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~ LA REDAZIONE DI RC
Interpretare il monologo di Frank in The Gambler richiede una combinazione di freddezza, cinismo e autorità assoluta. Frank è uno strozzino che si vede come un mentore, qualcuno che sa come sopravvivere e navigare in un mondo spietato dove solo chi è davvero forte riesce a dire “Fottiti” alle avversità. Il personaggio ha un controllo totale su di sé e sulle proprie emozioni, e il monologo che rivolge a Jim è sia una lezione di vita che una minaccia calcolata.
MINUTAGGIO: 1:17:42-1:21:42
RUOLO: Frank
ATTORE: John Goodman
DOVE: Amazon Prime Video
INGLESE
Do you drink? I don’t remember if you drink. Of course there’s drink and drink. I drink but I haven’t been drunk since Reagan was president. God’s honest truth. I got a DUI. And in jail I actually fell down and pissed my pants. You don’t need to do that twice. I am telling you this so you know that everybody’s been there. Once. If you’re there twice...after having been there once....I can’t help you. You know I listen to the drunks, and it’s like you’re listening to a fairy story about a fight with a fuckin’ monster when the actual title of the story is “I can’t handle my liquor,” by Mister Crybaby. I don’t know, maybe they have a problem, but fuck 'em if they do, cause I don’t. Which leads me to ask: are you pulling this shit just now, or forever. I mean do you have a “problem”? Wah wah wah like some little fucking girl wah wah wah, or some Somali who can’t process that there’s no food where they live, or are you just fucked up temporarily because you’re temporarily fuckin’ stupid. I need to know if you have the fuckin’ brains to walk when it’s time to walk. People don’t, you know? Ball players who can’t play any more, assholes trying to maintain a standard of living not possible any more. Lot of them around. I’ve seen you be half a million dollars up. What you got on you? What you put away? You get up two and a half million, any asshole in the world knows what to do. You get a house with a twenty-five year roof, an indestructable Jap economy shitbox, and you put the rest into the system at three to five percent to pay your taxes, and that’s your base, get me, that’s your Fortress of Fuckin’ Solitude, and you are for the rest of your life at a level of “fuck you”. Someone wants you do do something? “Fuck you”. Boss pisses you off? “Fuck you”. Own your house, have a few bucks in the bank, don’t drink, that’s all I have to say to anybody at any social level. Did your grandfather take risks? I can guarantee he did it from a position of “fuck you”. Which is what he means to you when he says fuck you also, and what he would mean when he said “fuck you” to me. The wise man’s life is based around “fuck you”. The United States of America is based on “fuck you”. You’re a king? You have an Army, the greatest Navy in the history of the world? “Fuck you, blow me”. We’ll fuck it up ourselves. Which we have done. Beautiful fuck you position, lost forever. King George the Third looks like a fuckin’ birthday present. What he wants is money because he doesn’t know when to say “That’s it, I’m two million ahead, fuck it, fuck you, I have a car and a house and a family, it’s all paid for, fuck you.” You still owe large, two places you shouldn’t. Why you want door number three? Time payments, sell your sperm, sell your ass, how the fuck should I know. I give you this money, and you don’t pay it back, there are no rules. You never, ever, get to say “fuck you” to anybody. You’ll get not just what you owe me from your grandfather, you’ll get me his accounts so I can have them vacuumed from Russia. You commit suicide, you can do it knowing that I’ll kill your whole fuckin’ family. Do you understand the gravity of your situation. You get up? You get out.
