce a delineare l'identità delle tre protagoniste, il legame che le unisce e la sfida comune che stanno affrontando. Con toni a metà tra il nostalgico e l'ironico, questo monologo non è solo un’introduzione alla trama, ma una riflessione sulle complessità del rapporto madre-figlio e sull'amicizia come ancora di salvezza.

Mamme e figli

MINUTAGGIO: 00:20-4:20

RUOLO: Carol
ATTRICE:
Angela Bassett
DOVE:
Netflix



INGLESE


Everyone's heard of the city that never sleeps. What about the mothers who never sleep because their boys move to the city and never call? This is a story about three such mothers and their three sons. There's a lot you don't know as mothers. In fact, that's what bonded us when the boys' friendship launched our friendship on a playground in Poughkeepsie. Sometimes in our lives We all have pain We all have sorrow But... We've been through so much together. Graduations, proms, skinned knees, emergency room visits, family vacations, bad days, bad jobs. And at every scary and unfamiliar stage, the answer was always "friends." That's Gillian. She still has kids in the house, they're just not hers. And that's Helen. She never ages. At least, not publicly. The three of us don't see each other as often as we used to. The boys are gone. Husbands have come and gone. But one tradition remains.



ITALIANO


Tutti conoscerete la città che non dorme mai. Vogliamo parlare delle madri che non dormono mai per i figli che si sono trasferiti in città e non chiamano mai? Questa è la storia di tre madri e dei tre loro figli. Prima eravamo presenti a ogni singolo evento, e ora è già tanto se veniamo a sapere le cose. Quando sei madre ci sono tante cose che non sai, e fu proprio questo ad accumunarci anni fa, quando grazie all’amicizia tra i ragazzi ci conoscemmo in un parco Poughkeepsie. Ne abbiamo passate tante insieme: diplomi, balli di fine anno, ginocchia sbucciate, visite al pronto soccorso, vacanze in famiglia, pessime giornate, pessimi lavori, e durante tutte le fasi più preoccupanti, la soluzione erano sempre le amiche.Questa è Gillian. Lei ha ancora dei bambini in casa, solo che non sono i suoi. E questa è Hellen. Lei non invecchia mai. Almeno non ufficialmente.Noi tre non ci vediamo più spesso come una volta. I ragazzi non ci sono. I mariti vanno e vengono. Ma c’è una tradizione che resta.

La vita dopo i figli

"La vita dopo i figli" (Otherhood) è una commedia drammatica del 2019 diretta da Cindy Chupack e basata sul romanzo Whatever Makes You Happy di William Sutcliffe. Il film racconta le vite di tre amiche di lunga data – Carol, Gillian e Helen – madri che si sentono trascurate dai loro figli ormai adulti e desiderose di ridefinire il loro ruolo nella vita, sia come genitori che come donne.


La storia si apre durante la festa della mamma, un giorno che invece di essere celebrato si rivela un momento di delusione per le protagoniste. I loro figli adulti – Matt (figlio di Helen), Paul (figlio di Gillian) e Daniel (figlio di Carol) – vivono a New York e, presi dalla loro vita caotica e indipendente, si dimenticano completamente di fare un gesto carino per le madri. Questo spinge le tre donne a prendere una decisione impulsiva: si recano a sorpresa a New York per riconnettersi con i loro figli e cercare di farsi valere. Le tre madri si ritrovano a fare i conti con il fatto che i loro figli hanno ormai una vita costruita senza di loro. Matt, ad esempio, vive una crisi personale dopo una relazione fallita; Paul sembra distaccato emotivamente e poco disposto a condividere; mentre Daniel, pur essendo gentile, nasconde alcuni segreti sulla sua vita personale. La loro presenza improvvisa mette in discussione non solo il rapporto madre-figlio, ma anche il modo in cui queste donne hanno costruito la propria identità attorno alla maternità.


La trama esplora le dinamiche familiari con una combinazione di leggerezza e riflessione. Il film si sofferma sul bisogno di trovare una nuova identità al di là del ruolo di madre, sull'importanza della comunicazione nelle relazioni e sulla necessità di bilanciare indipendenza e legame affettivo. Attraverso una serie di eventi divertenti e momenti più intimi, le protagoniste non solo scoprono di dover accettare i cambiamenti nei loro figli, ma anche di dover trasformare loro stesse, imparando a vivere per sé stesse e non solo per gli altri.

Analisi Monologo

"Tutti conoscerete la città che non dorme mai. Vogliamo parlare delle madri che non dormono mai per i figli che si sono trasferiti in città e non chiamano mai?"

L'apertura del monologo stabilisce immediatamente il tono: un’ironia agrodolce che caratterizza tutto il film. La contrapposizione tra il mito glamour della "città che non dorme mai" (New York) e la realtà più intima e universale delle madri insonni crea un parallelo che definisce il conflitto centrale. Non si tratta solo di figli che non chiamano: è la distanza emotiva, più ancora di quella fisica, che tormenta Carol e le altre. Questo sottotesto prepara il pubblico a esplorare il senso di alienazione e marginalità che spesso accompagna la maternità quando i figli diventano adulti.


