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~ LA REDAZIONE DI RC
Questo monologo di Nanisca, da “The Woman King” pronunciato nel momento in cui le Agojie si preparano alla battaglia, è un potente discorso di motivazione e identità. Dopo decenni di oppressione sotto l'Impero Oyo, il regno di Dahomey ha finalmente l’opportunità di spezzare il giogo della schiavitù e affermare la propria indipendenza. Le parole di Nanisca non sono solo un richiamo alle armi, ma un ponte tra passato, presente e futuro. Il discorso affonda le radici nella memoria collettiva del Dahomey. Nanisca evoca gli antenati, il loro dolore e il loro sacrificio, trasformandoli in un'eredità che spinge le guerriere ad agire. Il suo scopo non è solo incitare alla lotta, ma anche instillare nelle sue soldatesse la consapevolezza di essere parte di una storia più grande, di combattere non solo per sé stesse, ma per un futuro in cui il Dahomey sarà libero.
MINUTAGGIO: 1:22:10-1:23:44
RUOLO: Nanisca
ATTRICE: Viola Davis
DOVE: Netflix
INGLESE
For 90 years, Dahomey has lived under the thumb of the Oyo! When it rains, our ancestors weep for the pain we have felt in the dark hulls of ships bound for distant shores! When the wind blows, our ancestors push us to march into battle against those who enslave us! When it thunders, our ancestors demand we rip the shackles of doubt from our minds and fight with courage! We fight not just for today but for the future! We are the spear of victory! We are the blade of freedom! We are Dahomey!
ITALIANO
Per novanta lunghi anni, il Dahomey ha vissuto sotto il controllo degli Ohio. Quando piove i nostri antenati piangono per il dolore che abbiamo provato negli scafi scuri delle navi, dirette verso sponde lontane. Quando soffia il vento, i nostri antenati ci spingono a marciare in battaglia, contro coloro che ci rendono schiavi. E quando tuona, i nostri antenati ci chiedono di strappare le catene del dubbio dalle nostre menti, e di combattere con coraggio. Non combattiamo soltanto per oggi. Ma per il futuro. Noi siamo la lancia della vittoria. Noi siamo la lama della libertà. Noi siamo il Dahomey!
The Woman King è un film del 2022 diretto da Gina Prince-Bythewood. È un film storico d'azione ispirato a eventi reali e ambientato nel Regno di Dahomey, un potente stato africano del XIX secolo.
La storia ruota attorno alle Agojie, un'unità di guerriere d'élite che proteggevano il regno, e segue il viaggio di una giovane recluta che si unisce a loro, mentre la generale Nanisca (Viola Davis) guida la battaglia contro minacce esterne e interne.
Siamo nel 1823, nel Regno di Dahomey, Africa occidentale. Il re Ghezo (John Boyega) governa un regno prospero, ma minacciato da nemici esterni, in particolare dall'Impero Oyo, che esercita un'influenza oppressiva su Dahomey attraverso tributi e schiavitù. A difendere il regno ci sono le Agojie, un corpo militare composto interamente da donne, addestrate fin da giovani a combattere senza paura. La storia si concentra su Nanisca, la comandante delle Agojie. Veterana di molte battaglie, è una leader inflessibile ma profondamente consapevole del destino del suo popolo. Quando l’Impero Oyo, alleato dei mercanti di schiavi europei, intensifica le incursioni nel regno, Nanisca capisce che è il momento di reagire. Tuttavia, la sua lotta non è solo esterna: deve anche convincere il re Ghezo a interrompere il commercio di schiavi, una pratica che ha portato ricchezza ma anche sofferenza al Dahomey.
Parallelamente, seguiamo il percorso di Nawi (Thuso Mbedu), una giovane ribelle che viene offerta dal padre al re dopo aver rifiutato il matrimonio con un uomo violento. Portata al palazzo reale, Nawi si unisce alle Agojie, dove subisce un duro addestramento sotto la guida della severa Izogie (Lashana Lynch). Testarda e impulsiva, Nawi fatica a rispettare le regole ma dimostra presto abilità eccezionali nel combattimento.
Mentre le Agojie preparano la guerra contro gli Oyo, Nanisca scopre un segreto legato al suo passato: anni prima, fu catturata e violentata da un generale Oyo di nome Oba Ade (Jimmy Odukoya). In seguito, partorì una bambina e la abbandonò, sperando di salvarle la vita. Con il tempo, si rende conto che Nawi potrebbe essere sua figlia. Questa rivelazione la mette in conflitto tra il dovere di comandante e i sentimenti personali.
Il film culmina in uno scontro tra Dahomey e Oyo. Le Agojie attaccano un accampamento nemico per liberare prigionieri destinati al mercato degli schiavi, dimostrando il loro coraggio e abilità. Durante la battaglia finale, Nanisca affronta Oba Ade in un duello personale e lo sconfigge, chiudendo il cerchio della sua vendetta.
Dopo la vittoria, il re Ghezo premia Nanisca, offrendole il titolo di "The Woman King", riconoscendo il suo valore e la sua guida accanto a lui. Nel frattempo, Nawi abbraccia il suo destino come Agojie, consapevole della sua forza e della sua famiglia ritrovata.
Il discorso inizia con una riflessione sul passato: "Per novanta lunghi anni, il Dahomey ha vissuto sotto il controllo degli Oyo." Questa frase stabilisce immediatamente il contesto: non si tratta di una guerra improvvisata, ma della fine di una lunga oppressione. Il popolo di Dahomey ha subito umiliazioni, razzie e deportazioni per quasi un secolo, e questa battaglia rappresenta l’occasione per cambiare la storia.
Segue poi un'immagine evocativa: "Quando piove i nostri antenati piangono per il dolore che abbiamo provato negli scafi scuri delle navi, dirette verso sponde lontane." Qui Nanisca collega la schiavitù alla sofferenza del suo popolo, rafforzando l’idea che ogni donna presente in quel momento sta combattendo anche per chi è stato strappato alla propria terra. L’uso della natura come metafora (la pioggia come lacrime, il vento come spinta al combattimento, il tuono come chiamata all’azione) trasforma il discorso in qualcosa di quasi mistico, radicato nel rapporto con gli antenati e con la spiritualità del Dahomey.
Il passaggio centrale è il più potente: "E quando tuona, i nostri antenati ci chiedono di strappare le catene del dubbio dalle nostre menti, e di combattere con coraggio." Qui Nanisca affronta un tema psicologico: il vero nemico è la paura e l’insicurezza. L’idea che la libertà inizi nella mente è una riflessione profonda, che trasforma il combattimento in un atto di autodeterminazione. Il monologo culmina in una triplice dichiarazione: "Noi siamo la lancia della vittoria. Noi siamo la lama della libertà. Noi siamo il Dahomey!" Queste frasi scandiscono il momento in cui l'identità delle Agojie si fonde con quella del loro regno. Non sono solo guerriere, sono strumenti di giustizia e liberazione.
Questo monologo è un manifesto di identità, sacrificio e destino collettivo. Nanisca non sta solo preparando le Agojie alla battaglia: sta dando loro una ragione per combattere che va oltre il semplice scontro armato. Sta trasformando ogni guerriera in parte di una storia più grande, di una rivoluzione che cambierà il futuro del Dahomey.
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