ITALIANO
Vuoi bere? Non ricordo se bevi. Perché c'è bere, e bere. Io bevo, ma non mi ubriaco da quando Raegan era presidente. Mi hanno fatto l'etilometro, e in prigione sono crollato e mi sono pisciato sotto. Non c'è bisogno di farlo due volte, te lo dico perché qui ci siamo passati tutti. Una volta, se ci sei passato la seconda, dopo la prima, non posso aiutarti. Sai, ho ascoltato gli alcolizzati, ed è come ascoltare una fiaba. Si deve lottare contro un mostro, quando il vero titolo della storia è: "Non so gestire l'alcol", del signor Piagnone. Non lo so, magari hanno un problema, che si fottano. Io non ce l'ho, il che mi porta a chiedere: fai il coglione in questo periodo o lo fai sempre? Insomma, hai un problema "Ue, ue, ue", come una bambinetta "ue, ue, noe", o come un Somalo che non arriva a capire che non c'è cibo dove vive? Oppure sei temporaneamente rincoglionito perché sei temporaneamente fuori di testa. Devo sapere se quel cervello ti funzionerà quando sarà ora di smettere. Non a tutti funziona. Campioni che non sanno più giocare, stronzi che non sanno mantenere un tenore di vita impossibile... ce ne sono a mazzi. Ti ho visto vincere mezzo milione di dollari. Quanto hai adesso? Quanto hai da parte? Se vinci due milioni e mezzo, anche uno stronzo da record sa che deve fare: compri una casa bella solida, un'indistruttibile scatoletta giapponese, e metti tutto il resto in azioni a 3,05% per pagare le tasse. E quella è la tua base, capisci? La tua cazzo di fortezza della solitudine. E questo ti mette per il resto della tua vita a livello... del fottiti. Qualcuno vuole farti fare qualcosa? Fottiti! Il tuo capo ti fa incazzare? Fottiti! Hai casa tua, un pò di soldi in banca, e non bevi. Posso dirlo a chiunque, qualunque livello sociale. Tuo nonno ha corso dei rischi? Ti garantisco che l'ha fatto dalla posizione del "Fottiti!". La vita dell'uomo saggio si basa sul: "Fottiti!". Gli Stati Uniti d'America sono fondati sul "Fottiti!". Sei un re? Hai un esercito? La più grande flotta mondiale? Fottiti e ciucciamelo. Ci roviniamo da soli, e infatti così è andata. Una magnifica posizione da "Fottiti!" perduta per sempre. Re Giorgio Terzo, era una passeggiata al confronto. Lui è il nipote del diciassettesimo uomo più ricco della California. Ciò che vuole sono soldi. Perché non sa quando dire: "Ora basta, sono sopra di due milioni, fanculo, fottiti. Ho una casa, una famiglia, ed è tutto già pagato, quindi Fottiti!" Devi già dei soldi in due posti azzardati. Perché vuoi la porta numero tre? Paghi a rate, vendi lo sperma, vendi il culo, che cazzo ne so io. Io sono dell'Universo, e tu sai quanto vale. Se adesso ti dò quei soldi, e tu non ripaghi il debito, non ci sono regole. Non potrai mai dire: "Fottiti!" a qualcuno mai più. Non solo la tua famiglia mi darà quello che mi spetta. Tu mi darai i numeri dei conti, così te li svuoto dalla Russia. E se salterai da un ponte, lo farai sapendo che ammazzerò tutti i tuoi parenti. Sei cosciente della gravità della tua situazione? Fai i soldi, e te ne vai.
"The Gambler" (2014), diretto da Rupert Wyatt, è un remake dell'omonimo film del 1974, con Mark Wahlberg nel ruolo del protagonista. La storia si concentra su Jim Bennett, un professore di letteratura universitaria e scrittore dalla carriera arenata, che si trova a combattere una dipendenza compulsiva per il gioco d'azzardo. Questa tendenza autodistruttiva è la chiave del personaggio e l’impulso narrativo principale del film, che esplora l'effetto devastante che questa ossessione ha sulla sua vita e su chi gli sta intorno.
Bennett conduce una doppia vita: di giorno è un docente e di notte diventa un giocatore d’azzardo spinto da una filosofia che rasenta il nichilismo. Nonostante la sua apparente disillusione nei confronti della vita, è mosso da un’ossessione: giocare il tutto per tutto, ogni volta. La sua dipendenza non è solo un tentativo di guadagno rapido; è un modo per mettere continuamente alla prova se stesso e la sua capacità di arrivare al limite.
In una serie di notti passate nei casinò e nelle sale da gioco clandestine, Bennett finisce per accumulare un debito pesante con persone pericolose, come Neville Baraka (interpretato da Michael Kenneth Williams), un gangster di strada, e Mr. Lee (Alvin Ing), un potente allibratore asiatico. In preda a questa spirale di autodistruzione, Jim contrae un ulteriore debito con Frank (John Goodman), uno strozzino brutale ma con una filosofia di vita particolare, che lo ammonisce a "conservare la sua fetta di ricchezza" per vivere senza più dipendere da nessuno.
Aspetti Tematici e Psicologici
La complessità del film sta proprio nella rappresentazione del conflitto interiore di Jim: il personaggio, che sembra possedere un’intelligenza superiore, è in qualche modo vincolato a una volontà di autolesionismo. In effetti, Bennett sembra cercare nel rischio la risposta a un’esigenza esistenziale, quasi a voler trovare un senso nella perdita, più che nella vittoria. Il film, quindi, non è solo la storia di un uomo che cerca di saldare i suoi debiti, ma una riflessione su chi siamo quando siamo spinti oltre ogni limite, e quanto spesso creiamo noi stessi quei limiti. Jim instaura un legame speciale con Amy (Brie Larson), una sua studentessa, che sembra l'unico spiraglio di umanità nella sua vita. Amy rappresenta forse l'unica persona in grado di vederlo per quello che è, senza giudizio, e offre un contrasto alla vita autodistruttiva che lui conduce. Anche il rapporto con sua madre Roberta (Jessica Lange) è significativo: la donna cerca di salvarlo, offrendogli il denaro per estinguere i debiti, ma Bennett rimane intrappolato nel ciclo delle sue scelte, come se non ci fosse via d'uscita.