"Questa è la storia di tre madri e dei tre loro figli. Prima eravamo presenti a ogni singolo evento, e ora è già tanto se veniamo a sapere le cose."

Carol introduce qui la dicotomia tra passato e presente, uno dei temi ricorrenti del film. Le madri, una volta fulcro delle vite dei figli, si ritrovano ora ai margini, con un ruolo residuale. È interessante notare come l'uso del "noi" renda l'esperienza condivisa: Carol parla di una condizione universale, creando empatia con il pubblico, in particolare con chi ha vissuto una simile transizione nella propria vita familiare.


"Quando sei madre ci sono tante cose che non sai, e fu proprio questo ad accumunarci anni fa, quando grazie all’amicizia tra i ragazzi ci conoscemmo in un parco a Poughkeepsie."

Con questa frase Carol sottolinea la genesi del legame tra le protagoniste, radicato nella loro comune incertezza come madri. Interessante è il contrasto implicito tra la vulnerabilità iniziale e il senso di controllo che hanno progressivamente acquisito crescendo i figli. Quel legame iniziale nato dalla maternità ha resistito al tempo, mentre i rapporti con i figli sono cambiati. Il dettaglio del "parco a Poughkeepsie" richiama un ambiente domestico e semplice, in contrapposizione alla frenesia della New York dove i figli si sono trasferiti. È un richiamo al passato, a un tempo in cui le madri erano ancora il fulcro delle vite familiari.


"Ne abbiamo passate tante insieme: diplomi, balli di fine anno, ginocchia sbucciate, visite al pronto soccorso, vacanze in famiglia, pessime giornate, pessimi lavori..."

Questa frase, una sorta di elenco che ricorda un flusso di ricordi, rappresenta il cuore emotivo del monologo. È qui che il pubblico percepisce il senso di perdita delle protagoniste: non è solo il distacco fisico dai figli a ferirle, ma la mancanza della partecipazione quotidiana alle loro vite, il non essere più indispensabili. Ogni momento menzionato – dalle gioie come i diplomi alle ansie delle ginocchia sbucciate – rappresenta un tassello dell’identità di queste donne come madri.


"E durante tutte le fasi più preoccupanti, la soluzione erano sempre le amiche."

Con questa riflessione, Carol introduce l'altro grande tema del film: l'amicizia come rifugio e sostegno. Anche se i figli si sono allontanati e i ruoli nella famiglia sono cambiati, il legame tra le tre protagoniste rimane saldo. È un modo per ricordare che, se la maternità può subire trasformazioni, altri legami, come quello con le amiche, possono continuare a crescere e a sostenere. "Questa è Gillian. Lei ha ancora dei bambini in casa, solo che non sono i suoi. E questa è Helen. Lei non invecchia mai. Almeno non ufficialmente." Queste descrizioni ironiche dei personaggi aggiungono un tocco di leggerezza e ci permettono di conoscerle in modo immediato. Gillian, che vive ancora con adolescenti, rappresenta il tema della maternità che non finisce mai; Helen, invece, con il suo fascino immutabile, sembra incarnare una negazione del tempo e dell’invecchiamento. Questi dettagli preparano il pubblico ai contrasti tra i personaggi e alle dinamiche che emergeranno durante il film.


"Noi tre non ci vediamo più spesso come una volta. I ragazzi non ci sono. I mariti vanno e vengono. Ma c’è una tradizione che resta."

Il finale del monologo racchiude una sorta di accettazione malinconica. Carol riconosce che la vita è cambiata, che i legami familiari non sono più gli stessi e che il tempo passato insieme alle amiche si è ridotto. Sottolinea l'importanza di una tradizione che le tiene unite.

Conclusione

Questo monologo di Carol è una finestra aperta sull'anima del film. Attraverso un linguaggio semplice ma emotivamente ricco, introduce i temi portanti della storia: il distacco, la nostalgia, il cambiamento e l'importanza dei legami. La sua ironia velata di amarezza e la struttura narrativa che mescola ricordi ed esperienze attuali permettono al pubblico di entrare immediatamente in sintonia con le protagoniste.

Entra nella nostra Community Famiglia!

Recitazione Cinematografica: Scrivi la Tua Storia, Vivi il Tuo Sogno

Scopri 'Recitazione Cinematografica', il tuo rifugio nel mondo del cinema. Una Community gratuita su WhatsApp di Attori e Maestranze del mondo cinematografico. Un blog di Recitazione Cinematografica, dove attori emergenti e affermati si incontrano, si ispirano e crescono insieme.


Monologhi Cinematografici, Dialoghi, Classifiche, Interviste ad Attori, Registi e Professionisti del mondo del Cinema. I Diari Emotivi degli Attori. I Vostri Self Tape.

© Alfonso Bergamo - 2025

P.IVA: 06150770656

info@recitazionecinematografica.com