Questo monologo di Frank è un manifesto della sua filosofia di vita, un discorso che riflette l'ethos dei sopravvissuti nel mondo duro e spietato dei debitori e degli strozzini. Frank parla a Ji, con un tono che oscilla tra il paternalistico e il minaccioso, quasi a volerlo svegliare dal torpore autodistruttivo in cui si è infilato. Ogni parola è scelta per impressionare, ma soprattutto per educare: Frank offre un corso accelerato su come sopravvivere – non solo finanziariamente, ma a livello di dignità personale.
Il cuore del monologo di Frank gira attorno a un concetto che diventa il tema centrale del suo discorso: il "Fottiti". Questo termine rappresenta la libertà ultima, l'indipendenza. Per Frank, essere in grado di dire "Fottiti" a chiunque significa aver raggiunto un livello di stabilità economica e personale che ti svincola dalle influenze e dalle pressioni altrui. È il traguardo per chiunque voglia smettere di essere un burattino delle circostanze o delle persone. Questa visione è il contrario di quella di Jim, che è incatenato a una spirale di rischio e di dipendenza dal gioco d’azzardo, incapace di costruire quel tipo di stabilità su cui Frank insiste.
Frank incarna una visione materialistica e pragmatica della vita. Secondo lui, un uomo saggio costruisce la propria “fortezza della solitudine” (casa, soldi in banca, investimenti), che gli permette di vivere senza compromessi. Questa è una filosofia profondamente americana, che rimanda all’idea dell’indipendenza economica come base della libertà. In un certo senso, Frank vede se stesso come un mentore per Jim, un cinico che cerca di aprirgli gli occhi sul fatto che vivere al di sopra delle proprie possibilità o continuare a rincorrere un gioco rischioso è semplicemente da stupidi.
Nel discorso di Frank emerge un disprezzo quasi darwiniano per la debolezza. Parla degli alcolizzati con disinteresse, considerandoli persone che semplicemente non riescono a "gestire" la loro vita. È una visione dura e implacabile, che non lascia spazio alla comprensione o all’empatia. Frank vede il mondo come un luogo per chi sa prendersi cura di se stesso e proteggere i propri interessi; chi non è in grado di farlo, come Jim, è destinato a soccombere. Qui si percepisce la visione distorta del self-made man, dell'uomo che si è fatto da solo e non deve niente a nessuno, che considera chi cede alle proprie debolezze come un “Signor Piagnone”, un patetico narratore di fiabe su mostri che in realtà non esistono.
Nell'ultima parte del monologo, Frank mette Jim di fronte alla gravità della sua situazione. Gli parla della conseguenza reale di non saldare i debiti: l’impossibilità di dire “Fottiti” a chiunque per il resto della vita, diventare uno schiavo delle proprie scelte. Questa sezione finale del monologo assume un tono sinistro, perché Frank chiarisce che, se Jim non cambia, il debito avrà conseguenze fisiche e personali terribili, non solo per lui ma anche per i suoi cari. È una sorta di dichiarazione di guerra, che rappresenta la faccia più dura e spietata del sistema di crediti e debiti.
Per interpretare il monologo di Frank in The Gambler, un attore deve catturare non solo la durezza del personaggio, ma anche quella sorta di filosofia brutale e pratica che guida ogni parola. Frank è uno strozzino, ma si considera anche un mentore per Jim.
1. Stabilità e Consapevolezza di Sé
Frank sa chi è e conosce il suo posto nel mondo. Quando parla, non si aspetta interruzioni o sfide. Un attore dovrebbe trasmettere questa sicurezza fin dal primo momento, mantenendo un tono fermo, quasi rilassato, senza mai alzare troppo la voce. Frank non ha bisogno di convincere nessuno: lui sa di avere ragione e il suo modo di parlare lo riflette. Non cerca approvazione, anzi, si diverte quasi a mettere Jim di fronte alla sua stessa miseria.
Nota pratica: Usa una postura rilassata, magari appoggiato su una sedia o con le mani in tasca. La posizione fisica dovrebbe mostrare che Frank è a suo agio nel suo ambiente e non si sente minacciato.
2. Cadenza e Ritmo Lento
Frank parla con un ritmo che suggerisce che ogni parola è stata pensata attentamente. Non ha fretta. Un buon attore dovrebbe usare una cadenza lenta e decisa, con pause strategiche per enfatizzare i punti più forti. Per esempio, la parola “Fottiti” deve risuonare come il colpo di un martello, perché rappresenta la sua filosofia di vita. Ogni “Fottiti” ha un peso, e deve trasmettere il senso di libertà e controllo a cui aspira.
Nota pratica: Prendi piccole pause prima delle parole chiave. Questo darà il tempo a queste parole di sedimentare nella mente dell’ascoltatore. Una pausa prima di “fortezza della solitudine” può far capire quanto questo concetto sia fondamentale per Frank.
3. Cinismo e Disprezzo per la Debolezza
Frank è cinico fino al midollo. Non ha empatia per chi cede alle proprie debolezze, e questa visione influisce sul suo modo di parlare. L’attore dovrebbe trasmettere un tono sprezzante quando Frank parla degli “alcolizzati” o di chi non riesce a mantenere un “tenore di vita impossibile”. Questi passaggi devono avere un tono quasi sarcastico, come se Frank non riuscisse a concepire come persone intelligenti possano essere così “deboli”.
Nota pratica: Sottolinea le parole come “piagnone” e “ue ue” con un sorriso di scherno, una smorfia che suggerisce disgusto o incredulità verso chi non riesce a stare al passo.
4. Uso della Minaccia Sottile e Controllata
La minaccia di Frank non è rabbiosa o esplosiva; è fredda e controllata. L’attore deve far passare l’idea che Frank può parlare di cose terribili con il tono di qualcuno che sta semplicemente leggendo un giornale. La minaccia finale, quella di far pagare i parenti di Jim, dovrebbe essere detta quasi con noncuranza, come se fosse una prassi normale. Questo lo rende ancora più spaventoso.
Nota pratica: Mentre pronunci la parte finale (“Non potrai mai dire: ‘Fottiti’ a qualcuno mai più…ammazzerò tutti i tuoi parenti”), usa un tono quasi indifferente. Guarda lontano, o addirittura abbassa la voce per rendere la minaccia più intima e agghiacciante.
5. Un Accenno di Ironia o Sarcasmo
Frank è consapevole della propria intelligenza e usa l’ironia come un’arma. Quando parla di chi “non sa gestire l’alcol” o “del signor Piagnone”, l’attore dovrebbe dare un tocco di sarcasmo, facendo capire che Frank sta godendo nel demolire le illusioni di Jim. Questa ironia rende il personaggio tridimensionale e suggerisce che, per Frank, deridere la debolezza altrui è una sorta di divertimento.
Nota pratica: Inclina leggermente la testa o fai un piccolo sorriso beffardo mentre parli di “alcolizzati” o “ue, ue, ue”, mostrando che Frank trova quasi ridicolo che esistano persone così deboli.
6. L’Importanza del Contatto Visivo
Frank è un uomo che non ha paura di guardare negli occhi. Durante il monologo, l’attore dovrebbe mantenere uno sguardo fisso su Jim, trasmettendo un senso di controllo totale. Questo contatto visivo può creare tensione, perché fa capire a Jim (e al pubblico) che Frank è sempre vigile, sempre pronto a intervenire.
Nota pratica: Cerca di mantenere il contatto visivo per la maggior parte del monologo, lasciando andare lo sguardo solo nei momenti di riflessione o sarcasmo. Quando parla della “fortezza della solitudine” o del concetto del “Fottiti”, guarda intensamente, quasi come se cercassi di imprimere il concetto nella testa di chi ascolta.
7. Conclusione Potente ma Sobria
Il monologo culmina in una minaccia, ma Frank non ha bisogno di alzare la voce o di cambiare il tono per sottolinearla. La calma apparente con cui conclude è ciò che rende la minaccia ancora più efficace. Un attore dovrebbe trasmettere una sensazione di calma inquietante, facendo capire che, per Frank, tutto ciò che ha detto è semplicemente la realtà. La scena si chiude con una sensazione di inevitabilità, come se il destino di Jim fosse già stato deciso.
Nota pratica: Rendi l’ultima frase (“Sei cosciente della gravità della tua situazione?”) come una domanda retorica, senza aspettarti una risposta. Lo scopo di Frank non è avere una conferma, ma lasciare Jim con una consapevolezza definitiva e immutabile del pericolo in cui si trova.
Una volta completato il monologo, la scena deve lasciare una sensazione di inevitabilità, come se il destino di Jim fosse ormai tracciato. La calma inquietante con cui Frank conclude rende la minaccia ancora più pesante, dimostrando che lui è un uomo che non deve alzare la voce per farsi obbedire. Un attore che riesce a trasmettere questa quieta autorità rende Frank un personaggio memorabile, incarnando una filosofia di vita implacabile che non lascia spazio alla debolezza.
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